Milano | Derganino – Il borgo della Boscaiola… tra storia e sciatteria

A lato di viale Jenner, a Derganino, all’angolo con via Porro, si trova, quasi in disparte, un edificio storico molto bello: la Boscaiola.

Si tratta della “Cascina della Boscaiola”. L’edificio, di origine quattrocentesca, sembra essere stato un casino di caccia o residenza di campagna della Signoria di Milano, all’epoca in aperta campagna e non lontano dalla più famosa villa Simonetta e la cappella di San Rocco alla Lupetta.

Nel XIV Secolo venne edificata una dimora gentilizia, dalle forme monumentali, probabilmente parte di un complesso maggiore, munito anche di una cappella. Con ogni probabilità si trattava di una residenza di campagna, destinata agli intrattenimenti legati alla caccia, poiché situata in una zona boscosa, come il toponimo “Boscaiola”, farebbe intuire.

Edificata a lato della strada per Como, tra la strada per Dergano e quella di Santa Maria alla Fontana che portava a Niguarda, attraverso una via che porta ancora il nome “della Boscaiola”.

L’impostazione architettonica, la disposizione interna dei locali e i caratteri decorativi (“finestre ogivali”) farebbe pensare ad un’opera di maestranze presenti nei cantieri di committenza Viscontea e poi sforzesca.

Si tratta di un “complesso edilizio a corte chiusa, composto da un fronte con brevi risvolti di origine antica e di tipo gentilizio, e da ali retrostanti a carattere prettamente agricolo ammodernate, purtroppo, nel corso del tempo. Le parti nobili sono caratterizzate da elementi strutturali e decorativi tipici della tradizione architettonica rinascimentale, con finestrature a tutto sesto, con ghiere in cotto e incorniciatura intonacata in bianco, in facciata, e con interni caratterizzati da cotto a pavimento e travature lignee a solaio, in alcuni casi impreziosite da decori pittorici”. L’edificio è stato restaurato diverse volte, attualmente è un’abitazione privata.

Con l’espansione di Milano, a partire dal primo Novecento, la zona, grazie anche alla presenza dello scalo ferroviario Farini, è stata interessata da una forte presenza di capannoni produttivi e artigianali. Una di queste fabbriche era la Branca, nota fabbrica di liquori, ul cui palazzo venne progettato dall’Ing. Merlini e costruito fra il 1908 e il 1913. Nel dopoguerra, la Branca costruì a ridosso dell’antico cascinale, un edificio usato come dopolavoro dagli operai del vicino stabilimento, oscurando la facciata del fronte principale su Viale Jenner, oggi occupato da un grazioso giardino protetto da un’elaborata cancellata.

Da qualche anno (2007-2010), grazie ad una bonifica urbanistica del quartiere, con il lento spostamento delle fabbriche altrove e la lenta decadenza dello scalo Farini. L’edificio ingombrante è stato rimosso, sostituendolo con un giardinetto pubblico che ha restituito la quinta scenografica ad una più ampia prospettiva.

Noi abbiamo provato a fare un giro nel piccolo “borgo” che è rimasto attorno all’edificio.

Anzitutto abbiamo visto la corte. Peccato non ci sia un disegno unitario che l’abbia restaurata e mantenuta in uno stato decente. Vedere la magnificenza della parte esterna, che trasuda storia e poi addentrarsi in questo cortile cosi lasciato nella totale sciatteria è un vero colpo al cuore.Una parte è stata ammodernata sicuramente a cavallo tra gli anni 1970 e 1980, l’Hotel Ares, oramai un edificio a parte ma che di fatto condivide lo stesso spazio.

Poi ci sono le altre abitazioni arrangiate in epoche differenti che affacciano sul lato di Via Edoardo Porro (il vicolo).

Molto bello appare il lato che da sul giardino orientale, incastrato tra palazzi moderni ma ancora dal fascino antico.

La diramazione di Via Edoardo Porro, si addentra nel piccolo borgo compiendo una curva di novanta gradi per unirsi alla Via Privata Sommacampagna che a sua volta si collega con Via Bernina. A metà della via Sommacampagna si trova un altro piccolo vicolo che porta a viale Jenner.

L’aspetto di queste vie è, come si vede anche dalle foto, un vero e proprio disastro urbano. Case di epoche e forme diverse, strade sconnesse e disordinate, con parcheggio selvaggio.

Chissà se tra qualche anno, quando la zona attorno allo Scalo Farini diventerà uno dei luoghi di sviluppo più interessanti, anche queste piccole realtà potranno essere più dignitose?

Sul lato opposto di via Porro si trova il vecchio stabilimento della Fernet Branca (come dicevamo poco sopra) e il suo museo.

Volevamo segnalare la presenza di un bell’edificio interessante in viale Jenner 45 realizzato Silvio Maglione Architetto nel 2010-11.

Segnalavamo anche la presenza di un bellissimo murale realizzato da Pao sulla parete cieca del giardino della Boscaiola.

Fonte Wikipedia, Le Strade di Milano – Newton Periodici-

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Derganino – Il borgo della Boscaiola… tra storia e sciatteria”

  1. Che schifo vedere le auto oarcheggiate nel cortile storico allinterno dove dovrebbero solo giocare i bambini…

    È proprio una brutta immagine..

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    • Penso che tutta la produzione mondiale di Fernèt (escluso il sud america che ha un suo stabilimento, dato che l’Argentina ne è il principale consumatore) avvenga in via Jenner. Sotto ci sono anche le cantine con le botti per l’invecchiamento. Il museo è assolutamente da vedere, proprio perchè non ci si aspetta che quello stabilimento sia ancora attivo!

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  2. Una segnalazione per buongustai. Sull’angolo sud-est del complesso della Cascina Boscaiola, con ingresso da via Porro, si trova un ristorante di vera cucina milanese, misconosciuto quanto davvero ottimo! Il vecchio proprietario è scomparso qualche anno fa, ma chi l’ha ereditato ha saputo mantenerne l’alta qualità. Piccola perla di tradizione.

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