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Milano | Commercio – Negozi chiusi: il disastro di quest’anno

Prima gli acquisti on-line, l’e-commerce, poi, quest’anno, il 2020, l’emergenza Covid19 col blocco prima e il lavoro agile (smart-working), hanno e stanno segnando pesantemente anche il panorama delle nostre città. Vetrine spente, negozi con le saracinesche abbassate un po’ ovunque fanno calare una brutta sensazione passeggiando per le strade cittadine.

Grandi marche così come i piccoli negozi, già da diversi anni rinunciavano ad avere negozi in città, oramai diventati dispendiosi. Al loro posto, in vie secondarie, dove un tempo potevamo trovare i panettieri, gli ortolani, le mercerie o il ferramenta, lentamente sono stati istituiti da ristorante e locali serali, certo più redditizi. Ma le vie dello Shopping?

Abbiamo raccolto un po’ di foto da alcuni luoghi che erano sfavillanti fino a pochi anni fa e oggi, invece, tristemente spenti e opachi.

Cominciamo dalla Galleria Vittorio Emanuele, dove Oxus non ha più aperto, così come la Tim, Leo Pizzo, ma anche Armani.

Stessa sorte la possiamo trovare anche ella via dello shopping per eccellenza, Corso Buenos Aires, che, negli anni Novanta era, per numero di affari e movimento persone la quinta strada commerciale al mondo, assieme alla Quinta di New York, gli ChampsÉlysées parigini o Oxford Street di Londra, oggi tristemente desolante.

Burger King all’angolo con via Vitruvio, ha lasciato poco prima della pandemia e ancora oggi è chiuso. H&M è stato ridimensionato anch’esso prima del Covid chiudendo uno dei due negozi, ancora chiuso. Desigual ha lasciato definitivamente il corso così come in negozio Moleskine e Marina Militare, anch’essi tutti chiusi. Questi sono solo alcuni dei nomi di negozi che hanno lasciato le vetrine vuote, in tutto quasi il 10 per cento del totale.

Ancora oggi i prezzi degli affitti per i locali, specie se enormi, sono troppo cari e a quanto pare, gli affari non vanno più bene come un tempo, costringendo a rinunce o a scarso interesse da parte di commercianti. Qualcuno sta cercando di riqualificare per poter riaprire quantoprima, come l’Upim, ma altri spazi, rinnovati, come quello ricavato dove si trovava l’ex cinema a luci rosse all’angolo con via Redi, il quale è stato recentemente rimesso a nuovo dalla proprietà, la Banca Popolare di Milano, ma ancora sta cercando inquilini.

Anche lo storico bar Mirò ha chiuso a Marzo e non ha più aperto, qui anche a causa della morte del proprietario. Però, assieme all’edicola gestita dallo stesso, ora sembra il segno inconfondibile all’abbandono.

Via Torino segue a ruota, dove da mesi non c’è rinnovo, cosa mai accaduta.

Fino a qualche anno fa, prima della crisi, non appena si liberava uno spazio commerciale, subito subentrava un nuovo inquilino. Ora invece, sembra proprio che molti negozi rischino di rimanere sfitti.

Via Orefici e dintorni vedono altre vetrine bianche o nere… chiuse e senza attività. Hanno lasciato il negozio Ladurée, famosa per i suoi macaron, così come il bar-caffè Peck chiuso già dallo scorso anno.

Senza citare via Mazzini, in affanno da anni ormai.

Altri negozi chiusi un po’ ovunque in città.

Stiamo attraversando un cambiamento epocale, di cui ancora non sappiamo dove andrà a parare, lo smart-working ha svuotato gli uffici e le vie, associato alla mancanza di turisti sta peggiorando l’economia del commercio al dettaglio. Speriamo solo in una ripresa e in una vera nuova idea che salvi il commercio, altrimenti le nostre città saranno veramente tristi con tutte queste vetrine sempre più spente.




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


7 thoughts on “Milano | Commercio – Negozi chiusi: il disastro di quest’anno

  1. Gaetano

    per i negozi in galleria ci sono state le nuove aggiudicazioni degli spazi in concessione: Armani andrà al posto della TIM, Fendi al posto di Armani, Rolex prenderà il posto di Stefanel.

  2. Anonimo

    Anche in via Mazzini ci sono ristrutturazioni edilizie che in teoria dovrebbero partire e quindi han chiuso i negozi.
    Però è vero che il covd e la fine del turismo han dato una mazzata al commercio.
    Il centro e semicentro di Milano viveva di uffici e turismo. Tolti quelli non stai in piedi (la stragrande maggioranza delle famiglie va al centro commerciale dove ci son gli stessi negozi ma c’è parcheggio e meno sbattimento)

  3. Sergey

    Articolo disinformato e catastrofista. Facciamo un po’ di preciaazioni.
    Via Orefici: Del Mare ha ceduto ad Armani, che ha poi subaffittato a Doppelganger, che aprirà a breve. Firme outlet ha chiuso solo poche settimane e ha riaperto a metà settembre.
    Galleria: c’è la coda per prendere in affitto gli spazi appena disponibili, che addirittura vengono battuti all’asta.
    In generale, ci sono tempi tecnici di sfitto di almeno sei mesi tra un conduttore e il successivo, quindi è fisiologico un certo numero di negozi vuoti.

  4. Paola Susanna Pagliaretta

    TIM ha chiuso perchè è finuta la concessione e la nuova se la è aggiudicata Armani. Informarsi prima e parlare poi. Grazie

  5. Hubert

    Ho la sensazione che qualcuno (i proprietari degli immobili commerciali) dovrà rassegnarsi al fatto che i canoni non potranno più essere quelli di prima. A qualcuno salterà il business plan, ma alla fine arriveranno alla conclusione che è meglio un canone più basso che un immobile che non produce reddito.

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