Milano | PGT: più verde per Piazza d’Armi e stop ai grandi poli dello shopping

Ieri il Consiglio Comunale ha proseguito nell’esame del PGT, il Piano di Governo del Territorio, che regolerà lo sviluppo di Milano da qui al 2030. Discussione ancora aperta che si dovrebbe concludere entro la settimana prossima.

L’aula ha comunque raggiunto un accordo soprattutto su due punti fermi: Piazza d’Armi (Baggio) che vedrà aumentata l’area verde al 75 per cento dello spazio e niente grattacieli, ma soprattutto uno stop a grandi spazi commerciali (inizialmente previsti anche per riqualificare da cielo a terra palazzi storici). Oggi ci sarà in discussione anche il futuro per piazzale Baiamonti (Porta Volta).

Piazza d’Armi: nell’agosto scorso i cittadini avevano ottenuto il 70% di superficie a verde anziché gli originali 50, Ora si é arrivati al 75 per cento, corrispondente a 318 mila metri quadrati (quasi come Parco Sempione) sul
totale di 424 mila di Piazza d’Armi.

La quota green in Piazza d’Armi, nella periferia occidentale di
Milano. Gia le osservazioni dei cittadini a fine agosto avevano portato a un
notevole ampliamento, con il passaggio da 50 a 70 per cento di superficie
destinata a parco. La richiesta era arrivata da Invimit, la societa partecipata al cento per cento dal Ministero dell’Economia e proprietaria dell’area. Ieri, con l’emendamento dei consiglieri pd Carlo Monguzzi e Bruno Ceccarelli e da
Natascia Tosoni (Milano progressista), si é arrivati al 75 per cento. Inoltre c’è la volonta della Guardia di Finanza di spostare nel complesso i suoi uffici.

Un risultato eccezionale, e in questo quadro si avranno le risorse economiche per garantire che il parco venga realizzato.” Ha commentato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran “Sara la porta di accesso al sistema dei parchi dell’Ovest: Cave, Bosco in Citta e Trenno.” ha concluso l’assessore.

Mentre per quanto riguarda il vincolo sull’area posto a maggio dall’ex ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, pare sia in fase di revisione e allentamento con il nuovo governo. Il problema lo si potrebbe risolvere con il limite delle altezze degli edifici.

Sempre dall’assessore Maran, pare ci sia l’impegno a tenere nettamente separati i settori abitativi da quelli destinati a parco, oltre a trasformare in verde grandi porzioni nella zona ora pavimentate a catrame (in sostanza nuove aiuole), per una cifra pari a 20 mila metri quadrati, da concordare assieme ai cittadini della zona. Una strategia che andrebbe a ridurre nettamente le isole di calore in città.

Altro punto concordato, riguarda la realizzazione di grandi strutture commerciali (superiori a 2.500 metri quadrati). Non si potranno più “svuotare” i palazzi storici per farci grandi magazzini nel centro storico e nei nuclei di antica formazione, come Baggio e Quarto Oggiaro. Lo stop riguardera anche Ronchetto e Porto di Mare che vedevano la probabile realizzazione di centri commerciali.

Grande punto caldo in discussione è il destino di piazzale Baiamonti e della “piramide bis”, la sorella minore della sede di Fondazione Feltrinelli firmata Herzog & de Meuron. Invece i residenti optano per un filare di alberi e hanno
raccolto firme contro il progetto.

Nel grande calderone del PGT, c’è anche la proposta di Alessandro Giungi (Pd) che suggerisce in un ODG di riservare il cavalcavia Serra-Monteceneri ai soli autobus e ciclabili, trasformandolo in una specie di High line.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

32 commenti su “Milano | PGT: più verde per Piazza d’Armi e stop ai grandi poli dello shopping”

  1. Non permettere la riconversione di edifici ad uso commerciale nel 2019 è follia, sembra di sentire i comunicati dell’URSS..

    Ci sarebbe bisogno di aree a verde (75 %) nelle aree riconvertite all’interno delle circonvallazioni ad esempio in Farini. In periferia (Baggio) non ha molto senso, o si fa qualche grattacielo o altro che “boschetto della droga”! una zona incolta periferica lasciata a bosco.. spero almeno vi portino delle belle specie arboree o diventerà un altro parco agricolo “terra di nessuno” (insulso)

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  2. la raccolta di firme contro la costruzione della seconda piramide di piazza Baiamonti è ridicola, a meno di 500 metri hanno il parco sempione..

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  3. Soliti ASINIstri degni del sindaco arcobaleno. Non sappiamo cosa fare? E vai di parco! Piazzale Baiamonti fa pietà? E vai di giardinetto dove i nimby radical chic possono portare i loro cagnolini radical chic a fare i bisognini (radical chic pure quelli)…

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  4. Quella dei plazzi storici da non poter ristrutturare terra cielo è una grande cappellata!

    Dio solo sa quanto il centro di Milano abbia bisogno di recuperare e ristrutturare i palazzi fino al tetto.

    É pieno di palazzi abbandonati, sporchi, neri e chiusi aperti solo al negozio livello terra.

    E ci terremo esclusivamente orologi, profumi, saponette e smutandati.

    I grandi palazzi storici stile rinascente sono il lustro e le luci delle più belle e luminose città europee.

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    • Mi sembra folle e ideologico. Più che altro per quanto riguarda i propositi sul centro (si sta rivitalizzando grazie agli ultimi interventi commerciali) e l’idea di non completare la piramide.

      Su Baggio non ho niente in contrario se saranno in grado di finanziarlo e mantenerlo. Un nuovo parco o giardino è sempre ben accetto.
      I miei dubbi riguardano più che altro la sostenibilità e la gestione pubblica.

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      • certo non si può neppure andare avanti facendo di palazzi interi cielo-terra dei grandi negozi, perchè è così che muoiono i centri storici.
        concordo che alcune operazioni erano sensate e forse frenare al 100% è probabilmente esagerato, ma occorrerebbe che urbanisti e pianificatori stabilissero delle regole che prevedano mix equilibrati di attività produttive, perché se si lascia fare al mercato presto avremo solo mega-negozi con il consueto rischio disneyland.

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        • Sono in disaccordo.

          Si riqualifica il centro di Milano esattamente facendo cielo terra dei grandi negozi.
          Grande splendore e non squallore da mille negozietti tutti uguali.

          Facicmao una prova.
          Vai in via Mazzini e prova ad akzare lo sguardo e vedere cosa vedi anche solo al primo o secondo piano. Lo squallore, sporco, fiestre spente buie, abbandono e cupezza. Ti sembra normale in una città…internazionale?.



          Che poi non é che quelli che occupano adesso i piano terra sono i prestinai, ledicola e il minimarket. Più grandi marchi e catene commerciali di oggi non ci sono… nei negozi solo terra.

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        • A frenare questi interventi ci pensa il mercato: se servono, se ce n’è bisogno, restano aperti; se no, non ci va nessuno e chiudono. Farlo per legge è sciocco ed inutile.

          Mi sembra anche piuttosto illusorio pensare che nel 21.mo secolo il centro storico di una conurbazione con più di 5 mln di abitanti come Milano (dati Eurostat) possa rimanere anche un quartiere residenziale come nell’800, con gli ortolani e le lavandaie, e con le drogherie e le mercerie.

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    • e allo stesso tempo il rischio di avere un centro esclusivamente fatto di negozi, che dopo una certa ora diventa il deserto. Credo che la delibera vada in quella direzione. Ricordiamo che nel limite del possibile è auspicabile avere attività miste perchè un quartiere viva 24 ore su 24 (commerciale, uffici, abitativo).

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  5. “…niente grattacieli, ma soprattutto uno stop a grandi spazi commerciali…”

    Ahahahah. Fa già ridere così. Mentre tutto il resto del mondo cresce (con strutture moderne ed ecologiche, all’avanguardia, non certo colate di cemento), noi ci illudiamo di trasformare una metropoli nelle vallati di Heidi. Salvo poi renderci conto che quelle distese di verde sono un costo e uno spazio di cui nessuno si prende cura. Riempiamo pure la città di parchi con erba incolta e nidi di zanzare. Immagino quanti frequentatori ci saranno, da giugno ad agosto… con quei bei 40 gradi al sole.

    A Milano servono: alberi, fontane, aree pedonali, grattacieli e spazi commerciali moderni. Tutto il resto sono illusioni che si trasformeranno presto in degrado (guardate l’articolo sullo “spazio polivalente” Arzaga).

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    • Soprattutto perché i firmatari sono gli stessi che fino all’anno scorso si battevano per mantenere sullo stesso pezzo di terra la pompa di benzina.

      Visto che adesso il pieno devono comunque andare a farlo da un’altra parte, si sono scoperti all’improvviso ecologisti.

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  6. Da quel che si capisce sembrano un sacco di nuove regole probabilmente anche messe li per tenere assieme i vari pezzi della maggioranza in Comune.
    La mia preoccupazione è che poi si proceda per DEROGHE, rendendo l’urbanistica a Milano ancora più farraginosa di come non sia già adesso e in ultima analisi meno “giusta”

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  7. via mazzini purtroppo è un tasto molto dolente, che sarebbe bene che la giunta risolvesse – come ha promesso di fare.

    un problema complesso, che non sarebbe possibile risolvere semplicemente con la concessione di palazzi cielo-terra. ci sono due palazzi abbandonati che le proprietà – credo private – non destinano ad alcuna funzione e lasciano in stato fatiscente, forse in attesa di una bella speculazione..

    ciò detto, ripeto, non sono contro al 100%: magari basterebbe concedere anche due tre piani di negozi e altri al residenziale, per non svuotare il centro del tutto.

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    • Forse mi sono espresso malamente.

      Lo dico molto chiaro.
      Se vuoi riqualificare il centro storico di Milano devi proprio obbligare chi vuole aprire locale commerciale a utilizzare cielo terra TUTTO il palazzo.

      E non come adesso dove sfruttano solo il piano terra e poi il palazzo fa schifo, finestre chiuse buie vuote e dequalificanti per tutto il centro.
      ….

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  8. Cmq se lo stop riguarda i “centri commerciali” intesi come agglomerati di proposte commerciali in un unico spazio….mi trovo in accordo. Spero invece il veto non sia posto sui grandi monomarca come il caso di Starbucks e Uniqlo.

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  9. Ma cosa si sono fumati? Se Sala pensa di fare cosa buona e giusta accontentando le istanze dei soliti 4 lamentoso sbaglia.

    Il centro storico sta avendo una rinascita grazie agli spazi commerciali e bloccare questo é follia. Per piazza d’armi se vogliono prendere spunto dalle best practice esistenti c’è Rogoredo che é un modello da seguire. Verde e basta in luoghi periferici non ha senso, i luoghi devono essere vivi e ci vuole qualcuno che abbia interesse a che sia effettuata una regolare manutenzione. Non a caso Porta Nuova ha dei giardini ben tenuti a differenza del 90 percento della città.

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  10. Finalmente sento parlare di un PGT che punta ad uno sviluppo più a misura d’uomo e che ci ricorda che il termine “sviluppo” non coincide con “sviluppo economico”.

    Sono contento anche che la giunta si sia decisa a ragionare sulla necessità di costruire un enorme catafalco che non c’entra nulla con l’urbanistica del quartiere solo per rifare i marciapiedi dei Bastioni di Porta Volta. Preferisco decisamente mantenere i marciapiedi attuali e i cani radical chic.

    Per quanto riguarda il cavalcavia di Monte Ceneri che prosegue senza vie d’uscita per ben 2 km (Ghisolfa – De Gasperi), io lo ritengo un’opera assurda; per me sarebbe da abbattere e con lo spazio rimanente realizzare a pian terreno due ciclabili e due corsie preferenziali per la 90/91.

    Ma veramente noi milanesi permettiammo la costruzione di 3 (più altri 5 che stanno per arrivare) grattacieli da più di 100 metri e in cambio chiediamo solo che vengano realizzate delle aiuole intorno?

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      • Il dubbio per me non è legato alla scelta se lasciare lo spazio verde o se costruire la piramide… per me la questione è che quel progetto nella sua composizione architettonica è stato un errore.
        Si può costruire ma non con quel linguaggio: la sede Feltrinelli è un enorme muraglia di cemento fuori contesto, poco permeabile e troppo invadente rispetto alle preesistenze (primi tra tutto i caselli di Porta Volta). imo

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    • Capisco in parte i ragionamenti di Andrea.

      Ricordo comunque “l’importanza” dei grattacieli che sottendono investimenti (privati) che dovrebbero a loro volta portare lavoro e rigenerazione urbana.

      Ovviamente questi investimenti sono mossi da interessi degli investitori.

      L’importante è che anche la città e i cittadini abbiano il loro vantaggio.

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    • Andrea per fortuna alla fine la giunta ha deciso di realizzare quel “catafalco” come lo chiami tu. Bocciando le richieste di quei pochi che pretendono di condizionare tutte le scelte della città, con la complicità di un paio di consiglieri a caccia di sostegno.

      Riguardo allo sviluppo economico, quello deve essere sempre perseguito, e non è in contrasto con altre forme di sviluppo. Esiste uno sviluppo economico sostenibile, lontano dalle teorie della decrescita di Latouche, come dal liberismo esasperato.

      Io appartengo a quella categoria di cittadini che non crede mai agli estremisti.

      Nel caso specifico, abbandonare il centro a se stesso, senza l’investimento di privati, non significa favorire uno sviluppo alternativo, significa solo farsi un grande autogol.
      Se Milano non sarà più attrattiva sarà il mercato ad autoregolarsi.
      Fino a quando c’è una domanda, ci sarà anche un’offerta. Insomma devono essere i cittadini liberi di premiare o no queste imprese.
      Ovviamente il Comune devo regolare il mercato, ma non con soluzioni così castranti e miope.

      Anche perché il comune ha sempre dimostrato, che in assenza del privato non è in grado di manutenere decorosamente la città. Almeno ci risparmino le chiacchiere ideologiche e prendano coscienza dello stato di fatto. Milano ha un disperato bisogno di investimenti privati.

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  11. Il centro storico era abitato prima della guerra dai ceti popolari che sono stati espulsi per far posto a finanza e uffici. Ora ci sarebbe l’occasione di riequilibrare le funzioni… Un po’ di grandi magazzini e molta residenza. Il Comune fa bene a mettere delle regole. da quando mettere regole è sinonimo di statalismo?
    Il Progetto Baiamonti deve essere finito con la seconda piramide. Così è monco. Se ora c’è degrado è proprio per i ricorsi al TAR che hanno bloccato tutto.
    Anche In piazza Abbiategrasso. Stop ai lavori per un ricorso che impedisce il trasloco di un benzinaio di pochi metri.
    Il 75 per cento verde di Piazza d’armi è un’altra bella notizia. Case in mezzo al verde. Un secondo parco Sempione in periferia.

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  12. Secondo me assegnare il 75 % di verde in città solo per guadagnare consenso sfruttando la green wave è un errore alla fine siamo in città non in campagna anzi avere più negozi decentrati servirebbe proprio ad inquinare meno visto che tutti gli abitanti della provincia non verrebbero in centro con l’auto ogni fine settimana

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  13. “Nel grande calderone del PGT, c’è anche la proposta di Alessandro Giungi (Pd) che suggerisce in un ODG di riservare il cavalcavia Serra-Monteceneri ai soli autobus e ciclabili, trasformandolo in una specie di High line.”

    Questa proposta batte ogni record di “vivere fuori dal mondo”

    Posto che qualcosa con quel cavalcavia andrà fatto e che magari fare sul serio il test di chiusura in estate poteva avere senso (invece il solito roboante annuncio sui giornali e poi…niente)

    1) Li non passano autobus ma filobus. Per farli passare sul ponte ci devi fare la linea elettrica a 20 metri di altezza.
    2) Quando l’autobus (o il filobus) si ferma alla fermata cosa fai? Ti cali con una corda dal cavalcavia? O prevedi scale esterne per la gioia degli anziani? O i mitici ascensori sempre rotti?
    3) I ciclisti spesso fanno percorsi brevi tra negozio e negozio o interquartiere. Li metti su un un cavalcavia senza uscite per un chilometro? E poi chi si fa in bici la circonvallazione pensata per le auto? (in bici fai percorsi più logici e di solito radiali)
    4) Capisco che “high line” suoni fighissimo, ma che ci azzecca un cavalcavia dove passano gli autobus con la high line?

    Se la qualità delle altre proposte nel PGT è questa….buonanotte.

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