Milano | Fiera – Nuove sculture nel parco di CityLife

Il primo aprile 2022 si è tenuta l’ennesima cerimonia che ha svelato altre tre sculture istallate nel parco di CityLife. Parco che torna a sbocciare in questa primavera con una nuova sezione che lentamente sarà ampliata nei prossimi mesi verso viale Duilio.

Le nuove sculture-istallazioni fanno parte di ArtLine Milano – Parco d’Arte Contemporanea, progetto di arte pubblica promosso dal Comune di Milano che, dal 2020, vede il Parco di CityLife ai piedi delle tre torri arricchirsi di opere d’arte.

Si tratta di “Atrio dello sguardo sul futuro” di Mario Airò, “Padiglione Rosso” di Alfredo Jaar e “Guardiane” di Kiki Smith.  Le tre nuove sculture si aggiungono alle prime noveopere già installate nel parco. Altre sette seguiranno una volta ultimato il parco.

Infatti si aggiungono alle opere di Riccardo Benassi, Judith Hopf, Maurizio Nannucci, Adrian Paci, Ornaghi & Prestinari, Wilfredo Prieto, Matteo Rubbi, Pascale Marthine Tayou e Serena Vestrucci; prossimamente, invece, sarà la volta delle opere di Rossella Biscotti, Elisabetta Benassi, Jeremy Deller, Shilpa Gupta, Adelita Husni-Bey, Liliana Moro, Otobong Nkanga. Una è già in fase di realizzazione, quella di Jeremy Deller, seguiranno poi altre inaugurazioni che porteranno le opere ad essere una ventina.

Kiki Smith con “Guardiane”

Guardiane di Kiki Smith (Norimberga, 1954) presenta due sculture in bronzo, raffiguranti due gatte, collocate a breve distanza l’una dall’altra.

Queste gatte sono due benevoli protettori a guardia del quartiere” sottolinea Kiki Smith, “I gatti sono mistici compagni che ci donano gioia e conforto. Questi animali sacri, come molte altre creature viventi, sono oggi percepiti come un peso nelle città moderne. Abbandonati per motivi sociali ed economici, sono lasciati senza cure ed esposti a malattie. Spesso i loro organi riproduttivi sono distrutti per nostra comodità. Così come la perdita di varietà del mondo vegetale, anche la diversità genetica degli animali si va assottigliando. La mia opera per CityLife (Artline) si ispira ai gatti che vivono nel fossato del Castello Sforzesco”.

Mario Airò con “Atrio dello sguardo sul futuro

Atrio dello sguardo sul futuro di Mario Airò (Pavia, 1961) è scultura ipogea, sormontata da una cupola esterna realizzata in bronzo e ispirata dal cosiddetto “fegato di Piacenza” o “fegato etrusco” (risalente al II-I secolo a.C.). L’artista rovesciando il modo tradizionale di intendere questo oggetto divinatorio lo propone allo spettatore come un soffitto che va a coincidere con la volta celeste.

“Atrio dello sguardo sul futuro è un’installazione ambientale ispirata alla vocazione «ambientale/spazialista» dell’arte d’avanguardia milanese”, spiega Mario Airò. “Prende spunto dal fegato di Piacenza, un piccolo bronzo tardo-etrusco, che fungeva da mappa per la lettura delle interiora dell’animale sacrificale. Alle varie parti del fegato e alle sue protuberanze è sovrapposta una mappa celeste, in modo da attribuire le manifestazioni presenti in esso all’influsso di questa o quest’altra divinità. L’Aruspice poteva così leggere i segni e i presagi per il futuro.  L’idea era di accostare questa radice ancestrale, un po’ ctonia, a un luogo caratterizzato soprattutto dallo slancio verticale delle Tre Torri”.

Alfredo Jaar con “Padiglione Rosso

Padiglione Rosso di Alfredo Jaar (Santiago del Cile, 1956) accoglie il visitatore all’interno di uno spazio perfettamente cubico che offre una visione alternativa del contesto di CityLife. Attraverso una grande vetrata rossa, l’artista ci invita a riflettere attraverso l’immagine trasformata della realtà circostante.

Padiglione Rosso è una cornice che riporta CityLife da una scala gigantesca a una più umana”, racconta Alfredo Jaar,una semplice cornice che regala all’osservatore una visione complessiva e la possibilità di avere tutto sotto controllo. Padiglione Rosso offre uno spazio di silenzio, di meditazione, di pensiero. Uno spazio per pensare allo stato della cultura e della finanza del mondo contemporaneo. Uno spazio per pensare allo stato della cultura e della politica del mondo contemporaneo. Padiglione Rosso è uno spazio di resistenza, uno spazio di speranza”.

La progettazione architettonica dell’opera è stata eseguita da AOUMM. 

Qui di seguito alcune immagini dal cantiere per l’estensione del parco pubblico. La parte dove si trovano le sculture è già stata aperta, ma rimane ancora una grande porzione che si estende sino a viale Duilio.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Alberto Fanelli per artribune.com

CityLife, Fiera, Tre Torri, viale Duilio, viale Boezio, viale Cassiodoro, viale Berengario, Palazzo delle Scintille, Velodromo Vigorelli, piazza VI Febbraio, BIG-Bjarke, via Spinola, Daniel Libeskind, Residenze Libeskind, Artline

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

14 commenti su “Milano | Fiera – Nuove sculture nel parco di CityLife”

  1. Bella recensione, grazie. Io pero’ temo che i nuovi padiglioni vengano deturpati in men che non si dica da graffitari e vandali, specie all’interno, nascosti da guardie privati o simili…

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    • Quando non ti salterà fuori all’improvviso qualcuno con un coltello per rubarti il cellulare o altro quando stai tranquillamente passeggiando nel vialetto

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  2. Allora in questa nuova infornata troviamo:

    I gatti mistici animali sacri a fare i custodi.

    Il fegato etrusco appeso al soffitto per leggere i segni e i presagi per il futuro.

    Il Padiglione Rosso che offre uno spazio di silenzio, di meditazione, di pensiero.

    Direi che adesso mancano solo lo Spazio Aromaterapia e la copia della Bocca della Verità e poi abbiamo fatto tombola col misticismo di risulta? 🙂

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    • No, in questa nuova infornata su urbanfile troviamo le solite critiche di milanesi perennemente insoddisfatti, anche quando le cose cambiano in meglio, perché non hanno altro da fare. E a quanto pare si intendono anche di arte contemporanea oltre che di rigenerazione urbana

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  3. Ma sono obbligatori i commenti da anziani acidi che concepiscono solo l’esistenza di madonne con bambino?

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  4. È assodato che a Milano lasciare uno spazio semplicemente vuoto, libero insomma dove possa “circolare l’aria” è impensabile.

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    • Il Piazza Gino Valle “circola” tutta l’aria che vuoi…

      (circola solo quella però, è il più colossale flop de secolo 🙂 )

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