Milano | Tre Torri – Novità in progetto per CityLife

Sono in fase di progetto due novità per il quartiere di CityLife. Una riguarda una nuova struttura ricreativa da realizzare nel parco e l’altra riguarda il palazzo delle Scintille.

Due nuovi chioschi e pergolato.

In fase di progettazione ci sono due chioschi posizionati all’ingresso del parco di CityLife, in largo Africa (piazzale Giulio Cesare), dove una volta sorgeva l’ingresso alla Fiera Campionaria. Uno avrà una funzione commerciale (ristorazione?) mentre l’altro sarà un punto informativo per il parco e il quartiere.

I due nuovi elementi architettonici saranno caratterizzati da una pergola che li uniforma e che crea spazi di seduta e aggregazione riparati.

CityLife Square Garden – ex Padiglione 3

Inaugurato nel 1923 come Palazzetto dello Sport di Milano, il Padiglione 3, progettato dall’architetto Paolo Vietti Violi, venne pensato come uno spazio polifunzionale. Di architettura imponente ed elegante, la struttura offre all’interno una spettacolare area centrale ellittica circondata da due piani che ne seguono il disegno.

Un luogo storico milanese che ha ospitato negli anni competizioni sportive, attività commerciali legate alla Fiera (da cui il nome Padiglione 3, per distinguerlo dagli altri) e concerti di musica classica nel periodo in cui La Scala fu chiusa a causa dei bombardamenti.

Soprannominato anche Palazzo delle Scintille, il Comune di Milano se ne separò nel dicembre del 2019 con una vendita all’incanto. Il Gruppo Generali, che si è aggiudicato l’asta, ha deciso di rinominarlo “CityLife Square Garden” (a imitazione del Madison Square Garden?).

La prima delle due fasi dei lavori di ristrutturazione comincerà il prossimo aprile e si concluderà nell’estate del 2022.

CityLife Square Garden declinerà in chiave contemporanea l’idea originale dell’architetto Vietti Violi di un luogo versatile e multifunzionale.

L’imponente arena centrale potrà accogliere attività ed eventi dell’agenda milanese che si alterneranno a momenti in cui potrà invece essere utilizzata come una grande piazza coperta.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

14 commenti su “Milano | Tre Torri – Novità in progetto per CityLife”

    • Meglio usare l’inglese se si vuole puntare a eventi di richiamo internazionale, turismo ecc. tutto qua, nessun “gomblotto!!1!!!1” per far sparire la nostra lingua.
      È più probabile che la nostra lingua sparirà per il drastico calo demografico a cui assisteremo nei prossimi decenni.

      Rispondi
      • Non sono convinto sia meglio usare l’inglese. “Burj Khalifa”, per esempio, lo riusciamo a dire tutti, ci ricorda dov’è, e ce lo rende anche più esotico. La lingua italiana piace, ma noi continuiamo a dimenticarcene (e continuiamo a non studiare l’inglese!).

        Rispondi
      • Peccato che i madrelingua siano i primi a essere scocciati da questo abuso (spesso a sproposito) della loro lingua.

        Quando vengono in Italia vorrebbero essere circondati dall’italiano, non da svimmiottamenti spesso mal fatti quando no;riduco,I di quello che già hanno a casa loro.

        Rispondi
      • Eh sì certo perché gli eventi arrivano se dai il nome inglese… non quando le città hanno un convention bureau che funziona, buoni collegamenti, hotel di livello e in generale una fama di destinazione accogliente.

        Non è che la Fira de Barcelona si è ribattezzata Barcelona Trade Fair per attirare il World Mobile… e la Frankfurter Messe o la Köln Messe continuano felicemente a chiamarsi così attirando eventi con decine di migliaia di partecipanti da tutto il mondo.

        Ma va là va…

        Rispondi
      • Al limite andrebbe anche bene l’Inglese, ma non per farci prendere per i fondelli dal mondo intero!

        In Ammerika hanno il “Madison Square Garden”?
        A Milan adesso c’è il “City Life Square Garden”!!!

        Ma si rendono conto di quanto sono ridicoli?!

        Rispondi
    • Hai ragione, Adriana.
      Ormai è tutto in inglese. Qualunque nuovo progetto urbanistico o architettonico ha eliminato l’italiano.
      È una forma fi sudditanza che non mi piace

      Rispondi
  1. Se si vuole puntare all’internazionale è giusto usare l’Inglese dato che è una delle poche lingue studiata e parlata in tutto il mondo

    Rispondi
  2. Chissà se si accorgeranno di essersi dimenticati di riverniciare il rosone delle finestre sotto al tetto! Ristrutturate tutte le facciate si nota questa ellisse di finestre semidiroccate….. speriamo!

    Rispondi
  3. Il vero problema e’ che mettono i nomignoli in inglese e poi nessuno o in pochi sono in grado di andare oltre a….two gust is meglio che one….molto provinciale questa attitudine…

    Rispondi
  4. Il madrelingua inglese penso che schifi l’abuso provinciale della lingua di Shakespeare in paesi che hanno il proprio idioma. Temo altresì che l’inclinazione verso lo stereotipo italiano oltre le Alpi darebbe molto successo per un’ampia fetta di pubblico estero ad espressioni tipo Torre Maestro, Piazza Opera, Dolce Vita (invece che CityLife, e pazienza se ha poco a che fare con Milano)

    Credo che giustamente La nostra città voglia stare a grande distanza dall’immagine dell’Italia tipo cartolina degli anni 60

    Ma se ci picchiamo di essere la culla della creatività, dovremmo essere capaci di trovare espressioni di modernità anche nella nostra splendida lingua

    Rispondi
  5. mi Sembra che Milano voglia rimarcare la sua internazionalità e nascondere la sua italianità. Un uso maggiore della lingua di Dante senza sguaiataggini potrebbe fare da ponte alle due dimensioni

    Per un turista d’Oltralpe o d’oltreoceano, il nostro nativo idioma può essere attraente, tutti apprezzano i nomi Duomo o Scala anche pronunciati con accenti tedeschi, russi o cinesi.
    Basta evitare stereotipi pizza e mandolino…

    A volte la lingua di Shakespeare e’ più uno specchietto per le allodole per parvenu nostrani che si sentono più a la page se abitano a Citylife che a CittaVita, e conseguentemente liberano il portafogli di un ulteriore paio di migliaia di euro al mq ma con il sorriso sulle labbra

    Il rischio di cadere nel provincialismo anglofono o nel macchiettismo italiota è sempre concreto. Congratulazioni a chi riesce a trovare una via di mezzo ideale

    Rispondi

Lascia un commento