Con lo slittamento del Salone del Mobile al 2021 a causa del Covid-19 come si sono organizzati i designer e le grandi e piccole aziende che fanno di Milano un luogo unico? Lo abbiamo chiesto a Nicola Gallizia.
Il Salone del Mobile, insieme al Fuorisalone e alla moltitudine di eventi che ogni anno, ad aprile, portano Milano ad essere il palcoscenico incontrastato di designer e nuove tendenze su come si vive la casa in tutto il mondo.
Dal punto di vista dell’indotto il Salone del Mobile è un asset fondamentale per la città. Quando a fine febbraio sono arrivate le prime avvisaglie del Covid-19 si è pensato, in un primo momento, di metterlo al “sicuro” spostandolo a settembre, ma poi vista la gravità della situazione si è deciso di posticiparlo direttamente al 2021.
Abbiamo chiesto a Nicola Gallizia, designer conosciuto in tutto il mondo, una sua riflessione su questo argomento.
Cosa ha significato per lei e per il mondo del design lo slittamento del Salone del Mobile 2020?
“Il Salone del Mobile è un evento internazionale di grande importanza per il settore dell’arredo, per i professionisti coinvolti ma anche per la città. Averlo dovuto cancellare è stato forse per me il primo vero momento di presa di coscienza della globalità e della gravità che stavamo e stiamo vivendo. Tuttavia, in quanto progettista sui vari fronti del Salone, questo periodo è stato per me un’opportunità di riflettere con una calma inattesa su quello che stavo facendo e poter approfondire e ripensare cose, che altrimenti non avrei avuto tempo di fare.”
Quale è stata la reazione della aziende, superato lo shock iniziale?
“Le aziende Italiane hanno prontamente dimostrato un grande senso di responsabilità e rispetto nei confronti dei loro collaboratori. E immediatamente dopo hanno unito le forze per trovare insieme dei percorsi alternativi, che poi ogni singola azienda ha sviluppato con grande spirito di imprenditorialità e creatività. Nel mio caso mi sono dedicato alla ricerca di nuovi modi di pensare il prodotto, contestualizzarlo e spiegarlo ai progettisti, e infine comunicarlo con strumenti che potessero accorciare le distanze.”
Per i prodotti serve una vetrina e, saltato il classico appuntamento di aprile, cosa avete immaginato per mostrare il vostro lavoro?
“Per quanto riguarda la presenza sul territorio, le aziende con cui collaboro hanno convogliato energie e contenuti che sarebbero stati protagonisti della settimana del Salone su altri spazi. Sono stati principalmente ripensati gli spazi espositivi all’interno delle aziende per poter contestualizzare il prodotto e offrire quanto prima l’opportunità di visite dirette, compatibilmente con la possibilità di spostamento. Sono stati riconsiderati e rinnovati anche gli Showroom di Milano perché potessero anch’essi diventare una vetrina per la presentazione dei prodotti. Ormai a pieno regime da una settimana, tutti i più importanti showroom in centro a Milano hanno riaperto le porte al pubblico e ai progettisti.
Per chi ancora non può raggiungere Milano invece, sono stati ideati dei video percorsi per poter vedere il prodotto online.
Ho imparato quindi che si può lavorare a distanza con i miei collaboratori e clienti. Spesso, questa modalità si è rivelata un bel momento di condivisione e di stimolo ad approfondire i temi progettuali.“
Questo periodo di lockdown ha costretto tutti noi a stare in casa e in molti casi a lavorare tra le mura domestiche. Cosa ha insegnato a voi designer?
Abbiamo imparato che la casa è uno spazio molto importante dove poter svolgere quelle attività complementari che eravamo abituati a svolgere in altri luoghi. Questa per noi progettisti è stata l’opportunità di lavorare su un nuovo tema dell’abitare, rivelatosi molto interessante e stimolante, alla ricerca di risposte e soluzioni innovative. Sicuramente il tema del verde è e sarà un tema importante perché tutti abbiamo capito quanto sia importante la natura e quanto ci è mancata.
C’è un luogo della casa sul quale vi siete maggiormente concentrati? Noi che abbiamo passato ore in videochiamate con un occhio al pane nel forno, un’idea ce l’abbiamo. Lei?
Sicuramente la cucina. Multifunzionale, mutevole, leggera, conviviale, che dialoghi direttamente con la casa e torni a svolgere il suo ruolo centrale, pensata con nuovi materiali e con soluzioni tecnologiche che prendono in considerazione temi nuovi. Materiali antibatterici, superfici lisce che nascondono funzioni senza tradizionali incassi, e quindi molto facili da pulire, e con la possibilità di coltivare un piccolo orto domestico.
Ma anche materiali naturali e materici, temi che sono protagonisti della mia progettazione da tanto tempo, ora attualissimi e direi imprescindibili. Amo tutto quello che fa parte dell’economia circolare, con la consapevolezza che funzionalità e bellezza devono essere temi responsabili che riguardano tutti, anche nelle singole scelte.
E per coloro che hanno voluto continuare a fare attività fisica nella propria abitazione?
Un altro spazio che è diventato una nuova esigenza dell’abitare è la palestra domestica. È stato uno dei temi che ho affrontato cercando di armonizzarla all’interno della casa con l’aiuto di pareti scorrevoli che rivelano spazi adatti all’allenamento fisico, ma che poi spariscono quando non sono utilizzati.
Cosa ci aspettiamo per il futuro del design milanese?
Rivedere Milano durante l’edizione 2021 del Salone del Mobile piena di vita e di entusiasmo per tutto il lavoro che stiamo facendo, sarà quanto mai interessante e stimolante.
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