Milano | Centro Storico – La prima statua dedicata ad una donna: Cristina Trivulzio di Belgiojoso

Da ieri Milano ha la sua prima statua dedicata ad una donna. Infatti in città nessuna delle 121 statue presenti sul territorio urbano è dedicata a una personalità femminile, ad eccezione di soggetti di iconografia religiosa o allegorici.

Lo scultore Giuseppe Bergomi ha restituito la figura di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, intellettuale e protagonista del Risorgimento, della quale quest’anno ricorrono i 150 anni dalla morte. La ricostruzione iconica della statua è stata realizzata sulla base della documentazione iconografica raccolta dalla Fondazione Brivio Sforza.

L’opera è stata posizionata nell’omonima piazza Belgioioso, nel Centro Storico, a due passi dalla Scala e via Manzoni e di fronte al suo palazzo. È descritta da Giuseppe Bergomi, scultore che l’ha realizzata, come “un’immagine antiretorica, che permette di sottolineare un atteggiamento riflessivo, pensieroso ma anche dinamico”.

Cristina di Belgioioso è stata parzialmente dimenticata, ma nell’800 fu famosa in tutta Europa per il suo impegno a favore dell’Unità d’Italia, che la obbligò a fuggire in Francia. Fu a Parigi che iniziò a scrivere e a partecipare al dibattito politico e culturale del tempo. E qui aprì un salotto frequentato dai più noti intellettuali. Ebbe una vita movimentata che la vide attiva anche nella vicenda della Repubblica Romana. Inizialmente repubblicana, approdò poi a una visione unitaria e monarchica dell’Italia.

Eccezion fatta per figure religiose o allegoriche, è la prima raffigurazione di un personaggio storico femminile a trovare il proprio posto nel capoluogo lombardo.

“E’ incredibile – ha commentato il sindaco Sala alla cerimonia d’inaugurazione della statua – che non ci fosse prima di oggi nessuna statua a Milano dedicata a una donna, la prossima sarà dedicata a Margherita Hack”.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi, Ansa

Tag: Piazza Belgioioso, Piazza Belgiojoso, Statua, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, inaugurazione

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34 commenti su “Milano | Centro Storico – La prima statua dedicata ad una donna: Cristina Trivulzio di Belgiojoso”

  1. Trovo encomiabile che il Comune abbia dedicato un monumento a una donna e a Cristina Belgiojoso.
    Trovo, altresì, che la scultura sia notevolmente brutta -ma questo è un parere estetico del tutto personale- che rimanda più a una ballerina spagnola di flamenco, piuttosto che ad un’eroina del Risorgimento italiano. E, nell’insieme, appare più una di quelle “statue viventi”, impersonate da immobili attori all’angolo delle strade che offrono lo spettacolo della perfetta e innaturale rigidità in cambio di qualche monetina. Ma anche questo è un’impressione e un parere estetico del tutto personale.
    Quello che invece è oggettivo, e che l’abito che indossa sia inadatto per foggia e stile all’epoca a cui si riferisce. L’abito (per quanto riguarda la gonna) sembra prendere spunto da uno a balze indossato in occasione di un ritratto fotografico di Cristina negli ultimi anni di vita. Ritratto che quindi, direi, potrebbe essere datato agli ultimi anni ’60 dell’Ottocento, ma, oltre al fatto che la parte superiore del corsetto e le corte maniche a sbuffo sono totalmente in altro stile, la “Cristina” che vi è ritratta (per altro non molto somigliante, a giudicare dai vari ritratti che abbiamo di lei) pare essere molto più giovane e quindi con le sembianze che doveva avere circa trent’anni prima, quando i dettami della moda e lo stile degli abiti erano completamente diversi.
    L’operazione avrebbe a parer mio, meritato, se non una qualità artistica superiore, almeno un più attento esame storico filologico.

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  2. Uomini in piedi , donna seduta . Mi sembra chiaro che siamo sempre bloccati mentalmente. Comunque la posizione stile WC o toilette per signora mi mancava ! ? top .

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      • L’han messa così perchè è “un’immagine antiretorica, che permette di sottolineare un atteggiamento riflessivo, pensieroso ma anche dinamico”.

        Certe volte se gli scultori pensassero meno e si impegnassero di più, farebbero opere migliori 🙂

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        • E’ come se lo scultore fosse frenato dai troppi input, è la prima scultura di donna, non devi rappresentare solo in personaggio ma l’essere donna, trovare il linguaggio giusto per un personaggio che non ha sconfitto eserciti o scoperto nuovi mondi o governato il globo. E poi la fedeltà ai quadri che la raffigurano.

          Con tutte queste idee per la testa, era dura che venisse fuori anche qualcosa di fresco ed immediato ed il risultato a me sembra un incrocio tra il bronzo funebre sulla tomba al Cimitero Monumentale e l’illustrazione di un Trattato Ottocentesco sulle malattie mentali.

          Magari mi sbaglio ed è un capolavoro. Oppure speriamo che rotto il ghiaccio, la prossima su Margherita Hack venga fuori meglio 🙂

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      • Possono metterla sulla sua tomba per farla apparire ancora in vita , ma in città una statua deve essere un oggetto simbolico la funzione è comunicativa non evocativa . Torna a studiare tu . La statua non è brutta è solo fuori posto e totalmente illogica nella sua posizione nel suo piedistallo nella sua scala .

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        • Dunque vediamo… la statua a Cristina BELGIOIOSO si trova in piazza BELGIOIOSO davanti a palazzo BELGIOIOSO….

          eh sì, è proprio fuori posto

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          • Avevamo proprio bisogno di una statua dedicata all’ennesimo aristocratico ottocentesco… Ah scusate, è una donna.
            Allora va bene…quando ci accorgeremo che la storia d’Italia non l’han fatta solo le elite?

          • @ anonimo 15;19:

            ma cosa c’entra con i commenti a cui hai risposto??

            E poi scusa non l’ha mica scelto lei se nascere aristocratica, borghese o popolana…. conta quello che ha fatto.

            Anzi, in quanto aristocratica, poteva fare la bella vita, bere il tè e giocare a bridge con le amiche facendosi servire e riverire, e invece ha abbracciato una causa rimettendoci del suo e finendo anche in esilio. Quindi chapeau e monumento meritatissimo.

            perdonami ma il tuo è proprio un commento da sessantottino della domenica (e fuori tempo massimo).

  3. Osate, e soprattutto fatele più grande come ovunque nel mondo.A Milano hanno paura a fare le cose “grandi” a partire dai grattacieli fino ad arrivare alle statue!

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    • Non è vero che sono tutti uomini.
      Molte non rappresentano persone (Il dito, la mela di Pistoletto, il disco di Pomodoro…)
      Altre commemorano avvenimenti dove di donne ce n’erano eccome (Monumento ai caduti dell’Isola, Piccoli Martiri di Gorla)
      Ci sono le Tre Grazie di Fiume in Piazza Piemonte che non saprei come classificare.
      E poi c’è la statua di Mirò in via Senato (Mere Ubu), che è proprio una donna.

      Il che non vuol dire che quanto a celebrazione di personaggi famosi di sesso femminile si abbondi, ma a partire da Margherita Hack si porrà rimedio.

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        • E’ bizzarro.

          La cosa più strana ancora però a pensarci, è che per iniziare si parta da una aristocratica ottocentesca e da una grande Scienziata contemporanea.

          E’ come se in tanti secoli di storia Milanese (o italiana o mondiale) non ci fossero Donne degne, senza dover andare a pescare dal Risorgimento in poi.
          Ma magari è solo una coincidenza casuale, come – spero – per le statue solo di uomini…

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          • Beh, c’è anche da dire che fino a “qualche anno fa” in Italia le “donne degne” imparavano a gestire la casa, si sposavano e favevano figli… sperando che fossero maschi…

          • Se fosse vero quel che dice Andrea, fino a “qualche anno fa” non c’era Donna alcuna che meritasse una statua.

            Ma oltre ad essere un modo molto maschilista di vedere la Storia, non è nemmeno del tutto vero.

          • Dai su però! Seguite bene il flusso dei commenti!

            Avete citato tutte donne del ‘900 e io ho risposto al commento di Anonimo 11:33…

          • E’ proprio così, per millenni ci sono state pochissime donne, a Milano, in Italia, nel mondo, che non si sono limitate a fare le mogli e le madri. Non c’è nessun complotto, c’è semplicemente stato un mondo patriarcale. Le donne che emergevano a livello sociale erano pochissime, talmente poche rispetto agli uomini che sono state ‘dimenticate’ a livello iconografico. Giusto che ci si accorga del fatto che finora sono sottorappesentate, il rapporto giusto non è 121 a 0. Ma nemmeno 121 a 121, almeno per i secoli passati.

  4. A me questa staua non dispiace (forse anche perchè non sarei stato in grado di cogliere quei particolari che ha ben descritto @Massimo Simini). Mi colpisce invece il basamento che mi appare di colore, materiale e dimensioni completamente avulsi dal contesto (a partire dai ciotoli della pavimentazione sottostante) e che quindi, a mio giudizio, fanno apparire il tutto come un’installazione temporanea, un po’ da “Fuorisalone” per intenderci o addirittura, come diceva qualcuno, da artista di strada. Anche in questo caso mi sfugge qualche dettaglio che andrebe capito o condividete la mia impressione?

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  5. Milano ha 121 statue e fino ad oggi nessuno ha pensato di farlo a una donna?

    Questo è un dato di fatto.

    Possiamo girarla cime ci pare ma un dato di fatto è un dato di fatto…

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    • Con la nuova statua Milano ha 122 statue (escludendo quelle religiose e la Madonnina, chissà perchè)

      Non tutte rappresentano “uomini” (ci sono anche dita, mele, muri, tubi, ago e filo, dischi, fiamme ecc ecc) ma di donne ce n’è una sola.

      La domanda è: quante di queste sculture sono state fatte da Donne? Zero.
      Forse anche questo è un punto da rimettere a posto….

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      • scusa, come “chissà perché”? Non te l’hanno spiegata a scuola la differenza tra un personaggio storico e uno mitologico?

        Lo sai che la maggior parte dei santi più antichi della chiesa non sono mai esistiti, e in molti casi sono rielaborazioni di divinità pagane? (ad esempio San Giorgio).

        Ovvio che le statue della Madonna o di Santa Peppina non contino.

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        • Senza vole entrare in questioni sulla storicità di Maria, tra le 121 statue di Milano ci sono pure le 3 Grazie di Fiume, il Disco di Pomodoro e i “quattro cavalieri dell’apocalisse e il bianco cavallo della pace” ai Giardini Pubblici.

          Son personaggi storici pure quelli?

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