Nel distretto di Quarto Cagnino, in via Federico Engels, una parallela di via Novara, è in costruzione un nuovo edificio residenziale composto da 24 appartamenti, con ampi terrazzi, e spazi comuni con giardino: Qui La Mia Casa.
L’edificio di 9 piani si trova a due passi dal Parco del Fanciullo e dal ben più vasto parco di Trenno. Edificio senza pretese e realizzato nello stile ormai consolidato (e un po’ banalotto) in uso sin dagli anni Cinquanta.
Nel 2019 era stata completata, nel lotto adiacente (via Novara 197), un alto intervento residenziale, anch’esso un po’ anonimo.
Quarto Cagnino, via Federico Engels, Residenziale, Via Novara
In merito ai vostri articoli relativi agli edifici di via Novara 195 e via Engels 16 a Milano.
Buongiorno,
fermo restando che siete ovviamente liberi di esprimere tutte le opinioni che ritenete, tanto quanto i lettori di farsi un’idea sulle vostre asserzioni, mi permetto di far presente di ritenere la vostra disamina nello specifico alquanto superficiale ed architettonicamente affrettata (forse, purtroppo, incompetente). Quelli che ritenete essere edifici “banalotti ed anonimi” mi pare che, invece, abbiano silenziosamente riscosso i favori dei cittadini della zona. Forse perché (quello di via Novara 195) è uno dei pochi edifici milanesi che utilizza la scala condominiale per trasformarla in una promenade fronte parco (venite a provarla, se avete tempo e interesse, e ve ne renderete conto), forze perché la medesima scala viene utilizzata coraggiosamente sul fronte principale quando il novecento milanese ha abituato tutti gli architetti ad intendere il fronte con le scale condominiale un fronte secondario, forse perché l’assenza di aggetti pone rispetto compositivo nei confronti del quartiere Gescal (gli architetti Baffa e Montaldo risultano sui libri di storia dell’architettura forse per un qualche motivo), forse perché (quello di via Engels) ha un verde con un “tatami” centrale e delle essenze autoctone appropriate che si correla zenitalmente al contesto caratterizzato da cerchi, forse perché è stato attribuito ad un edificio il ruolo di cerniera definitiva di un quartiere che ha corpi molto alti e corpi molto bassi difficili da relazionare, forse perché i colori si bilanciano coi marroni protagonisti del quartiere, forse perché sono edifici che hanno scelto di non volere esser protagonisti monumentali ma di inserirsi nel contesto, forse perché dichiaratamente si distaccano dai grandi modaioli interventi di questo periodo “fashion” dell’architettura milanese da rivista… o forse per molti altri motivi che non spiego visto il vostro approccio alla disamina dei lavori altrui che mi permetto di ritenere quanto meno affrettata e spiccia.
Scusandomi nell’intrusione e senza alcun rancore ringrazio per l’attenzione (spero) riservatami e saluto cordialmente.
Marco Sagnelli (il progettista dei due edifici)
Chapeau.
Ubi major minor cessat.
La forza di una bella prosa ben posta