Milano | Intervista a Filippo Bazzoni: liberare le strade dalle auto in sosta si può?

Articolo di Francesca Guerci – Jr PM e divulgatrice ambientale con un focus particolare sui temi di mobilità sostenibile e rigenerazione urbana).

Liberare le strade dalle auto in sosta si può? – Intervista a Filippo Bazzoni (senior transport consultant di Systematica) e alcune rifilessioni sull’incidentalità:

È uno dei temi più importanti di questo periodo: strade per le persone/la socialità e non per le auto, ma…come gestire la tematica dal punto di vista della pianificazione urbana e delle tempistiche/priorità? Ne parliamo con Filippo Bazzoni – senior transport consultant di Systematica.

  • UF: Partiamo dall’inizio, qualcuno ha già mappato i parcheggi sotterranei/le autorimesse della città, la loro capienza e il loro effettivo utilizzo? Queste informazioni sono direi essenziali per capire se a) sia possibile creare delle convenzioni sperimentali per i residenti nei parcheggi sotterranei/autorimesse già esistenti, come avviene a Parigi https://www.paris.fr/pages/stationnement-residentiel-mode-d-emploi-2078 b) serva costruire altri parcheggi e se sì, quanti e dove. Sei d’accordo con questa affermazione?
  • BAZZONI: La mappatura dei parcheggi su scala urbana è estremamente complessa e difficile: all’interno di Systematica ho l’opportunità di lavorare in contesti estremamente diversi tra loro, in Italia e all’estero, e tuttavia non ho mai trovato nessuna città che avesse disponibile una mappatura completa. Se da un lato è generalmente possibile trovare informazioni riguardo il numero dei parcheggi pubblici a pagamento, oppure riguardo la sosta su strada, dall’altro lato è praticamente impossibile avere un chiaro quadro del numero di parcheggi pertinenziali all’interno di uffici e residenze, oppure del numero di auto parcheggiate in modo illegale. In questi casi, bisogna ricorrere a stime ed assunzioni. Se guardiamo a Milano, il Comune e AMAT hanno sicuramente un’idea chiara del numero e localizzazione della sosta su strada (circa 300.000 parcheggi, di cui 136.000 in sosta libera con strisce bianche, 100.000 in sosta a pagamento con strisce blu, 55.000 in sosta residenti con strisce gialle e il restante suddiviso tra parcheggi disabili, soste autorizzate a certe categorie o stalli per carico-scarico merci) e della sosta in struttura (PUMS): circa 120.000 posti auto totali di cui 15.800 posti auto in parcheggi di interscambio, 11.250 posti auto pubblici a rotazione, 27.400 posti auto privati a cui vanno aggiunti circa 67.000 posti auto in 540 parcheggi privati a pagamento. Considerando che a Milano il parco veicolare è di circa 690.000 automobili, rimangono non propriamente identificati circa 270.000 auto (39% del totale) suddivisi tra sosta pertinenziale e sosta illegale.Ovviamente, dal mio punto di vista di pianificatore, questo è abbastanza frustrante perché mancano informazioni accurate che ci mettano nella posizione migliore per prendere decisioni strategiche. Concordo quindi con la tua affermazione riguardo alla necessità di una migliore comprensione di quanto spazio effettivamente occupino le auto nelle nostre città.
  • UF: Collegandoci alla domanda 1, per liberare le strade dalle auto, da dove partiresti? Nasce prima l’uovo o la gallina? Mi spiego: bisognerebbe prima disincentivare l’uso dell’auto così tanto da a) influenzare il tasso di motorizzazione (portando per esempio alla vendita dell’auto se questa non è utilizzata) b) convincere i proprietari di autovetture non utilizzate a optare per il parcheggio extra-urbano (da capire come tra l’altro)? Oppure bisognerebbe prima “stoccare” le auto sottoterra senza troppe domande? Oppure ancora queste azioni andrebbero intraprese parallelamente? È un tema spinoso dal punto di vista della pianificazione urbana perché c’è il rischio che vengano costruiti troppi parcheggi sotterranei quando ormai non servono e che questi restino inutilizzati. Come metteresti in fila queste azioni?
  • BAZZONI: Come la maggior parte delle questioni legate alla mobilità, è sicuramente necessario intraprendere diverse azioni in parallelo ed in modo coordinato. La costruzione di parcheggi sotterranei potrebbe essere inevitabile in alcune aree, tuttavia, è bene concentrare buona parte delle nostre energie e risorse nel risolvere il problema a monte e ridurre il numero di veicoli nelle nostre città, soprattutto considerando il fatto che a Milano esiste già questo trend positivo: il tasso di motorizzazione (veicoli/1000 abitanti) è diminuito infatti del 27% tra il 2006 e il 2016 (fonte PGT: https://www.pgt.comune.milano.it/sites/default/files/allegati/DDP_Rel_Strategia%201_dati.pdf ). Bisogna quindi continuare a investire nei classici sistemi alternativi (piste ciclabili e trasporto pubblico in primis) consapevoli del fatto che nuovi tipi di mobilità possono contribuire a ridurre il numero di autovetture: ci sono studi (negli Stati Uniti) che dimostrano come per ogni veicoli Car2Go (car sharing) messo in circolazione sono stati rimossi circa 7 autovetture private (alcuni utenti non hanno acquistato un’auto oppure altri hanno venduto le loro seconde auto). Il problema della sosta nelle nostre città appare talmente complesso e impopolare da scoraggiare anche le Amministrazioni più determinate, tuttavia, ci sono anche esempi virtuosi in cui la rimozione della sosta è accompagnata da un grande consenso pubblico (in questo caso una buona campagna di informazione è fondamentale per far capire il perché di certe scelte e i vantaggi diffusi per tutti). Tra tutti cito il caso di Amsterdam, dove il sindaco Femke Halsema sta sistematicamente rimuovendo circa 1.500 posti auto su strada ogni anno, semplicemente distribuendo meno permessi per i residentiNota bene: non sta togliendo nessun permesso esistente ai residenti già in possesso, semplicemente rilascia meno permessi nuovi ogni anno così da non togliere nessun diritto acquisito. Qui si apre un tema enorme e controverso che forse meriterebbe un articolo a parte: è giusto concedere permessi di sosta su strada ai residenti a costo zero? Secondo me no, per diversi motivi. È sicuramente uno spreco di opportunità. In una città consolidata e densa come Milano lo spazio pubblico è estremamente prezioso e dovrebbe essere utilizzato per funzioni più redditizie o utili alla collettività. È inoltre inefficiente da un punto di vista trasportistico. Sappiamo che un veicolo generalmente rimane parcheggiato in media il 95% della giornata, invece di far parcheggiare qualche centinaio di utenti in una strada si potrebbe usare lo stesso spazio per far passare 2.000 ciclisti in un’ora o più del doppio dei pedoni. 
  • UF: Rimandando alla domanda 2, evidenziamo tre punti da cui partire 1) Potrebbe esserci il rischio che si possa pensare “parcheggi sotterranei = maggior facilità di sosta = scelta dell’auto per muoversi” 2) I residenti non amano molto i parcheggi sotterranei (pensiamo al caso di Lavater o Frapolli) anche perché gli spazi per gli scassi sono spesso stretti 3) Il tempo impiegato per costruirli è molto e i lavori sono spesso bloccati dal TAR (si pensi al caso di via Borgogna, che risale al lontano 2004 https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/parcheggio-borgogna-1.4604298). Quella della sosta sotterranea è chiaramente una strategia di medio periodo, che ben non si concilia con l’urgenza-cogenza di aumentare i percorsi ciclabili nell’immediato. Come è possibile coniugaretutte le istanze/esigenze dei portatori di interesse e le diverse tempistiche?
  • BAZZONI: È inutile costruire costosi parcheggi sotterranei per liberare le strade dalle auto mentre allo stesso tempo tolleriamo la sosta selvaggia in quasi ogni zona di Milano: fino a che permetteremo alle auto di parcheggiare sui marciapiedi, sulle aiuole, in mezzo ai filari di alberi, non potremo davvero implementare una strategia efficiente. Capita spesso di vedere parcheggi in struttura sottoutilizzati perché gli utenti preferiscono cercare parcheggio, preferibilmente gratis, in strada. Mi ricollego alla risposta precedente e confermo che è di primaria importanza intraprendere tutte le azioni necessarie per ridurre il numero dei veicoli, incluso un ripensamento del costo della sosta pubblica e residenziale. È necessario che chiunque acquisti un’autovettura metta in conto di dover contribuire alla comunità un corrispettivo, sia attraverso le tasse sui carburanti per far muovere il veicolo, sia attraverso tariffe di sosta per farlo stare fermo. Questo contribuirebbe in maniera efficace ad abbassare ulteriormente il tasso di motorizzazione, in tempi comparabili a quello della realizzazione di nuovi parcheggi sotterranei. Dove è indispensabile la realizzazione di parcheggi in struttura, è comunque buona norma cercare di costruire, dove possibile, parcheggi multipiano fuori terra (meno costosi e più facili da riconvertire in futuro) oppure automatizzati (più efficienti). Questa tragica pandemia ci ha insegnato una cosa molto importante: ci ha reso consapevoli del fatto che possiamo adattarci, ed anche molto in fretta, a modi diversi di vivere. Siamo stati confinati nelle nostre abitazioni e tuttavia abbiamo continuato a lavorare, studiare, fare acquisti in condizioni che prima non ritenevamo possibili. Allo stesso modo credo sia possibile, per una quota di automobilisti, abbandonare le proprie autovetture per passare ad altri mezzi di trasporto o veicoli condivisi nel momento in cui possedere un’auto risulti troppo costoso o scomodo.
  • UF: Collegandoci alla questione dei “tempi” menzionata nella domanda 3, non trovi che il tema della “strada piena di auto parcheggiate” sia stato spesso usato come pretesto per non implementare più percorsi ciclabili (frase tipica: prima stocchiamo le auto sottoterra e solo poi costruiamo le ciclabili)? Si torna alla domanda: prima l’uovo o la gallina – se devo iniziare dal parcheggio sotterraneo, ma ci metto minimo 5 anni a costruirlo, in questi 5 anni cosa faccio? Non costruisco ciclabili?
  • BAZZONI: La realizzazione di una rete continua di piste ciclabili deve essere in cima alla lista delle priorità di questa amministrazione e delle prossime: solo investendo su questo tipo di mobilità riusciremo a trasformare le nostre abitudini e i nostri spazi pubblici in linea con le grandi ambizioni che stanno alimentando la crescita di Milano in questi anni. La presenza di auto parcheggiate non deve e non può quindi essere un freno a questo cambiamento necessario. Bisogna innanzitutto constatare che è possibile, in certe condizioni, aggiungere percorsi ciclabili senza necessariamente rimuovere parcheggi: i progetti recentemente realizzati in Corso Venezia e Corso Buenos Aires ne sono un esempio. Ridurre il numero di corsie veicolari è una possibilità concreta per riallocare lo spazio urbano in maniera tempestivaefficace ed incrementando inoltre la sicurezza stradale. Inizierei quindi da questi tipi di intervento mentre in parallelo si intraprendono altre strategie per ridurre il numero o rilocalizzare parte dei veicoli parcheggiati in strada.
  • UF: Per chiudere con un tema correlato, riportiamo sotto i dati ISTAT sull’incidentalità a Milano. Direi che confermano che tra le cause di incidenti tutto troviamo (in particolare il mancato rispetto del codice della strada) fuorché l’esistenza di piste ciclabili, a differenza di quanto alcuni sostengono. Le auto, come già sapevamo, sono altamente responsabili. Come commentiamo questi dati?
  • BAZZONI: Partirei dal presupposto che il modo in cui le nostre strade sono progettate gioca un ruolo fondamentale in quasi tutte le tipologie di incidenti menzionati sopra: bisogna dotarsi di linee guida adeguate (e professionisti in grado di applicarle). Strade e intersezioni intuitive, senza eccessivo bisogno di segnaletica e con buona visibilità possono ridurre da sole il tasso di incidentalità. Un altro elemento fondamentale è quello della velocità consentita. Tra le visioni di Milano c’è quella di diventare una metropoli a 30 Km/h: mi auspico che questo avvenga veramente ed in tempi brevi dato che è l’unica vera misura efficace per ridurre (o addirittura azzerare, come nei casi recenti di Helsinki e Oslo) il numero di fatalità tra pedoni e ciclisti. 

DATI ISTAT INCIDENTALITA’

Le fonti sono il dataset Istat http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_VEICOLIINCID1 e la sintesi Istat https://www.sicurstrada.it/Risorse/Incidenti%20stradali%20-%20Rapporto%20ACI-ISTAT%202018.pdf.

Questo è il totale dei veicoli coinvolti in incidenti stradali su strade urbane a Milano. L’autovettura è, come potevamo immaginare, al primo posto come mezzo coinvolto. Attenzione: da questi dati non si è evince chi è stato ferito lievemente/mortalmente, ma solo il veicolo coinvolto.

Se andiamo ad approfondire la natura dell’incidente (nell’interrogazione abbiamo tralasciato gli incidenti per “veicolo isolato”), vediamo che la gran parte degli incidenti avviene tra veicoli. Le auto sono coinvolte nel 62,7% dei casi (10858/17309).

Ma se approfondiamo la natura dell’incidente veicolo-pedone, vediamo che il coinvolgimento delle autovetture è ancora maggiore: copre infatti 69,5% del totale della categoria veicolo-pedone (cioè 1323/1904). Inoltre copre il 10,4% del totale degli incidenti in auto su strada urbana (cioè 1323/12753 – per il denominatore vedi 1° tabella).

Procediamo ora verso le cause degli incidenti e verso la definizione di chi è considerato vulnerabile in strada.

  • Le prime 3 cause di incidente (escludendo il gruppo delle cause di natura imprecisata) sono la distrazione, il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo e la velocità troppo elevata. Sono seguite da: mancanza della distanza di sicurezzamanovra irregolaremancanza di precedenza al pedone (p.8 della Sintesi ISTAT). Dobbiamo prendere atto del fatto che è assente tra le cause di incidenti stradali urbani la costruzione di piste ciclabili. Giusto dare al conducente della vettura visibilità della strada, ma una volta che questa c’è, sta a lui/lei moderare la velocità e rimanere concentrato alla guida. Altrimenti gli sforzi fatti per permettere una buona visibilità vengono vanificati.
  • Nel complesso, gli utenti più vulnerabili continuano a essere pedoni, conducenti e passeggeri di ciclomotori, motocicli e infine biciclette (p.12 della Sintesi ISTAT).
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

70 commenti su “Milano | Intervista a Filippo Bazzoni: liberare le strade dalle auto in sosta si può?”

  1. Sbaglio o l’intervistato ha calcolato le auto di proprietà dei Milanesi senza aggiungerci quelle dei pendolari in entrata tutte le mattine?

    Dice:
    “Considerando che a Milano il parco veicolare è di circa 690.000 automobili, rimangono non propriamente identificati circa 270.000 auto (39% del totale) suddivisi tra sosta pertinenziale e sosta illegale.”

    Se i numeri delle auto a Milano fossero questi, la sua analisi sarebbe condivisibile, ma siamo veramente sicuri siano questi i numeri delle auto a Milano in una normale giornata feriale?

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    • Io penso che ci siano da aggiungere anche quelle in leasing a lungo termine (una formula sempre più diffusa) e quelle dei car sharing che non necessariamente sono immatricolate a Milano.

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    • – estendere Area C

      – eliminare i parcheggi liberi / con strisce bianche

      – inasprire i controlli degli ausiliari della sosta. A chi non è in regola col peemesso di sosta bisogna mettere la GANASCE ALLE RUOTE + 150 EURO DI MULTA, mica una multina da 30 euro che poi magari contestano e nemmeno pagano

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    • Tutto corretto. Quindi e’ possibile parcheggiare correttamente un numero di auto molto inferiore al totale esistente.Tutte quelle che, per il momento, esistono , anche volessero, non potrebbero parcheggiare regolarmente perche’ non esiste la possibilita’ di farlo. E cioe’, almeno fin quando comprare un auto e’ legale, esiste un numero di auto che vengono multate ogni giorno per un comportamento che non possono evitare.La idea del ” rendiamogli la vita cosi’ duea che non le comprano piu’ “, non ha mai funzionato. Si veda come e’ ridotta Parigi.

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  2. Questa analisi sugli incidenti fa piazza pulita su tutte le scuse campate in aria e le cazzate che sparano gli automobilisti per dare la colpa a ciclisti e pedoni del loro modello di guida assassino e incosciente.

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    • Wf, l’analisi dice che:

      1) La maggioranza degli incidenti stradali avviene tra veicoli. E che questi “veicoli” sono al 62% auto. In effetti, la scarsa presenza di incidenti solo tra pedoni non mi ha sorpreso 🙂

      2) Quando in un incidente è coinvolto un pedone, il responsabile è al 70% un’automobilista.
      Anche qui non è che sia sorprendente, visto che le auto sono pressappoco i due terzi dei veicoli in circolazione….

      Che le auto siano pericolose lo sapevamo prima dell’analisi come lo sappiamo dopo.

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      • Questa analisi però è così ovvia e scontata che spesso la gente se la dimentica e non la prende nemmeno in considerazione quando si discute sulla sicurezza stradale.

        Se io intavolassi un discorso sul problema dei rifiuti criticando le fabbriche che li gettano nelle discariche abusive nessuno si sognerebbe di rispondere: “Ma anche i fumatori buttano le sigarette per terra”. Quando è caduto il ponte Morandi nessuno si è sognato di dire: “Ma anche il Comune di Genova non controlla le buche sulle strade”.

        Sul tema della sicurezza stradale però si sente ancora dire da politici o commentatori: “Ma anche i ciclisti…”, mettendo sullo stesso piano i comportamenti scorretti di chi si muove in automobile con quelli di chi utilizza mezzi di trasporto meno pericolosi.

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        • Chiaro, sono dati utili come testimonianza e memoria dei fatti.

          Però non ho capito cosa c’entrino con la promessa del titolo “liberare le strade dalle auto in sosta, si può?”

          Al limite dimostra che liberare la città dalle auto in sosta SI DEVE (per far spazio alle ciclabili e ai pedoni), ma anche questo lo sappiamo già da tempo, sembra di sentire Monsieur de la Palisse.

          Il problema è come.

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      • Il punto 2 non dice che ogni incidente è commesso da 7 auto contro 1 pedone…

        Dice che per ogni singolo incidente di 1 auto vs 1 pedone 7 volte su 10 la colpa è dell’automobile.

        Se la matematica non è una opinione…

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    • Forse Wf farebbe meglio ad andare a ripetizione di “lettura e comprensione testi: parte prima”.
      Si vede che non ha afferrato il concetto chiave, dando ragione alle mie parole che lo definiscono un mentecatto. E pure ignorante

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  3. Credo che al di la’ di tante elucubrazioni sull’opportunità o meno di realizzare i parcheggi interrati, occorra dapprima agire sui i tanti casi di abusivismo, ovvero la pessima abitudine di parcheggiare su marciapiedi e parterre, fare un censimento del fabbisogno reale di posti auto per i residenti, dopodichè procedere assolutamente col fare parcheggi interrati; per togliere le auto dalle strade, credo non via altra soluzione, magari come giustamente suggerito dall’intervistato realizzare autorimesse fuoriterra con poca spesa (strutture perlopiu’metalliche a tralicci, come avviene negli USA);occorre inoltre fare pagare la sosta anche ai residenti, del resto non vedo perchè debbano pagare i commercianti la cosap(tassa di occupazione di suolo pubblico) e non i residenti che con il loro veicolo occupano il suolo pubblico riducendo lo spazio per pedoni e ciclisti; mi trovo meno d’accordo sull’opportunità di realizzare dehors laddove vi sono posti auto regolari, ancorchè siano suggestivi e certamente piacevoli da vedere; bene i dehors sui marciapiedi, laddove la larghezza dello stesso lo consenta, ma occupare anche posti auto regolari si rischia di splafonare, e comunque occorre dare un’alternativa ai residenti che si vedono privati di un posto auto regolarmente assegnato (che come detto dovrebbe essere esente da qualsiasi gratuità)

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    • Hai ragione ma lo vedi tu stesso: pure una persona che dovrebbe essere un “esperto” come l’intervistato fa errori marchiani pure sul numero di auto a Milano!

      A questo punto basta discussioni, iniziamo a fare parcheggi sotterranei e a togliere auto nelle vie limitrofe e a farci ciclabili vere e marciapiedi seri e vediamo se funziona.

      Se ci dobbiamo affidare alle elucubrazioni degli esperti e ai Vigili Urbani, fra 20 anni a Milano siamo ancora come adesso!!

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  4. L’ingiustizia dell’abuso delle auto è tutto spiegato da questa frase: “invece di far parcheggiare qualche centinaio di utenti in una strada si potrebbe usare lo stesso spazio per far passare 2.000 ciclisti in un’ora o più del doppio dei pedoni.”

    Le auto gratis ammassate in strada hanno proprio rotto, se gli automobilisti non hanno i soldi per pagarsi un parcheggio regolare si arrangino, non deve in alcun modo essere un problema per le persone che l’auto non la possiedono.

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  5. ma lo sapete che esistono i pendolari?
    persone spesso OBBLIGATE a usare l’auto?
    E persone che lavorano di notte, OBBLIGATE a usate l’auto?
    e persone che con l’auto lavorano?
    o che abitano a Truggio e lavorano ad Assago?
    voi vivete, almeno con la fantasia, nel centro di Milano, dove è ovvio non usare l’auto.
    Un centro dove si va in giro per diletto in bici o in monopattino!!!
    Ma per piacere…

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    • Ma Anna guarda che liberare spazio dalle auto in città non esclude che tu possa usare il tuo veicolo se sei un pendolare e sei obbligato, nessuno te lo impedisce ma si chiede che l’impatto in termini di inquinamento, incidenti e spazio occupato sia compensato in qualche modo. Poi per molta gente NON è ancora ovvio che dell’auto a Milano si può fare a meno in molti casi. Bisogna invogliare ad utilizzarla meno e riorganizzare le strade in modo che tutti ne abbiano benefici e non solo le auto.

      Rispondi
      • Quello che le persone non capiscono è come togliere le auto dalle strade.

        Finora si sono tolti parcheggi qua e la sperando le auto si sparpagliassero un po’, ma non puoi andare avanti così in eterno.

        Rispondi
  6. VIA VIA VIA VIA VIA le auto da MILANO
    VIA VIA VIA
    Le auto sono il cancro
    Le auto stanno distruggendo il pianeta
    Le auto sono orribili pezzi di metallo, plastica e vetro
    PRENDETE I MEZZI PUBBLICI
    USATE LA BICICLETTA
    CAMMINATE
    Fateci respirare
    Fateci camminare sui marciapiedi
    ALBERI NON AUTO
    VIA VIA VIA
    VIA VIA VIA

    Rispondi
    • Ci vuole la GHIGLIOTTINA per gli automobilisti!
      Ridateci lo spazio e la vita!
      Vogliamo respirare non essere investiti.

      (figata fare il Roberspierre da tastiera!)

      Rispondi
      • Ti piacciono proprio le strade e i marciapiedi pieni di automobili, il suono dei clacson, le persone investite, l’essenza di smog da respirare tutti i giorni, bello bello… guarda nuova dehli è perfetta per te.

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          • Area C va estesa fino alla circonvallazione di Loreto, p.za Lodi etc. e va mantenuta attiva tutto il giorno (non fino alle 1930) e anche nei weekend.

            Cosi si disincentiva l’ingresso di migliaia di auto in città. Chi vuole entrare in auto può, ma deve pagare.

    • Approccio ai problemi tipicamente da mentecatto di sinistra, caro anonimo delle 13.03.
      Sei un povero pirla. Farò in modo di toglierti il diritto di voto.

      Rispondi
    • Vacci tu, nullafacente e sicuramente autononmunito anonimo delle 13:03, a portare con i mezzi pubblici o in monopattino 3 figli in due scuole diverse alla mattina ,andare in ufficio e poi uno allo JuniorTennis, uno in piscinaCozzi e una a danza al pomeriggio, poi mi sapresti dire, ma non credo, prima trovati un lavoro.

      Rispondi
      • Cara MAMMA COL SUV Mai sentito parlare di autonomia dei piccoli?
        Io ne ho due e li accompagno in bici o col monopattino elettrico senza fare le tue tragedie oppure se la cavano da soli. Oltretutto il SUV in città è da mentecatti….(se davvero il tuo nome corrisponde a verità e non è semplicemente SiTav che utilizza un profilo fake)
        Detto da uno che ha un lavoro superflessibile e che richiede anche la disponibilità il Sabato e la Domenica, quindi non mi gratto la patata in attesa dei bisogni dei figli….

        Rispondi
    • @ Anonimo 16:38: nessuno dice che tu non debba fare la spesa usando l’auto ma che durante la giornata l’auto, se parcheggiata in strada, nuoce alla comunità e che gran parte degli spostamenti in auto possono essere fatti con mezzi alternativi.
      Per inciso si potrebbe fare la spesa con il car sharing senza pagare assicurazione, bollo e tutti costi di un’auto di proprietà….
      La tua mi sembra la classica risposte da analfabeta funzionale: quando non si sa cosa rispondere si tira fuori una risposta del tipo: e il PD?

      Rispondi
      • Il sig Andy77 ,oltre ad essere volgare, si permette di dare dell’analfabeta a chi non la pensa come lui.
        “Per inciso” potrebbe andarsene a vivere in campagna e fare fa spesa col carro(e perche’ no, sharing) trainato dai buoi.

        Rispondi
  7. Mi pare che ci sia un errore logico nel computo dei posti auto. Se il riferimento è alle 690.000 automobili dei residenti (dato peraltro a sua volta probabilmente impreciso) non vanno messi nel computo i posti auto nelle strisce blu, né quelli in struttura destinati alla rotazione (parcheggi di interscambio, parcheggi pubblici e privati a rotazione). In pratica andrebbero considerati solo quelli pertinenziali cercando innanzitutto di avere una “fotografia” della sosta in una notte tra due giorni feriali. Contati così i posti auto “non propriamente identificati” sono molti di più dei 270.000 riportati, dal momento che essenzialmente delle 690.000 auto private trova posto – tra strisce bianche, strisce gialle e non si sa quanti box o posti auto privati pertinenziali – un numero ragionevolmente compreso tra 200 e 300.000, lasciandone almeno mezzo milione altrove e, direi, soprattutto in sosta illegale. A queste vanno poi aggiunte le automobili che entrano ogni giorno nel Comune di Milano. Visti i numeri ci sono tutti i presupposti per costruire decine e forse centinaia di migliaia di posti auto pertinenziali senza temere alcun rischio di fallimento. Anzi, se avviati a breve, i cantieri sarebbero un’ottima leva per tamponare una crisi economica pesantissima.

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  8. Per togliere le auto dalle strade ci sono 2 modi: costruire parcheggi x residenti o abbassare la densità abitativa facendo case più basse, giardini e strade più larghe. Dato che questo secondo sistema è praticamente impossibile, non resta che la prima soluzione.
    Ma per una giunta PD, quindi composta da teste di miinchia come ii suoi elettori, è cosa troppo difficile da capire.

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    • Oppure butti via quel cesso di Fiat punto spider Abarth con cui vai a tranvoni la sera e incominci a prendere i mezzi…

      🤣🤣🤣
      Willie il cojone

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        • E comunque se hai una bella macchina di solito una ragazza carina la rimorchi sempre. Che poi magari è anche brava e con la testa a posto e te la sposi pure.

          Quindi è dimostrato che le auto belle servono, eccome: col monopattino che ti rimorchi? Al massimo una sciamannata invasata… 🙂

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          • Donne come oggetto. Donne trattate alla stregua di un trofeo da esibire. Stereotipi a iosa in tre righe di post. Complimenti. Ma nemmeno ti rendi conto dello squallore di ciò che hai scritto.

          • La goliardia, questa sconosciuta,

            Però è vero, siamo nel 2020. Tempi cupi.
            Discutiamo solo di massimi sistemi ed in astratto, che ci fa meglio.

          • Siamo nella categoria di uomini che non scopano se non si comprano un’auto bella.

            Più sono brutti e sgradevoli e impotenti e più l’automobile deve essere bella e potente…

            Mi sembra coerente…
            🤣🤣🤣🤣

            Non se ne accorgono nemmeno cosa hanno scritto e cosa significa per loro è naturale…
            🤣🤣🤣🤣🤭

          • @Wf Se ci astraiamo un secondo dalle discussioni sulla mobilità, le auto sono indubbiamente un oggetto gratificante, specie quelle belle (e specie se non le parcheggi sul marciapiede o in mezzo ai maroni)

            Se ignoriamo l’aspetto gratificante o se vuoi anche di “rito di passaggio” di avere un’auto propria ad una certa età, ci perdiamo di vista una fetta gigante delle motivazioni per cui ci sono tante auto in giro.

            Non dico che sia giusto o sbagliato, ma di sicuro devi esaminare sul serio le motivazioni per cui uno ha una automobile (anche a costo di “digerire” la provocazione qualche post più sopra), se vuoi vincere la battaglia e ridurne il numero.

            E non credo si possa generalizzare e dire che chiunque si compri una macchina che non sia un modello base per esigenze certificate e certificabili, sia necessariamente un impotente o qualcosa di peggio 😉

          • Anonimo 9.39

            Io sono talmente d’accordo con te che ho scritto il post coerentemente con quanto tu affermi…

            E in effetti condivido.

            Non a caso gli spot pubblicitari delle auto fanno vedere suv o sportive berline da 5mt sfrecciare libere a Milano in città su strade VUOTE…

            Associano l’automobile alla libertà.

            Prova a trovarmi la città degli spot auto ma manco a Ferragosto del covid…

            Impotenza del guidatore chiuso nel traffico.
            Potenza che fornisce lo spot auto nel travalicare i limiti.

            L’impotenza non è solo sessuale.. ndr
            Anzi la psicologia degli spot maschili si basa proprio nel compensare l’impotenza dell’uomo moderno… soprattutto non sessuale.

            Ma guarda caso tutti gli spot dei motori fanno breccia proprio sugli impotenti in volontà.

            Offrono montagne a chi non sa nemmeno montare una canadese… i portare i figli a scuola a piedi.

            Svolgono una funzione compensativa della potenza.

            Oltre a oggetto di design e di piacere visivo.
            Ma cè soprattutto l’impotenza dei desideri dietro alla retorica sui motori…

            Poi il discorso potrebbe allungarsi… e sarebbe anche interessante

          • Certo se mi dici che non trovi una donna decente se non hai l’auto figa… sei un impotente.

            Non puoi da solo.
            Per definizione.

          • “Poi il discorso potrebbe allungarsi… e sarebbe anche interessante”
            No, grazie Wf, per il momento siamo a posto così.

          • Wf, se hai bisogno di un’auto per trovare una fidanzata o hai dei problemi o hai un concetto di “fidanzata” tutto particolare, ma non entriamo nei dettagli che altrimenti i benpensanti si turbano 🙂

            Però è vero che c’è un momento della vita in cui ti compri una casa, ti compri una macchina e metti su una famiglia. Una volta succedeva a 20 anni, adesso magari rimani sospeso nel limbo adolescenziale fino a 50, ma prima o poi succede.

            Secondo me se spezzi questo legame tra “auto” e età adulta (o tra “auto” e crisi di mezza età, come capita per molti possessori di SUV giganti e auto sportive), fai un grosso passo avanti nel ridurre le auto in circolazione al “necessario”

            Spiace solo che sia una tematica che non viene mai affrontata, col risultato che mezza Milano continua a vedere i fautori della mobilità dolce come dei Peter Pan (nel migliore dei casi) o degli immaturi che han paura di crescere (nel peggiore).
            Non dico che sia giusto (e non lo è) ma se non cerchi di metterti nelle scarpe del tuo nemico le guerre le vinci solo sulla carta, come infatti puntualmente sta succedendo nelle città Italiane.

          • I fautori della mobilità dolce son visti anche come i soliti viziati coi genitori alle spalle, abitatori di zone fighe del centro, che non han bisogno di lavorare sul serio o che hanno il solito lavoro da privilegiato o che proprio sul rompere i maroni a chi con l’auto ci lavora, fanno i loro bei soldi…ma questa è una casistica che esula dal tema “fidanzata/o” 🙂

    • Praticamente la tua idea geniale di costruire case più basse è lo sprawl urbano della Brianza, di gran parte della pianura padana e delle città statunitensi.
      È ciò che crea la dipendenza più elevata all’uso dell’auto, un circolo vizioso che porta più traffico tanto è vero che il traffico nei posti che ho citato c’è eccome, unito a un sacco di altri problemi.

      Rispondi
      • Sta solo dicendo che in una con auto dappertutto come Milano, o investi in infrastrutture per far sparire le auto dal bordo strada, oppure la smetti di densificare la città.

        non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca

        Rispondi
  9. Complimenti a Urbanfile per l’articolo molto interessante e più equilibrato di altri scritti in passato che erano forse troppo di parte nell’affrontare il tema.

    Procedere in parallelo, valutando e creando alternative ai cittadini, ammettendo che ci sarà un periodo di adattamento a volte doloroso, utile a ridurre il parco auto inutilizzato ma senza rovinare l’esistenza a chi la macchina la deve usare (lavoro, spostamenti in zone non servite, di notte, etc etc).

    Da parte del Comune auspico più severità e controlli non solo contro sosta selvaggia e doppia fila (via Sanzio di sera è praticamente diventata una via con spartitraffico) ma anche per ridurre il rischio dei ciclisti poco attenti (vedi servizi di delivery) che girano di notte senza luci, tagliando la strada con gli occhi sul telefono e via dicendo.

    saluti

    Rispondi
  10. Complimenti a Urbanfile per l’articolo molto interessante e più equilibrato di altri scritti in passato che erano forse troppo di parte nell’affrontare il tema.

    Procedere in parallelo, valutando e creando alternative ai cittadini, ammettendo che ci sarà un periodo di adattamento a volte doloroso, utile a ridurre il parco auto inutilizzato ma senza rovinare l’esistenza a chi la macchina la deve usare (lavoro, spostamenti in zone non servite, di notte, etc etc).

    Da parte del Comune auspico più severità e controlli non solo contro sosta selvaggia e doppia fila (via Sanzio di sera è praticamente diventata una via con spartitraffico) ma anche per ridurre il rischio dei ciclisti poco attenti (vedi servizi di delivery) che girano di notte senza luci, tagliando la strada con gli occhi sul telefono e via dicendo.
    saluti

    Rispondi
    • Guarda vai tranquillo. Se il problema sono i ciclisti hai proprio capito tutto.
      Il problema sono le auto che ti fanno il cm quando ti sorpassano, sono le auto che non ti considerano quando ti sorpassano per poi girare subito a destra, le loro portiere che si aprono quando stai passando, lo sgasare ai semafori per prendere il verde, fa niente se sulla loro traiettoria ci sei tu in bicicletta.
      Il problema non sono i ciclisti. Se un ciclista sbaglia cade, si fa male, può morire. Se un automobilista sbaglia è il pedone o il ciclista a morire. Morire, non ammaccare la carrozzeria. Basta con sta storia dei ciclisti aspiranti suicidi, avete rotto.

      Rispondi
      • Infatti i dati confermano che su 10 scontri tra auto e pedone 7 volte su 10 è colpa dell’automobilista.

        E i dati confermano che il problema è l’automobilista e l’automobile per la sicurezza .


        Ma ovviamente se deci difendere il tuo uso dell’auto cerchi di stravolgere anche i dati o fai finta di non vederli…

        Rispondi
  11. Anonimo 10.25

    Mi trovi molto d’accordo.
    Mi hai convinto.
    👍
    Anzi non c’era niente da convincere perché già la pensavo così…

    Per quanto riguarda l’età adulta ovvero diventare adulti il fatto è che la maggioranza delle persone non matura.

    Scambia un rito di possesso con il diventare uomini e donne adulte.

    Troppo facile se possedere un’oggetto con 4 ruote rendesse dei bambini uomini e donne di raziocinio saremmo l’acropoli ateniese…

    Invece il solo pensare che chi usa una bici per lavorare è un bambino cresciuto definisce un cretino tale soggetto…

    Non si diventa saggi e adulti solo entrando in un concessionario
    🤣🤣🤣
    Troppo facile

    Rispondi
    • Non credo tu sia la persona adatta 😉 , ma se qualcuno lavorasse su questo tema magari si ridurrebbero le auto in giro sul serio e non per finta.
      Compresi i SUV delle mamme, che certe “convinzioni” non sono solo patrimonio esclusivo dell’universo maschile, anzi.

      Rispondi
          • Ok, volare basso ma senza esagerare. In pratica secondo voi uno compra un’auto non perché gli serve per lavoro, svago e spostamenti vari che a voi risultano incomprensibili, no chi compra un’auto lo fa per sentirsi adulto oppure per cuccare.
            Ma da dove venite, dalla ValBrembana?

          • Eppure se guardi con attenzione le pubblicità delle auto, in molti segmenti di mercato la motivazione di acquisto e il target su cui fan leva è quello.

            Poi chiaramente infiocchettano il tutto un po’ meglio di come io (o Wf) lo abbiamo detto nel nostro surreale dibattito qui sopra. 🙂

          • La prima macchina quando crei la tua famiglia ed hai il primo figlio, quello è un classico della pubblicità, funziona perchè riassume tutto.

            Molte altre pubblicità sono aspirazionali, ma li è questione di spostare la scelta tra una marca e l’altra. Tipicamente il vastissimo mercato delle auto aziendali e dei noleggi a lungo termine, ma in quel caso l’auto te la devi cuccare per lavoro, non si tratta di scegliere se averla o no.

      • Purtroppo il 50% degli introiti pubblicitari di quotidiani e riviste proviene dal settore automobili…

        Quindi puoi capire quanto è inquinato in partenza il settore “culturale” se vuoi fare un discorso oggettivo riguardante i valori connessi all’acquisto di un’automobile.

        E spiega anche perché molti giornalisti si schierano sempre contro le biciclette…
        😉
        Follow the Money baby.
        ..
        Tra l’altro giornali riviste e mensili settimanali sono sempre in perdita economica…

        Figurati se si possono permettere di parlare male dei motori… gli danno il pane.

        Verrebbero licenziati in tronco.

        Rispondi
        • Se proprio vuoi fare un discorso oggettivo (anche se, fatto da te Wf, è un ossimoro),
          io non penso proprio che uno decida di acquistare un’auto solo perché ha visto una delle tante pubblicità su giornali o spot tv, quelle casomai potranno influenzare la scelta di una piuttosto che di un’altra.

          Per quanto riguarda i “molti giornalisti si schierano sempre contro le biciclette” boh, saranno forse, ma forse, quelli di Quattroruote o simili che tanto io non leggo e quindi non lo so, per il resto non mi risulta proprio, casomai il contrario.

          E così, tanto per dire, non sei riuscito a farmi “capire quanto è inquinato in partenza il settore CULTURALE (sob) riguardante i valori connessi all’acquisto di un’automobile”, pazienza, ma forse sei tu a non aver capito che chi compra un’auto lo fa perché ne ha necessità.

          In ogni caso sono sicuro che tu con i tuoi paraocchi non cambierai idea.

          Rispondi
          • Il corriere della sera as esempio uno fra tanti…

            Ma il discorso sulla Pubblicità e necessità d’acquisto di un bene è molto più ampio di quanto tu voglia credere.

            Già il solo fatto che tu pensi di avere necessità di una automobile e non del bisogno di mobilità in sé stesso ndr dice lunga di tutta la percezione che ha l’uomo medio sull’oggetto del desideri automobile e sulla società stessa che vi deve ruotare intorno.

            E i media influiscono eccome sulla costruzione di un immaginario della società stessa.

            Certo non con le vecchie teorie epidermiche del proiettile magico ma con la costruzione di una ecologia della mente o ambiente ecologico simbolico dei significati e dei desideri di consumo e di possesso di un bene. Oppure viceversa di non possesso…

            Discorsi complessi…

            Poi vatti a vedere i bilanci delle società editrici delle riviste e periodici e guarda i fatturati pubblicitari per settore di cliente.
            Automotive primo posto.

          • C.V.D.@Wf.
            In pratica io PENSO di avere necessità di un auto e quindi la acquisto perché ho visto le pubblicità che l’ha fatta diventare il mio “oggetto dei desideri”.
            Più che un “discorso complesso”, scusa se te lo dico, ma è una stronzata.

            P.S. Non mi sembra che il corriere della sera abbia mai criticato le ciclabili di Corso Venezia o BuenosAires, anzi

          • Più semplicemente, le auto si affidano a messaggi POSITIVI (mettere su famiglia, diventare adulti).
            La mobilità alternativa è ancora persa dietro a messaggi negativi (la lotta, la guerra, la puzza delle scatolette a quattro ruote).

            Ma col tempo si va verso la convergenza e auto elettriche e bici conviveranno in pace e armonia sulle strade, senza bisogno di lotte o muri. Almeno si spera.

  12. Una situazione drammatica:

    “Il parco circolante di automobili in Italia è di 38.360.000 unità e, come detto, gran parte di queste ha più di dieci anni. C’è quindi una soglia molto alta di auto da Euro 0 ad Euro 4 (il 58% del parco circolante), con oltre il 30% di mezzi Euro 3 o inferiore.

    Non va meglio per quel che riguarda mezzi da lavoro ed autobus. Per quel che riguarda i mezzi industriali, infatti, l’età media è di 13,6 anni. Gli autobus hanno invece un’età media di poco meno di 12 anni. Entrambi i valori sono fra i più alti in Europa.”

    https://www.dmove.it/news/rapporto-unrae-nel-2019-sono-salite-le-vendite-ma-il-60-del-parco-circolante-ha-piu-di-10-anni

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