"Anche le città hanno una voce" | Segnalazioni, bellezze, architettura, storia e altre curiosità urbane.

Milano | Porta Vercellina – Cantiere Policlinico via Dezza: dicembre 2021

Come abbiamo visto qualche settimana fa, si è cominciato a “spacchettare” dalle impalcature il cantiere per il sopralzo e riqualificazione dell’edificio all’interno della Casa di Cura del Policlinico in via Dezza 48 a Porta Vercellina

Lo Studio Marzorati Architettura ha progettato, assieme allo studio di ingegneria Stefano Rossi, l’ampliamento di due piani dell’edificio anni Venti e Trenta della Casa di Cura.

Qui sotto le immagini del cantiere da Via Caprera.

Mentre qui di seguito le immagini della parte costruita sopra il vecchio edificio costruito nel 1924. Soluzione che troviamo decisamente impattante, ma che distingue ciò che era originario da ciò che è stato aggiunto.

L’Intervento continua ad sollecitare gli animi di molta gente, non proprio soddisfatta della scelta stilistica applicata.

Ricordiamo che in molti hanno cominciato a chiamare l’intervento la zuppa inglese, per via dei colori scelti. Ciò è avvenuto grazie anche alla pagina Instagram architerror (pagina che raccoglie architetture alquanto discutibili, sempre secondo gli autori).

L’antico edificio, prossimo a compiere un secolo di vita, è stato sapientemente e meticolosamente restaurato, comprese le graziose decorazioni a graffito.

Ricordiamo che l’edificio originario, un tempo una palazzina separata dal contesto, venne edificata nel 1924 da Erminio Alberti in stile eclettico. Lo stesso architetto della Casa di San Giuseppe in via Caravaggio 10 e realizzata nello stesso periodo. Palazzina che venne sopralzata di un piano nel dopoguerra e applicata sulla destra, verso via Caprera, con un edificio moderno.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi

Porta Vercellina, Via Dezza, Cantiere, Sopralzo, Casa di Cura del Policlinico




Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


36 thoughts on “Milano | Porta Vercellina – Cantiere Policlinico via Dezza: dicembre 2021

  1. Enrico

    Mi chiedo in quale paese occidentale ammetterebbero mai un tale scempio. Ho visto interventi in Germania ma quelli erano decisamente più fini questa è speculazione pura che rovina l’estetica di una città. Assurdo.

  2. Anonimo

    Io ci metterei la scultura di una gigantesca ciliegia in cima.

    Sarà iconoclasta, ma non di sola tristezza e grigiume vive l’uomo.

      1. G.

        Almeno l’intervento “Campari” prevede un edificio staccato da quello originale e in linea a livello architettonico (facciata in mattoni come l’edificio esistente).
        Questo intervento invece è discutibile sia dal punto di vista estetico sia da quello statico.

        1. Istvan

          Agghiacciante: l’hotel Demidoff di via Plinio nero, il palazzo Disneyland di Buenos Aires 25, la clinica di via Dezza: questo sarebbe il paesaggio, bene pubblico della nuova Milano di Beppe Sala? E Milano sarebbe il modello di sviluppo dell’Italia? Rido per non piangere.

  3. Anonimo

    A parte l’estetica orribile, un non ingegnere o architetto come me si chiede se per tali sopralzi si faccia un consolidamento preventivo dell’edificio originario o ci si fidi della sua solidità e suo sovradimensionamento originale. Domanda sempliciotta, grazie.

  4. Anonimo

    Perchè restaurare finemente la parte antica per poi struprarla con un sopralzo multistrato? Tanto valeva demolire tutto e fare un edificio ex novo. No?

  5. Anonimo

    Solo bestemmie alla visione di questo scempio.

    LA SOVRINTENDENZA DOVE C*ZZO E’?

    ah già, loro si occupano di salvare i muretti sotterratti del 1940… miserabili! indegni e inetti!

    1. S

      Forse dovresti informarti (tu come tantissiminaltri qua) su cosa effettivamente si occupi di fare la soprintendenza prima di citarla a caso.

        1. V.

          “L’Impiegato imboscato della Soprintendenza” non ha torto.

          In questo caso avrebbe dovuto intervenire preventivamente la Commissione Paesaggio.

          Commissione che ormai non si cita più nemmeno nei commenti di un blog, tanto….

  6. Anonimo

    un palazzo splendido stuprato… da impiccare chiunque abbia progettato e chiunque abbia avvallato questa porcata. vergogna!!!!

  7. Francesco De Collibus

    In genere sono nemico dei sottotetti, dei sopralzi, etc. Però credo che la soluzione debba essere valutata nella sua interezza, solo quando l’intero edificio sarà stato spacchettato, compresa la parte curva all’angolo

  8. Amedeo

    Bene per il restauro, orrore assoluto per questa aggiunta brutta da palazzinaro di periferia. Mi auguro che per qualche fortuna questa aggiunta ritorni nell’oscurità da cui è emersa e, soprattutto, che si cambino una volta per tutta i regolamenti generali a riguardo, per evitare che Milano continui a rovinare il suo meraviglioso patrimonio architettonico di inizio Novecento!!

  9. Marshall

    Quando si tratta di ospedali sembra che ogni bruttura sia autorizzabile. In nome di un presunto interesse pubblico superiore si dimentica che anche la bellezza concorre alla salute mentale e fisica dei cittadini e, in particolare, degli ammalati e di quelli che li assistono
    Eppure c’è lì davanti la Ca Granda di Filarete, Solari e Richini a ricordare che già mezzo millennio fa si dava per scontato che l’architettura ospedaliera può e deve essere anche “bella”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.