Milano | Certosa Musocco – Borgo di Marcido: Un po’ di storia, Petrarca e una piccola riqualificazione

Devo dire che mi piace molto ricostruire e cercare di ricordare con foto e storia luoghi milanesi che per la maggior parte della gente non hanno significato o che non conoscono, compresi sicuramente gli abitanti delle case che li circondano. Uno di questi è l’antico borgo di Marcido, parte della “frazione” di Garegnano a sua volta all’interno del comune poi soppresso nel 1923, di Musocco.

Anzitutto due informazioni riguardo Garegnano Marcido: venne nominata per la prima volta nel 1346. Nel 1349 fu fondata la Certosa, posta alcune centinaia di metri ad ovest del borgo, e che divenne ben presto l’ente proprietario del comune.

Nell’ambito della suddivisione del territorio milanese in pievi, Garegnano apparteneva alla Pieve di Trenno, e confinava a nord con Musocco, ad est con Villapizzone, a sud con Boldinasco e ad ovest con Trenno. Nel 1771 contava 616 anime. In età napoleonica, dal 1809 al 1816, Garegnano Marcido fu annessa a Milano, recuperando l’autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.

All’unità d’Italia il paese contava ancora 614 abitanti. Nel 1869 Garegnano fu aggregata a Musocco, comune a sua volta annesso a Milano nel 1923.

Attualmente il territorio di Garegnano è compreso nell’estesa periferia milanese: l’area è stata trasformata dalla costruzione del Cimitero di Musocco nel 1895, raggiunto dall’ampio viale Certosa, e dall’Autostrada dei Laghi, che lambisce la meravigliosa Certosa.

Anticamente il borgo era diviso in due parti: Garegnano Corbellario dove trovava sede la Certosa, con alcuni cascinali tra cui la cascina Torchiera, ancora esistente (sita in piazzale Cimitero Maggiore) e Garegnano Marcido dove sorgeva il borgo vero e proprio con la vecchia parrocchiale dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano, una chiesetta di campagna sita all’incirca dove oggi si trova l’edicola con la madonna (chiesetta scomparsa da così tanto tempo che se n’è ormai perso memoria). Attorno si estendevano zone non coltivabili, boschi e brughiere, tra cui il famoso bosco della Merlata. La zona era coltivata a vite, segale, frumento, miglio. Inoltre si trovavano numerose marcite, da qui il nome, fontanili e un piccolo fiume il Nirone che giungeva sino al cuore di Milano.

Dopo aver visto la parte storica di Musocco, questa volta vi portiamo in Via Barnaba Oriani, dedicata a Barnaba Oriani (Milano, 17 luglio 1752 – Milano, 12 novembre 1832), un matematico e astronomo italiano. Ebbe un ruolo importante per l’osservatorio astronomico di Brera con studi sulle orbite di Giove, di Saturno e anche di Urano, appena scoperto da William Herschel; si occupò anche della formazione di nuovi astronomi come Carlini, Plana, Mossottie Frisiani. Amico di Giuseppe Piazzi, studiò anche l’orbita di Cerere. Considerato il principale scienziato di Milano, nel 1796 ebbe inizialmente alcuni screzi con la nuova amministrazione francese, ma ottenne in seguito onorificenze e riconoscimenti.

Nella via a lui dedicata vi era la sua abitazione (all’incirca dove oggi si trova il civico 33) che gli permise di studiare presso la Certosa, per poi passare a Milano, presso le scuole Arcimbolde dei Barnabiti.

La via Barnaba Oriani segue l’antico percorso della strada che univa la certosa con la via Varesina che giungeva dalla Cagnola e portava a Musocco.

Garegnano Marcido e il Petrarca.

Durante il suo soggiorno milanese, al servizio dei Visconti (1353- 1361), il famoso scrittore, poeta e filosofo Francesco Petrarca, spesso si recava da queste parti per trovare pace e tranquillità.

La certosa milanese di Garegnano, che fu fondata il 19 settembre 1349 da Giovanni Visconti, Vescovo ed al tempo stesso Signore della città, nell’estate del 1357 ebbe l’onore di ospitare il Petrarca. Il grande poeta soggiornò a Milano fino al 1361 anno in cui fuggì dal capoluogo lombardo a causa della grande pestilenza in corso in quel tempo.

Il come vuole la tradizione, il Petrarca si recava dai certosini ogni settimana, ed ebbe modo di definire la Certosa di Milano “bella e nobile“. La stima nei confronti dei certosini era ricambiata, poiché le opere succitate del Petrarca, erano molto diffuse nelle ricchissime biblioteche delle certose.

Il fascino del luogo di Garegnano colpì Petrarca così profondamente che più volte la citò nei suoi scritti, come nell’esempio che qui riportiamo:

“Mi son recato in un rifugio amenissimo e saluberrimo. Lo chiamano Garegnano, dista 3000 passi, come affermano, dalla stessa città, luogo elevato nella pianura e cinto da ogni parte da fonti modeste e limpide e tanto soavemente intersecanti e fluenti che a fatica si riesce a capire da dove vengono e dove siano dirette: tale è il modo in cui scorrono insieme e divergono e di nuovo s’incontrano in un solo alveo.

Qui abbondano i piaceri della campagna: frutti degli alberi, fiori dei prati, pesciolini nelle fonti, anatroccoli nei ruscelli, uccellini nei nidi, ricci nei campi e poi leprotti, caprioli e piccoli cinghiali, tutti nei modesti vicini di casa. Qui ha sede una Certosa, nuova e bella: avevo stabilito di inserirmi entro la clausura di questo cenobio, se non avessi temuto di offendere essi in qualche modo con la mia presenza; ma pensando di non poter stare senza cavalli, né servi, secondo il tenore della mia vita, ho avuto paura che l’intemperanza e lo schiamazzare dei servi ostacolassero il religioso silenzio. Così ho preferito una dimora vicino a loro per poter partecipare alle loro devozioni e non recare disturbo”.

Qui di seguito la parte di Garegnano Marcido con le antiche cascine distribuite sul lato pari di via Barnaba Oriani, dove alcune sono in rovina e altre sono state recuperate. Il vecchio nucleo di Marcido è “abbracciato” dalla via Trapani. Sarebbe fantastico che venissero recuperate quanto prima, anche a memoria del passato contadino della zona.

Proseguendo verso il cavalcavia del Ghisallo, la via si allarga con un “giardino” davanti al complesso residenziale dei civici 55 e 59. Edifici realizzati tra la fine degli anni Novanta e i primi anni 2000, dove erano previsti degli spazi commerciali ora chiusi o trasformati in altro.

La zona è sempre stata caratterizzata da una forte presenza logistica e industriale. Ancora oggi a nord del nucleo antico di Marcido si trova una vasta area da anni di proprietà dell’immobiliare Sanitaria Ceschina & C. SpA. Area ex industriale e dove addirittura, sino agli anni Sessanta vi era ancora una serie di binari compreso quello che scendeva sino al Portello dell’AlfaRomeo. Ancora oggi l’area è un vasto lotto abbandonato che si estende sino a Via Angelo Brunetti. Qualche anno fa una società pensò bene di trasformarlo in “arena” per i concerti dal vivo, naturalmente non se ne fece più nulla. Per anni fu area fortemente degradata, una discarica a cielo aperto, ora la situazione pare sotto controllo. Sarebbe bello venisse realizzato un grande parco, ma temiamo non sia cosa facile.

Qui due mappe dove si può notare la presenza dei binari ferroviari che penetravano nel quartiere e portavano la merce nell’area industriale dell’Alfa Romeo al Portello.

A conferma, in via Gallarate 55 possiamo ancora vedere la presenza dei vecchi binari all’interno del cortile del complesso residenziale.

Veniamo ora ai giorni d’oggi e al cantiere in Via Barnaba Oriani, dove finalmente il Comune ha deciso di realizzare il mancante marciapiede.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Fonte: Milano. La città dei 70 borghi di Roberto Schena; “Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991

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4 commenti su “Milano | Certosa Musocco – Borgo di Marcido: Un po’ di storia, Petrarca e una piccola riqualificazione”

  1. Peccato che non facciano un parco nella grande area della Ceschina.

    Ma è area edificabile?

    Potrebbero fare il parco come scomputo oneri di urbanizzazione accessibile anche da via barnaba oriani.

    Diventerebbe il centro del quartiere.

    Tra l’altro tutta la zona sarà interessata dalle riqualificazioni del progetto Certosa District e un parco significativo ricucirebbe strade tra loro divise andando a rimodellare proprio tutta la conformazione di quello che adesso è un quartiere non quartiere.

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  2. Segnalo alcune inesattezze, l’Astronomo Barnaba Oriani visse per parecchio tempo in una cascina davanti al civico 54, ho ancora alcune diapositive della stessa, poi abbattuta per far posto ad un condominio.
    Sulla sommita’ dell’entrata del cortile esisteva una scritta su marmo dove si ricordava l’astronomo.
    Piu’ avanti dove hanno chiuso via Giovanni da Udine ( per far posto al parcheggio di Bepykoelliker non so come ) hanno posto la vecchia edicola spostandola dalla sua posizione originale che era di traverso in mezzo alla via.
    Personalmente non credo al fatto che la vecchia chiesa stesse in quel sito sarei piu’ propenso a pensare fosse di fianco alla cascina dell’Astronomo dove era affiancato un altro caseggiato antico che montava una specie di campanile con campana.
    Andro’ a cerrcarmi le diapositive per verificare.
    Enzo Agostini Milano.

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