Milano | San Cristoforo – La Corte Verde di Boeri

A San Cristoforo, nella zona denominata anticamente Foppette, e dove negli anni Trenta venne edificato la famosa Torre delle Milizie, che da il nome al piazzale all’incrocio tra le vie Tortona, San Cristoforo e viale Troya, il Comune ha intenzione di riqualificare con un progetto firmato da Stefano Boeri con la «Corte Verde».

Proprio in via San Cristoforo, a due passi dal Naviglio Grande e dall’antica chiesetta, e oltre la circonvallazione della 90/91 si trova in uno spazio alquanto degradato, la Ricicleria delle Milizie dell’Amsa. Luogo che da anni è assediato dai rom che stazionano sempre davanti all’ingresso e cercano di riciclare qualsiasi oggetto a loro volta, portando, come sempre, grande disagio e degrado. Qui un nostro articolo del 2016.

Lo studio Stefano Boeri Architetti in partnership con Arassociati Studio di Architettura trasformerà il lotto triangolare incastrato attualmente tra la ferrovia (che in futuro sarà dismessa), la via San Cristoforo (che speriamo sarà riqualificata) e il parchetto prima del cavalcavia delle Milizie. Qui sotto scorre ancora il canale del fiume Olona che, oltrepassando il Naviglio Grande, diventa il canale del Lambro Meridionale.

Sarà una Corte Verde, una corte come nella tradizione lombarda, al centro di uno spazio verde che collega due parti di città oggi separate. Il progetto prevede un unico edificio a corte con altezza crescente (dove la parte più alta è verso nord, in direzione di piazza Napoli) posto al centro di una sistema di verde pubblico e percorsi ciclopedonali con aree gioco per i bimbi e per gli amanti dello skate. Il grande giardino pubblico verso sud va a collegarsi con il sistema dei Navigli, una volta rimossa la ferrovia. Le tre facciate principali della corte sono scandite da un sistema alternato di balconi, sviluppati per ospitare piante e alberi ad alto fusto -a ricordo del «Bosco verticale» -, i numerosi ingressi su via San Cristoforo dovrebbero rendere agevole l’accesso al parcheggio e alle diverse aree dell’edificio. Il verde pubblico confluirà anche nel «parco lineare» che fa parte del recupero degli scali Fs Romana e San Cristoforo. Naturalmente il progetto comporterà lo spostamento della Ricicleria Amsa.

Nell’area si trovava, come dicevamo, un edificio di epoca fascista formato da un grosso torrione circolare. La torre ospitava la sede del gruppo rionale fascista della zona Ticinese.

Vi era una sala per le adunate, un cortile, un’autorimessa e vari locali istituzionali (uffici, biblioteca, camerate).
Con la fine della II Guerra Mondiale e la caduta del regime, la torre e i manufatti annessi furono requisiti dal partito comunista, che per alcuni decenni lo usò per diversi scopi.
Fu anche utilizzata per dare una casa a famiglie con problemi economici o prive di un tetto a causa dei bombardamenti.
Dalla fine degli anni Sessanta l’edificio e la torre caddero in abbandono, e il complesso degradò a tal punto da diventare un problema di ordine pubblico. Venne definitivamente abbattuto nel 1972.
La torre delle Milizie nei primi anni Sessanta

Questo progetto si inserisce negli altri progetti in corso in zona, come il progetto firmato da Cino Zucchi in via Pestalozzi 18, un progetto di cohousing che prevede la realizzazione di 120 appartamenti divisi tra cinque palazzine. Mentre in direzione della fermata della M2 Romolo, si inserirà la creazione di piazza Schievano, una nuova area pedonale da 3.400 metri quadrati, che sorgerà su un’area un tempo occupata da un piccolo stabilimento industriale abbattuto nel 2011. Questo progetto finanziato da Beni Stabili e realizzato dallo studio Progetto Cmr, prevede tre nuovi edifici con relativo verde e infrastrutture. L’area dell’intervento è vastissima: 31 mila metri quadri.

 

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19 commenti su “Milano | San Cristoforo – La Corte Verde di Boeri”

  1. Mi chiedo proprio perché nessun mega architetto galattico progetta case popolari, a buon prezzo, pensate bene e progettate meglio.
    Magari pro bono.
    Forse non avrebbe la stessa risonanza mediatica ma farebbe qualcosa di buono.
    E magari case popolari belle e dignitose non sbattute in periferia estrema senza collegamenti di alcun genere… (ma questa è più una scelta del Comune, piuttosto che dell’archistarmegagalattico).
    Forse sbaglio ma dallo Zen di Palermo (che è rimasto un’incompiuta e da qui il degrado assurto a regola base) non ci sono esempi. Correggetemi se sbaglio. Grazie.

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    • Certo: Renzo Piano in diverse aree di Milano, Giancarlo De Carlo con il villaggio Matteotti a Terni che all’epoca sembrava la Svezia e per l’Italia fu rivoluzionario oppure sempre De Carlo con il Rione Spine Bianche a Matera.
      Roberto Gabetti e Aimaro Isola per Olivetti ad Ivrea, Gropius a Berlino, Le Corbusier a Marsiglia. Lo ZEN fu progettato da una archistar dell’epoca anche se molto sopravvalutata e oggettivamente mediocre: Vittorio Gregotti.
      Piero Bottoni con Carlo Aymonino e Aldo Rossi (architetto italiano più quotato all’epoca) al Gallaratese.
      In realtà è l’approccio all’edilizia popolare adottato in Italia ad essere fallimentare: la società in ogni quartiere deve essere il più possibile stratificata, non si può praticare la segregazione mandando le fasce più fragili nelle case popolari e nelle zone più costose le classi più abbienti.
      Ha più senso sviluppare le aree in cui chi non può permettersi l’acquisto abbia un affitto agevolato o un prezzo agevolato di acquisto convivendo con chi sia economicamente più abbiente. Si ha sia uno scambio di valori e culture che conoscenza del diverso.
      Un altro aspetto che in Italia non è stato ancora risolto è che non è l’architettura in se che fa le persone ma quali funzioni e quali dinamiche l’architettura sottende a facilitare la società. Altrimenti basta guardare cosa ha fatto Purini a Gibellina: un non luogo, oggettivamente un altro architetto sopravvalutato che è capace di rendere tozzo pure un grattacielo di 100 metri (Eurosky)

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  2. Che venga dismessa la ferrovia, presente in città dal lontano 1860, è solo una sconfitta per Milano. Si dice che il trasporto su ferro debba aumentare e poi si chiude la suburbana utilissima per Milano se venisse modernizzata e migliorata nei collegamenti. Come al solito Urban file fa da reggicoda agli speculatori che mai si stufano di costruire inutili residenze in un territorio martoriato senza alcun bisogno di nuovi quartieri per sicuri

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    • Mica la dismettono: attestano i due treni l’ora che vanno a Porta Genova su Rogoredo via Romolo e Romana FS, che è anche meglio (da più possibilità di interscambio). E poi il binario unico verso Porta Genova non da molte possibilità di sviluppo in ogni caso (oltre a spezzare in due la zona)

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      • la si poteva trasfromare in una metro di superficie invece di chiuderal (tra l’altro pensandoci prima di costruire la metro 4, distanziandola maggiormente dalla metro 1 e coprendo in maniera più adeguata il territorio, tra l’altro spendendo molto meno e causando molti meno disagi.
        Lo spazio c’è in abbondanza per mettere due binari

        Poi non vedo che sviluppi blocchi la ferrovia:
        costruire altri palazzi moderni tutti uguali affacciati sul naviglio?

        Tra l’altro nei pochi quartierei che mantengono un minimo si “storia”, dovrebbero cercare di costruire case che rispettino una architettura un po’ più antica,(come hanno fatto in via Magolfa)

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  3. Quella della ferrovia è una battaglia persa. Al posto di gettare i quattrini nel pozzo della M4, si sarebbe potuto utilizzare in modo più intelligente il sedime della linea che termina a Porta Genova. Ma…
    In ogni caso un progetto interessante, ma ben di là da venire viste le premesse. Detto che poi, non so quanti clienti saranno disposti a pagare somme ingenti per abitare in un settore di città caotico, stretto tra capannoni e una ex concessionaria d’auto trasformata in supermercato dell’elettronica di consumo.

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    • La ferrovia dovrebbero potenziarla visto che è il tracciato della circle line… l’unico pezzo che tolgono è il binario che dal ponte delle milizie arriva a Porta Genova.
      L’importante è che facciano la fermata Canottieri: non è che l’area era proprio quella di questo articolo dove il Comune ha deciso di fare l’imprenditore Immobiliare? 🙂

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    • Io ho il sospetto che il prossimo edificio che abbattono per riempirlo di case è proprio l’ex concessionaria auto trasformata in supermercato dell’elettronica di consumo.

      Il Parco lineare invece, lo vedranno i miei nipoti nel 2040 (forse)

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  4. Se lasciano il parco è il verde aperto al quartiere è BENE.

    Se il verde e privato solo per chi compra la casa possono anche ficcarselo dove meglio credono.

    Più spazi pubblici e condivisi.
    Non di meno.

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  5. La discarica sarà chiusa e al momento non si sa se verrà aperta da un’altra parte. Tanto per venire incontro ai cittadini…. meglio favorire i costruttori con prezzi al mq.quadro da capogiro.

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  6. Questo edificio è davvero paradigmatico: una scacchiera, dove noi, che ci andremo ad abitare, siamo le pedine; è così che ci considerano, praticamente i loro utili idioti, ma questa non è una novità.

    Nemmeno una novità è il fatto che si costruisca un altro edificio deprimente e antiestetico. L’ unica cosa bella che queste case fanno venire in mente è che, se abbattono ora le palazzine in stile eclettico fine ottocento inizio nove, anche queste, noi non ci saremo ovviamente, saranno senz’ altro abbattute, senza pensarci troppo.

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