Dall’assemblea societaria di Brioschi, propretaria delle aree di Milanofiori Nord e Sud, tenutasi nei giorni scorsi, sono emerse nuove, interessanti e corpose novità per queste due aree ad Assago.
Il progetto di Milanofiori incominciato negli anni 70, per l’esattezza nel 1975, quando si inizia a costruire un quartiere terziario lungo il tratto cittadino dell’autostrada dei fiori nel territorio di Assago, alle porte di Milano.
Lo sviluppo immobiliare operato dal gruppo denominato “Milanofiori”, investe in un’area fino a quel momento agricola, di dimensioni vastissime, più di 1.500.000 metri quadri, e accoglie funzioni terziario-direzionali e commerciali ad uso della metropoli milanese: la sua localizzazione è dovuta all’alto livello di infrastrutturazione del territorio -tangenziale ovest e autostrada Milano-Genova garantiscono una collegamento diretto lungo l’asse Est-Ovest e quello Nord-Sud. Nella progettazione dei vari edifici intervengono vari progettisti (Ingegner Francesco Clerici e gli architetti Lorenzo Martinoja e persino Renzo Piano). I temi ricorrenti negli edifici sono facciate in cristallo specchianti e vani scala esterni in cemento armato molto evidenti. Il progetto rende disponibili spazi per uffici da 100 a 70.000 mq.
Negli anni Ottanta viene progettato e sviluppato sempre da Renzo Piano, che prevede la costruzione di 8 padiglioni destinati a grandi manifestazioni espositive ed eventi fieristici per un totale di oltre 300.000 mq di superficie, collegati al centro direzionale da un nastro trasportatore sospeso o da una monorotaia, ugualmente sospesa, con possibilità di estensione fino alla città di Milano. Il progetto viene poi abbandonato in seguito all’individuazione da parte di Regione Lombardia e Ente Fiera di un’area nella zona nord ovest Milano nei comuni di Rho e Pero.
Successivamente nell’area viene realizzato anche un palazzetto-arena ad uso eventi musicali e sportivi, il Forum, che doveva essere un’alternativa temporanea per il crollo del famoso palazzetto dello sport a San Siro, mai più realizzato. La struttura venne inaugurata nel 1990.
Sempre in quegli anni viene incaricato il noto architetto Kenzo Tange, già autore del masterplan del Quartiere Affari a San Donato, per progettare l’area di Milanofiori in direzione nord, verso il centro città. L’architetto giaponese, coadiuvato da Giuseppe Boatti, Lorenzo Martinoja, Vito Pasi e Giovanni Pierini, prevede su un area di oltre 360.000 mq la costruzione di oltre 700.000 mc: tre torri per uffici di 130, 195 e 260 metri, rafforzando la vocazione terziaria e direzionale del quartiere. La concentrazione dei volumi permette di ottenere 180.000 mq di verde. Il progetto viene approvato dalla Giunta Comunale di Assago nel 1992 ma l’anno successivo viene respinto in sede regionale. Successivamente viene incaricato un altro studio, The Jerde Partnership, per la stesura di un nuovo piano urbano per l’area. Anche questo progetto viene accantonato.
Per avere un nuovo masterplan dell’area si deve attendere il 2005 quando viene approvato il progetto dell’architetto Erick van Egeraat, che ottiene il via libera dal Comune di Assago in quell’anno.
Il nuovo progetto “Milanofiori 2000” si è posto come obiettivo il raggiungimento di una elevata qualità ambientale e di un forte mix funzionale. Oltre a rispettare criteri di sostenibilità in termini di composizione, tecnologia e materiali sono state valorizzate le aree boschive esistenti e salvaguardate le biodiversità. Nell’area era prevista la metropolitana servita dalla linea 2, inaugurata nel febbraio 2011 e uno svincolo dell’Autostrada A7.
Così, per la progettazione di questo nuovo comparto che si affianca a quello realizzato negli anni Settanta e Ottanta vengono ingaggiati i migliori architetti del periodo, quali: 5+1 Architetti Associati, Architetti Botticini De Apollonia Associati, ASA Studio Albanese, OBR Open Building Research, Park Associati, e CZA Cino Zucchi Architetti. Il progetto prevede due fasi di intervento, per un investimento complessivo di circa 480 milioni di euro.
Nell’area a sud del complesso, denominata invece Milanofiori Sud, erano previste delle torri, accantonate sino a oggi.
Ma torniamo a quanto emerso all’assemblea societaria di Brioschi:
– Una porzione del comparto sud di Milafiori, che ricade all’interno della tangenziale, sarebbe la favorita a partire per prima in quanto l’area è già collegata alla viabilità ed infrastrutturata (più prossima anche alla stazione della metropolitana. Per ottimizzare i costi ed i tempi la società sta pensando ad un grattacielo, non ci sono praticamente limiti d’altezza (come abbiamo visto dal racconto storico dell’area), ad uso uffici. Guarda caso si tratta della stessa area dove doveva sorgere il grattacielo chiamato il “Milanone”, una torre da più di 200 metri progettata dallo studio 5+1 Architetti Associati (oggi Atelier(s) Alfonso Femia).
– I tempi per il completamento degli iter urbanistici di tutta l’area richiedono ancora un anno abbondante circa. Nel caso di completamento di Milanofiori Nord si accelererà sulla progettazione.
Tornando alla zona nord, invece:
– E’ quasi conclusa la trattativa per due tenant di elevatissimo standing per l’edificazione di due sedi di 20.000 mq e 30.000 mq all’interno del comparto. In entrambi i casi di ottenere la trattativa in esclusiva.
C’è una ulteriore trattativa diretta per spazi di 10/12.000 mq per un totale di circa 60/62.000 metri quadri ad uso ufficio.
– Se tutto andasse in porto verrebbero così saturati i residui 56.000 mq di slp rimasta da sviluppare, tanto che è in stand-by la decisione di cambiare destinazione ai lotti del retail park che rimangono sul retro (ex Gigante), che a causa della mancata variante viabilistica, sono rimasti sacrificati ad uso commerciale. Si sta pensando di trasformare i 2 lotti in uffici e/o demolire le strutture per riedificare un unico palazzo ad uffici.
– Per i due lotti di cui sopra, in caso di fallimento della trattativa, è aperta l’opzione per utilizzi anche diversi dalle grandi superfici di vendita, come spazi ludici e sportivi.
Non so, io preferirei avere tutti I grattacieli in un’unica zona, magari lungo l’asse di via Gioia-Porta nuova-centro direzionale. Poi ho paura che tutti gli impiegati prendano l’auto per andare al lavoro, creando traffico sul nodo autostradale di famagosta. Però sono dei bellissimi edifici!
A me invece l’idea di avere dei distretti finanziari separati piace molto.I distretti finanziari delle città nord americane che ho visto li ho sempre trovati belli da lontano ma invivibil da “dentro”,la luminosità viene davvero meno.A Milano non stanno sbagliando davvero nulla ultimamente e mi auguro che se il progetto si farà sia dello stesso livello qualitativo degli ormai arci noti porta nuova/city life,molto a mio avviso pedestrian friendly (concedimi il termine).
“Su misura per i pedoni” ti risultava difficile da scrivere?
Cosa pretendi da uno che scrive “A Milano non stanno sbagliando davvero nulla ultimamente”…
Ed in particolare che lo scrive mentre sta commentando un articolo su…Assago.
Milanofiori purtroppo è servito solo una mezza linea di metropolitana e niente altro (tram o autobus credibili non ne ha).
Si affida al traffico automobilistico e la situazione viaria è satura.
La tangenziale è già ora insufficiente e non si può condannare chi ci passa a una vita in coda peggio di oggi solo per costruire nuovi uffici in un punto che non assorbe più traffico (o peggio ancora andare a costruire una tangenziale nuova di zecca più esterna tra Melegnano e Magenta.. come già fatto ad est)
Ci puoi spiegare perché dici “mezza linea di metropolitana”?
Perchè l’altra metà fa capolinea in Piazza Abbiategrasso.
Concordo con con gg , , non mi piace un quartiere di solo uffici che alle sei si svuota
Bellissimo progetto ma il problema è che in quella zona doveva sorgere un parco bellissimo con percorsi vita ecc.ecc. ma tutto questo ancora non si è visto
https://youtu.be/4BrjvmM7_9Q
Questo video riassume un po’la situazione.
Come si vede della foto più in alto – e come si vede transitando da quelle parti – l’area è formalmente destinata a parco (Parco sud) solo che non si vede lo straccio di un albero né di un filo d’erba: tutti campi agricoli, anacronistici se alle porte di un grande centro urbano. Bellissimi i progetti citati, per carità. Ma vorrei si creasse un vero parco anche solo in metà di quest’area. Poi, visto lo spazio a disposizione, sarebbe molto intelligente costreuire circoli sportivi privati e pubblici, dove la gente possa andare a passare quelle calde domeniche di giugno e luglio, dove l’unica alternativa è andare in montagna o al mare, o quele piovose domeniche autunnali o invernali dove molti restano a casa a rompersi i bignè.
Mi riferisco soprattutto all’area compresa tra la M2 e il naviglio, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.
Troppo difficile?
Se fanno dei grattacieli per riqualificare veramente un’area ben venga.
Ma bisogna mantenere soliti vincoli paesaggistici.
È un controllo vero sulle aree trasformate a parco e sullimporto degli oneri di urbanizzazione in funzione della conservazione e tutela del verde fruibile e non con piste ciclabili, spazi GIOCO per bambini, percorsi vita, etc…
Che poi è il modello con il quale si sono state fatte tante riqualificazioni in questi anni.
È non i solito regalo ai palazzinari..
Certi amori nascono, poi si lasciano, fanno un grande giro a spasso per il mondo ed infine ritornano: ecco, questa è la storia del MilanOne! Speriamo 🙂
La mia esperienza personale è di un luogo malamente collegato con uno svincolo autostradale obsoleto e da una metropolitana che risulta ben lontana da gran parte dei luoghi che dovrebbe servire, grazie anche alla mancanza di un servizio pubblico interno all’area. Taccio dello scandaloso collegamento viario verso Rozzano e delle risibili dimensioni dei parcheggi a uso degli uffici.
Grazie al cielo il modello Milanofiori non ha attecchito né a porta Nuova né a Citylife…