In questi giorni di chiusura o “lockdown” (Lòcdaun) obbligatorio per centinaia di migliaia di milanesi, a causa dell’epidemia da Covid16, il Comune non si ferma completamente.
Nel rispetto delle ordinanze regionali per il contenimento del Coronavirus, in queste ultime settimane è stato necessario limitare numerose attività, compresi i cantieri, come ben sappiamo.
È permesso, tuttavia, svolgere operazioni di manutenzione della rete stradale o di servizi essenziali per motivi di urgenza o sicurezza.
Perciò approfittando anche delle strade quasi deserte, il Comune ha aperto alcuni cantieri per sistemare parti della città, rispettando le regole sanitarie imposte dall’emergenza sanitaria. Così, ad esempio, in Corso Venezia si rifà il manto stradale, mentre in Via Torino si lavora per sistemare i lampioni e in via Cappuccio e via Luini, dove si sono conclusi da poco i lavori di rifacimento della pavimentazione stradale in massello o sui Navigli dove sono stati sistemati alcuni cartelloni pubblicitari legati alla rete del BikeMi.
“Il Comune ha approvato una serie di misure che immettono liquidità nel sistema delle imprese operanti su cantieri necessari a Milano e consente loro di procedere ai pagamenti degli stipendi dei lavoratori e dei fornitori. Su oltre 300 cantieri in essere a Milano nel periodo pre-emergenza Covid-19, oggi ne sono attivi una settantina che operano nel rispetto rigoroso di tutte le prescrizioni in materia di sicurezza e salute pubblica per il contenimento dell’epidemia, previste dalle competenti Autorità nazionali e regionali per proteggere i lavoratori. Nonostante la parziale operatività di alcune imprese, l’emergenza produce già ora evidenti effetti negativi e avrà rilevanti ricadute economiche e sociali anche sul tessuto imprenditoriale del settore edile e infrastrutturale e sul relativo indotto. Per questo il Comune ritiene importante sostenere le attività anche in vista del futuro allentamento della quarantena. Avanti Milano!” come ha scritto nella pagina Facebook l’Assessore ai lavori pubblici Marco Granelli.