All’Arzaga, a poche centinaia di metri da piazzale Tripoli e via Tolstoj, è stato completato da qualche mese il complesso residenziale di Via Pietro Rondoni 1 – Residenze Ailanthus.
Qui si trovava un palazzo di 6 piani, facente parte di un complesso di edifici costruito negli anni Sessanta del Novecento per uso terziario. Come altri suoi simili, anche questo palazzo è stato convertito e trasformato in residenziale.
L’architettura dell’edificio pare semplicemente funzionale, grandi terrazze e schema semplice, senza fronzoli.
L’ennesimo palazzone “parallelepipedico” che sarà pure avanzatissimo in quanto a domotica ma che visivamente aiuta il transito intestinale. Non emerge un briciolo di estro, un tocco di fantasia o una pennellata di innovazione estetica da parte dei progettisti.
Ditemi voi se non sembra un alveare umano, dove peraltro nemmeno si fabbrica il miele.
Senza contare che quelle colonne sono un perfetto aiuto agli arrampicatori Rom, che sicuramente non perderanno occasione di andare a fare “ginnastica” durante le ore notturne (in modo da non disturbare i residenti).
Ecco cosa sforna la facoltà comunista per antonomasia
Che sia brutto non c’è dubbio, ma qualche palazzinaro (non rom) lo ha costruito, come i centinaia di casermoni in giro per Milano, che hanno fatto la fortuna di tanti palazzinari… come Berlusca, Ligresti, noti architetti comunisti.
Le brutture oscene sono bipartisan…progettate, costruite ed approvate da gente di ogni colore (politico)
Onestamente lo trovate veramente così brutto?
A me sembra uno stile abbastanza senza tempo, molto metà secolo. Negli interni te lo trovi in tutte le riviste di arredamento di interni ogni singolo numero.
Sicuramente coi fiori sarà meglio, forse il vero problema non è l’estetica ma la “non ricchezza” dei materiali, ad esempio le balaustre balconi e il gres al posto della pietra nel (risicato) zoccolo al piano terra. Ma questo è un problema di tutta l’edilizia Milanese di questi anni, il materiale “di qualità” non è di casa, anche per le pressioni sui prezzi e lo scarso interesse di chi compra a queste cose.
La penso anch’io così.
Nulla di memorabile ma, rispetto alla maggior parte delle nuove costruzioni in giro per la città, lo trovo piacevole ed elegante.
Forse elegante e’ un po troppo, diciamo sobrio? In ogni caso ci siamo, per noi milanesi eleganza e sobrieta’ vanno molto d’ accordo.
Posto che Berlusconi ha fatto milano 2 e milano 3 – ossia tra i più bei quartieri presenti nell’area di milano – e posto che non so chi fossero suoi architetti, Ligresti ha fatto fortuna soprattutto (ma non solo) con le giunte PCI-Psi pre mani pulite.
Hai ragione a dire che la città è piena di condomini anonimi. Ma converrai anche tu, caro Ale delle 14.09, che a Milano la Facoltà di Architettura è notoriamente un feudo comunista che premia la tessera rossa più che la professionalità
ammazza che brutto.
Sicuramente si poteva fare di meglio, ma è pur sempre la ristrutturazione di un edificio preesistente, quindi c’erano sicuramente dei limiti progettuali e costruttivi.