Milano | Tre Torri – Il Parco di CityLife, non vince ma rimane tra i migliori

Dopo la città di Beringen in Belgio nel 2020, Nantes in Francia vince la seconda edizione dell’European Green Cities Award, organizzato dalla European Nurserystock Association (ENA) nell’ambito del progetto promozionale “Green Cities Europe“.

Purtroppo, il Parco di CityLife che era stato candidato come parco italiano per la corsa al “Green Cities Awards”, non ce l’ha fatta.

Così il parco di Citylife, anche se non ha vinto, ha comunque superato la Bam di Porta Nuova e il Real Bosco di Capodimonte a Napoli, ed è entrato così tra i 13 migliori parchi finalisti da altrettanti Paesi. È la prima volta che l’Italia partecipa al concorso, giunto alla seconda edizione, pensato per valutare l’area che meglio interpreta il verde urbano, conciliando le esigenze ambientali e di integrazione sociale con i processi di rigenerazione urbana e urbanizzazione.

Parco che forse meriterebbe una dedica ad una personalità importante e italiana come: Marco Simoncelli, Mariangela Melato, Rita Levi Montalcini o Enzo Jannacci, per citarne alcuni.

Ricordiamo che il quartiere di CityLife è uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana in Europa, che copre un’area totale di 366.000 metri quadrati. Il piano di trasformazione ha previsto un mix articolato ed equilibrato di funzioni pubbliche e private, tra cui residenziali, uffici, negozi, servizi, aree verdi e spazi pubblici.

A seguito dell’inaugurazione del nuovo polo fieristico di Rho-Pero nel 2005, la vecchia area espositiva nel centro della città doveva essere riqualificata. Tra il 2007 e il 2008 è stato realizzato un importante progetto di demolizione e bonifica dei venti padiglioni espositivi. Un accurato progetto di tutela e recupero ha permesso la perfetta integrazione delle zone residenziali, degli asili nido a impatto zero, degli orti urbani, di una delle aree pedonali più grandi di Milano e del parco di 170.000 mq (cuore del progetto).

Il parco di CityLife è uno dei massimi esempi di rigenerazione urbana in cui si fondono perfettamente elementi fondamentali della vita cittadina. CityLife si è posta tre obiettivi principali: 1) creare la più grande area pedonale di Milano e una delle più grandi d’Europa, limitando la sosta e la circolazione delle auto ai piani interrati, 2) dimezzare la volumetria totale rispetto agli edifici presenti prima il progetto e 3) realizzare il terzo parco più grande della città di Milano.

Il parco ricrea il microcosmo della città e del suo territorio con un susseguirsi di ambienti e situazioni che richiamano le peculiarità della Lombardia in cui convergono due aspetti contrastanti del carattere fisico della regione: la montagna e la pianura. Dal punto di vista funzionale, il progetto mira a massimizzare la fruibilità di uno spazio pubblico senza precedenti, dotando Milano di un parco dal moderno concept ecologico. L’ampia varietà di ambienti ha lo scopo di favorire l’interazione sociale, la camminata e la contemplazione da parte di chi visita il parco.

Qui di seguito l’area ancora da completare e in fase di completamento.

Ricordiamo che all’interno del parco sono state realizzate diverse opere artistiche di arte moderna e contemporanea e ne sono in fase di realizzazione altrettante, come queste qui di seguito: una di Mario Airò e una di Alfredo Jaar.

Qui di seguito le immagini dell’area di viale Duilio e quella per il cantiere dell’ultimo tassello edile del Portico o CityWave di BIG-Bjarke.

Nel quartiere c’è anche il cantiere per le nuove Residenze Libeskin, giuste ormai al tetto.

Altre due immagini del quartiere con la piazza Alberto Burri e piazza Tre Torri Allestita per le feste di Natale.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi

CityLife, Fiera, Tre Torri, viale Duilio, viale Boezio, viale Cassiodoro, viale Berengario, Palazzo delle Scintille, Velodromo Vigorelli, piazza VI Febbraio, BIG-Bjarke, piazza Alberto Burri

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

37 commenti su “Milano | Tre Torri – Il Parco di CityLife, non vince ma rimane tra i migliori”

    • Gino Strada non va bene, bisogna ribilanciare le dediche a Milano, le donne son troppo poche.

      La logica vorrebbe Zaha Hadid, ma in quanto straniera non so quante chance possa avere….

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  1. Chiuso da rete pollaio… per non parlare ai primi tempi quando chiudevano il pollaio e non si riusciva come raggiungere la fermata della MM5… lavori ItaGlian style!

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  2. Ricordiamo anche che era un progetto vinto da Ligresti con la giunta Albertini che aveva stravolto tutti gli indici di edificabilità della zona.
    Ricordiamo che doveva essere pronte nel 2015 per Expo e alle soglie del ’22 ancora non lo è.
    Ricordiamo che tanti che avevano comprato case sulla carta a >€10k x mq hanno rinunciato e fatto causa al costruttore per inadempimento contrattuale
    Ricordiamo che finanziariamente è stata un’operazione totalmente fallimentare con i due magiori azionisti, Allianz e Generali, che hanno dovuto rilevare i due palazzi principali per evitare il default.
    Sicuramente meglio ora (o sarà meglio quando sarà completato tra due anni) che un’area fieristica abbandonata. Portarlo in girà però come un caso di successo però proprio no…
    PS sono curioso di vedere tra un paio di anni il centro commerciale e il multisale che fine faranno…

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  3. Alla Montalcini dedicheranno una via a Mind. Concordo che il termine parco è generoso. È un luogo bellissimo, ma parco non è, altrimenti un vialetto pedonale con 2 aiuole intorno diventa un giardino o parchetto.

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  4. Io vedo solo qualche albero e dei prati messi per coprire il cemento.
    Comunque il grattacielo e i palazzi Libeskind sono di una rara bruttezza.

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  5. Il nuovo Piano Aria Clima di Milano

    Arrivare a un punto in cui in città ci sono solo pedoni, bici e tpl”

    “Tra le nuove linee di indirizzo del piano ci sono ad esempio l’anticipo dei tempi per la ‘città a 30’ o i servizi della città a 24h ovvero tutto quello che rimanda al sindaco della notte”, ha spiegato Grandi. “Il fine ultimo del piano aria clima è la città ciclopedonale: si pensa che si debba arrivare a un punto in cui in città ci sono solo pedoni, le bici e tpl. Gli altri veicoli non fanno parte del piano. Anche le azioni che erano attinenti alla mobilità elettrica non sono state assunte, perché non è uno strumento su cui lavora il piano aria clima”, ha aggiunto l’assessore.

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