Milano | Loreto – La rinascita del piazzale: da nodo del traffico a spazio verde

Il team guidato da Ceetrus Nhood vince il bando per la riqualificazione urbana di Piazzale Loreto a Milano con il progetto LOC – LORETO OPEN COMMUNITY, lanciato da Reinventing Cities. Il bando internazionale è stato promosso dal Comune di Milano insieme a C40 ed è volto a promuovere la trasformazione urbana attraverso progetti attenti alla comunità, alla resilienza e alla rigenerazione. 

Decisivo per il successo l’approccio alla sostenibilità integrata voluto da Ceetrus Nhood e realizzato con la regia di Arcadis Italia, che ha svolto, oltre al coordinamento tecnico dell’intero progetto, la consulenza ambientale, il project e development management e l’ingegneria.

Il progetto, realizzato grazie al contributo plurale di Metrogramma Milano (coordinatore del Design Team), Mobility In Chain, Studio Andrea Caputo, LAND, Temporiuso e Squarati Srl, ambisce a divenire un modello di vivere a Milano che promuove lo spazio pubblico e collettivo. LOC trasformerà Piazzale Loreto da grande snodo di traffico a piazza verde a cielo aperto, agganciata a NoLo per garantire continuità all’asse Corso Buenos Aires, Viale Monza e Via Padova. 

Il progetto dichiara nel suo stesso nome LORETO OPEN COMMUNITY la volontà di divenire icona e simbolo per l’intera città, capace finalmente di restituire il vero significato della parola “piazza” ai propri cittadini; oggi segregato a mero crocevia congestionato dal traffico, Piazzale Loreto verrà trasformato in luogo inclusivo, uno spazio pubblico ed un ambiente di qualità che sarà per Milano un simbolo di architettura contemporanea e di vita.

Ceetrus Nhood individua soluzioni concrete per creare luoghi di vita inclusivi che incontrano le esigenze dei cittadini. “Questa vittoria rappresenta una grande soddisfazione e allo stesso tempo una grande responsabilità che siamo fieri di poterci prendere: essere attori protagonisti di uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana della città di Milano e d’Italia. – dichiara Marco Balducci, Amministratore Delegato di Ceetrus Nhood – Il nostro obiettivo è quello di creare una città più resiliente, ecologica e con ampie possibilità di fruizioni a uso misto, che risponda alle reali necessità dei cittadini. Questo progetto sarà un esempio di sviluppo edilizio in un’ottica di rigenerazione urbana, di nuove forme di mobilità e di distribuzione, ma non solo, siamo certi di poter portare, oltre ad altre funzioni, un commercio evoluto verso l’emozione e l’esperienza. Milano con questa scelta ha saputo accogliere la grande sfida di una sempre maggiore innovazione e integrazione di esperienze fisiche e digitali, dove siamo entusiasti di giocare un ruolo da protagonista nello sviluppo di una città del futuro a misura d’uomo. Vorrei inoltre sottolineare l’importanza della valorizzazione sociale ed economica delle aree adiacenti e delle attività presenti nel contesto. Abbiamo calcolato il Ritorno sociale sull’investimento (SROI) con un indice 4: ciò significa che con un investimento di oltre 60 milioni, creeremo valore per la comunità di circa 250 milioni.”

LOC sarà un incubatore di attività e hub attrattivo, un nuovo distretto urbano del commercio di vicinato; ospiterà co-working, un asilo di quartiere, offrirà un vivace palinsesto socioculturale e molto altro. Diverrà un sistema di piazze sviluppate su tre livelli che andranno a riconnettere il livello strada, l’accesso alla metropolitana e le coperture degli edifici con gradinate e rampe che collegano in modo fluido il livello strada con il livello interrato. A ciò si aggiunge l’edificio di Via Porpora, integrato al sistema del piazzale.

La necessità di riforestare ed avere sempre più spazi verdi in città è uno degli obiettivi principali di LOC in continuità con il lavoro programmatico del Comune di Milano; gli edifici che emergono dal masterplan, appaiono come iceberg verdi”, determinati nelle forme dalla forza del disegno architettonico dello spazio pubblico. 

Con Loreto Open Community verranno restituiti oltre 10.000 mq di spazio pubblico verde con alberi di alto fusto piantumati direttamente sulla terra, che rappresenterà per la nuova piazza l’occasione per creare un microclima naturale, un’oasi dove i cittadini potranno sostare. 

Ceetrus Nhood è la capofila in qualità di investitore e developer. Per gestire un così ambizioso progetto è fondamentale un team coeso di professionisti responsabile per ogni competenza.

Arcadis ha svolto il ruolo di project e development management, oltre alla consulenza ambientale ed ingegneristica.

Metrogramma Milano si è occupato del coordinamento della progettazione del Design Team, assicurando uno sviluppo coerente di tutte le discipline coinvolte con l’obiettivo di dare risposte efficaci e innovative alla complessità del luogo e del contesto urbano. È inoltre autore e responsabile della progettazione architettonica della nuova Piazza di LOC. È infine coautore del masterplan insieme a Studio Andrea Caputo e MIC Mobility In Chain.

Studio Andrea Caputo è co-autore del masterplan per la ridefinizione di Piazzale Loreto capace di leggere la complessità urbana convertendo quello che oggi è uno svincolo in una piazza aperta alla città. Lo studio si è anche occupato della progettazione di un edificio a torre su via Porpora, integrato al sistema del piazzale, che definisce un nuovo landmark iconico per la città.

MIC Mobility in Chain, società di ingegneria specializzata nella pianificazione dei trasporti, si è occupata del progetto di riconfigurazione della mobilità dalla scala del quadrante urbano sino al dettaglio della rete viaria del nodo di Loreto. Il sistema di viabilità assume un approccio radicale di redistribuzione degli spazi in favore di una mobilità attiva e sostenibile.

LAND Italia, studio di consulenza paesaggistica, si è occupato in fase di design, realizzazione e fase operativa degli aspetti legati alla biodiversità, componente fondamentale per garantire la salute ed efficienza dei sistemi ecologici di Piazzale Loreto. In questo modo il progetto del nuovo paesaggio urbano si baserà sulla riconquista dello spazio pubblico ad una scala umana: un contributo importante nella nuova visione green della città di Milano. 

Il Team è completato da Temporiuso, Squadrati, IGP Decaux, SiemensHelexiaAlchema CO+FABBMiage,Starching.

Tutto il coordinamento tecnico è stato possibile grazie ad Arcadis Italia sotto la direzione di Ceetrus Nhood

Le nostre prime considerazioni sul progetto

A una prima veloce analisi cogliamo la volontà di creare, lì dove c’era di fatto uno ‘svincolo’ stradale, una piazza usufruibile. Questo si ottiene non soltanto riutilizzando come piazza pedonale ipogea l’ampio mezzanino attuale che si trova sotto piazzale Loreto (cosa che era prevedibile), ma soprattutto cambiando l’impostazione della circolazione del traffico: da, essenzialmente, rotonda con attraversamenti centrali, a ‘penisola’. La creazione della penisola, cioè di fatto di un’ampia zona pedonale che va da via Costa a viale Monza, portando la viabilità totalmente a ridosso dell’imbocco di corso Buenos Aires, è un metodo che stanno utilizzando nella progettazione urbana all’estero, come ad esempio a Londra per l’Old Street Roundabout. Non nascondiamo che speravamo proprio che venisse adottata una soluzione di questo tipo, che rende lo spazio pubblico pedonalizzato fruibile senza soluzione di continuità.

Vediamo poi che sono previsti alberi ad alto fusto. Ci siamo subito chiesti come sarà possibile che questi non interferiscano con la metropolitana. Ad una più attenta analisi, però, notiamo che sono posti, ovviamente a livello mezzanino, ma di fianco al tunnel di corsa della M1; per cui le radici sotto terra non troveranno interferenze. Ovviamente la cosa sarà stata studiata con la dovuta attenzione dai progettisti, ma a noi piace verificare.

Dobbiamo dire che di primo impatto il progetto ci convince abbastanza, soprattutto per la sua fruibilità, che forse era la cosa più importante.

I NUMERI

Piazzale Loreto Oggi

  • 17.500 mq la superficie attuale di Piazzale Loreto 
  • 41% (7.259 mq) oggi ad utilizzo non carrabile
  • 4.775 mq sono aiuole e cespugli inutilizzabili dai cittadini
  • 2.484 mq per la mobilità dolce

LORETO OPEN COMMUNITY

  • 12.118 mq di superficie non carrabile come spazio ciclo-pedonale (+69%) 
  • 5.382 mq viabilità carrabile (31%).
  • 1.107 mq nuova superficie ciclabile
  • 65 posti auto eliminati
  • 40 posti per biciclette 
  • 13 posti di ricarica elettrica.  
  • 500 nuovi alberi  
  • 4.250 mq superficie piantumata 
  • 4.745 mq di pannelli fotovoltaici
  • 35% la riduzione di CO2 complessiva nell’area8.411 mq di SL in aggiunta alla superficie esistente di Via Porpora di 2.860 mq

Loreto, piazzale Loreto, viale Monza, Via Padova, Via Andrea Costa, Viale Abruzzi, Via Porpora, Corso Buenos Aires, viale Brianza, Ceetrus Nhood, LOC – LORETO OPEN COMMUNITY, Reinventing Cities

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

78 commenti su “Milano | Loreto – La rinascita del piazzale: da nodo del traffico a spazio verde”

  1. L’unica cosa “vera” al momento quella cosa discutibile del restyling del palazzo del fuoco.

    Meno rendering e più fatti, please.

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      • Quella “proprietà privata” (la sua autorizzazione) è l’unico atto concreto del Comune in quella piazza negli ultimi 10 anni.
        Il resto per ora son rendering. Ogni 6 mesi uno diverso, tra l’altro.

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        • Il problema non sono i 10 anni di rendering, ma i 60 anni di totale abbandono di una piazza diventata svincolo autostradale. Dai che questa è la volta buona!

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        • C’è stato un solo concorso e c’è stato un solo render vincitore. Tutto il resto sono state chiacchiere da UF (che resta uno dei bar migliori in città)

          Non sono stati atti eclatanti ma in quella piazza negli ultimi 10 anni ci sono stati un cambio di vegetazione, la rimozione delle cupole, una sperimentazione di rotonda, la fine dei mobilieri milanesi, il restyling dell’illuminazione in metropolitana, l’urbanistica tattica e infine un concorso internazionale volto a risolvere il vuoto cosmico che da almeno 40 anni ne era diventato il segno distintivo

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    • Ci saranno sì e no 10 spazi x negozi o bar / ristoranti. Dove lo vedi il centro commerciale?
      Io vedo finalmente un piazza moderna x le persone.

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    • No. La metropolitana passa sul lato. Gli alberi vanno nella terra resa permeabile. Stesso discorso per viale Andrea Doria. Sotto l’asfalto non passa la metropolitana.

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      • Non è tanto vero, specie per la 2.
        Non dico che non ci possano mettere alberi ma da un Comune che sta tappezzando di miserrimi alberelli di pero tutta la città per non correre rischi, non c’è da aspettarsi Bagolari o altri alberi seri “ad alto fusto ” (sic)

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        • Osservazione corretta. Però Il raccordo tra M2 e M1 nel tratto di via Andrea Doria compreso tra Loreto e Palestrina si trova a un ipotetico livello -3 (rispetto al -1 del mezzanino e al -2 della linea rossa). A spanne la volta del tunnel si trova a almeno 6 metri dalla superficie, quindi non c’è problema a “desigillare’ il parterre centrale asfalto e a piantare alberi.

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  2. Molto bello.

    Praticamente una piazza tre torri in sedicesimo.

    I ristoranti e negozi di sotto nel mezzanino e gli edifici negozi intorno a U che vanno da sotto a sopra.

    Bello
    Finito nel 2025

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  3. Ottima, come dice UF, l’idea di mettere le zone pedonali vicino agli edifici invece di circondarle dal traffico. Secondo me un approccio simile dovrebbe essere utilizzato anche per i viali, dove le auto dovrebbero correre solo al centro oppure, pagando il prezzo di non mantenere la simmetria, solo in un lato lasciando spazio ai pedoni e alla mobilità leggera al centro e sul lato opposto vicino agli edifici ed ai negozi.

    Non mi convince l’accesso a viale Padova che dal rendering sembra essere esclusivamente pedonale e la totale rimozione dell’asse Buenos Aires – viale Monza. Non vorrei che i vari ciclisti e monopattinisti che provengono da Buenos Aires intraprendano pericolosi percorsi a zig zag nell’area pedonale (percorribile dai “velocipedi” secondo l’articolo 3 comma 2 del CdS). Non siamo la Danimarca ma almeno in quella zona, forse la più frequentata di Milano dalla mobilità leggera, ci vorrebbe più attenzione a riguardo con un progetto che esplicitamente si propone di indirizzare ed accompagnare i flussi di traffico leggero. Invece si parla di 12.118 mq di “anarchica” area ciclo-pedonale.

    Mi sono arreso ormai all’idea che al giorno d’oggi gli interventi di riqualifica possono essere effettuati solo organizzando grandi eventi o realizzando centri commerciali, almeno questo intervento non pretende di farsi chiamare “parco” o “giardino”.

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  4. Bellissimo! Un progetto d’alto livello. Non si possono fare mezze misure: o la lasci alle auto (ovvero l’attuale stle Calcutta) o pedonalizzi.
    Ora realizzatelo senza paura!

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  5. Non ho qualifiche per dare giudizi e sono cosciente del fatto che un rendering non è la realtà, però mi sembra un bel progetto.
    Sul perché non si usino nomi in italiano ormai ho smesso di crucciarmi. Partita persa, a quanto pare.

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  6. Ho seguito tutta la diretta di presentazione in streaming ed è stata molto interessante, bel progetto senza dubbio.
    Gli alberi troveranno dimora in suolo vero, perché si scavera e si pianteranno senza interferenze.
    I flussi di traffico sono stati attentamente studiati e la futura configurazione reggerà i flussi senza compromettere la viabilità.
    Via Padova diventerà, almeno nel primo tratto, una specie di via Paolo sarpi, migliorandola sensibilmente.
    Sarà finalmente possibile attraversare il piazzale senza morire ammazzati, io questa volta son davvero contento, spero in lavori veloci e puntuali

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  7. Spero di sbagliarmi ma questo è uno di quei progetti pagati a caro prezzo che rimarranno nel cassetto.
    Sei poi tra una decina d’anni i lavori dovessero partire verrebbe fatto al ribasso con un risultato stile piazza Sant’Agostino, quattro alberelli e del catrame levigato.

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    • Senza cadere nel pessimismo cosmico, non credo che il progetto sia stato “pagato a caro prezzo” per il semplice motivo che il progetto non c’è.

      C’è invece il vincitore di un bando…

      Adesso andrà fatto il progetto e – immagino – quantificato quanto viene a costare. L’assenza totale di cifre e costi nel comunicato del Comune significa che ancora quanto verrà a costare non si sa.

      Poi andranno trovati i soldi, che non sarà facile visto che anche causa Covid il bilancio di Milano è in rosso profondissimo. Speriamo invece che non inizi la lunga serie dei “compromessi”, semplificazioni e taglio costi che alla fine renderanno insipido il progetto.

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      • Non credo debbano essere trovati soldi dal Comune: il privato in cambio della concessione del suolo pubblico realizza l’intervento e in cambio potrà affittare gli spazi commerciali.

        Spazi commerciali che credo abbiano anche la funzione di non avere una classica “piazza”, che sarebbe stata utilizzata dai nostalgici rasati per fare raduni in ricordo del caro leader.

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        • Esatto, a quanto ho capito il Comune non dovrebbe stanziare fondi, cito:

          Marco Balducci, amministratore delegato di Ceetrus Nhood: ” […] Sottolineo l’importanza della valorizzazione sociale ed economica delle aree adiacenti e delle attività presenti nel contesto: il Ritorno sociale sull’investimento, Sroi, avrà indice 4: con un investimento di oltre 60 milioni, creeremo valore per la comunità di circa 250 milioni“

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          • Con tutto l’affetto per Marco Balducci e “Ceetreus Nhood” (qualsiasi cosa essa sia), è il Comune che non ha parlato di costi e questi dubito siano anche solo quantificati se non spannometricamente.
            Figuriamoci poi l’assetto legale di una piazza ceduta a un privato in cambio del costo della totale riqualificazione (compresa viabilità e metro?)

            Sarà lavoro dei prossimi anni. Speriamo il progetto per allora non venga completamente rivisto per far quadrare il cerchio….

      • Lo hanno detto invece.

        Costerà 60 milioni.

        E genererà valore per 250 milioni.

        Sarà a costo zero per il comune poiche uso o proprietà degli immobili commerciali realizzati andranno ovviamente a chi ci mette i soldi.

        Altre domande?

        Rispondi
      • Lo dovranno fare per forza “In un modo o nell’altro”

        “In un modo” lo vediamo negli scintillanti rendering pieni di alberi (su cui crescono i soldi per fare tutto il lavoro) e senza una macchina sulle strade.

        “Nell’altro” è invece il modo che mi preoccupa… 🙂

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  8. Buongiorno,
    se ho inteso correttamente dai disegni del progetto, pare che Via Padova verrà chiusa alla viabilità automobilistica.

    Mi domando come farà a transitare la 56, l’autobus che percorre tutta la via Padova e quindi di notevole importanza.

    Verrà cambiato il luogo del capolinea?

    Grazie.

    Rispondi
    • Non ho letto nulla di specifico in merito, ma se consideriamo l’annuncio della riqualificazione di via Padova (tratto Giacosa-Predabissi /Arici-de la Salle) annunciata poche settimane fa, si può ipotizzare che il tratto di Via Padova chiuso al traffico (e paragonata a Paolo Sarpi) sia quello tra Loreto e la rotonda di Giacosa-Predabissi.

      La linea 56 proveniente dal Quartiere Adriano potrebbe forse bypassare il tratto chiuso su Predabissi – Durante – Costa.

      E’ solo una mia supposizione, tengo a precisare.

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  9. Salve,

    Una mega rotatoria con enorme giardino dentro e ciclabile larga uguale alle corsie interne, ovvero enorme…… forse costava troppo poco ?

    Perchè mettere sempre dei centri commerciali ?
    Perchè non mettiamo giardinieri al posto dei RENDERING ?

    Il termine mobilità sostenibile esiste solo in italia.

    Quando toglieranno i cartelli ipocriti ZONA TRENTA?

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    • Senza offesa, ma la vacuità di visione di questo messaggio è disarmante..

      “mega rotatoria con enorme giardino dentro” “mettiamo giardinieri al posto dei RENDERING”

      Ma chevvordì? ma che alternative sono?
      Senza contare che in Loreto una piazza non va bene, se non la vuoi invasa dai nostalgici ogni due per tre..
      Le zone trenta c’è chi le rispetta e chi no, sono comunque un passo avanti, ma non è che il Comune o chi per esso possa mettere i chiodi oppure qualcuno a verificare che gli automobilisti siano persone civili.

      Dai, su.

      Rispondi
  10. La cosa più importante è che sono stati bocciati e scartati i progetti a “cesso di scarico” o “cestino della spazzatura” visti in precedenza.

    Ovvero sostanzialmente dei buchi ribassati in mezzo a un’isola di autostrada e cemento buoni solo per buttarci le cartacce dentro.

    La cosa più bella è proprio essere riusciti ad avere uno spazio continuo su un lato (via Padova) che raggiunge e permea il centro della rotatoria.

    Una penisola di pace silenzio e protezione dal kaos automobilistico.

    Così possono fiorire spazi verdi ma anche caffè bar negozi e tavolini senza quel senso di accerchiamento dalle auto.

    Vivaddio!
    Pericolo scongiurato!

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  11. Curioso di capire come si innesterà a livello commerciale in un distretto (Buenos Aires) già abbastanza in crisi. Speriamo in una effettiva diversificazione delle funzioni.

    Sugli alberi ad alto fusto…è possibile che ci si caschi sempre? Alberi del genere hanno bisogno di decenni per crescere, direi che fino al 2040 saranno alberelli. Bisognerebbe essere onesti

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    • Che sia in crisi proprio perché fa schifo? Io personalmente in Corso Buenos Aires vado il meno possibile perché è una camera a gas, rumorosissima e piena di auto.

      Mille volte meglio fare shopping in una via pedonale come corso Vittorio Emanuele o via Dante.

      I commercianti di Buenos Aires devono accorgersi che la gente vuole qualità, spazio adeguato dove camminare e non lo schifo che è ora, un’autostrada con negozi a lato. Bisognerebbe iniziare a pedonalizzare il corso nel weekend e, a tendere, studiare la sua pedonalizzazione definitiva.

      Il nuovo piazzale Loreto va sicuramente nella direzione giusta per riqualificare tutta la zona e elevare di molto il livello.

      Rispondi
      • Concordo che BsAs sia in crisi anche per la scarsa qualità urbana. Purtroppo il commercio, soprattutto le medie/grandi superfici sono in difficoltà ovunque, anche in Corso Vittorio Emanuele.

        Bisogna fare il tifo per la riqualificazione di Loreto

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  12. Il progetto è bello ma ad alto rischio, la savana che gravita intorno a quella zona lo renderà un luogo da evitare nel giro di poco tempo.

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    • Forse è proprio il contrario: il progetto può essere il propulsore per migliorare lo stato della “savana”, come la chiama lei – con una terminologia che la proietta ancora nelle caverne..

      Forse al rinnovando Palazzo del Fuoco le insegneranno questo nuovo ritrovato e di scoperta in scoperta potrà avventurarsi nel mondo, anzichè evitarlo.

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  13. Sono contento del progetto. Ma entusiasta della demolizione di quello schifo di cubotto del Comune di via Porpora 10. Sostituito da un bel palazzo.. a giudicare dalle foto.. Andrebbe demolito anche il grattacielo a gradoni accanto figlio della stessa mano. Quell’intervento edilizio degli anni 80 è stato il peggiore. Degno di un premio alla schifezza architettonica.

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  14. C’è finita una GUERRA MONDIALE, al meno per l’Italia: cosa lo ricorda? Cosa lo celebra? Ennesima occasione persa… e malamente

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    • La seconda guerra mondiale è finita a Hiroshima e Nagasaki.

      A piazzale Loreto è finita la vita delle vittime dei nazifascisti il 10 agosto 1944.

      A ricordare quella strage c’è il monumento di Castiglioni che resterà a testimonianza di cosa succede quando alla democrazia e alla ragione si sostituiscono l’arbitrio e la violenza

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  15. mi preoccupa viale monza. cioè spero che possa beneficiarne, fino in fondo. e che l’asse ciclabile migliori, non si attorcigli o incasini nella piazza tutta nuova rimanendo la mezza ciofeca che è, peraltro utilissima e funzionante. la ciclabile su viale monza vale ORO, e va valorizzata, enfatizzata, protetta, resa visibile, difesa, incentivata etc. se passi loreto ed rimane una striscia per terra..addio.
    se non incentivi le bici e disincentivi il traffico di auto private, viale monza diventa una merda peggio di quella che è. invece deve beneficiare di questo miglioramento! il progetto è senz’altro bello. quando hai uno spazio così, poi diventa un alexander platz o una washington square o times square de noantri, e noi la vivremo così. sarà MOLTO meglio del non luogo (brutto, inquinato, rumoroso e pericoloso) di adesso.

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  16. L’idea è perfetta, Crea uno spazio fruibile per la città e strizza l’occhio al privato con volumi interessanti per incentivare la realizzazione.
    Realisticamente sarà molto limato l’effetto “render” che fa spuntare alberi in tutto il quartiere (si rifà la soletta del parcheggio di vita Costa pur di mettere un filare di alberi?)
    Però è davanti a tutto quello che si era visto finora.

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  17. Anche meno. Direi che c’è troppa roba. Sarebbe forse perfetto con un edificio di meno . 3 sono troppi, 2 sono sufficienti per dare il dovuto respiro a una piazza monumentale come Loreto merita di restare. Anche per il carico storico che porta. Ridurlo a un centro commerciale dell’est mi sembra abbastanza triste e immeritato. Poi dovrebbero spiegarmi questa passione audace per il triangolo e gli spigoli vivi! allucinante! Sembra già pronto per la demolizione come ecomostro. Boh lo trovo abbastanza delirante. Peccato!

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    • Al di là del rendering, che può piacere o no, c’è un equivoco che va chiarito: Piazzale Loreto di fatto è un grosso snodo viabilistico che incredibilmente FUNZIONA! Ci sono piazzali a Milano che si incartano in un batter d’occhio, ad esempio piazzale Lodi. Cosa significa questo? Che nel bene e nel male svolge abbastanza bene una delle sue funzioni, che è quella di smaltire il traffico proveniente da sette vie, delle quali almeno la metà portano verso fuori città. Va bene, si chiama “piazza” e non è un bel vedere, ma stravolgerla rendendola una Piazza con la P maiuscola senza ricordarsi quanto detto sopra mi sembra molto ingenuo. A vedere il rendering sembra che TUTTI i flussi dovranno passare nel tratto dove ha inizio Corso Buenos Aires. Avremo una piazza “bella” circondata da un perenne ingorgo stradale. Molto più di adesso.
      Pensate a Parigi: l’Arco di Trionfo non è anch’esso posto in una mega rotatoria?
      In sintesi cosa voglio dire? Che si faccia qualcosa per migliorare Piazzale Loreto mi trova d’accordo al 100%, ma non si può pensare che le auto siano poche come nel rendering. Purtroppo ho in mente troppi casi in cui per fare una cosa bella si sia creato di fatto qualcosa di brutto. Cito come esempio piazza Buozzi, stravolta negli anni 90, ora più carina ecc ecc, ma con un piccolo problema: da subito aumentò il traffico intorno ad essa, e dopo 25 anni va sempre peggio. Siccome si chiamava piazza ma era rettangolare, hanno pensato di far fare alle auto un giro, perché non sembrava una piazza…
      Spero di essere stato chiaro, mi scuso per la lunghezza.

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      • Guarda che gli studi sui flussi di traffico sono stati fatti e tutti concordano che il futuro assetto della piazza non bloccherà la città come tu (sommo esperto del web laureato all’università della vita?) paventi perché l’hai letto su un post di Facebook. Fidarsi ogni tanto degli esperti e degli ingegneri che hanno studiato i progetti? O quando vai dal medico non segui ciò che ti prescrive ma prendi farmaci a caso perché secondo te è meglio come ti ha detto tuo cugino?

        E comunque a tendere il traffico deve diminuire, non è più sostenibile vivere in una città svincolo autostradale. Ci si può muovere anche in altro modo, non solo con l’auto. È sotto Loreto passano due linee di metro, oltre a tutti i bus, filobus e mezzi che ci sono in zona.

        Rispondi
        • Sappiamo veramente che studi sono stati fatti sul traffico e da chi?

          Onestamente tutti i recenti interventi a Milano (pur utilissimi) han creato disastri colossali sul traffico, da piazza Repubblica a Buenos Aires a Legioni Romane alla via Saint Bon immortalata da Striscia la Notizia.

          Farsi delle domande è quindi più che legittimo

          Rispondi
          • Le uniche due cose certe in tutto questo è che l’amministrazione ha confermato un aumento del 20% del traffico a seguito dea pandemia e che tu di “onesti” studi del traffico non ne hai fatto nemmeno uno.

          • Ma veramente a te sembra che il traffico a Milano in questo periodo sia il 20% in più di prima della pandemia??

            C’è mezza città che lavora in smart working. Non è che vuoi dire che l’uso delle auto è aumentato del 20% rispetto a prima della pandemia?
            (E’ diverso: con meno gente in giro il saldo è comunque negativo e ci sono in giro meno auto che prima della pandemia…)

          • Purtroppo non trovo una notizia scritta ma sono sicuro che Sala questo inverno in un’intervista aveva confermato un aumento del 20% del traffico (sottointeso automobiliatico).

            Sì, per traffico si intende il numero di auto circolanti.

            Non ho fatto io lo studio ma è plausibile ritenere che il drastico calo di utilizzo dei mezzi pubblici (50% più o meno secondo le disposizioni di ATMM aattuate sui mezzi stessi) abbia provocato un aumento del traffico, nonostante il lavoro da casa.

          • Forse Sala intendeva che c’è un aumento del 20% nell’uso dell’auto per gli spostamenti, a causa del Covid.

            Il che ci sta, perchè sui mezzi hai paura di contagiarti e a piedi o in bici non tutti ci vanno.

            Però con gli spostamenti drasticamente ridotti e limitati, questo non si traduce automaticamente in un traffico automobilistico del 20% più alto rispetto a prima (anche perchè altrimenti sarebbe il collasso, cosa che palesemente non c’è)

          • Bisogna che cambiate abitudini anche…

            Non potete continuare per sempre ada andare a fare l’aperitivo alle 17.00 in automobile ma prendere anche i mezzi.

            Il mondo prima o poi doveva cambiare.

            Piazza Loreto era ferma agli schemi automobilistici dagli anni 60.

            Come ah detro anche un ex assessore di destra della giunta Moratti.

            Non è possibile vivere in uno schema di città aurocentrica immobile da 70 anni.

            Fermi agli anni 60 da quando è stata progettata in un mondo diverso uba realtà diversa con esigenze diverse.

            Il mondo cambia e voi dovete forza di cose cambiare con esso.

            Abitudini malsane di mobilità oggi non è più tempo di mantenerle.

            Lo so cambiare è doloroso.

            E usare le gambe sobo piene di acido lattico.

          • Effettivamente, rieggendo il tuo commento e non avendo a disposizione uno scritto su quell’intervista, potrei aver interpretato male le parole di Sala.

        • Rispondo a V. che chiede degli studi di traffico. Cerca su YouTube la diretta di presentazione del progetto, troverai tutto. Parla anche il responsabile degli studi (naturalmente fa parte di un’agenzia qualificata che si occupa di quello: studi di traffico, ebbene esistono e sono interpellate prima di ogni grande progetto come questo).

          Ma se vuoi continuare a credere che siamo in mano a gente che fa cose a caso fai pure. Io non ho velleità di insegnarti che è bene informarsi e approfondire invece che parlare di pancia o per sentimento.

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          • Visti i risultati mi vengono seri dubbi invece e continuo a crederci, sempre che la cosa non ti disturbi, sia chiaro.

  18. il comune cede gratis suolo pubblico. mi dici come ai cittadini padroni verranno
    dati in tasca i 250 milioni? leggete i dati, si perdono mq 500 di verde

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  19. Quindi Sig. Paolo Alfonso Giorgio Calzavara, io ora sono proprietario di un pezzo della rotatoria stradale di Piazzale Loreto? Oppure di una porzione di aiuola spelacchiata spartitraffico? No dimmelo perché vado subito colla sdraio a prendere il sole.

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  20. Bellissimo progetto, una rivoluzione per Loreto!
    Finalmente renderemo l’uso della macchina un ricordo del passato, e ci libereremo di tutti quei SUV rumorosi e che inquinano.
    Non vedo l’ora di poter pedalare con la mia bici tra alberi secolari, mentre rientro a casa dal coworking con in mano la cassetta di frutta del contadino Km0.
    Che gioia, finalmente nuovi negozi dove spendere il mio magro stipendio, che noia i soliti brand esistenti su corso B. Aires, peró che siano low-cost-low-quality-very digital, che avvicinino e creino spazi di identitá culturale e di design, ma plastic-free eh… non facciamo i selvaggi.
    Dopo 10 ore di lavoro, cosparso di autan percorreró il Nuovo Naviglio delle Olimpiadi fino al centro, nel mio monolocale da 1500 euro e mentre schivo i rider del deliveroo che sfrecciano senza regole (poveri loro che sfruttamento indegno!!!) potró gustarmi sul mio nuovo iphone i render della Foresta Verticale che finalmente ha vinto l’ultimo concorso!

    All’improvviso sento un rumore, mi sveglio..sono gli automobilisti arrabbiati, incolonnati dietro al restringimento di carreggiata, piove, é autunno, le auto in seconda fila dopo la scuola non aiutano (ma dove saranno finite le bici..?).. con la metro in sciopero e i taxi tutti occupati tocca bagnarsi..
    meglio se intanto ordino la cena dal giapponese!

    Saluti resilienti
    Giovanni

    P.S. Nessun uramaki é stato maltrattato durante la cena

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  21. COME VENGONO BUTTATI I SOLDI IN LOMBARDIA INVECE DI INVESTIRE SUI TRENI E MOBILITÀ SOSTENIBILE


    Brebemi, per essere realizzata, ha incassato due maxi-prestiti: 820 milioni da Cassa Depositi e Prestiti (controllata dal ministero dell’Economia), e 700 milioni dalla Banca Europea degli Investimenti (con garanzie di Sace, gruppo Cassa Depositi e Prestiti). Non basta, dal cilindro della legge finanziaria (2014) sono saltati fuori 260 milioni (quindici tranche annuali da 20 milioni dal 2017 al 2031). Altri 60 li ha sganciati la Regione. In tutto fanno 320 milioni. “La Brebemi poi – scrivono Roberto Cuda, Damiano Di Simine e Andrea Di Stefano (Edizioni Ambiente, 2015) – è stata realizzata con costi economici assai superiori a quelli previsti inizialmente: 1,6 miliardi di euro circa (che diventano 2,4 se si considerano anche gli oneri finanziari), contro gli 0,7 assunti negli studi di fattibilità (diventati poi 1,2 nel 2005 a valle delle procedure di valutazione ed approvazione del progetto definitivo)”.

    Insomma un pozzo senza fondo gradualmente passato nelle mani di Intesa San Paolo che, a sua volta, l’ha ceduta ad Aleatica. Insomma una quarantina di chilometri in più che vanno ad aggiungersi ai 1.350 controllati dal gruppo Ifm Global Infrastructure Fund in Australia, Sud America, Nord America, Europa. Per la gioia dei fondi pensione di mezzo mondo. In Lombardia – oltre alla direttissima per Cortina – restano i pedaggi salati, da pagare.

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    • Ma lo sperpero di denaro pubblico in opere stradali lo chiamano investimento.

      Se si cerca invece di fare qualcosa a favore di riqualificazione urbana, pedonalizzazioni o mezzi pubblici lo chiamano sperpero di denaro pubblico.

      Solo che le auto ci fanno vivere meno e peggio, e sono in assoluto il peggior modo per spendere soldi pubblici.

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