Tra i variegati, in quanto stile, palazzi del lungo viale Monza, nel tratto iniziale quello compreso nell’area di Nolo-Loreto, senz’altro spicca un palazzo dallo stile eclettico sormontato da una coppia di statue, un uomo e una donna ritratti come un Adamo e Eva seduti ai lati di uno stemma racchiuso da due cornucopie. Palazzo che è da poco tornato a splendere di un candido bianco dopo un bel restauro condotto e seguito dall’architetto Mauro Molinari, che ha portato le decorazioni in cemento come nuove.
La facciata del palazzo è stata pulita con sabbiatura adeguata per non erodere troppo i profili e le decorazioni in cemento. Inoltre sono state ricostruite tantissime parti in cemento perse o troppo ammalorate consolidando il resto. La situazione si è rivelata molto peggiore di quanto apparisse come ci è stato raccontato dall’architetto incaricato del restauro.
Si tratta di Casa Ferrario di viale Monza 51, costruita nel 1904/6 commissionata da Emilio Ferrario, ex garzone di macelleria molto scaltro e parsimonioso tanto che riuscì in breve tempo ad aprire una catena di macellerie che in pochi anni lo rese straordinariamente ricco.
Il Ferrario decise di erigere un palazzo di 4 piani con negozi al piano terra, nella parte di Greco Milanese (Pasquee del Seveso) all’epoca in espansione e prossima ad essere inglobato nella grande Milano dove sarebbe andato a vivere con la famiglia. La scelta cadde su un edificio realizzato nello stile eclettico, anche se andava di moda all’epoca il liberty, che ritroviamo accennato nei decori floreali anche se misurati. Leggenda vuole che Emilio Ferrario dopo aver visto Palazzo Castiglioni e le sue stupende sculture, commissionò all’artista Ernesto Bazzaro di realizzare una scultura che raffigurasse due divinità nude (o Adamo ed Eva), da collocare sul cornicione del suo nuovo palazzo.
In pratica chiese che la coppia di statue raffigurasse proprio lui e sua moglie Carolina Reina. Sempre leggenda vuole che, mentre lui a posare nudo non si fece problemi, la moglie, molto pudica, si rifiutò cedendo il posto e le forme ad una modella. Così, ancora oggi, in cima al palazzo si trova la coppia strana dove il signor Emilio guarda estasiato il corpo della modella la cui testa però sarebbe quella della moglie che, toccandosi i capelli, guarda altrove (chissà se voluta la posa).
Come se non bastasse, il nostro macellaio milionario volle collocare sopra l’ingresso uno stemma con le iniziali scolpite E. F., retto da due nerboruti putti.
Ernesto Bazzaro è stato uno degli scultori lombardi più importanti della fine del XIX secolo, con una tecnica vicina all’impressionismo. Nacque a Milano nel 1859 e dopo essersi iscritto all’Accademia di Belle Arti di Brera, frequentando i corsi di Antonio Borghi e Giuseppe Grandi dedicandosi alla scultura, seguì i corsi di ornato venendo a contato con Leonardo Bistolfi e Gaetano Previati. Sua grande opera è il monumento a Felice Cavallotti a Milano, nel quale è rappresentato Leonida, l’eroe della battaglia delle Termopili al quale Cavallotti stesso aveva dedicato la sua opera La marcia di Leonida. Sue sono anche le due figure, poi rimosse, delle donzelle procaci scolpite per la facciata del Palazzo Castiglioni di Corso Venezia che suscitarono tanto scandalo per le loro forme “volgari” che vennero rimosse per finire sul retro di Villa Colombo in via Buonarroti. Bazzaro morì a Milano nel 1937.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Claudio Nelli
Info: “Milano Un Secolo di Architettura Milanese”, Gramigna Giuliana, Mazza Sergio, Hoepli; “Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991; Pure Milano Photo Project – Sosthen Hennekam
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Meravigliosa !
Ma la palazzina alla sua destra?
Ma com’è possibile pensare di costruire quella merda di lato a un palazzo con un pregio storico così importante?
Spett.le redazione urbanlife. Preciso che il nome è Emilio e non Enrico.
Grazie della segnalazione, abbiamo sistemato il testo
Gli anni 60-70, quella roba era lo standard.
Spett.le redazione Urbanlife. Grazie per la correzione. I lavori non sono ancora terminati. Verrà sistemato il portone e riparate/sostituite le tapparelle e le persiane in facciata. In questo momento l’impresa sta lavorando alla sistemazione della facciata interna, ballatoio, scale e androne. In ultimo verrà ripristinato il cortile in ciottolato (come era in origine). I lavori sono curati dall’Impresa Diambri s.r.l. di Milano.
Salve. Rileggendo attentamente l’articolo ho notato che è ancora presente, per due volte, il nome Enrico invece di Emilio.
Hai capito il macellaio!!!
Un cafonal di dagospia nel 1800!
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Tutto il mondo è paese