Milano | Vigentino – La lunga via Ripamonti… dal centro a Noverasco

Lunga circa 6,5 km, la Via Ripamonti identifica una zona di Milano, il Vigentino, ma attraversa una serie di mondi che cercheremo di raccontare percorrendola a piedi.

La lunga Via Ripamonti (è la più lunga di Milano, quasi 6,5 km) comincia dove sorgeva l’antico dazio di Porta Vigentina del varco nelle mura “spagnole” che difendevano la città. La porta prendeva nome dalla strada Vigentina, che porta a Pavia e che a sua volta aveva preso nome dal centro abitato di Vigentino, così detto perché posto a 20 miglia da Pavia (dal latino viginti, “venti”). Il Vigentino era un borgo molto antico, che già nel 1162 ospitò per alcuni anni i milanesi che erano dovuti scappare da Milano, a seguito delle distruzioni messe in atto da Federico Barbarossa.

Il Vigentino era un comune indipendente che fu annesso al comune di Milano una prima volta all’inizio del 1800 durante il governo francese per poi tornare indipendente al ritorno degli austriaci. La mossa degli austriaci di ripristinare le condizioni di indipendenza di alcuni comuni che erano stati annessi a Milano da Napoleone sembra che fosse dettata più che da esigenze amministrative oggettive, da una precisa volontà di fare in modo che Milano non divenisse troppo “grande” in termini sia di estensione territoriale che di abitanti. Di Porta Vigentina non resta oggi alcuna traccia; dà però ancora nome a un breve corso fra viale Beatrice D’Este e corso di Porta Romana, prosecuzione di via Ripamonti, e al quartiere circostante.

Oggi la Via Giuseppe Ripamonti (dedicata allo storico che scrisse su la storia di Milano e fu sopratutto cronista della grande peste del 1630), è abbastanza lunga da poter racchiudere diversi mondi e situazioni sociali ben differenti. Di solito la gente identifica la “zona Ripamonti” come la parte centrale dove si trova il Vigentino, ma nei suoi oltre sei chilometri, la via attraversa i quartieri di Porta Vigentina, lo Scalo Romana, Morivione, il Vigentino, val di Sole, Salvenasco, Macconago, Quinto Sole per dissolversi a Noverasco, nel Comune di Opera.

Del vecchio edificio utilizzato come dazio (foto sopra), non è rimasto più nulla, in compenso sono rimaste le due antiche palazzine di Via Ripamonti 1 e 3 che lo affiancavano.

La Via Ripamonti anche se apparentemente è un lungo rettilineo, è una via che nel corso del tempo ha subito varie modifiche. Un piano urbanistico del dopoguerra prevedeva un suo allargamento che però non è mai stato portato a compimento. Così ora, come potremo vedere più volte, presenta interi tratti larghi e utilizzati come parcheggio o verde pubblico.

Un esempio lo possiamo vedere nelle aiuole del primo tratto sul lato pari della via, onestamente un po’ trasandate.

All’incrocio con viale Sabotino e viale Bligny, non potremo non notare l’enorme e decisamente sgraziato palazzo con ingresso in via Salasco 40. Una realizzazione post-moderna degli anni Novanta che non finisce di piacerci.

Per giunta l’incrocio delle vie Ripamonti, Salasco, Bligny e Sabotino è tra i più brutti della città. Uno slargo asfaltato (malamente) senza un albero e senza un filo d’erba.

Proseguendo verso la periferia, la Via Ripamonti diventa strettine, marciapiedi stretti e pure la carreggiata. Questa è la parte più antica della via e precede il piano Beruto che ne precedette l’allargamento iniziale. Qui si alternano palazzi d’epoca e palazzi moderni di discutibile estetica.

In questo tratto possiamo ammirare il bel arredo urbano milanese, paletti, archetti e dissuasori di ogni fattura e forma disseminati per impedire il parcheggio selvaggio.

Al numero 7A possiamo ammirare la graziosa palazzina liberty delle “Libellule”, un edificio di due piani (tre con le mansarde) caratterizzata da una deliziosa decorazione a rilievo in puro stile floreale con 4 grosse libellule appollaiate sul cornicione prima della gronda.

Il civico 13 venne realizzato arretrato con un avancorpo commerciale sormontato da un terrazzamento, con ogni probabilità già predisposto per lasciare spazio all’allargamento della via Ripamonti, mai effettuato in questo tratto.

L’incrocio con via Bellezza e via Giulio Romano doveva venire stravolto dai nuovi piani urbanistici, infatti la palazzina al 2 di Via Giovanni Bellezza è rimasta arretrata, lasciando un enorme muro cieco prodotto dal palazzo al 22 di Via Ripamonti. Purtroppo anche qui niente alberature (almeno ridurrebbe l’impalo del grande muro cieco) e niente murale, ma solo enormi cartelloni pubblicitari.

Interessanti i palazzi di via Bellezza 1 (quello in rosso) e il civico 30 della nostra lunga via, costruiti negli anni Trenta e Quaranta del ‘900.

Dopo l’incrocio con via Soave, la Via Ripamonti si allarga tanto da diventare a tre corsie separate da una larga e lunga aiuola alberata. Per fortuna è stata recentemente riqualificato il tratto e ora aiuole e alberature sembrano rigogliose e belle (prima erano invase dalle automobili).

Pronti a scavalcare la ferrovia e lo Scalo Romana, ora in attesa di futuri sviluppi. Speriamo che nella riqualificazione venga sistemato anche il cavalcavia (lo sognano alberato e con corsia per biciclette su entrambi i lati).

Discendedno si incrocia via Lorenzini… al momento fortemente degradata in questo tratto, nonostante solcata da molti turisti diretti verso Fondazione Prada.

Come nella parte superiore del cavalcavia, anche la parte meridionale è più larga e alberata, solo su di un lato però. Qu si trova ancora una delle poche pese pubbliche in disuso da decenni.

Da un lato troviamo il grande supermercato con l’S famosa, mentre sull’altro lato troviamo due interessanti edifici per uffici. 85 e 89 di Via Giuseppe Ripamonti.

Subito oltre il supermercato c’è uno spazio attualmente in attesa di venire sviluppato. Qui il Comune dovrebbe erigere uno Smart City Lab (via Ripamonti 88).

Lo Smart City Lab doveva essere completato nel 2019, e come si vede, nel 2020 ancora nulla. Notizia recente vuole che Invitalia ha terminato nello scorso dicembre la procedura di aggiudicazione dei lavori all’impresa che realizzerà l’incubatore: l’inizio del cantiere è quindi imminente. Secondo il cronogramma fornito dalla stessa Invitalia, i lavori dovrebbero durare un anno circa. Smart City Lab, è un incubatore di progetti imprenditoriali e di promozione del coworking legato alla manifattura 4.0 in ambito urbano. L’intervento è finanziato attraverso una partnership tra Ministero dello Sviluppo Economico, Invitalia (Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) e il Comune di Milano. Dopo la consegna al Comune, lo stesso la metterà a bando per la gestione delle attività previste. (Fonte Quattro)

Nel punto in cui la via si restringe, eccoci nuovamente ad implorare un po’ d’arredo urbano. Non poteva esserci una bella aiuola in questo tratto?

Qui la via incrocia e passa sopra la Vettabbia, il corso d’acqua del sud Milano.

Da qui in poi noteremo l’andamento dentellato della via, dove i nuovi palazzi sul lato dispari sono stati edificati arretrati di qualche metro per consentire, in un incerto futuro, un allargamento della via. Per fortuna il tratto che arriva sino a viale Ortles è stato alberato pur essendo un parcheggio.

Le costruzioni più vecchie di questo tratto appartengono al periodo storico degli anni Venti e Trenta del Novecento. Molto bello e recentemente restaurato, l’edificio industriale al numero 137.

Dopo via Quaranta la via sembra perdere una forma ben definita con parcheggi dozzinali e privi di alberature nella parte allargata.

Eccoci nel cuore antico del Vigentino, dove incrociamo via dell’Assunta. Qui possiamo ammirare la graziosa antica parrocchia.

Se ci addentriamo un attimo nel quartiere sorto negli anni Sessanta potremmo rimanere stupiti di quale graziosa situazione ci si presenta, una via immersa, specie d’estate, in un bel boschetto incastrato tra i palazzi.

Via Val di Sole corre per un tratto parallela a Via Ripamonti. In questo punto si trova anche una “piazza” utilizzata come parcheggio. Un passaggio pedonale ci permette di tornare in Via Ripamonti al civico 195.

Il bello si questo tratto (da via dell’Assunta sino al civico 195) è che la parte allargata è stata riempita da grandi aiuole con tanto di alberature, rendendo la strada molto più bella.

Una strana sistemazione la troviamo invece di fronte, infatti davanti al civico 194 il marciapiede ha un tratto di circa un metro lasciato a sterrato con autobloccanti in cemento, soluzione non molto chiara.

Completato o quasi il nuovo complesso residenziale di Via Ripamonti 198.

Ed eccoci all’incrocio con via Noto, dove si trova il caratteristico edificio affettato. Qui vi era il vecchio capolinea dei tram e l’edificio si trovava a ridosso del vecchio Cavo Rile (ecco perché “mozzicato” su di un lato)

Sul lato destro di Via Ripamonti si trovava l’antico municipio di Vigentino, oggi Comando Carabinieri, Stazione di Milano Vigentino.

Questa parte del Vigentino è abbastanza dignitosa, con le vecchie case riqualificate e palazzine moderne dignitose. Anche qui l’effetto dentellatura è purtroppo ben evidente.

All’altezza di via Val di Sole, ci troviamo nella parte di via più larga con al centro la corsia preferenziale dei tram. Qui troviamo una convivenza un po’ forzata di edifici d’epoca con nuove costruzioni, compreso il complesso per uffici di ligrestiana memoria.

Il nucleo abitato di Milano all’incrocio con via Virgilio Ferrari si interrompe bruscamente, dando l’impressione di finire all’improvviso e cedere lo spazio alla campagna.

Il tratto terminale della Via Ripamonti è molto bello. Riqualificato e allargato nel 2015, venne predisposto per ospitare i binari del tram, di fatto per portarlo sino a Noverasco. Qui, lungo il percorso troviamo l’istituto ospedaliero dello Ieo di via Ripamonti 435, la strada per Macconago e la bellissima chiesetta di San Carlo (o Paolo), purtroppo in rovina. Poco oltre, a destra possiamo anche addentrarci nel piccolo quartiere di Quinto Sole, anch’esso antico borgo contadino ritrovatosi in città.

Proseguendo, a sinistra troviamo al civico 561 la Cascina Guinzana, la quale ci saluta prima di cedere la strada al Comune di Opera con la frazione di Noverasco.

Porta Vigentina, Scalo Romana, Morivione, Vigentino, val di Sole, Salvenasco, Macconago, Quinto Sole, Via Ripamonti

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | Vigentino – La lunga via Ripamonti… dal centro a Noverasco”

  1. Ottimo reportage.
    A 250 metri da via Ripamonti angolo Via Fra Pampuri, sta nascendo “5 Square” il nuovo quartiere social housing progettato dai bravi Barraca & Lavarra, riqualificando un ex centro direzionale del costruttore d’assalto Ligresti. Un’ iniziativa che costituirà un impulso positivo all’evoluzione del Vigentino.

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  2. Oltre ad immagini urbane che… vabbè lasciamo perdere. Mi fanno sorridere le piste ciclabili asfaltate di rosso, tutto il contrario di come fanno da decenni altri paesi dove in rosso si colorano, per evidenziarli, i tratti sulla carreggiata stradale e solo gli attraversamenti. Improvvisazione italiana!

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  3. I vialetti alberati che collegano via Val di Sole a via dell’Assunta erano, fino a pochi anni fa, un autentico gioiellino. Lungo il tratto ad ovest, i rami più bassi dei filari di cedri si univano creando una sequenza di arcate naturali veramente suggestiva. Nelle sere d’inverno, quando nevicava ed i lampioncini illuminavano i rami dal basso, sembrava di percorrere una foresta incantata. Bellissimo anche il tratto nord-sud, costeggiato da sophore e faggi rossi e che sfocia in una piazzetta rettangolare disseminata di alberi. Questa parte dava il meglio d’estate, offrendo ombra e silenzio. Purtroppo, negli ultimi 2-3 anni, fra alberi abbattuti o potati selvaggiamente, gran parte di quella bellezza si è persa in modo irrimediabile. Prima o poi qualcuno al comune di Milano dovrà spiegare quali interessi ruotino intorno alla manutenzione del verde pubblico.

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