Milano | Porta Lodovica – Il nuovo “parco urbano” sopra il nuovo deposito e-bus di viale Toscana

Aggiudicata la gara per la realizzazione del progetto, il deposito sarà il primo sotterraneo in Italia e ospiterà 100 bus elettrici.

Concept innovativo per 20 mila metri quadrati sotterranei; aree verdi, campi sportivi aperti al pubblico in superficie: sarà questa la forma del nuovo deposito per i 100 e-bus di Atm in viale Toscana a Porta Lodovica.

Nei giorni scorsi è stata aggiudicata la gara per l’affidamento del progetto di realizzazione della nuova struttura alla società Cremonesi Workshop srl, in ATI con E.T.S. S.p.A. e RPA S.r.l.

La nuova infrastruttura hi-tech sarà anche totalmente sostenibile: un progetto di Atm che contribuisce alla transizione della mobilità e della città. Il “tetto” del deposito sarà un ampio spazio verde a disposizione dei cittadini, unirà il parco delle Memorie Industriali a sud con il parco Ravizza a nord, creando una nuova ed estesa superficie completamente green per vivere Milano. L’investimento complessivo è pari a 100 milioni di euro.

LE CARATTERISTICHE DEL DEPOSITO DI VIALE TOSCANA  20 mila metri quadri suddivisi tra piano terra e due piani sotterranei.

Al livello 0 ci saranno l’ingresso e l’uscita dei mezzi e gli uffici del personale.

Al livello -1 verranno costruite l’officina per la manutenzione degli autobus e le stazioni di lavaggio.

Al livello -2 ci sarà invece il parcheggio dei 100 e-bus.

SOSTENIBILITA’: ENERGIA E ACQUA  La struttura verrà realizzata con materiali dal basso impatto ambientale, realizzati con materie prime riciclate e riciclabili, e sarà indipendente a livello energetico, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici e di impianti geotermici.

Sarà inoltre costruito un impianto di recupero delle acque piovane per il lavaggio degli e-bus, riducendo così del 30% il consumo di acqua.

LE AREE VERDI E I CAMPI SPORTIVI  L’intero “tetto” del deposito sarà un’ampia area multifunzionale: un ampio prato verde circonderà la “piazza dell’acqua”, con fontana e giochi d’acqua; un’area sport con campi da tennis, uno skate park, un climbing wall, campo da calcetto e da padel.

Sarà inoltre completamente accessibile: un ascensore e una rampa collegheranno tutti gli spazi, compreso un ponte ciclopedonale su viale Toscana che si collegherà al Parco Alessandrina Ravizza.

La realizzazione del deposito di viale Toscana si rivela fondamentale in quanto tappa imprescindibile del più ampio piano Full Electric di Atm che porterà alla riconversione all’elettrico dell’intera flotta di 1.200 autobus, ad oggi già 170 in circolazione, che saranno 245 entro il 2022.

Referenze immagini: ATM,

Porta Lodovica, Morivione, ATM, deposito, Parco Ravizza, Viale Toscana, Parco delle Memorie Industriali

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

28 commenti su “Milano | Porta Lodovica – Il nuovo “parco urbano” sopra il nuovo deposito e-bus di viale Toscana”

  1. Progetto complesso e ricucitore di spazi e ambiti urbani oggi tagliati dalla Circonvalla. Salvo compromessi esecutivi al ribasso, decisamente promosso.

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  2. Il viale Toscana disegnato nel rendering non ci azzecca niente con la realtà….immagino il resto.
    Ma anche dando la tara degli abbellimenti da rendering, sembra bello!.
    Speriamo che non tirino giù alberi per fare la passerella.

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  3. Ammetto che un progetto di tale calibro e delizia non me l’aspettavo, soprattutto per un deposito. Quel ponte circolare mi ricorda poi quello iconico di Chengdu, fatto personalmente positivo

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  4. Aspetterei di vedere la corrispondenza tra il rendering e la realtà. L’impressione é che trattandosi di un deposito ipogeo con un tetto “verde” non ci saranno alberi veri, in grado di crescere e creare ampie zone d’ombra. Già osservando il disegno e leggendo il vostro articolo (campi da tennis, paddle, skate park, piazza dell’acqua, prato verde) emerge la presenza di spazi aperti assolati che in epoca di global warming saranno poco frequentabili d’estate. Non siamo a Stoccolma o ad Edimburgo, ma a Milano. Non basta “vestire” un progetto di parole come green, parco, fruibilità se poi all’atto pratico il risultato sarà di tutt’altro genere… Avrei voluto leggere di aree progettate per ospitare alberi ad alto fusto (bagolari, platani, querce, carpini) e di superfici permeabili. Per realizzare un parco vero in superficie il deposito dovrebbe essere realizzato a parecchi metri nel sottosuolo, come una metropolitana, con costi esorbitanti per contenere un centinaio di bus…Il compromesso quindi sarà certamente al ribasso. Spero di essere smentito.

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    • Andrea goditi la vita, perdi tempo a scrivere commenti pesanti che leggeranno si e no 5 persone, ma che soprattutto non faranno la differenza.

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  5. Ben venga, specialmente se serve a zittire tutti i nimby del deposito.
    Credo ancora sia lontano da quello che verrà effettivamente realizzato ma almeno non sembra una soluzione al risparmio.
    Giusto per contestare: o fai la passerella o fai le strisce (se fai le strisce la passerella non la userà nessuno) e poi il collegamento in passerella fa un bel giro dell’oca per collegare i 2 parchi no?
    Vale anche quello che ha detto Andrea ma per ora i dettagli sono pochi e sul deposito vero e proprio sembra stiano per lo più i campi sportivi ( assolati come tutti i campi sportivi…)

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  6. Quello che non si capisce dal rendering è come sono fatte le aperture e gli impianti per esalazione fumi ed antincendio.

    Gestire 100 BUS con grossi pacchi di batterie al litio in ricarica rapida deve avere prescrizioni antincendio rigorosissime immagino visto, l’infiammabilità delle batterie.

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      • Infatti ho scritto che “non si capisce come sono fatte”, non che non le han fatte o che le devono fare o qualsiasi altra cosa. 🙂

        Detto questo, se all’aeroporto di Berlino han dovuto ritardare l’inaugurazione di 6 anni perchè avevano previsto gli estrattori antincendio del fumo in basso mentre il fumo va in alto… il legittimo sospetto che anche dei super esperti possano fare degli errorini magari ci sta…

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  7. Grido al miracolo anche solo per il recupero di quest’area che da sempre creava una barriera tra il Parco delle memorie industriali e il Ravizza.
    Spero che la realtà e il rendering siano simili.

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  8. i commenti di Andrea sono sempre molto circostanziati e approfonditi, ma talvolta stucchevoli, come in questo caso;mi sembra che tu sia un po’ prevenuto e catastrofista, suvvia! Aspettiamo di avere ulteriori dettagli sul progetto, perchè se è vero che i rendering lasciano il tempo che trovano, l’idea di progetto nel suo complesso è certamente intrigante; forse non ci saranno alberi ad alto fusto ad ombreggiarne la superficie, ma la presenza di giochi d’acqua servirà certamente a mitigare la calura estiva; non dimentichiamoci poi la contiguità col Parco Ravizza che di alberi d’alto fusto (quasi secolari) ne ha ben tanti, e poi c’è il Parco delle Memorie Industriali (col bel carroponte,retaggio ex-OM), che magari potrà essere arricchito di nuove piantumazioni arboree; suggestiva poi l’idea della passerella aerea di collegamento tra i due parchi, sperando non sia visivamente troppo “ingombrante”; per cio’ che attiene la sicurezza antincendio mi auguro che nel 2022,i progettisti vorranno prendere tutte le necessarie e dovute contromisure……….Comunque mi sembra bello, nel frattempo cerchiamo di stare sereni e ottimisti!

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    • Meno male che ,seppur stucchevoli, i miei commenti sono circostanziati. 😁😝😅 Volevo solo rammentare (dato che neppure Urbanfile longa fatto) che quest’area, secondo il piano di recupero ex Om/nuovo quartiere Spadolini, doveva ospitare il Parco delle Culture. Ovvero il parco di collegamento fra il Ravizza e le memorie industriali,con anfiteatro per spettacoli all’aperto e un esteso frutteto proprio sul sito che verrà occupato dal deposito. On line si trovano le planimetrie del progetto ormai defunto. Il piano di recupero Spadolini/ex Om era un progetto ben strutturato con molto verde , troppo per gli standard Milanesi…tant’è che una parte di questo è stato riconvertito strada facendo…

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  9. Un deposito di veicoli elettrici è un’ottima notizia. Forse la collocazione è un po’ infelice, ma queste sono le disponibilità attuali…
    Piuttosto mi sembra poco astuta l’idea di inserire lunghi percorsi sopraelevati, più che altro per il forte degrado che si crea solitamente nei punti ciechi ai piedi di queste strutture.

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  10. Per i tempi di realizzazione, prendendo come riferimento i lavori pubblici più recenti, sarà finito quando per sposarsi useremo le navicelle spaziali.

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  11. Bene che valorizzino questi lotti abbandonati da 20 anni con il sottopasso ferroviario realizzato e mai reso utilizzabile. Felice di vedere modernizzare l’infrastruttura del trasporto pubblico. Tuttavia il budget mi sembra esagerato rispetto alla sostanza del progetto, a meno che una parte significativa di questo costo non sia riconducibile alla tecnologia di ricarica. Sono molto scettico sull’utilità del ponte ciclabile. Considerando che non si trova a servizio di un itinerario ciclabile trafficato (la presenza della Vettabbia a sud rende comunque via Bazzi-castelbarco e Ripamonti attraversamenti più pratici).

    Personalmente in questa zona della città accetterei un progetto più modesto ma concreto, magari rinforzando gli itinerari ciclabili a contorno.

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  12. Progetto costoso che a quanto pare non fa l’unica cosa realmente utile in quella zona: unire il parco ravizza con il parco ex OM con il percorso più ovvio e breve possibile. La passerella, tra rampa di accesso e giro obbligato attorno al deposito è talmente lunga che continuerò a preferire percorrere via Pompeo Leoni insieme alle macchine poco più in là.
    I percorsi ciclabili vengono progettati con una logica di demenziale attenzione alla sicurezza a scapito della funzionalità, mentre chi usa la bici per spostarsi lo fa per risparmiare tempo. E’ disarmante vedere tanti soldi spesi in questo modo quando gli assi veramente frequentati (tutte le circonvallazioni e gli assi di penetraizone tranviari) sono pieni di pavè, rotaie inutilizzate e spazi risicati con le auto che sfiorano a pochi centimetri i ciclisti. Su queste vie sarebbe sufficente eliminare i (pochi) parcheggi a bordo strada (fattori di pericolo per l’apertura portiere e di rallentamento del traffico veicolare) per ricavare uno spazio per i ciclisti. Incredibile la scelta del comune di restringere invece le carreggiate lasciando i parcheggi come nell’asse Venezia-Buenos Aires. (Già sufficentemente largo per la circolazione promiscua.)

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  13. Progetto costoso che a quanto pare non fa l’unica cosa realmente utile in quella zona: unire il parco ravizza con il parco ex OM con il percorso più ovvio e breve possibile. La passerella, tra rampa di accesso e giro obbligato attorno al deposito è talmente lunga che continuerò a preferire percorrere via Pompeo Leoni insieme alle macchine poco più in là.
    I percorsi ciclabili vengono progettati con una logica di demenziale attenzione alla sicurezza a scapito della funzionalità, mentre chi usa la bici per spostarsi lo fa per risparmiare tempo. E’ disarmante vedere tanti soldi spesi in questo modo quando gli assi veramente frequentati (tutte le circonvallazioni e gli assi di penetraizone tranviari) sono pieni di pavè, rotaie inutilizzate e spazi risicati con le auto che sfiorano a pochi centimetri i ciclisti. Su queste vie sarebbe sufficente eliminare i (pochi) parcheggi a bordo strada (fattori di pericolo per l’apertura portiere e di rallentamento del traffico veicolare) per ricavare uno spazio per i ciclisti. Incredibile la scelta del comune di restringere invece le carreggiate lasciando i parcheggi come nell’asse Venezia-Buenos Aires. (già sufficentemente largo per la circolazione promiscua.)

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  14. Gigio il lotto abbandonato da vent’anni doveva diventare il parco delle culture secondo il piano di recupero approvato per l’area ex Om,collegando il parco Ravizza con quello delle memorie industriali.

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