Milano | Brera – Ok al ‘rifacimento’ per Palazzo Citterio

Il Ministero per i Beni Culturali ha dato il via libera definitivo al progetto del direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne, di restyling di Palazzo Citterio (adiacente all’edificio della pinacoteca) perché possa ospitare le collezioni del ‘900.

Rendering della nuova scala di accesso a uno degli ambienti museali di Palazzo Citterio

Nel maggio scorso Bradburne stesso aveva richiesto delle modifiche, criticando il restauro portato avanti dalla Soprintendenza che, a suo dire, non teneva conto della futura destinazione museale ( montacarichi troppo piccolo per spostare alcune tele di grandi dimensioni, ingresso non all’altezza del prestigio del museo, condizioni climatiche non idonee a ospitare quadri), presentando un suo progetto.

Oggi il via libera del MIBAC a tutte le modifiche (spostamento dell’ingresso, realizzazione di una nuova scala di accesso a una delle sale, ecc.), che comporterà lo slittamento dell’apertura di Palazzo Citterio al 2021. Per allora Bradburne potrebbe non ricoprire più il suo ruolo di direttore della Pinacoteca di Brera, visto che il suo mandato va a scadenza naturale il 30 settembre prossimo; ma questa sua vittoria personale fa sperare in una sua ulteriore permanenza.

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9 commenti su “Milano | Brera – Ok al ‘rifacimento’ per Palazzo Citterio”

  1. Un’ennesima prova di miopia della Sovrintendenza di Milano, sconfessata dal Ministero, cioè dai suoi stessi capi… un pachiderma burocratico iperconservativo talmente focalizzato sui dettagli da avere ormai perso la visione d’insieme…

    Il loro restauro, per fortuna emendato da Bradburne, ne era la dimostrazione lampante: erano così impegnati a mantenere le stratificazioni dei vari progetti succedutisi nei decenni (come sappiamo, la “stratificazione” è la vacca sacra della Soprintendenza milanese, a cui si sacrifica tutto: dal recupero delle origini, all’estetica, fino al buon senso) che si erano dimenticati che palazzo Citterio doveva diventare un museo e accogliere delle opere d’arre (e dei visitatori).

    Una vera e propria case history al contrario di cosa NON si fa in una situazione del genere.

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  2. Speriamo che James Bradburne il 30 settembre sia confermato, si è meritato la fiducia in molte occasioni. Non solo lo sforzo lungimirante di porre al centro della vita milanese la pinacoteca anche a costo di perdere qualche incasso immediato, l’aumento comunque notevole e costante dei visitatori, la gestione senza strappi nel vespaio delle competenze del palazzo, il rinnovo delle sale e gli abbinamenti coraggiosi – anche letterari e non solo ultracritici – a molte opere. Ora anche questo importante riconoscimento, non all’ennesimo e sterile atto di forza che illude sempre chi cerca semplificazioni senza conoscere, ma alla autorevolezza dimostrata in anni di lavoro, e alla capacità di fare sinergia.

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  3. La soprintendenza ha fatto una figura di mm..rda ed è stata scavalcata e sbugiardata anche dal ministro dei beni culturali.

    Le sovrintendenze sono sempre li a dimostrare il loro potere solo per vantarsi nei salotti culturali dei loro amici.

    Che figuraccia la sovrintendenze milanese.
    ..
    E che arroganza .
    w breadburne.

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  4. Intorno a Brera ci sono troppi “poliziotti” buoni e “poliziotti” cattivi che litigano apposta per creare situazioni di impasse, cioè depotenziare il museo che invece ha grandi margini di sviluppo e di attrarre visitatori dall’Italia e dal mondo. D’altronde si sa che Brera dà fastidio agli altri grandi musei italiani e europei, che ne vedono un temibile concorrente e quindi sguinzagliano i loro “poliziotti” con le loro patetiche sceneggiate.

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