Milano | Zona Scala – Via Case Rotte e il palazzo dei Torriani

A Milano, in zona Scala, a lato di Palazzo Marino, esiste una piccola strada dal nome piuttosto curioso, via Case Rotte, ma perché questo bizzarro nome?

Via Case Rotte, quale nome strano per questa cortissima via che unisce piazza della Scala con Largo Raffaele Mattioli. Questa via (o quel che ne resta, visto che fino a metà ‘Ottocento era molto più lunga e arrivava sino all’attuale via Manzoni) rappresenta un pezzo importante di storia milanese che lentamente pare perdersi per sempre. Perciò cercheremo di riassumere la storia in queste poche righe.

Per scoprire l’origine di questo nome, bisogna fare un salto nel tempo sino al 1200, quando in quest’area, oggi occupata da piazza della Scala, Palazzo Marino e il palazzo della Banca Commerciale Italiana, sede delle Galleria d’Italia.

Anzitutto il nome che nel 1865 venne accorciato in via delle Case Rotte che comprendeva la già contrada di San Giovanni alle Case Rotte. San Giovanni era la chiesa che vi sorgeva, alle spalle di San Fedele e a lato di Palazzo Marino, che diede il nome alla strada.

Ma perché Case Rotte? L’altra parte del toponimo, quella che è giunta fino a noi, ricorda un episodio di feroce lotta politica cittadina, di cui furono protagonisti i della Torre (detti anche Torriani) e i Visconti, le due grandi famiglie che nel XIII secolo si contesero sanguinosamente il dominio della città.

I Torriani, signori della Valsassina, avevano assunto la signoria Ambrosiana dopo aver dato aiuto ai transfughi milanesi inseguiti dal Barbarossa nel 1162 ed esser stati successivamente invitati a dirimere le feroci contese cittadine tra nobili e popolani. Ma la loro crescente potenza dava noia ad una delle famiglie patrizie della città i turbolenti Visconti, guidati dall’arcivescovo Ottone (Invorio, 1207 – Chiaravalle, 8 agosto 1295).

Le truppe dei Torriani, capeggiate da Napoleone della Torre, soprannominato Napo Torriani, inflissero una pesante sconfitta a quelle di Ottone Visconti nella Battaglia della Guazzera vicino Ranco, nei pressi del Lago Maggiore, nel 1276. Successivamente Ottone, grazie anche all’aiuto di truppe comasche, pavesi e novaresi, contrattaccò e occupò Lecco e Civate, arrivando nottetempo a Desio e nella successiva battaglia attaccò Napo e i suoi familiari: Francesco della Torre, fratello di Napo, venne ucciso, mentre Napo stesso e suo nipote Guido, figlio di Francesco, furono catturati e successivamente condotti e imprigionati a Castel Baradello a Como. La vittoria fu garantita dalle alleanze che il visconti aveva fatto con Asti, Torino, Aosta, Vercelli e il marchese di Monferrato. Napo, rinchiuso in una gabbia di ferro appesa alle mura esterne del Castello, subì diciotto mesi di patimenti prima di morire di stenti il 16 agosto 1278. Secondo la tradizione i resti mortali di Napo vennero sepolti nella Cappella di San Nicolò di Castel Baradello a Como.

Giunta a Milano la notizia della sconfitta dei Torriani, il popolo, ricordando più le tasse pesanti che non i passati meriti della famiglia, passo in fretta dalla parte dei nuovi padroni, così Ottone entrò trionfalmente in Milano, instaurando nella città il dominio dei Visconti, i quali misero a sacco le case degli sconfitti e Matteo Visconti assunse la signoria della città. Ma trent’anni dopo, grazie ad un intrigo dei soliti Visconti che volevano rendere più sicuro il proprio dominio con l’appoggio dell’imperatore tedesco Enrico VII, si scatenò un’altra caccia: soldati tedeschi e popolani saccheggiarono e distrussero in modo definitivo le case dei Torriani, che si trovavano tra la chiesa di San fedele e lungo la contrada di Porta Nuova o dei Giardini. Mentre i Torriani furono spinti all’esilio nelle loro proprietà del Canton Ticino (tanto che ancora oggi risultano essere signori del mendrisiotto!).

Per lungo tempo quelle rovine chiamate i “Guasti Torriani”, rimasero abbandonate in memoria della vittoria dei Visconti sui Torriani. Su quei ruderi, nel 1390 , verrà costruita la chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte e solo nel 1557 sul lato opposto della via, venne edificato Palazzo Marino, oggi sede del Comune di Milano, a sanare oltre un secolo di abbandono l’isolato delle Case Rotte.

La storia di Tommaso Marino (banchiere) e della sua più nota creatura, il palazzo attualmente sede dell’Amministrazione Comunale, inizia ai primi del Cinquecento. Tommaso Marino arriva a Milano nel 1546 con la moglie Bettina Doria e la sua numerosa famiglia. Stabilitosi inizialmente in una casetta del fratello, nei pressi della chiesa di S. Fedele, dopo una serie di lucrosi e spregiudicati affari, decide di costruirsi una casa piu’ comoda ed inizia ad acquistare due case nell’area che verrà successivamente occupata dal palazzo.

Per progettare il palazzo del Marino, viene chiamato l’architetto perugino Galeazzo Alessi, il quale soggiornò a lungo a Milano, lasciando altre tracce in città, come la chiesa di San Barnaba, Santa Maria presso San Celso, San Raffaele e San Vittore al Corpo. Il suo stile manieristico influenzerà per lungo tempo altri interventi del periodo, come la Certosa di Garegnano, Palazzo dei Giureconsulti.

Alla conclusione dei lavori, i milanesi rimasero a bocca aperta per tanta meraviglia, ma che al contempo detestarono il Marino a causa del suo fare borioso. Per questo inventarono un motto per descrivere il palazzo:

Congeries lapidum, multis constructa rapinis 
aut uret, aut ruet, aut alter raptor rapiet

(Accozzaglia di pietre, costruita grazie a molte ruberie 
o brucerà, o cadrà, o sarà rubata da qualche altro ladro)

Alla morte di Tommaso Marino, la grande prosperità della famiglia subì un profondo tracollo, dovuto anche alla vita non certo morigerata del banchiere, che culminò nel 1577 col pignoramento da parte dell’amministrazione pubblica dello stesso palazzo, a saldo dei numerosi debiti contratti.

Purtroppo non si hanno molte informazioni su come potesse apparire il palazzo dei Della Torre, si sa solo che occupava una vasta area che con ogni probabilità arrivava sino all’attuale via Bigli e che comprendeva anche un grande giardino.

Fonte: Le citta’ nella storia d’italia. Milano. La Terza 1982; www.angolodellavventuraroma.com; Porta Nuova. Libreria Milanese; Le strade di Milano. Newton Periodici, 1991

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

2 commenti su “Milano | Zona Scala – Via Case Rotte e il palazzo dei Torriani”

  1. Incredibile, non conoscevo proprio questa storia, a dire il vero mai avevo saputo esistesse una via intitolata alle Case Rotte.

    Grazie

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