Milano | Scalo Romana – Il punto della situazione per lo scalo ferroviario

Lo Scalo Romana sarà un’opportunità per tutto il comparto a sud-est di Milano. L’area, localizzata a circa 2,6 km dal Duomo, in una posizione strategica e ad elevata accessibilità, inserita, con la stazione ferroviaria di Porta Romana, sulla “circle line” del servizio ferroviario metropolitano, punto strategico di interscambio con la linea metropolitana “gialla” M3 e peraltro innestata in un contesto in evoluzione di importanti poli di attrazione culturale (Fondazione Prada) e terziaria (Symbiosis business district). 

La storia di questo scalo ferroviario, oggi in disuso se non per il solo transito veloce dei treni che uniscono le stazioni (per ora) di Milano Porta Romana e Milano Romolo, va fatto risalire alla fine dell’Ottocento.

Verso il 1880 Milano era ormai il punto cruciale di incrocio fra le direttrici ferroviarie Nord-Sud e Est-Ovest. Quindi un qualsiasi intoppo nel suo funzionamento avrebbe messo a repentaglio tutta la circolazione dell’Italia settentrionale. Infatti dagli impianti di Milano dipendevano non solo i traffici che la interessavano direttamente, ma anche quelli dell’Italia intera.

Perciò vista la criticità della situazione, nel 1884 fu insediata una commissione di studio (presieduta dall’assessore Tagliasacchi), che venne incaricata di esaminare la situazione ferroviaria milanese. Il rapporto evidenziò che il difetto principale dell’impianto ferroviario milanese era la mancanza di connessioni nella parte meridionale della città; infatti gli impianti erano concentrati a Nord e ad Ovest della città, mentre nulla esisteva ad Est e a Sud, benché da quelle parti transitassero linee di grande importanza (da Venezia, da Bologna, da Genova). Si evidenziava pertanto la necessità di aprire una nuova stazione nella zona Sud Est di Milano, nei pressi della Porta Romana.

Difficoltà finanziarie non consentirono comunque di costruire questa stazione, nella cui area inizialmente furono posati solo tre binari ed alcuni raccordi industriali. Inoltre, perché l’intervento potesse considerarsi veramente completato, mancava ancora il raccordo fra la linea di Venezia e lo scalo di Porta Sempione, quella che fu chiamata la Circonvallazione. Fu così che la stessa Società dell’Alta Italia si decise a chiedere l’intervento del Governo per aprire un raccordo verso Rogoredo, dal quale poter ricevere il traffico dal Sud. Essa stessa aveva già progettato l’insieme delle opere necessarie. Nel progetto era anche previsto il raddoppio della linea per Vigevano nel tratto fra Porta Sempione e Porta Ticinese (oggi stazione di Porta Genova), oltre alla costruzione di un sovrappasso del corso Vercelli per eliminare l’esistente passaggio a livello.

Così solo nel luglio 1896 si ebbe una prima apertura dello scalo di Porta Romana, che nel corso del tempo verrà ampliato, influenzando anche il circondario, soprattuto l’area posta a sud, rimasta industriale sino a pochi decenni fa.

Lo scalo era rimasto attivo sino agli anni Novanta, poi, lentamente ha perso importanza. Al centro dello scalo si trovavano dei piccoli depositi nell’area centrale, che vennero abbattuti negli anni 2005-2010 (si possono notare nelle vecchie mappe e nella foto aerea qui riportata).

L’area è occupata attualmente da fasci di binari in disuso, orami immersi da vegetazione selvaggia (per la maggior parte gli infestanti ailanti), e alcune palazzine di scarsa importanza, ad eccezione, secondo noi, di quelle poste nella parte occidentale dello scalo, all’angolo tra le vie Ripamonti e Lorenzini.

Una parte è stata asfaltata per poter ospitare, senza problemi, manifestazioni musicali o fieristiche. Per il resto, come si vede dalle foto scattate da Fondazione Prada, si tratta di un’immensa distesa abbandonata.

Lo sviluppo dell’area di 187mila metri quadrati dell’ex scalo di Porta Romana è legato alle Olimpiadi invernali del 2026. Prevede, fra l’altro, la costruzione di edifici che ospiteranno gli atleti e la trasformazione di alcune zone a verde pubblico. Terminato l’evento sportivo, le residenze degli atleti saranno riconvertite in alloggi di housing sociale e per studenti universitari. L’ex Scalo di Porta Romana fa parte del più ampio progetto per la riqualificazione dei sette ex scali ferroviari dismessi avviato con la sottoscrizione dell’accordo di programma firmato nel 2017 da Comune di MilanoRegione Lombardia Gruppo FS Italiane.

Il 50% rimarrà a verde, il che è buona cosa, vista la scarsità di verde in zona.

Intanto A2A ha intenzione di edificare nella sua area di proprietà un nuovo centro direzionale, la torre A2A firmata dallo studio di Antonio Citterio e Patricia Viel e che verrà eretta entro il 2022, radunando tutti i 1500 dipendenti vicino a Piazzale Lodi. La torre, da prime indiscrezioni, dovrebbe essere di 145 metri d’altezza per 28 piani ed 1 interrato, con una superficie totale di 37.000 mq. Verranno inoltre riqualificati anche i vecchi edifici esistenti.

Questa è l’area che viene utilizzata per eventi, concerti o fiere.

Queste sono invece le palazzine del primo Novecento, o quel che ne resta, utilizzate per le officine a servizio della ferrovia. Porrebbero venire restaurate e trasformate per altri utilizzi, come un mercato di prodotti agricoli freschi o qualcosa di simile.

Al momento le altre palazzine vengono utilizzate come magazzini per attrezzature e si trovano solo lungo Corso Lodi. Spicca inoltre la torre serbatoio dell’acqua sul lato di via Ripamonti.

Peccato che, come ogni luogo abbandonato, anche lo Scalo Romana sia ricettacolo di sbandati e immondizia. Situazione che sarà risolta forse con la conversione in programma nei prossimi anni.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

3 commenti su “Milano | Scalo Romana – Il punto della situazione per lo scalo ferroviario”

  1. Grazie…molto interessante…speriamo che il verde sia contiguo e non frammentato in modo da avere un vero effetto parco magari meno cementato e piu’ ricco di biodiversita’ e piu specie di alberi rispetto a porta nuova che al di la’ del nome biblioteca ha poco di collezione botanica….un vero arboreto

    Rispondi

Lascia un commento