Via Angelo Inganni è una lunga via nel settore occidentale di Milano che percorre i distretti del Lorenteggio e dell’Arzaga, da Piazza Tirana a via Berna-Zurigo. Dedicata al pittore Angelo Inganni, vedutista dell’Ottocento (Brescia, 1807 – Gussago, 1880), che immortalò in una documentazione visiva la Milano del suo tempo.
La via è famosa soprattutto per dare il nome al quartiere che l’attraversa, grazie anche al nome dato alla stazione M1 Inganni, posta alla sua fine e all’incrocio tra le vie Berna, Zurigo e Simone Saint Bon.
La grande arteria venne disegnata e realizzata nei primi anni del Novecento proprio dove il vecchio Comune di Milano e Corpi Santi terminavano e confinavano con quelli di Sella Nuova (Baggio) e di Lorenteggio (Corsico). Qui erano i terreni delle grandi cascine Creta Vecchia e Creta Nuova, Arzaga e Corba, Garegnano Marzo e Garegnanino. Di tutto questo patrimonio agricolo, storia di un millennio, ora non rimane traccia o quasi.
Via Inganni è una bella via dove al centro si trova una grande aiuola alberata lungo tutto il suo percorso. Ai lati si trovano diversi quartieri: partendo dai primi numeri troviamo il fatidico Quartiere del Lorenteggio (1938-1944), le case popolari cruccio di molte amministrazioni e ora sotto la lente della nuova amministrazione che, assieme a Regione Lombardia (proprietaria) ne prevedono una totale rinascita (speriamo).
Dopo qualche metro, troviamo l’altro grande Quartiere IACP Giambellino (1951 – 1955 progetto : Irenio Diotiallevi, Max Pedrini, Camillo Rossetti) via Inganni 52 – 61, via Degli Astri 22 – 26. Formato da 17 edifici posizionati a 45 gradi in rapporto a via Inganni e immersi in gradi spazi verdeggianti.
Particolarmente grazioso, secondo noi, è l’edificio di via Inganni 74-76-78, realizzato negli anni Sessanta nel punto dove via Inganni, dopo Via delle Margherite, si allarga formando una vasta area verde e alberata.
La via, come si vede dalle immagini, è molto ampia e per fortuna ben alberata al centro con la presenza delle lunghe aiuole anche ben tenute (miracolosamente non invase dalle auto parcheggiate selvaggiamente). Peccato che, forse, basterebbero pochi accorgimenti, ad esempio: creare delle ulteriori aiuole frapposte tra le altre dove agli incroci mancano, lasciando spazio a una distesa di asfalto.
Sempre all’interno del Quartiere IACP Giambellino di via Inganni 40, 48, 52, 54 e 64 si trovano le palazzine commerciali dotate di un piano residenziale, per fortuna quasi tutte occupate da negozi di vario genere a servizio del quartiere.
Come abbiamo scritto poco prima, lo spiazzo creato all’incrocio con Via delle Margherite e Via del Passero (non so se avete notato, ma i nomi delle vie in questa zona sono dedicate a Botanica e Ornitologia) è, secondo noi, esageratamente e inutilmente coperto da asfalto. Non sarebbe meglio se lo spazio carrabile fosse giusto l’indispensabile e il resto, pedonale e verdeggiante?
Anche gli enormi marciapiedi, secondo noi, andrebbero rivisti, magari con altre piantumazioni, ridotti di dimensioni dove inutili e magari permettere il parcheggio a lisca di pesce lungo tutto il percorso della via. Così non si avrebbero punti dove il parcheggio sui marciapiedi è consentito.
Insomma, per concludere, via Inganni è, tutto sommato, una bella via alberata e con una forte presenza di verde, ma che andrebbe modificata quanto basta e soprattutto riordinata con marciapiedi adeguati, con alberature, con parcheggi migliori, tutto per una migliore vivibilità.
Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi, Google
Lorenteggio, Via Angelo Inganni, Arzaga, La Creta, Via Inganni, M1 Inganni, Piazza Tirana, via Berna, Via Zurigo
Credo che via Inganni sia così larga e con un ampio giardino in mezzo perchè è un ex tracciato ferroviario?
Mi sembra di aver anche visto delle foto dei treni che trasportavano i feriti della seconda guerra mondiale dalla stazione di San Cristoforo all’Ospedale Militare in via Saint Bon. Magari può essere il tema di uno dei vostri articoli “storici” che sono sempre molto interessanti.
Nella foto 2 si vede una riga continua semicancellata alla sinistra della carreggiata: credo sia un documento storico.
E’ l’ultima traccia del primo intervento viabilistico dell’allora giovanissimo Assessore Maran fresco di nomina alla viabilità, correva il 2011 credo.
La via Inganni venne ristretta spostando la linea di parcheggio delle auto di sinistra e creando una specie di corsia (che forse dove diventare una ciclabile?) su quel lato della carreggiata a sinistra.
L’intervento venne soppresso dopo circa un anno, tra le proteste dei cittadini ma soprattutto degli autisti dell’ATM per gli imbottigliamenti che creava. Ma a parte le curiosità su come eravamo naive a fare le cose dieci anni fa, la domanda è: ma una ciclabile, stavolta studiata in modo intelligente, in via Inganni??
E’ una via talmente larga….
Con i miliardi del PNRR che arriveranno si può fare tutto.
Si può fare questa pista ciclabile che dici tu.
E se ne possono fare altre cento a Milano.
E avanzerebbero la metà dei soldi
Avanti senza paura
Più che i soldi, la tematica interessante è come farla in modo intelligente.
E poi risolvere il fatto che l’ultimo tratto della via è un gigantesco parcheggio di interscambio della metro.
E che a breve anche l’altro estremo della via lo diventerà, appena apre la MM4.
Mamma mia, penso che la piaga di Milano siano questi boomer che utilizzano questa falsa ironia per nascondere la loro arroganza. Quando realizzeranno una ciclabile ben delimitata cosa si aspetta? Che la carreggiata non venga ridotta? O forse vuole che la ciclabile sia segregata nell’aiuola come si faceva erroneamente in era Morattiana?
Il marciapiedi è veramente molto largo su tutta la via, ci puoi lavorare bene e avere la ciclabile delimitata ed anche non uccidere i parcheggi. L’unico problema è la parte terminale della via, che diventa parcheggio di interscambio sia perchè Bisceglie è saturo che perchè si tratta di pendolari “di quartiere” che si avvicinano da zone non servite (e Bisceglie è fuori) e andrebbe pensata una soluzione. Specialmente lato MM4.
Poi cosa centri la Moratti, i boomers e l’ironia lo sa solo L. (che peraltro non mi sembra proprio “fresco di giornata” dal tono 🙂 )
La soluzione al parcheggio di interscambio è la ciclabile stessa.
Perché mai un pendolare “di quartiere” dovrebbe usare la macchina se c’è una ciclabile comoda che in pochi minuti lo porta alla stazione della metro? Il parcheggio di intersambio che dici tu è anacronistico e inutile.
Sicuramente, anche se poi servirebbero tante rastrelliere alle stazioni, che al momento non ci sono. E di cui nessuno ha minimamente lamentato la mancanza quando è stata fatta la ciclabile in Legioni Romane e Saint Bon.
Il che mi fa pensare ci sia basso interesse purtroppo, almeno per ora.
Quel che non manca sono le auto, che poi un giorno piove, un giorno fa freddo, un giorno si muore di caldo, un giorno devi passare al super a far la spesa ai genitori, un giorno è il tuo turno di portare i figli tuoi e del vicino in piscina/palestra/catechismo/nuoto e alla fine qualche macchina si ammucchia alla fermata della metro comunque.
Non dico di incoraggiare il parcheggio a tappeto o di far finta che la bici potrebbe essere una soluzione, ma mettere la testa sotto la sabbia non è mai utile.
La tua argomentazione sembra essere: le ciclabili non servono perché la gente non vuiede le rastrelliere.
Per quanto riguarda le “motivazioni” che hai citato per non usare la bicicletta: col caldo e il freddo la bici funziona comunque (???), se vai a fare la spesa con i tuoi (in macchina) non hai bisogno di raggiungere la metropolitana o parcheggiare in via Inganni, i figli che vanno in palestra li si porta in bici (se ci fosse una ciclabile sicura), così arrivano che il riscaldamento è già stato fatto.
Le tue non sono argomentazioni, sono le classiche scuse da culi pesanti nati ed educati nel periodo di boom della religione dell”automobilismo”.
La ciclabile di Legioni Romane un giorno porterà in centro e vedrai le orde di ciclisti come in Buenos Aires (sì anche in Buenos Aires fa caldo d’estate e freddo d’inverno).
Tanto per cambiare il nostro Andrea fa finta di capire solo quello che vuole.
P.S. In BuenosAires quando piove di ciclisti se ne vedono meno.
@Andrea, sei una persona intelligente, non far finta di non capire!
Stavo solo dicendo che dire che basta fare la ciclabile e poi la gente si avvicina alla metro con la bici anzichè con la macchina! Questo è bellissimo come idea, ma bisogna guardare in faccia alla realtà: non succede se non in maniera limitata. Altrimenti vedresti la gente con la bava alla bocca a chiedere rastrelliere come la vedi quando cancellano i posti auto.
Quanto al resto, io non voglio difendere niente e nessuno o tantomeno accampare scuse da “culo pesante”. Sono un boomer vero: ho comprato il mio bel box (doppio), abito in una bella casa con la metro sotto casa ,ho i soldi per il taxi e a piedi vado dappertutto. Non son di certo i “boomer” che tutte le mattine cercano disperatamente un posto auto vicino alla metro, corrono in ufficio e tornano di fretta per portare i figli chissà dove e impazziscono nel traffico….già dato! La vita va avanti.
Ma se vedo gente che lascia la macchina alle fermate della metro cerco di pormi la domanda di perchè e come si può fare per minimizzarne numero e impatto sulla zona…. In fondo è un luogo di discussione questo, e in teoria è fatto per discutere, non per appioppare patenti di “culo pesante” ecc ecc
Lo spazio va tolto alle auto, non ai pedoni. Il cenno alla Moratti è legato alle ciclabili inutili che la sua giunta ha disegnato in mezzo a delle aiuole, segregando chi decide di spostarsi in un modo alternativo all’auto. Inganni è un quartiere servito dalla M1 e tra pochi anni dalla M4, davvero ci vogliono così tanti parcheggi? Io non credo. Comunque, essendo nato negli anni ’90 non credo di poter essere considerato un boomer.
Sulla progettazione delle ciclabili si son fatti passi avanti giganti. In effetti le prime, ricordo quelle in via Dezza erano proprio nelle aiuole ma risalgono addirittura a quando era sindaco Pillitteri(!), ossia 35 anni fa 🙂
Comunque anche di recente le ciclabili sono state pensate in mezzo alle aiuole e segregando le bici, ad esempio in Corso Sempione il che dimostra che piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Le ciclabili nelle aiuole si fanno ancora adesso se non ci sono alternative più intelligenti, vedasi Corso Sempione 🙂 🙂
E quindi mai sei un ometto, dai
ormai, sorry
In realtà le alternative ci sono, infatti la ciclabile di c.so Sempione è stata criticata da più parti.
Nell’articolo manca un’importante dettaglio, nel P. U. M. S (piano urbano mobilità sostenibile) 2015-2025, sullo spartitraffico di Via Inganni, è prevista una Metrotranvia. Si tratta della nuova linea San Cristoforo Fs-M4-Inganni M1-Ospedale San Carlo; San Siro Stadio M5; Lampugnano M1; Viale Certosa Tram 14; e Certosa FS. Vediamo di potenziare alla svelta i trasporti su rotaia e corsia preferenziale, che da parte di un Sindaco “Verde” sarebbe veramente il minimo. Ricordo che le piante sul percorso del Tram, si possono spostare con apposite macchine anche di pochi metri. Vanno bene le piste ciclabili, ma il grosso degli utenti ha bisogno di alternative all’auto come gli ecologici Tram, la cui rete va ampliata in tempi celeri. Ps: Non mi pare che le rastrelliere del bike-sharing in Via Inganni siano particolarmente utilizzate dai rari utenti, sicuri che sia una scelta vincente di mobilità?
D’accordo con te al 100% sil trasporto pubblico e le linee di tram.
Tra l’altro si possono spostare facilmente le stazioni di bikesharing.
Non c’è contraddizione
Non sapevo di un programma che prevede la creazione di una linea del tram S.Cristoforo-Certosa.
Sarebbe veramente un’ottima cosa, visto che in zona manca totalmente un collegamento nord-sud veloce ed efficace.