Milano | Città Studi – Quartiere Amedeo d’Aosta, moderno con stile

Nel quartiere che si sviluppa lungo la parte finale di via Plinio, via pressoché sviluppatasi omogeneamente nei primi decenni del Novecento, c’è una porzione di palazzi che rappresentano in pieno lo spirito urbanistico sviluppatosi a partire dalla metà degli anni Cinquanta, il Quartiere Amedeo d’Aosta.

Infatti nell’area, allora periferica, si insediò nell’isolato triangolare compreso tra viale Abruzzi, via Plinio e via Pascoli, con una appendice laterale tra via Plinio e via Pinturicchio, lo stabilimento della Bianchi, fabbrica di biciclette e velocipedi. Durante i bombardamenti dell’agosto 1943 i capannoni della grande azienda vennero semidistrutti. Nel 1950 lo stabilimento era stato completamente ricostruito, ma trovandosi ormai in zona residenziale, nel 1958 la Bianchi, oramai smembrata in varie realtà a sé stanti, cessò l’attività nella storica sede centrale di viale Abruzzi, vendendo la proprietà dell’area a una società immobiliare, che vi costruì al posto degli edifici di fabbrica un complesso di vari edifici residenziali, anche con nomi di architetti importanti del tempo, come Gio’ Ponti.

Nel complesso sorto sul finire degli anni Cinquanta, venne realizzato anche una piccola galleria-passare commerciale che unisce via Plinio 46 con viale Abruzzi.

Spesso le architetture degli anni seguenti il dopoguerra, l’età della ricostruzione, sono sinonimo di palazzoni disarmonici e brutti a vedersi. Sicuramente qualcosa di vero c’è ma non sempre. Un esempio lo possiamo trovare appunto in questo trapezio che ruota attorno a via Amedeo d’Aosta.

19 palazzine isolate da un giardinetto condominiale che sono state ordinate nello spazio rimasto libero dalla fabbrica. Ai lati, via Plinio, via Pascoli e su viale Abruzzi, troviamo gli unici spazi commerciali, compresa anche una piccola galleria pedonale (tra via Plinio e viale Abruzzi).

Via Amedeo d’Aosta ha la forma di una Y molto aperta con la gambetta singola verso ovest. Al centro del complesso si trova il palazzo più grande. Si tratta del Condominio 8 o Verbena

Tra i vari palazzi sono presenti anche piccoli giardini condominiali ricchi anche di alberature, tanto in volga all’epoca, come il cedro del libano, oggi terribilmente snobbato.

Tra i vari edifici, al centro troviamo il grande edificio curato dallo studio Ponti completamente rivestito dalle ceramiche inconfondibili disegnate dal grande architetto Gio Ponti.

Si tratta del Condominio Verbena di Via Amedeo D’Aosta 8 e 6, i cui eleganti dettagli delle ceramiche di rivestimento e di uno degli ingressi non passano inosservati.

Nel 1957 Gio’ Ponti realizza la Casa di abitazione in via Plinio, 52 e 54 in collaborazione con Antonio Fornaroli e Alberto Rosselli.

Mentre di fronte, in Via Plinio 55, L. Kovacs progetta il palazzo residenziale posto all’angolo tra via Plinio e via Bronzino nel 1957/62

Volevamo anche far notare però lo stato d’abbandono e sciatteria della via, lasciata alla mercé del parcheggio selvaggio. Anche qui la scelta di consentire il parcheggio a cavallo del marciapiede rende l’aspetto della via terribilmente sciatta, come si può vedere dalle foto allegate.

Anche qui, noi di Urbanfile, non abbiamo resistito a non creare una suggestione collocando, tra le automobili, una serie di alberature. Vista la larghezza della via Amedeo d’Aosta, se il Comune ridisegnasse e ordinasse meglio il parcheggio, e piantasse una serie di alberature ad alto fusto, non renderebbe l’insieme più “vivibile”?

Città Studi, viale Abruzzi, Via Amedeo d’Aosta, via Plinio, via Pascoli, Quartiere Amedeo d’Aosta,

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

9 commenti su “Milano | Città Studi – Quartiere Amedeo d’Aosta, moderno con stile”

  1. Conosco abbastanza il quartiere e ho avuto modo di andare in alcune case. Si tratta sicuramente di abitazioni di alto livello, ma già all’epoca avevano criticato l’eccessiva densità edilizia e devo dire che si percepisce questo affollamento.

    Rispondi
  2. Io trovo via Amedeo d Aosta e in genere questo triangolo squallido, oltre che degradato. Il civico 8 sarà stato pure progettato dallo studio Ponti ma rimane un monolite di 9 piani circondato da palazzoni simili.

    Rispondi
  3. bellissimi questi articoli dedicate a zone di Milano che molto spesso siamo troppo distratti per notare, bravi!
    un unico appunto visto che voi di UF siete sempre sensibili all’argomento: il problema delle auto va affrontato e non possiamo lamentarci in continuazione della sosta selvaggia, la gente ha tuttavia bisogno dell’auto e i posti in strada sono limitati. sappiamo bene che non avrebbe nemmeno senso punire (chi poi deve votare per il Comune) con multe a tappeto…

    Rispondi
  4. Da ragazzo Amedeo d’Aosta era la più bella ed elegante via di Città Studi…Nel 2004 sono riuscito a comperare un appartamento e da allora vivo qui con grande soddisfazione (non c’é niente di degradato o squallido , cosa scrive Violante ?).Saluti a tutti.A.

    Rispondi

Lascia un commento