Milano | Porta Genova – Riqualificazione del Quartiere Solari Società Umanitaria

Il tema delle case operaie non era originariamente contemplato negli scopi statutari dell’Umanitaria, ma rappresentava – insieme alla disoccupazione – una delle emergenze più drammatiche del capoluogo lombardo: dei 491.640 abitanti computati nel censimento del 1901 su Milano circa 280.000 appartenevano alla classe operaia, una popolazione costretta a vivere per la maggior parte in case insane e indecorose, prive di aria e di luce.

Il Primo quartiere popolare della Società Umanitaria o nella sua iniziale denominazione, il quartiere operaio di via Solaro, è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano costruito a tempo record, dal 1° aprile 1905 a fine marzo del 1906 dalla Società Umanitaria su progetto dell’architetto Giovanni Broglio.

Il quartiere, realizzato in coincidenza con la grande Esposizione Internazionale di Milano del 1906, si sviluppa su un unico isolato nella zona allora nota come “Porta Macello” a Porta Genova, fra la via Solari (all’epoca via Solaro), la via Stendhal, la via Osvaldo Viani e la via Moisè Loria nell’attuale Municipio 6 di Milano. Composto di 240 appartamenti fra monolocali, bilocali e trilocali, venne messo in opera nell’aprile 1905 e consegnato il 29 marzo 1906. Il costo dell’operazione immobiliare fu di Lire 909.000 di cui 788.000 di costi di materiali e 120.000 di costi per l’acquisto del terreno, di progettazione e di oneri finanziari.

I primi abitanti entrano nel quartiere il 29 Marzo 1906 ad occupare i 240 alloggi di uno due e tre locali dotati di comodità inusuali per gli standard delle case popolari; infatti, gli alloggi sono disimpegnati direttamente da scale interne, sono muniti di latrina, di condotto per le immondizie, di acquaio ed acqua potabile nonché di illuminazione a gas.

La razionalizzazione dei percorsi, le esigenze della vita domestica e i requisiti tecnici e sanitari sono studiati accuratamente anche nei dettagli: un esempio è l’installazione di una bocca d’aria regolabile, sotto il davanzale delle finestre, che trova corrispondenza in un’analoga apertura nella parete opposta per favorire un ricambio dell’aria senza inutili dispersioni di calore.

L’architettura del quartiere viene definita come liberty minore che non può presentare le elaborate decorazioni delle grandi dimore liberty borghesi del tempo. Broglio dovette infatti progettare il complesso con possibilità di spesa decisamente limitate che risultano nelle facciate lineari e omogenee e nelle decorazioni poco elaborate e prodotte in serie.

Un intonaco di cemento colorato e martellinato ad imitazione della pietra intorno alle aperture, piastrelle di maiolica e uno zoccolo in cemento a imitazione del granito. Proprio perché deve costituire esempio per un più diffuso sviluppo sociale, all’interno di uno dei cortili si colloca anche un servizio di bagni, docce e lavatoi comuni (uno dei quali dotato addirittura, nel 1914, di un idroestrattore, per evitare di stendere il bucato in casa e sopportarne l’umidità); in aggiunta, per favorire “l’elevazione intellettuale e morale ” si aprono alcune sale riunioni, dove trovano sede la Biblioteca Popolare e l’Università Popolare. Inoltre, nel 1908 si apre come asilo una “Casa per bambini” organizzata secondo il metodo educativo Montessori .

A completare il quartiere concorrono i negozi collocati al piano terra come la farmacia, la rivendita del latte, la macelleria, il ciclista, atti a fornire generi di prima necessità a prezzi calmierati.

Il quartiere inizialmente doveva allargarsi comprendendo l’isolato oggi occupato dal Giardino Vincenzo Muccioli di via Cola di Rienzo (noto anche come Parco Stendhal).

Passato quasi indenne dalla guerra, il complesso edilizio diventa di proprietà comunale alla fine degli anni ’80 del secolo scorso.

Il quartiere di via Solari 40 è composto da 11 palazzine: 7 disposte a “U” con allineamento principale sulla via Solari e delimitate lateralmente dalle vie Stendhal e Loria; 4 poste ad “L” nella corte interna ortogonali fra loro; infine da una palazzina con copertura terrazzata ospitante attività sociali.

A distanza di tutti questi anni, la serie di edifici avevano un urgente bisogno di riqualificazione.

Negli anni scorsi (2016/19) il complesso è stato oggetto di riqualificazione. Sono state infatti riqualificate le palazzine che corrispondono alle scale che vanno dal 2 al 9. Ora dovrebbe partire l’ultimo lotto per la riqualificazione degli ultimi tre edifici denominati scala 10, scala 11 e scala 1, tutti prospicienti via Solari.

Gli edifici oggetto di intervento si presentano fortemente degradati sia all’esterno che all’interno; gli alloggi presentano superfici di tutti i locali non più adeguate per rispettare i livelli minimi richiesti dal R.E.

I tempi di esecuzione del progetto prevedono un anno per definire il progetto e gare d’appalto varie e poi per l’esecuzione delle opere sono stimati in 24 mesi, con la fine lavori indicata per il 2024.

Qui di seguito le palazzine già restaurate e riqualificate negli anni scorsi (2016/19) che sono disposte nell’isolato lungo via Stendhal, Via Osvaldo Gnocchi Viani e Via Moisè Loria.

Il cortile interno è diviso in due sezioni, nel primo si trova al centro il locale ex lavanderia. Certo che non sarebbe male che in questo cortile venissero piantati degli alberi?

Il locale ex lavanderia.

Il secondo cortile, quello sul lato di via Stendhal, è molto più bello perché dotato di un grazioso giardino, luogo di rinfresco per gli abitanti del complesso.

Qui invece alcune immagini delle palazzine 1, 11 e 10 ancora in attesa della riqualificazione. Si notano le prese d’aria sotto le finestre e le decorazioni semplici progettate dal Broglio, comprese le formelle in ceramica poste attorno ad ogni finestra.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

2 commenti su “Milano | Porta Genova – Riqualificazione del Quartiere Solari Società Umanitaria”

  1. Che bello, quando si costruivano nuovi quartieri con un’idea di vivibilita’, e piacere anche per la vista.
    Ora si creano quartieri dormitorio, senza servizi per chi ci andra’ a vivere o case popolari senza un minimo di estetica, e rispetto per la citta’.

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  2. Le auto ovunque, sui marciapiedi, sulle radici degli alberi, accatastate in ogni spazio disponibile senza nessun rispetto per niente e nessuno.

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