Lo studio Atelier(s) Alfonso Femia firma la riqualificazione dell’edificio residenziale anni Cinquanta di via Balilla 4 al Gentilino, nel distretto di Porta ticinese a Milano.
Il ridisegno dell’edificio risulta moderno e allegro. La facciata è stata ricoperta da piastrelle in ceramica a rilievo piramidale disposto in modo irregolare, quasi un richiamo alle piastrelle del grande Gio Ponti. Sono stati modificati i poggioli e raggruppati con una griglia a bacchette che sovrasta anche l’edificio di 4 piani (più il piano rialzato).
Ridisegnata anche la cancellata d’ingresso marcata da una bella scritta elaborata in metallo (in precedenza esisteva già una scritta sul cancello). L’edificio sarà uno studentato e avrà anche mini appartamenti in affitto, non essendo troppo lontani dal Campus della Bocconi.
Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi; Google
Porta Ticinese, Gentilino, Atelier(s) Alfonso Femia, via Balilla, Via Tabacchi
Che orrore! Da elegante a sgraziato. Altro intervento che peggiora l’esistente e dichiara che non siamo più capaci . Poveri noi !
Un blocco di cemento grigio lo consideri elegante?
Complimenti, ennesima occasione su questo blog di starsene zitti
E’ invece un intervento molto bello. Una via di mezzo a mio parere ben fatta tra la demolizione e il cappotto “stile geometra” del bonus 100%
Ok, allora avranno sicuramente un aspetto più piacevole una volta cresciuta l’edera
Si. Ma nel frattempo è “meglio di prima”.
Che è il motto triste della Milano scintillante di questi anni…
Un intervento molto bello e ispirato
Ma gli architetti a Milano con un senso di stile ci sono?
Addirittura foderato di piastrelle verdi?
Ma dove cazzo vivo? A Milano !
Assolutamente sgraziato !
Un bell’intervento migliorativo su una palazzina anonima. Molto eleganti le piastrelle a diamante. Fossero tutti così.
Sembra la casa di Fantozzi
Sicuramente gli appartamenti saranno affittati a canoni strozzini, ma l’intervento è molto originale anche se richiama fin troppo la sua ispirazione agli anni ’50. Sicuramente meglio di un anonimo cappotto intonacato di grigio
Un bell’intervento migliorativo. Fossero tutti così.
Meglio prima.
Ora sembra una facciata anni 70
Bell’intervento, curato. Anche se personalmente non mi piacciono quelle strutture metalliche che vanno a circondare é idealmente delimitare lo spazio dei balconi. Hanno una funzionalità?
Ci fai crescere l’edera su
Si e poi i vicini di casa te la tagliano perché gli togli senza titolo la visuale!
Siamo passati dagli anni 50 ai 70, non mi dispiace, ma fa molto strano che sia stato fatto del 2022 questo intervento.
ho pensato esattamente la stessa cosa! 🙂
Sicuramente meglio di prima!
Certo, effetto un po’ rétro, ma magari volutamente.
Si integra bene con il contesto.
Quando osservo i progetti degli architetti di “grido” che oggi fanno il landscape di “firma” a Milano mi chiedo sempre quale sia il limite di confine tra il copia e incolla di dettagli architettonici che si ripetono sempre uguali indipendentemente dall’identità del progetto (contesto, scope of work, Genius loci,etc .) E il giusto riconoscimento della griffe di alta moda che firma il progetto. Se quest’ultima toglie spazio alla capacità di innovarsi per rimanere riconoscibile o peggio ancora, segue la logica del minimo sforzo e massima resa, dico che non è Architettura ma Speculazione. Purtroppo di innovazione io non ne vedo e nemmeno di studio di inserimento armonico con il contesto.
Finalmente qualcuno che si ricorda che esistono anche le piastrelle come rivestimento per le facciate e non solo l’intonaco grigio o beige.
Mi lascia perplesso la qualità del lavoro; da alcuni scatti sembra molto approssimativo, specie sulle tinteggiature.
D’accordissimo. L’intervento è patetico, lo poteva fare un buon geometra negli anni ’70 (…primi anni ’70, poi sarebbe sembrato un po’ demodé). Ma vale la pena fare un articolo per un intervento del genere?!?