Milano | MIND – Nuovi render per il nuovo IRCCS Galeazzi

Binini Partners – RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA

L’Ospedale vanta già numerosi primati: oltre a rappresentare, insieme all’Human Technopole e all’Università Statale, uno dei cardini del futuro ecosistema della ricerca, dell’innovazione e della cura, è il primo cantiere partito nell’area MIND e, inoltre, sarà il primo ospedale alto in Italia e l’ottavo in Europa1. La struttura rappresenta per l’Italia un modello di Ospedale del Futuro, fondato sulla stretta integrazione tra Assistenza, Ricerca e Formazione. L’edificio, con i suoi 180.000 m2 di moderna concezione architettonica, progettati secondo gli standard più innovativi di sostenibilità e funzionalità, unirà in un’unica sede le competenze e le specializzazioni afferenti a due degli Istituti che compongono il GSD: l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio. Oltre alle Aule per l’Università e ai Laboratori per la Ricerca, l’offerta in termini di accoglienza sarà aumentata a 600 posti letto, cui saranno affiancati spazi e tecnologie di diagnosi e intervento, secondo le più avanzate metodologie di cura, le più moderne concezioni di tecnica ospedaliera, di organizzazione ed erogazione delle prestazioni sanitarie, nell’ambito della rete integrata di presidi ospedalieri del Gruppo San Donato. Una progettazione attenta, mirata e consapevole, frutto di anni di studio e di innovazione, ha permesso di svolgere in modo integrale ed integrato tutte le prestazioni necessarie per ottenere un progetto completo e controllato, che portasse a raggiungere i seguenti obiettivi strategici: 

1. Unificare più presidi ospedalieri stimolando nuove sinergie in una nuova realtà polispecialistica e multidisciplinare; 

2. Creare una nuova immagine architettonica, funzionale alla costruzione di un’efficace brand identity, in un contesto innovativo ed all’avanguardia, dall’elevato valore iconico; 

3. Dotarsi di una struttura adeguata alle esigenze, flessibile e lungimirante, dove ottimizzare i processi e gestire i flussi in modo ottimale; 

4. Assicurare le migliori performance in condizioni di totale sicurezza (antisismica, antincendio, impiantistica, ecc.) e di sostenibilità gestionale e ambientale

5. Disporre di un progetto integralmente realizzato secondo il metodo BIM, per inverstire sulla digitalizzazione dei sistemi di monitoraggio, controllo e comando. 

Il risultato è un ospedale che partecipa attivamente al processo assistenziale e terapeutico dei pazienti, configurandosi quale vero strumento di cura e di innovazione delle cure stesse. 

PROGETTO ARCHITETTONICO E INSERIMENTO AMBIENTALE 

Il contesto ha imposto un impianto di tipo verticale, che ottimizzasse la funzionalità della struttura minimizzando il consumo di suolo per mantenere elevata la qualità dello spazio pubblico e del paesaggio. L’impianto, parallelo al Decumano, si caratterizza da una parte per la trasparenza dei piani inferiori, che si aprono sullo spazio pubblico in un rapporto dialogico con la vita della comunità, dall’altra per la purezza e la correttezza formale del corpo in elevazione. Il forte carattere stereometrico dell’edificio è alleggerito dalla scelta di tonalità chiare per la facciata, che contrastano con i tagli d’ombra degli sfondati e la trasparenza delle porzioni vetrate. I passaggi sono mediati dalla fluida geometria dei frangisole, elementi scultorei gestiti con morbidi effetti torsionali sull’intera lunghezza del prospetto. L’immagine del fabbricato, chiaramente tecnologica e all’avanguardia, si confronta con un’area di grande rinnovamento e deriva da necessità funzionali gestite in modo sapiente e organico, non si abbandona a gesti gratuiti, ma controlla la sostanza attraverso un involucro dall’alto valore simbolico: il messaggio, chiaramente riconoscibile, è quello di chi si propone una mission strategica e lo fa in modo solido e sostenibile attraverso scelte durevoli e lungimiranti. 

IMPIANTO FUNZIONALE 

L’organizzazione interna della struttura si basa su tre principi fondamentali: 

1. L’attenta ripartizione dei flussi e dei percorsi; 

2. L’organizzazione, che ruota attorno al paziente e presta massima attenzione ai suoi bisogni attraverso un ambiente confortevole, familiare, luminoso ed accogliente, facilitando la fruibilità e l’orientamento, minimizzando i percorsi e tutelando la privacy; 

3. La stretta integrazione e profonda sinergia tra assistenza, ricerca scientifica e didattica universitaria, attività che si sostengono e si potenziano reciprocamente. 

L’ORGANIZZAZIONE DEI FLUSSI 

Il progetto prevede la ripartizione dei seguenti accessi dall’esterno e dei corrispondenti percorsi interni, organizzati su 51 elevatori organizzati in molteplici colonne montanti: 

– Ingresso principale del pubblico e dei visitatori, suddiviso per ospedale e università, che trovano colonne di risalita dedicate baricentriche alla struttura; 

– Ingresso dell’emergenza/pronto soccorso, con montaletti dedicati che collegano PS con aree interventistiche e terapie intensive; 

– Ingresso delle merci pulite e cucina, con due colonne di risalita dedicate; 

– Ingresso al parcheggio per pubblico e personale, collegamento con ascensori del pubblico e del personale; 

– Accesso di servizio per le centrali tecnologiche; 

– Uscita delle merci sporche/lavanderia, rifiuti ospedalieri, morgue, ecc. provenienti dalle colonne verticali dedicate ai materiali sporchi; 

La netta separazione e specializzazione dei flussi delinea un edificio ospedaliero estremamente razionale, che favorisce la sicurezza e l’igiene, l’ottimizzazione del lavoro e dell’erogazione dei servizi, la flessibilità nel tempo, la capacità di accogliere le future tecnologie, l’accoglienza, l’orientamento e il comfort. 

DISTRIBUZIONE INTERNA 

L’edificio ospedaliero si articola in due volumi principali: – La piastra di base, con funzioni caratterizzate da maggiore afflusso di pubblico esterno. 

– Il corpo in elevazione, con aree più protette e sensibili sia sul piano della sterilità e igiene, sia per la tutela, il confort e la privacy dei pazienti ricoverati. 

Il piano interrato, oltre ad ospitare le distribuzioni e i collegamenti con il parcheggio, i passaggi impiantistici e le distribuzioni sporco/pulito, accoglie i locali per la posta pneumatica, lo stoccaggio ed il lavaggio dei carrelli e per la manutenzione. 

Il piano terra è dedicato a spazi d’ingresso, accoglienza, diagnostiche per immagini e pronto soccorso, università, radioterapia, ammissioni/dimissioni programmate, locali tecnici, accettazione della logistica e control room. 

Il primo piano è occupato da una parte dai servizi, ovvero cucina, mensa e ristorante, cappella, magazzini, farmacia e spogliatoi centralizzati, dall’altra dall’università con l’Aula Magna. 

Il piano secondo è interamente destinato ai laboratori di ricerca e chimico clinici. 

Il piano terzo è per gli outpatients: ambulatori medici e chirurgici, PMA, endoscopia. 

Al quarto piano si colloca la bassa intensità chirurgica (BIC) con le relative degenze. 

Il quinto piano è dedicato alla cardiochirurgia (sale operatorie, emodinamica ed elettrofisiologia) e alla terapia intensiva (TI – TIPO – CCU). 

Al sesto piano trovano sede un blocco operatorio da 16 sale, normali ed ibride. 

Il settimo piano è il cosiddetto “piano calmo” per l’evacuazione e l’esodo in verticale dai piani superiori. Si tratta di un piano libero da attività e tale da garantire la permanenza in sicurezza dei pazienti allettati, anche in T.I., in attesa di soccorsi. Il piano può essere considerato anche un “ospedale dormiente”, da attivare in caso di calamità e di grandi emergenze. 

L’ottavo piano è destinato ad uffici ed alla centrale di sterilizzazione. 

I piani dal nono al sedicesimo sono dedicati a degenze ordinarie e per solventi. 

Il vano tecnico in copertura ospiterà centrali di trattamento aria e impianti, coperti da un “tetto solare termico e fotovoltaico”. 

SOSTENIBILITÀ 

L’intervento è caratterizzato da un’elevata qualità architettonica e tecnologica, con una particolare attenzione per la cura del verde, degli elementi di mitigazione e di ambientazione, alla qualità dell’aria e del microclima, dell’acustica e delle immissioni in atmosfera, riducendo al minimo possibile l’impronta di carbonio della struttura, tanto da candidarsi ad essere il primo ospedale certificato LEED GOLD V4 in Italia. 

PROGETTO STRUTTURALE 

L’ospedale sta sorgendo su una fondazione monolitica di 3,5 m di spessore realizzata su 426 pali riduttori di cedimento. L’edificio, che si erge fino a 90 metri di altezza dal piano campagna, ha una struttura a pilastri e solette bidirezionali con nuclei di controventamento regolarmente distribuiti. Le strutture sono in c.a. gettato in opera: gli orizzontamenti sono costituiti prevalentemente da solette piene di spessore variabile a seconda dei carichi di progetto, mentre i pilastri sono disposti secondo una maglia regolare di 8×8,5 m. L’impianto è suddiviso in tre parti da due giunti dotati di shock transmitters e connettori di taglio che consentono le dilatazioni termiche tra i tre corpi di fabbrica e rendono la struttura monolitica nei confronti delle azioni dinamiche. Questa soluzione è stata introdotta perché offre grandi vantaggi in termini di flessibilità, consentendo di avere una pianta libera dal raddoppio delle strutture e dalla presenza di irrigidimenti intermedi. 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | MIND – Nuovi render per il nuovo IRCCS Galeazzi”

  1. Bene per la struttura e i cittadini ma il Galeazzi + la Statale a RhoPero = linea rossa per la fiera al collasso in concomitanza del Salone del mobile e di ogni manifestazione fieristica..già ora le banchine solo al collasso….

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    • Qualita’ del paesaggio e dello spazio pubblico? Dalla planmetria traspare un giardinetto con 4 alberi tipo giardino striminzito di un banale condominio….ma insomma…..basta con le chiacchiere….

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      • Illuminaci: con lo “sbinariamento” le banchine si svolgeranno?
        Hai una vaga idea dei costi e dell’utilità di quanto auspichi?
        Senza contare che se mai il (vago) progetto di sbilanciamento riguarda proprio il ramo per Rho e non l’altro?

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  2. Beh effettivamente evitare la biforcazione della rossa rendendo il tratto di Bisceglie indipendente sarebbe magnifico perché permetterebbe che le banchine della rossa non siano sempre sovraffollate delle persone in attesa del treno giusto (oltre a un riordino del “ramo” di Bisceglie).
    Ma non lo faranno mai perché già nel 2009 la Moratti lo propose come M6 da “Bisceglie a Tibaldi” attraversando il centro, Tremonti rispose alla Moratti villanamente che lui non era suo marito (e che non avrebbe girato i fondi a Milano) quindi se non lo hanno fatto allora non lo faranno più ahimè….

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    • Speriamo che in futuro si possa pensare ad un progetto alternativo.

      Quando i due treni Rho – 1 treni Bisceglie diventeranno permanenti le attese saranno abbastanza atroci (già adesso ci sono intervalli di 15 minuti nei week end i cui la Fiera è attiva)

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