Il Passaggio Centrale è un “vicolo” unito ad una piccola galleria coperta in vetro, che collega via Orefici a via Armorari e Cesare Cantù, formando una T.
Due archi con terrazzo sorretti da colonne segnano l’accesso da via Orefici e via Cantù, mentre il braccio che porta in via Armorari è coperto da una volta vetrata in stile liberty.
Un passaggio decoroso realizzato dopo la costruzione dei palazzi eclettici che affacciano su via Orefici a partire dal 1889-91 con l’ampliamento programmato di via Orefici e di Piazza Cordusio e inizialmente chiamato Passaggio Orefici. Impreziosito dalla costruzione, nel 1906, del nuovo palazzo di via Armorari che vide la realizzazione di un passaggio coperto, chiamato Centrale, fra la via Armorari e la via privata Passaggio Orefici. Rimasto spazio commerciale sino alla Seconda Guerra Mondiale, lentamente decadde a rango di “retrobottega” per parecchi anni, luogo dimenticato e di parcheggio, utilizzato solo per passaggi veloci da chi lavorava in zona, lo scorso anno è stato completamente riqualificato assieme al palazzo di via Orefici-Cantù.
Prima dell’intervento, l’edificio e gli spazi commerciali, erano occupati da una sede bancaria, che ridusse di fatto lo spazio commerciale all’indispensabile.
Probabilmente, non appartenendo tutto l’isolato ad un unico proprietario, solo alcune parti sono state sistemate e ora la situazione attuale è rimasta pressappoco come prima.
Vetrine chiuse, porte murate, rendono l’idea ancora di un vero e proprio retrobottega.
Per evitare il parcheggio selvaggio, sui minuscoli marciapiedi, sono stati istallati parecchi archetti metallici, per giunta un lato è rimasto in catrame mentre l’altro lato è piastrellato con lastre in pietra.
Insomma, onestamente, questo spazio, rivisitato e ammodernato dallo studio architettonico Barreca & La Varra per Hines (che ha riguardato solo i due immobili di via Orefici), speravamo venisse valorizzato meglio e reso finalmente un luogo vivo e non solo di transito frettoloso o luogo dove far fumare le sigarette ai dipendenti.
Pensare che più di cent’anni fa qui vi erano negozi, bazar (come si chiamavano all’epoca alcuni negozi commerciali), che facevano vivere il Passaggio Centrale come una normale via cittadina.
Il Bazar alimentare che si trovava nel Passaggio Centrale in una foto del 1905-10
In una foto scattata lo scorso settembre, che mostra, ad esempio, l’affluenza di persone in via Orefici (impensabile ora a causa del Coronavirus), ci si rende conto delle possibilità commerciali che avrebbe. Via Orefici che fra l’altro è programmata per una riqualificazione prossima (si spera), assiema a piazza Cordusio.
Perciò ci siamo posti una domanda, perché, ad esempio, gli spazi che affacciano nel passaggio, ad esempio, non sono stati trasformati in piccoli spazi commerciali, dove aprire anche piccoli ristoranti, bar, come, ad esempio, succede a Melbourne, città australiana, famosa per i suoi “laneways” vicoli e stradine secondarie brulicanti di persone e piccole attività commerciali che ne fanno una delle attrazioni turistiche più particolari della città.
Forse, non a questi livelli, ma se ci avessero pensato, avremmo potuto avere un passaggio (intitolato magari ad Ernest Hemingway) vivo e bello da frequentare. Insomma, uno spazio pubblico che, secondo in, poteva venire riqualificato un po’ meglio.
Al 100% d’accordo.
Milano è piena di spazi ‘bistrattati’ che aspettano solo di essere scoperti e valorizzati come meriterebbero.
Sono troppo parrucconi per fare quelle cose…
Stanno ancora sognando la milano da bere di craxi esclusiva e arrogante e antipatica.
Ancora con questa storia di Craxi! Ma siete ossessionati. Basta!
Bisogna pedonalizzare e riqualificare come fatto in via Agnello, Santa Radegonda, Ragazzi del 99.
Se non pedonalizzi e riqualifichi resta una zona morta. Il passaggio delle auto non è mai compatibile con la vita delle persone, i locali e il commercio che avete auspicato. È compatibile solo con i grandi centri commerciali, dove poi si parcheggia per andare a piedi in un ambiente che scimmiotta i nostri centri storici pedonali.
Infatti sono i centri storici veri delle città che dovrebbero essere totalmente a piedi come i grandi centri commerciali fuori città…
E non viceversa.
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Paradossi del cervello umano e amministrativo.