E’ stato un Alitalia AZ2092, arrivato da Roma Fiumicino, il primo volo atterrato alle 18 a Linate, con 64 passeggeri a bordo. É il primo aereo ad arrivare a Linate dopo la riapertura dell’aeroporto (la chiusura è avvenutane luglio scorso). Come da consuetudine, per il primo atterrato alla riapertura di uno scalo, è stato accolto dal battesimo dell’acqua: i vigili del fuoco hanno intrecciato sul velivolo due getti d’acqua da due autopompe. Seguiranno, sino alle 23, altri 20 voli, tutti Alitalia e un Lufthansa.
Le attività riprenderanno la mattina di domani con un decollo Lufthansa alle 6.30.
Erano presenti ad accogliere i primi passeggeri atterrati all’aeroporto cittadino di Linate, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, l’ad di Sea Armando Brunini e la presidente Michaela Castelli, il presidente e il direttore generale di Enac, Nicola Zaccheo e Alessio Quaranta, l’ad di Enav Roberta Neri e il Chief business officer e Chief strategy and operations officer di Alitalia, Massimo Iraci. Naturalmente al brindisi e al taglio della torta a Linate non potevano mancare tutti gli operai che sulle piste hanno lavorato negli ultimi tre mesi per consegnare la pista riqualificata.
I lavori di rifacimento di Linate sono stati una dimostrazione di quell’efficienza milanese tanto sbandierata in questi ultimi anni. Ora i lavori all’aeroporto proseguiranno, dopo la pista e il nuovo sistema di gestione dei bagagli partirà a breve la riqualificazione completa degli interni, che proseguirà fino al 2021.
Un A320 con …64 passeggeri a bordo!
Fino a quando dobbiamo sovvenzionare l’inutile agonia di Alitalia?
È normale dato che ci sono solo i passeggeri da Roma che non sono Milanesi che magari hanno gia parcheggiato l’auto a Malpensa prima che linate riapra. È normale che questi primi voli siano abb vuoti. Inoltre il tuo è un discorso inutile dato che ci sono molti voli anche di altre compagnie aeree che rimangono così vuoti se non di più. La media del tasso di riempimento in Europa è del 82% (contando che rientrano anche le low cost che per funzionare richiedono e generano più load factor) e Alitalia un load factor del 78/79%, il che è in linea con le altre compagnie aeree europee di linea. Aspettavo un commento come il tuo quindi grazie per aver dimostrato che l’italiano medio che crede di sapere tutto di aerei è pure sempre pronta a lamentarsi di Alitalia, e delle altre cose italiane.
Più che una lamentela era una constatazione.
Ogni compagnia aerea ha il suo load-factor per raggiungere il break even. Alitalia è un decennio che non lo raggiunge.
La bella foto di Andrea Cherchi con gli onori dei vigili del fuoco mi ha ricordato tante altre foto dell’ultimo volo di grandi compagnie aeree che non ci sono più:
http://sabena.alpe.be/LAST_FLIGHT/SN_LASTFLIGHT_02.JPG
Ma infatti, se avessimo fatto come i belgi con Sabena o gli svizzeri con Swissair… l’avessimo lasciata fallire e avessimo fatto nascere dalle sue ceneri una compagnia snella, efficiente e profittevole… oggi non saremmo qui a fare ‘sti discorsi.
Mi ricordo cosa disse all’epoca Rutelli, allora sindaco di Roma: Alitalia non si può far fallire perché Alitalia è per Roma ciò che Fiat è [era…] per Torino.
E già ci siamo capiti.
Alitalia continua a perdere 1 milione di euro al giorno, è reduce da prestiti ponte dello stato italiano (ossia prelevati dalle tasche di quelli che lei, signor Giacomo, chiama con arroganza “italiani medi”), non restituisce quanto riceve, eroga un pessimo servizio e lo eroga a favore di una sola città italiana e lei ha pure la sfrontatezza di fare il brillante?
Chiunque lei sia sappia che lei non rappresenta l’italiano medio, che si è ampiamente stufato di questa situazione e di aerei che volano in perdita .
Lei probabilmente rappresenta il romano medio o lo statale medio. Ossia quelli che più di tutti contribuiscono ad affossare il paese.
Quando Alitalia chiuderà sarà un giorno di festa per noi italiani medi
Giacomo il tuo discorso non vale per airoma
Dici bene: “Aliroma” è il termine giusto per uesta compgnia, che ha uato i soldi del nord Italia per assumere personale in gran parte romano e per foraggiare una compagnia decotta, falita e gestita secondo la “professionalità” in auge dalle parti del Tevere
Tempi rispettatissimi. Se l’Italia funzionasse come gli aeroporti le cose andrebbero molto meglio
Ma cosa ci interessa se le altre compagnie hanno voli vuoti? Alitalia ha debito con lo Stato e quindi ci interessa molto. Questo “Giacomo” parla senza neanche sapere e paragona Alitalia a comapgnie aeree estere che con lo Stato hanno ben poco a che fare.
Tutta una sceneggiata, tanti begli annunci ma voli nuovi ZERO, l’obiettivo dei mandarini è diminuire il traffico di Linate, tramite aliroma, per aumentare quello delle low cost in altri aeroporti…
mah, non capisco e non condivido tutta questa enfasi attorno alla riapertura dello scalo: è prassi normale riattivare le attività dopo un periodo di chiusura per lavori o per altre ragioni , tantopiu’ se si tratta di un aeroporto e tantopiu’ se è quello di Linate; poi a ben vedere c’è poco di cui gioire in quanto i lavori proseguiranno fino alla primavera del 21 (ma questo già si sapeva) e solo allora si tratterà di una vera inaugurazione e solo allora potremo brindare ad uno scalo moderno, riconfigurato e efficiente!
Per quanto riguarda Alitalia mi aggiungo al coro di indignati e delusi per i continui foraggiamenti che la compagnia a richiesto in questi ultimi anni senza peraltro addivenire a risultati soddisfacenti che potessero giustificare un tale profluvio di danaro pubblico (l’ennesima tranche salva alitalia di 400 ml verrà erogata a breve!), ma tant’è, ce ne faremo una ragione; certo in un paese normale un’azienda cosi sarebbe fallita e cosi come è stato per altri vettori sarebbe rinata forse piu’ snella e competitiva.Purtroppo quand’anche si dovesse trovare un compratore intenzionato a rilevarla non sarà un operazione priva di conseguenze e ricadute occupazionali, infatti coloro che si sono fatti avanti hanno dichiarato senza vergogna che la flotta dovrebbe ridursi di 15 velivoli, il che significa meno rotte, un network fortemente ridimensionato , e come detto una sensibile riduzione di posti di lavoro, con la previsione di perdere ancor piu’ visibilità in mercato altamente competitivo e spietato come quello odierno; per concludere io credo che il futuro della ns. ex compagnia di bandiera sia quello di trasformarsi in una piccola compagnia regionale (cosi come è stato per Olympic Airlines ex compagnia di bandiera greca), con buona pace di chi millanta/ava la rinascita di una compagnia aerea al servizio del sistema-paese dei cittadini e delle imprese, saro’ disfattista ma non vedo futuro per quella che fu la ns. Compagnia di bandiera!