Corso Como è simbolo di eleganza, modelle e moda, locali, movida e stupefacenti, ma non sono argomenti di nostra competenza, se mai ne avessimo una, ma noi cerchiamo di limitarci a commentare e giudicare cose più terra terra come l’arredo urbano, architetture e le questioni urbanistiche.
Corso Como, dopo decenni di degrado perdurato per tutti gli anni che si sono succeduti dal dopoguerra sino agli anni Novanta, dovuto anche allo stato di “periferia” in cui versava quest’angolo di Milano, sul punto di venire trasformato appunto, negli anni Cinquanta del Novecento, sventrata e mai ricostruita, progetto rimasto inattuato sino ai provvedimenti della giunta Albertini che sbloccò lo stallo di questa zona con la pedonalizzazione nei primi anni del 2000.
Rizzata, sampietrini, aiuole rialzate e due grandi fontane metalliche, e Corso Como divenne da subito il simbolo della famosa Milano da bere.
Da allora sono passati parecchi anni, almeno 18 o 19. Le aiuole oramai stanno andando a pezzi, persino le piante sembrano abbandonate. Così come la pavimentazione, sistemata alla bell’e meglio. Le fontane quasi sempre, almeno una delle due, ferme e trasformate spesso in immondezzai. I nuovi totem informativi, come avevamo già mostrato in un articolo precedente, sfasciati e a pezzi da anni ormai. Per non parlare del sistema dei locali coi loro tavolini nella parte centrale, che sembra di vedere una baraccopoli improvvisata, senza una sistemazione dignitosa, ma solo sciattona.
Forse, come al solito, sarebbe bastata solo un po’ di manutenzione eseguita nel corso degli anni, senza dover ridurre l’arredo urbano della via in questo stato, ormai quasi irrecuperabile.
Magari una sistemazione di Corso Como sarà programmata (speriamo) assieme al rifacimento di via Capelli in programma per l’anno prossimo e sponsorizzata dal gruppo dell’imprenditore Renzo Rosso.
Di seguito una serie di immagini che mostrano lo stato attuale della via Capelli.
Dehors come quelli delle foto 8 e 9 non si possono vedere! E purtroppo stanno prendendo piede pure sui Navigli, dove pure sarebbero vietati.
Tra l’altro tutto l’insieme dei dehors non è al 100% in linea con i regolamenti comunali (almeno in parte, secondo quanto mi ha informalmente detto un Vigile Urbano un pomeriggio che ero in vena di fare l’umarell dal vivo).
In ogni caso, ottimo articolo ma la “Milano da bere” si riferisce ad un preciso momento degli anni 80. Ai tempi di Albertini era già cosa del passato e soprattutto materiale per comici da cabaret 🙂
Corso Como dev’essere manutenuta alla perfezione. Quella zona è oramai diventata il simbolo di Milano, basti pensare che ogni pubblicità televisiva viene girata in Corso Como e adiacenze.
Forza, riqualifichiamo alla svelta, per cortesia
manutenzione, questa parola sconosciuta ai più…