Un museo, una scuola, e un parco verde. Sono i primi elementi che emergono dal progetto del Molino Nuovo, ossia la riqualificazione di tutta l’area dell’ex pastificio Antonio Amato di via Picenza a Salerno. E’ stato realizzato dallo studio di architettura e di design Architetti Artigiani Anonimi che punta al recupero di un edificio ben noto e riconoscibile della città di Salerno.
Qui, è prevista la nascita di un complesso polifunzionale che ospita spazi abitativi, commerciali e culturali, realizzato integrando archeologia industriale, architettura contemporanea, paesaggio e contesto urbanistico.
«Il Molino Nuovo è il complesso composto dal mulino Amato e dalla sua estensione contemporanea, nella ricerca di una continuità architettonica e storica del luogo – spiega l’archietto Annarita Aversa fondatrice dello studio nato ad Amalfi ma con sede a Milano – Attraverso un’attenta osservazione dell’archeologia industriale esistente, nasce il disegno di un edificio in linea che protrae un’architettura apparentemente interrotta, con molteplici riferimenti alla composizione originale».
«Abbiamo lavorato sulla ricostruzione di un’area fulcro del quartiere, disegnando i suoi pieni e i suoi vuoti nel rispetto della scala urbana esistente, progettando un fronte architettonico sull’asse di Via Parmenide e la connessione con la quota di Via Picenza. Il progetto vuole ricucire aree sconnesse, tessuti urbani diversi e porre l’architettura al centro di un sistema di flussi, attraversamenti, soste che favoriscano la vita del quartiere. L’obiettivo è restituire un luogo identitario alla città, un landmark dell’area residenziale emergente» aggiunge poi l’architetto che qualche anno fa presso il Capo di Vettica ad Amalfi promosse un interessante workshop sul rifacimento del waterfront di Minori.

Il Molino Nuovo nasce da un’attenta osservazione del contesto. Segno distintivo del progetto è la continuità del vecchio edificio con il nuovo: il mulino Amato sembrava prevedere già nella sua progettazione originaria una futura conversione ad uso diverso, e per questo oggi diventa il fulcro di un intervento di estensione attraverso un edificio in linea, connotato da numerosi riferimenti volumetrici e linguistici all’archeologia industriale esistente.
Ad esempio, il basamento del mulino Amato prosegue nella nuova architettura e si innalza in una torre citando il silos esistente, l’evocativa facciata in terracotta reinterpreta il mattone a vista del mulino, mentre il labirinto di grano, parte integrante del progetto paesaggistico, rafforza il legame con la produzione originaria dell’ex pastificio, in un esercizio di memoria attiva e coerenza progettuale.
L’intervento del Molino Nuovo è impegnato anche sul fronte di un’importante connessione di aree urbane differenti: il quartiere residenziale di Mariconda, l’area a sud di Via Parmenide e infine il quartiere di Mercatello che vede in Via Parmenide un proseguimento potenziale dell’asse commerciale della città.
È un’architettura disegnata rispettando la scala del quartiere, le volumetrie, le altezze, il rapporto dei pieni e dei vuoti: il basamento svuotato da cinque grandi varchi consente di attraversarla e viverla in tutte le direzioni e di percepirla come familiare e vicina. L’edificio in linea definisce due ambiti principali: un ambito minerale su Via Parmenide ed uno vegetale su Via Picenza, aree accuratamente descritte dal peculiare progetto paesaggistico degli architetti Vera Scaccabarozzi e Lorenzo Rebediani.
«Il parco attraversa i nuovi edifici e connette due aree a diverse altezze della città. È il paesaggio mediterraneo ad emergere con i suoi tratti rocciosi, aridi e una ricca tessitura di verdi. L’approccio filologico nella scelta della vegetazione favorisce le importanti funzioni ecologiche del parco, oltre a ridurre il consumo idrico» dicono gli architetti paesaggisti Vera Scaccabarozzi e Lorenzo Rebediani.

«Un sistema di pergole definisce zone d’ombra in cui la sosta è piacevole, legandosi agli elementi architettonici locali e citando il vicino Giardino della Minerva anche attraverso la trasposizione di parterre di erbe medicinali salernitane, dislivelli e linee d’acqua – aggiungono poi i due tecnici – Un bosco mediterraneo ammorbidisce i limiti del parco definendo un sottobosco ricco di spazi per la socialità. L’architettura industriale del Molino Amato lascia una traccia del suo passato produttivo attraverso un labirinto di grano, mentre le funzioni ecologiche e paesaggistiche si uniscono a quelle culturali per definire un nuovo paesaggio identitario».

Il Molino Nuovo ospiterà una scuola e una struttura museale. Un polo culturale volto a favorire lo sviluppo di attività destinate ai cittadini e ai turisti di Salerno. In parallelo, le unità residenziali sono state sviluppate in versioni differenti (Molino Simplex Loft, Molino Duplex Loft, Abitazione Molino, Abitazione Molino con Patio, Abitazione Torre Molino), e tutte progettate con particolare attenzione alla qualità abitativa in termini di distribuzione dello spazio, relazione tra ambienti interni e esterni, percezione del comfort bioclimatico.
Inoltre, è previsto un fronte commerciale di circa 200 metri lineari lungo via Parmenide che ospiterà uffici e negozi.
Magari poi viene l’ottava meraviglia del mondo, ma il rendering (a parte gli alberelli da rendering davanti) mi sembra agghiacciante.