Dopo anni, finalmente si è giunti al momento di ridare vita ad un bel palazzo d’epoca. Si tratta dello storico palazzo del Cortile della Seta, nel quartiere di Brera, di fronte alla sede del Corriere, in Via della Moscova 33 e Via Solferino 21.
Fino a qualche anno fa qui aveva sede il quartiere generale della Banca Popolare Commercio e Industria, ora diventerà un edificio di pregio di Jp Morgan. È proprio il colosso bancario americano, secondo quanto rivelato a MF-Milano Finanza da fonti di mercato, il compratore del prestigioso immobile di via della Moscova dalla superficie di almeno 15 mila metri.
Il sobrio palazzo di fine ‘800, sarà completamente ristrutturato.
Prima del quartier generale della Banca Popolare Commercio e Industria, nell’Ottocento c’era il vecchio Cortile della Seta, luogo in cui avveniva il carico e scarico di decine di migliaia di balle contenenti bozzoli, cascami e filati di seta. Lo costruì la Cooperativa per la Stagionatura e l’Assaggio (inteso come “valutazione”) delle Sete, di cui la banca è l’erede.
Quella facciata da sobrio palazzo con pochi fronzoli decorativi, ristrutturata molte volte, nasconde in realtà la sede in cui sfilavano i carri dei bigattèe (i “setaioli”) e si trovavano i depositi di filati e i banchi del mercato sotto ad una volta vetrata al centro del cortile. Qui venne fondata, nel dicembre del 1888, l’Anonima della Seta, formata da un’antica associazione di mutua assistenza (gilda) di 77 imprenditori milanesi che ben presto trasformarono questa zona ai margini del quartiere di Brera nel luogo in cui si riunivano commercianti e mediatori in quello che era lo Stradone di Santa Teresa. L’attività svolta dalla società cooperativa dei setaioli era duplice. Non c’era solo l’aspetto tecnico, con le operazioni di valutazione delle merci, pesatura, stagionatura, magazzino e custodia di bozzoli, sete e cascami.
Importante era anche l’attività finanziaria, che veniva svolta anticipando denaro su garanzia del deposito di merci e gestione della moneta fonita dai soci e dagli addetti. Nel tempo, l’aspetto finanziario finì per prevalere su quello tecnico, tanto che le due attività vennero scorporate e la società cominciò a occuparsi di tutte le operazioni svolte dalle normali aziende di credito.
Nel corso della seconda guerra mondiale il palazzo che ospitava il Cortile della Seta venne colpito dai bombardamenti e fu ricostruito e ampliato dall’architetto Caccia Dominioni, mantenendo l’aspetto ottocentesco all’esterno e rialzandolo di un piano. La nuova costruzione fu inaugurata solo nel 1954. Lo stabile ottocentesco aveva ancora il cortile un tempo utilizzato come disimpegno del magazzino merci della stagionatura, dove circolavano i carri adibiti al trasporto delle balle di seta. Parzialmente ricostruito secondo il modello originario, venne utilizzato per ospitare manifestazioni, esposizioni e incontri culturali.
Info da I love Milano Di Marina Moioli
Il nuovo progetto realizzato da Asti Architetti, prevede diverse modifiche al palazzo, pur mantenendone l’aspetto generale. Verranno aperte nuove vetrine al piano commerciale (ora ci sono finestre al piano rialzato), e sopratutto verrà rialzato di un piano con un sopralzo con evidenti costolature metalliche parzialmente inclinate a scandire il ritmo di vetrate a tutt’altezza che ne seguono il profilo, che un po’ ricorda il linguaggio architettonico usato per la Feltrinelli di viale Pasubio.
Qui di seguito alcune immagini del palazzo e del montaggio delle impalcature per il cantiere.
Fermate questa follia dei sopralzi.
Fossero tutti come in questo progetto sarebbero oro.
Appunto, uno dei pochi che sembra essere decente.
Sono d’accordo sul fatto che a Milano si sta esagerando coi sopralzi, per motivi puramente commerciali, essendo le tipologie a maggior valore di vendita.
Però nel caso in questione mi sembra un intervento accettabile, non eccessivamente impattante.e coerente con l’edificio.
Colorando il palazzo in bianco, diventa elegantissimo, spero che assomigli al 100% al rending
Io non concordo con la mania di cancellare i colori storici dei palazzi di Milano per passare a colori di moda (attualmente bianco e grigio)
Comunque se sta bene a Soprintendenza, Comune, Commissione Paesaggio e il mezzo battaglione di architetti/burocrati sotto le cui grinfie passano i progetti…sta bene anche a me.
veramente, negli edifici storici milanesi, molto spesso QUELLI sono i colori originali (bianco/grigio, o bianco/panna) e il giallo è una modifica successiva.
Due esempi eclatanti: Palazzo Reale (è tornato bianco/grigio qualche anno fa dopo il restauro, ma per decenni è stato giallo) o a Villa Reale a Monza (il giallo che c’era fino a qualche anno fa l’hanno voluto i Savoia, ma in origine era com’è adesso, dopo il restauro).
Non conosco in dettaglio la storia di questo edificio ma è probabile che anche questo sia nato bianco; ed è possibile che sia proprio la soprintendenza che abbia richiesto il ritorno a questi colori.
Stiamo parlando di un edificio della fine dell’800.
Se anche fosse del tutto corretto (e non è così semplice) che il giallo sia stata una “imposizione” dei Savoia e che prima fosse tutto bianco e grigio – cosa che in parte contrasta pure col colore dei palazzi storici che ancora adesso vediamo nell’ex Impero Asburgico -, il palazzo in questione è stato costruito quando i Savoia erano Re d’Italia da almeno 30 anni e quindi il giallo molto probabilmente colore storico a tutti gli effetti.
Se poi la Soprintendenza abbia chiesto il ritorno a questo o quel colore…. beh…basta cercare soprintendenza nel search di UF e si apre il vaso di pandora, quindi non credo provi molto (sempre che sia completamente corretto nei termini con cui è stato esposto)
Ma hai letto bene il commento prima di rispondere??
Il riferimento ai Savoia riguarda solo la Villa Reale di Monza e lo puoi leggere in qualsiasi storia della Villa che sono stati i Savoia a volere il giallo, oltre che a rifare quasi completamente gli interni, per distinguersi anche visivamente dagli Asburgo.
Ovvio che questo palazzo privato, o i moltissimi altri palazzi fine 800 gialli, non lo sono per imposizione diretta dei Savoia… usavano il giallo semplicemente perché era un colore di moda all’epoca… stesso motivo per cui i Savoia l’hanno scelto per Monza e stesso motivo per cui trovi palazzi di fine 800 gialli anche nelle altre zone dell’ex impero austroungarico.
Leggi anche il mio, per favore.
Non puoi astrarre ad assoluto quello che hai letto (parzialmente fuori contesto) in un libro sulla storia della villa reale. Sul serio. Anche se scritti di fretta e fuoria senza perderci troppo tempo, i commenti degli altri non sono necessariamente opera di sprovveduti.
Non dico che hai torto del tutto, ma le posizioni tranchant lasciano il tempo che trovano e non aiutano nessuno.
meno male che ci sono gli americani!!
Dovesse anche non restarne testimonianza in un singolo edificio, non verserei una lacrima per il “Giallo Milano”.
Non è che poi manchi molto…. 🙂
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_agosto_26/abbattuto-via-de-amicis-palazzo-storico-civico-31-900aa310-6ba4-11e6-8bdd-2a860cc068c8.shtml
Preferisci il bianco del trullo?
Ecco il sito internet con l’ultima versione del progetto.
http://www.moscova33.com
Cushman e Redilco lo hanno pubblicato ieri su LinkedIn.
35 anni…il cuore lasciato lì dentro!
L’abbandono della Sede storica ha rappresentato la morte del cigno…scelta mai condivisa da chi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo.
Grande, chissà cosa ci faranno dentro, una galleria d’arte?