Milano | Trasporti – Stazione M4 Quartiere Forlanini: ma il design dov’è?

Posta al confine tra il verde del Grande Parco Forlanini e la città urbanizzata, questa stazione si colloca all’inizio di viale Forlanini, il lungo viale che collega la città di Milano all’aeroporto di Linate e che rappresenta una delle principali vie di accesso al capoluogo dal lato est.

La stazione Q.re Forlanini rafforza inoltre i collegamenti tra il centro città e il Quartiere Forlanini stesso, caratterizzato da un’elevata densità abitativa e dalla presenza di aree produttive che attraggono significativi flussi di persone sia per il lavoro che per il commercio.

Come le stazioni di Segneri, Gelsomini, Frattini, Tolstoj, Washington-Bolivar, Foppa, Parco Solari, Tricolore, Susa e Argonne, la stazione di Q.re Forlanini è realizzata con lo schema “tra paratie”, caratterizzandosi come stazione superficiale ad elevata semplicità del sistema dei flussi.

Al piano di superficie sono presenti tre accessi:

  • uno coperto, sul lato nord del viale, con scala fissa e mobile
  • uno a sud, simmetrico a quello nord e affiancato dall’ascensore
  • un altro sempre a sud del viale, con scala fissa scoperta in via Cipriano Facchinetti.

Questo è quanto si sa della stazione, ormai a buon punto (doveva essere pronta assieme a quella di Linate e di Forlanini FS per Expo 2015). Il viale è stato riportato alla normalità, solo in questo tratto però riqualificato. Una carreggiata per ciascun senso di marcia e una corsia centrale riservata solo ad autobus e taxi.

Nel nostro sopralluogo abbiamo avuto modo di fotografare la prima delle coperture destinate a proteggere le scale mobili in alcune stazioni della linea numero 4 della rete metropolitana milanese.

Delusione totale, come temevamo. Ma dov’è la città del design?

Possibile che alla presentazione per M4 i rendering mostrati davano speranze di modernità con oggetti d’arredo abbastanza originali e belli e ora, che si è passati in esecuzione, siano stati messi questi “chioschi della porchetta“, indegni, secondo noi, di una città come Milano (o forse fin troppo degni, dato che purtroppo questa poca attenzione all’aspetto dell’arredo urbano è abbastanza tipica). Per giunta, a peggiorare l’aspetto, la copertura presenta una leggera pendenza che aumenta la sensazione di oggetto precario e poco pensato.

Qui di seguito proponiamo alcuni esempi di accessi a stazioni sotterranee nel mondo, tra i quali uno italiano, quello di Napoli, forse tra i più spettacolari. Non pretendiamo queste elaborate pensiline, ma qualcosa di più decente la si poteva fare, no?

Ed ecco, invece, la nostra “stupenda” pensilina che abbiamo cercato di fotografare in ogni suo lato per una valutazione il più accurata possibile.

Questa invece è la torretta per l’ascensore, ancora coperta e da definire.

Qui invece le entrate “normali” che non avranno copertura.

Ed ecco come è stato sistemato il viale Forlanini dopo la rimozione delle strutture di cantiere.

Certo, l’utilità delle infrastrutture è prioritaria, ma anche una certa attenzione all’estetica non sarebbe sbagliata, anzi. Si tratterà di strutture che rimarranno ai posteri, e, come si vede, non passeranno certo alla storia come vere e proprie opere d’arte. Ci spiace per il povero ingegnere o geometra che le ha dovute realizzare.

Per fortuna almeno alcune stazioni importanti, come Linate e Forlanini FS, sono state pensate in modo migliore, con delle coperture decenti e non come in questo caso, con una cabina tecnica priva di design.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

60 commenti su “Milano | Trasporti – Stazione M4 Quartiere Forlanini: ma il design dov’è?”

  1. Sinceramente non la vedo un’opera così orribile. Si tratta di una struttura sobria, funzionale e dai costi di manutenzione minimi, tutto sommato abbastanza integrata nel suo contesto (che, ricordiamolo, è una strada di scorrimento molto trafficata). Ricordo che la stessa metropolitana di Napoli, visto che è stata citata, ha comunque stazioni più “normali” oltre a quelle disegnate da archistar.
    Sono comunque d’accordo che in altri contesti, in primis il centro storico, le stazioni dovranno essere architettonicamente molto più curate e, perché no, diventare esse stesse un’attrazione turistica.

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  2. Sinceramente in questo caso la trovo appropriata al contesto; funzionale, sobria, facile da manutenere e con colori scuri più eleganti di quell’accrocchio di M5 parte Fulvio Testi (verde e lilla). Stazione su uno stradone, parco, adeguata al luogo.

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  3. Un po’ meglio delle uscite di M5, ma sempre il minimo sindacale.
    Invito a vedere le uscite della metro di Brescia, a 80 km, stessa tipologia di metropolitana ma sembra un altro pianeta.

    Un appunto su chi ha scritto l’articolo: ok in primissima battuta la M4 doveva essere pronta per l’expo ma si sa da secoli che il cronoprogramma è stato cambiato. Attualmente non ci sono ritardi se non qualche mese, recuperabile credo, causa lockdown

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  4. Una volta per tutte io direi anche basta con la metropolitana di Napoli come termine di paragone. Ogni volta che ci ritorno il servizio e sempre peggiore. Nelle ore di punta attese anche di 15 minuti…poi arriva mezzo treno vecchio, sporco, rumoroso oltre ogni umana sopportazione. Le stesse stazioni “museo” non sono affatto esempi di pulizia e manutenzione. Una pessima integrazione con le linee di superficie che svolgono un servizio se possibile ancora peggiore della metropolitana. La metropolitana di Milano (a regime) muove 1.400.000 persone al giorno. Quella di Napoli 150 mila. Cerchiamo altri termini di paragone.

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    • Giustissimo, la storia delle stazioni dell’arte (fatte giusto in qualche punto della città) è solo uno specchietto per le allodole…
      La metropolitana serve per spostarsi velocemente (è così a Parigi, Londra, New York, Chicago… è sempre stato così anche a Milano), d’accordo fare qualcosa di sorprendente nei punti strategici della città, ma per il resto le stazioni devono essere pulite, sicure ed i treni frequenti… del design a Forlanini (che, del resto, sarà una stazione addossata alla massicciata della ferrovia e non la stazione dell’aeroporto), si può anche fare a meno.
      Tornando alla stazione di Napoli di cui si parla nell’articolo: non è la metropolitana, ma un passante ferroviario (che a Napoli chiamano metropolitana), in costruzione da tempo immemore e credo che Anish Kapoor volesse ritirare l’opera.

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      • Le foto non fanno riferimento alla stazione Forlanini FS (effettivamente a ridosso del rilevato ferroviario), ma alla stazione Quartiere Forlanini che la precede provenendo da Linate.

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      • Le metropolitane vengono realizzate per spostarsi rapidamente e il più comodamente possibile non per essere oggetto di ammirazione. Sono infrastrutture estremamente costose quindi devono principalmente svolgere il compito per il quale ne è stato deciso la realizzazione. Una volta garantito lo scopo principale si può pensare eventualmente al superfluo. Le pere e le mele per favore le lasci ai fruttivendoli che sanno cosa farci…

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        • E’ una concezione assai banale di design. Un po’ come dire che un vestito deve innanzitutto coprire. Vero, ma deve farlo in modo confortevole e funzionale, dev’essere pratico da indossare, facile da lavare, da stirare e da piegare, deve poter essere conservato e riutilizzato più volte, deve essere costruito di materie non troppo complicate da reperire, né da lavorare, dev’essere prodotto senza generare troppi scarti e confezionato in modo da poter essere agevolemtne trasportato e stoccato, deve tenere conto di costi e tempi di produzione e trasporto, npnché di manutenzione… ecco, il design (altresì detto, in italiano, disegno industriale) mette insieme un po’ tutti questi aspetti. Non è questione di imbellettamenti e orbelli, di “superfluo”. Quella è una concezione un po’ Rococò, uno sitle di 250 anni fa o un po’ provinciale. A Milano il design è questione leggermente più articolata.

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        • Che scemenza. Non è che una cosa debba escludere l’altra.

          Anche senza andare all’estero (dove il paragone sarebbe a dir poco umiliante), basta vedere le metro di Torino o Brescia, molto più belle della M5 pur essendo semplici e funzionali.

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  5. I problemi di Milano sono altri. Questo tipo di stazione per dove si trova (praticamente sulla continuazione della tangenziale) va benissimo. Milano ha bisogno di investire sull’arredo urbano de centro, sul verde e sulla mobilità leggera. Non fasciamoci la testa per tutto…

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    • I problemi sono sempre “altri”, lo sappiamo bene… 😉

      Però qui parliamo di una cosa nuova. Almeno provarci a fare una cosa decente ci stava, non sarebbe stata una differenza di costo abissale e avrebbe mostrato quell’attenzione ai dettagli che a Milano manca sempre.

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      • Scusa ma non condivido le tua affermazione. Le risorse disponibili non sono infinite. Se dobbiamo investire quel poco che c’è in cassa allora questi investimenti devono essere mirati nel migliorare la qualità di vita di questa città. Se poi insisti che in viale Forlanini va fatto il Golden Bridge oppure l’Euro-tunnel lasciati dire che non sono d’accordo.

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        • Nessun Golden Bridge o euro-tunnel.
          Semplicemente delle uscite della nuova metropolitana un po’ più carine e meno “catalogo del geometra”. Parliamo di un piccolo costo incrementale, non di rifare ex novo stazioni esistenti.

          Se invece il punto è che tutta questa mania del “carino” e del “design” sono in fondo fisime per nascondere i veri problemi della città e delle periferie sotto il tappeto…e che i problemi sono altri e su quelli si deve spendere, è un altro discorso.

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          • Però in problemi delle periferie spessonascono proprio da questo design dimmerda che tantovabeneperipoveri che ci abitano .

            Perché il senso di essere abbandonato in periferia nasce proprio dal vedere stazioni dimmerda di metropolitana.

            E capire che si vale meno di uno che abita in centro.

            Non è questione esclusivamente formale.

            Prima ci riempiamo la bocca dell’abbandono delle periferie e nel momento in cui mettiamo una pietra per renderle appunto periferie non facciamo niente di meglio.

          • Wf, l’han fatto apposta. Così poi possono chiamare cittadini ed associazioni a dipingere tutto con la vernice e farci articolo e post su facebook. 🙂

    • Ecco il benaltrista di turno, non poteva mancare.

      A parte una cometa che si abbatta sul pianeta per farci estinguere, per qualsiasi problema si può trovare un altro problema che per qualcun altro è più importante.

      Dire che “i problemi sono altri” è solo una scusa più o meno elegante per non risolvere mai un ca22o.

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      • I problemi delle periferie non sono altri.

        I problemi delle periferie sono proprio questi.

        Di chi dice che una cosa dimmerda va bene qui perché tanto è periferia…

        Hai perfettamente ragione.

        Il problema siete voi e la vostra mentalità se la periferia è periferia.

        Stiamo vedendo in diretta come si degrada e si aumenta il senso periferico di essere periferia.

        Adesso.
        Live.
        In diretta.

        I problemi non sono altri.
        I problemi sono proprio questi

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        • io dico che nel momento in cui arriva la metro in quella periferia diminuisce il degrado e il senso periferico, anche se forse non è bella come potrebbe.

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          • Beh magari si, ma non è un buon motivo per accettare supinamente un progetto che poteva essere fatto un po’ meglio senza spendere un capitale.

          • Non è del tutto vero.

            Spesso le stazioni ultime delle metropoli sono finte di degrado e insicurezza.

            Insomma si bene ma non basta.

            Ci vuole il design di urbanistica adeguato per riqualificare zone povere e periferiche. Non è sufficiente buttare lì una metropolitana.

          • Ma in questo caso non stiamo parlando della Stadera, di Quarto Oggiaro o di via Padova: Forlanini è un onesto quartiere, non ricco ma gradevole e ben tenuto.

            E forse per questo è stato ignorato: non abitato dai ricconi per aver diritto alle cose belle e nemmeno devastato e degradato abbastanza da giustificare un intervento “simbolico” (di quelli per tenerci buona la coscienza, come sta succedendo in via Giambellino per intenderci)

  6. Coraggio, su. Milano ha bisogno di guardare alla luna. Capitale del Design, capitale della morale, capitale economica, capitale verde.

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  7. Ma degli interni delle stazioni ci sono foto? Sono curioso di come stiamo venendo. Online si trova pochissimo.
    Personalmente aspetto con impazienza quest’opera che spero drenerà parecchio traffico in città, si parla di meno 80.000 spostamenti auto al giorno e una zona centrale, San Babila, via Durini, corso Europa, largo Augusto rese più pedonali. Le auto hanno veramente veramente rotto in città, bisogna vivere, non soccombere di traffico e smog.

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  8. La questione è che con pochi soldi si fa poco, ma un buon progettista sa tirare fuori qualcosa di carino anche con pochi soldi almeno nelle linee ed alcuni dettagli….esiste un design low cost accettabile e non solo funzionale come in questi casi….qui il problema a me sembra la totale mancanza di entusiasmo ed energia creativa probabilmente dovuti ai soliti meccanismi all’italiana…tutto di fretta ed all’ultimo minuto, mille rattoppi e cose impreviste, pochi soldi ed alla fine si risolve tutto con cose che stanno in piedi , ma senz’anima…..sicuramente manca una regia solida e mancano degli obiettivi di qualità progettuale….Milano è solo design di interni e moda…per il resto lasciamo perdere….

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    • In realtà Alitalia (o quel moncherino che ne resta) tiene SOLO i voli da Linate.
      E Linate è aperto solo per ordine di Alitalia, che SEA l’avrebbe tenuto volentieri chiuso visto il periodo e i costi stratosferici per tenerlo operativo coi quattro gatti che ci atterrano in questi mesi.

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  9. La questione è che con pochi soldi si fa poco, ma un buon progettista sa tirare fuori qualcosa di carino anche con pochi soldi almeno nelle linee ed alcuni dettagli….esiste un design low cost accettabile e non solo funzionale come in questi casi….qui il problema a me sembra la totale mancanza di entusiasmo ed energia creativa probabilmente dovuti ai soliti meccanismi all’italiana…tutto di fretta ed all’ultimo minuto, mille rattoppi e cose impreviste, pochi soldi ed alla fine si risolve tutto con cose che stanno in piedi , ma senz’anima…..sicuramente manca una regia solida e mancano degli obiettivi di qualità progettuale….Milano è solo design di interni e moda…per il resto lasciamo perdere…

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  10. Personalmente non trovo così affascinanti tutte quelle tettoie variamente forgiate e vairopinte che si usano soprattutto all’estero. Non capisco neppure perché si debbano mettere tettoie così invadenti e pacchiane, né capisco perché un’uscita del metrò debba necessariamente essere appestata da orpelli, arzigogoli e impiastri vari. Mi pare una cultura un po’ barocca, un po’ kitsch, un po’ tamarra.
    A me continuano a piacere molto le uscite minimali, mimetiche, quasi invisibili, discrete, sobrie ed eleganti concepite da Albini-Helg in simil-pietra serena lisciata, con quel corrimano di Noorda che ti accompagna sottoterra e ti introduce a un colore-guida che non ti farà mai perdere la strada. Semplice, poco costoso, efficiente, bello. In una parola Milanese.

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    • Grande! bisogna pensare a come i manufatti di uso di massa invecchiano, tenuto conto del quartiere, dei flussi, ecc. non guardare superficialmente solo al flash dell’oggetto nuovo. Il minimal si mantiene meglio, passa meno di moda, si ripara e ripulisce più facilmente..le uscite della M1 sono ancora attuali dopo 60 anni e in discrete condizioni di manutenzione.

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    • Si tra quello che dici e quello che vediamo c’e’ molta differenza….si possono fare stazioni e ingressi semplici, riconoscibili e con un’ identita’ e ciraura di dettagli e materiali…minimalista si, ma dignitosa….

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    • Un’uscita della metro non può neanche essere TROPPO minimale però. Deve essere ben visibile e identificabile anche da una certa distanza.

      Non è che tutti siamo habitué di una certa via o piazza, e non è simpatico girare per mezz’ora alla ricerca di un’entrata “mimetica”.

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  11. Be’ non si puo’non dare ragione all’articolista, in effetti il paragone con le pensiline di altre città del mondo è impietoso, trattasi di una struttura, la nostra minimale, anzi quasi squallida nella sua essenzialità, pero’ in fondo è pensata per la funzione che deve assolvere, senza nessun vezzo estetico; sono d’accordo pero’ che a Milano pur autoproclamatasi e autocelebratasi capitale del design sia sempre mancato quell’estro creativo e quel coraggio di stupire che altrove ha rilanciato l’immagine e la portata di città di secondo ordine, proiettandole nell’ Olimpo delle grandi metropoli internazionali

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  12. Mi chiedo : è impossibile conciliare funzionalità ed economicità con una “decente ” ed accettabile estetica ? A Milano abbiamo creato un premio , il Compasso d’Oro , per sottolineare la creatività emozionale dei ns. progettisti. Molti di loro si rivolterebbero nella tomba nel vedere un improbabile “sgabuzzino ” a malapena utilizzabile per i bidoni della spazzatura ! Vergogna su chi ha approvato questo inverecondo progetto !

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  13. Bello, economico e funzionale per …..depositare i bidoni della spazzatura!
    Che fine hanno fatto i progetti dei ns. creativi ?? Quelli del Compasso d’Oro per intenderci … Lo so , sono finiti nel cestino di qualche burocrate ( comunale o altro ) . Povera Milano !

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    • Caro Orfeo, non le sfugge certo la questione dei costi con la crisi tremenda che sta avanzando, ma mi chiedo se lei non sottovaluti, oltre al bello, economico e funzionale, la cosa forse più importante di questi tempi, che possa mantenersi pulito e igienico in un uso massivo. Rivediamo infine un po’ il Compasso d’Oro in materia, che lei giustamente cita: è quello della M1, figlia onesta della penuria della guerra nutritasi di speranze di crescita.
      https://www.adi-design.org/blog/milano-i-50-anni-della-mm1.html

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  14. bella o brutta che sia il dato di fatto è che il rapporto costo/tempo di esecuzione è ridicolo e inaccettabile – svegliarsi

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