Milano | Cordusio – Il reportage fotografico alla caffetteria Starbucks

Volevamo mostrarvi l’interno del tanto sospirato spazio Starbucks all’interno del palazzo Broggi ex-Poste del Cordusio.

Tanto si è detto e tanto si è scritto sul nuovo Starbucks a Milano. Gli elogi hanno rincorso le critiche e le critiche hanno rincorso gli elogi. Una corsa senza vincitori nè vinti. Ognuno ha detto giustamente ciò che pensava. Per un attimo, tuttavia, pensiamo a questo: abbiamo Starbucks a Milano ed è il più bello del mondo. Personalmente sono onorato che abbia scelto Milano e i Milanesi. Mi accontento di questo e poi … guardatelo … non è una meraviglia?

Foto e testo di Andrea Cherchi

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

25 commenti su “Milano | Cordusio – Il reportage fotografico alla caffetteria Starbucks”

  1. Sono d’accordo al 100%
    Con Apple store, Starbucks, Tiffany in piazza Duomo e la prossima apertura NBA store, Milano è diventata una NYC europea..

    Rispondi
    • Bellissimo anche il primo flagship store di Woolrich in cso Venezia con la stanza a -20° e la parte dedicata all’heritage aziendale. Tra poco Uniqlo in piazza Cordusio

      Rispondi
  2. Weee che belle foto Andrea Cherchi!

    Ma sbaglio o il pavimento è anni 30 o 40?
    E anche tutto il locale ricorda quegli anni li?

    Ps.
    Ha aperto anche vive guys in corso ve2 pochi giorni fa al posto di massimo dutti…
    Milano internazionale.
    Bellissime foto.
    Ci vado ….stasera a vederlo.

    Rispondi
  3. http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/video/food/lo-starbucks-milano-e-piu-bello-mondo/AEAilWmF

    Guardate il video sopra è capite perché locali di questo tipo sono così importanti per la diffusione dell’immagine di Milano nel mondo.

    E per il turismo di Milano…

    Guardate la copertura nei giornali internazionali e il passaparola che possono generare.

    Con Apple store Starbucks e five guys si svolta a milano centro turistico internazionale.
    Adesso tutti si devono mettere al passo per non restare indietro…

    Rispondi
  4. Capisco che abbiano probabilmente dovuto fare i conti con la sovrintendenza e sono comunque felicissimo che Starbucks abbia scelto Milano per un format che sarà solo qui per l’intera area EMEA rappresentando un dei soli sei punti vendita analoghi programmati in tutto il mondo (esiste già la Reserve Roastery di Seattle, città natale di Starbucks, e quella di Shanghai, ma apriranno preso quelle di New York, Chicago e Tokyo). Però lo stile della ristrutturazione personalmente non mi piace moltissimo. Avrei preferito più legno e meno marmo, qualcosa di più simile alla RR di Seattle. Comunque chapeau, grande intervento che rappresenta un monumentale omaggio al caffè visto da ogni angolazione.

    Rispondi
    • Cmq ne apriranno altri 4 a Milano nelle versioni più tradizionali in stile Starbucks…

      Non finisce qui, insomma.
      E non credo che questi punti normali abbiano prezzi folli da roastery..
      Quindi cè ne per tutti

      Rispondi
  5. Purtroppo dal vivo mi ha deluso un Po.
    Non mi piace la disposizione dei tavoli e dei banconi.
    Troppo tradizionale.
    Nulla di veramente innovativo o di grande impatto visivo.
    Un compitino ben fatto con tutti inserimenti di decoro design ormai vecchi di almeno 30 anni.
    Anche la messa in scena dei macchinari ormai è stravista e rivista quindi nessuna meraviglia come una birreria bavarese che mette in scena i vecchi almanacchi.

    La cosa che mi piace meno è aver piazzato al centro della sala macchinari e banconi in modo tale che dai tavoli non hai nessuna visione completa della bella sala col bel pavimento in marmi.
    Quindi manca il respiro della grandezza e della prospettiva che si riduce è rimpicciolsce.

    Le posizioni dei tavoli sono un Po sacrificate e un Po costrette.
    Manca il respiro dello spazio. Omdegli spazi.
    Si riducono è si spezzettano.

    Avrei preferito un effetto da sala unica tipo centrale station di New York.
    Libero tutto ilmcentor sala pieno di tavoli e sguardo che spazia da una parete ad un altra.

    Gli spazi soffrono è si riducono angusti nello sguardo.

    Comunque sarà un successo egualmente.
    Solo si conferma in conformismo e la pochissima voglia di distaccarsi dal già visto degli architetti odierni.

    Insomma entrando manca anche l’effetto wow della magnificenza che non cè.
    Manca di monumentalità.

    Rispondi

Lascia un commento