Milano | Emergenza Sanitaria: si pensa alla “riapertura”

Dopo 5 settimane e mezza di chiusura forzata, dove gli uffici, i cantieri, le industrie, le scuole e il commercio sono stati drasticamente ridimensionati o chiusi per contenere l’epidemia di coronavirus, ora, finalmente, si pensa alla riapertura.

In quanto “capitale economica” del paese, Milano non potrà essere in “lockdown” (chiusura forzata) ancora a lungo, altrimenti, senza peccare di superbia, anche il Paese non potrà ripartire effettivamente.

Il Comune sta lavorando in questi giorni ad un piano per organizzare la riapertura che dovrebbe venire presentato la settimana prossima. Naturalmente tutto dev’essere coordinato col Governo nazionale che dovrebbe dare delle linee guida.

Il Comune di Milano sta riorganizzando i servizi di trasporto pubblico in modo che si riesca a mantenere il distanziamento sociale, perché “dopo” non ci potremo comportare come “prima”.

Di seguito alcune foto scattate da alcuni fotografi alla città in “lockdown”.

Anzitutto la sicurezza nelle metropolitane, dove gli accessi saranno controllati e quando il numero di persone sarà superato, gli accessi saranno bloccati (anche se ci chiediamo cosa faranno le persone in attesa… ordinate e distanziate nei mezzanini?). Mentre nei vagoni, si sta pensando, come ha riferito il Sindaco Beppe Sala in un intervista al Corriere della Sera, a disegnare dei cerchi a terra per garantire le distanze. Tutto questo però renderà difficoltoso l’uso dei mezzi pubblici e probabilmente limiterà l’uso che ne faranno i cittadini.

In compenso, pare, saranno disattivati i varchi dell’area C e B, per permettere anche l’uso dei mezzi privati. Area ristretta comunque sempre sorvegliata e casomai riattivata se l’inquinamento dovesse risalire.

Intanto il Comune pensa anche al potenziamento dello Sharing automobilistico e leggero, come quello delle bici. Pare che anche il Governo abbia intenzione di finanziare la realizzazione di nuovo piste ciclabili, pensate soprattutto in versione leggera, con semplici strisce a terra in vernice.

Altro fattore preso in considerazione dal Comune sarà la possibilità (in accordo coi commercianti) di scaglionare nel corso della giornata, l’apertura dei negozi di modo da evitare assembramenti sui marciapiedi e negli spazi commerciali stessi. Pensare a doppi turni, magari con aperture serali per alcuni.

Pare si stia pensando anche ai bar e ai ristoranti, dove il Comune potrebbe dare delle agevolazioni. Se i locali hanno la possibilità, ad esempio, di mettere dei tavolini sui marciapiedi, il Comune non gli farà pagare la tassa d’occupazione del suolo pubblico.

Si dovrà anche pensare ai mercati all’aperto, al momento difficili da controllare.

Ultimo punto complicato riguarda quello delle famiglie, dove, se i genitori potranno andare al lavoro, i loro figli dovranno essere sistemati in qualche modo se non ci sono alternative. Aprire i cortili delle scuole, aree sicure nei parchi, dove poter mantenere i distanziamenti e le protezioni necessarie. Naturalmente dando la precedenza a chi non saprà dove mantenere i bambini nelle ore occupate al lavoro.

Tutto questo da mettere in pratica se il contagio sarà sotto controllo e a partire sicuramente non prima del 4 maggio prossimo.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Emergenza Sanitaria: si pensa alla “riapertura””

  1. Sala ha rilasciato oggi una intervista al FT dicendo che è troppo presto.
    A me sembra assurdo quel che dice, ma il sindaco è lui…avrà le sue ragioni (secondo me, cerca un nuovo lavoro a Roma, che a Milano i prossimi anni c’è lavoro tanto ma gloria…meno)

    Rispondi
  2. Se davvero realizzeranno i 35 km di ciclabili di cui stanno parlando in questi giorni sarà una mezza rivoluzione. Addirittura stanno pensando di realizzare percorsi ciclabili sull’asse San Babila, Buenos Aires e viale Monza! Incredibile sentire finalmente dare un minimo di importanza anche ai cittadini che si spostano in bici. E sentire parlare finalmente di bicicletta come di alternativa reale e utile in una città compatta e piatta come Milano

    Rispondi

Lascia un commento