Torino | Architettura – Casa Hollywood: la trasformazione del vecchio Cinema Hollywood

Si è appena conclusa la 95° edizione degli Oscar del Cinema di Hollywood negli Stati Uniti, e ci è sembrata la giusta occasione per omaggiare Casa Hollywood, una costruzione strettamente collegata alla storia del teatro e del cinema di Torino. Lo “strano” edificio che sorge in C.so Regina Margherita 104, a pochi passi dal centro, dalle Torri Rivella e dal Campus Luigi Einaudi, oltre a suscitare un certo stupore – e forse in alcuni anche perplessità – è in realtà un luogo ricco di storia, che inizia da fine 1800.

La Storia

Quello che ad oggi appare un “brutale” palazzo di calcestruzzo, acciaio e vetro dalle forme discutibili, nasce invece nell’area in cui una volta sorgeva il Teatro Popolare, progettato dall’Ing. Costantino Gilodi su iniziativa della Famiglia Albertazzi e Giuseppe Maggia e realizzato nel 1890. Nel 1913 diventa Cinema Moderno, ospitando un cinematografo, spettacoli teatrali e varietà per i successivi 20 anni fino al 1930 quando, cambiando gestione e nome in Teatro Torinese, diventa nuovo punto di riferimento di cultura e spettacoli della Città.

In seguito ai gravi danni subiti dai bombardamenti nella II Guerra Mondiale, subisce una ristrutturazione e una parziale ricostruzione nel 1943, trasformandosi anche in sala da ballo, sia estiva (in copertura), sia invernale (al piano interrato), ma rimanendo ancora cinematografo. Dopo gli anni ’50 è oggetto di due importanti modifiche: viene ampliato per fare spazio al grande schermo del moderno Cinemascope e, nel 1967, viene completamente trasformato ad opera dell’Architetto Giuseppe Vadossich che ne elimina interamente l’antica facciata e lo ribattezza Cine Teatro Hollywood, divenendo definitivamente una sala cinema generica – anche per film a luci rosse per un periodo negli anni ’80 – fino a chiudere i battenti nel 2008, dopo ben 118 anni di attività, tra alti e bassi, film e spettacoli teatrali.

La Ricostruzione

Nel 2010, dopo due anni di abbandono, su iniziativa dell’Impresa De-Ga SpA, l’antico cinema-teatro viene rilevato per essere abbattuto (non totalmente) e lasciare spazio ad un fabbricato con destinazione d’uso di tipo residenziale e pubblico. Il progetto viene curato dal visionario Architetto Luciano Pia che, ispirato dalle vite precedenti del luogo, dedite a cultura, film, musica e spettacolo, decide di commemorarne il trascorso artistico inventandosi un progetto dalle forme scherzose, sinuose, irregolari, in netto contrasto con l’architettura dell’edificio precedente e con l’intorno urbano.

Il progettista, inoltre, per non offuscare completamente la memoria del Teatro, decide di mantenere e restaurare l’antico fronte scenico che affaccia su Via Fiochetto (opposta a C.so Regina Margherita) e dedicare particolare attenzione alle aree verdi, sia negli appartamenti, sia nelle aree pertinenziali, collaborando con l’Architetto Chiara Otella che ne cura i giardini – dando agli stessi una forma che ricorda la platea del teatro – e le serre bioclimatiche. Nasce così Casa Hollywood, costruita dall’Impresa De-Ga SpA (adesso confluita in DUE Costruzioni Generali srl), dal 2011 al 2014, che restituisce a Torino non più un’area per spettacoli, ma uno spettacolo dell’Architettura, date le forme e i materiali impiegati.

L’Edificio

Ad oggi, Casa Hollywood è un edificio di quasi 3.500 mq di superficie complessiva, tra C.so Regina Margherita e Via Fiochetto, e ospita 22 appartamenti di prestigio, con costi fino a quasi 2.000.000 eur per 350 mq, molti dei quali su doppia altezza, per un totale di 10 piani fuori terra (e alcuni interrati adibiti a garage). Al suo interno, inoltre, si trovano locali per uffici ai diversi piani mentre il “cono rovesciato” in calcestruzzo ospita uno spazio commerciale. Casa Hollywood è collocata a due passi dal mercato generale di Porta Palazzo, dal fiume Dora e le sue terrazze hanno una vista invidiabile sui Giardini Reali, le Porte Palatine, la Mole Antonelliana e l’Arco Alpino.

Se dal retro su Via Fiocchetto, l’edificio del fronte scenico tardo-ottocentesco (che ospita anch’esso appartamenti a doppia altezza) ricorda un passato storico, il prospetto su C.so Regina Margherita è un esempio di un gioco tra moderno brutalismo e minimale scelta dei materiali, con imponenti mura in calcestruzzo armato a vista, dalle geometrie piuttosto insolite, e le facciate esterne interamente realizzate in vetro e acciaio, grigio-azzurro, che ben si sposano col colore cemento. Parte delle facciate di Via Fiochetto e il blocco degli ultimi piani in alto, sono ricoperti da un rivestimento metallico in zinco-titanio che dà un tocco di futurismo all’edifico, nonché fungere da rivestimento ad un performante cappotto termico.

L’ingresso e il cortile interno sono puramente scenografici: pareti inclinate e contorte interamente in calcestruzzo, parapetti e scale in acciaio zincato e vetro, circondati dal verde di aiuole e giardini, studiati ad hoc a ricordo della platea del teatro. Tutti gli appartamenti lato C.so Regina Margherita (esposizione sud) possiedono ampi balconi e terrazzi, con serre bioclimatiche in grado di ospitare veri e propri giardini che, insieme alle pareti in acciaio e vetro a doppia pelle, garantiscono protezione dall’irraggiamento solare, un ottimo isolamento acustico – essendo il Corso antistante uno dei più trafficati di Torino – e un elevatissimo isolamento termico (infatti sia la prima che la seconda pelle sono realizzate con vetro-camera isolanti). Il retro, invece, esposto a nord, è altrettanto performante termicamente grazie ad un efficiente cappotto termico.

Anche la forma complessiva dello stabile è studiata per contribuire a ridurre il consumo delle risorse energetiche: l’edificio è fatto a forma sferoidale, sia nella parte bassa lato sud (sopra il piano terreno d’ingresso), sia nella parte alta lato nord: lo sferoide, per la natura della sua stessa forma, tende a ridurre di molto la dispersione termica verso l’esterno. Inoltre, l’imponente struttura inferiore fatta in calcestruzzo armato a forma di coni rovesciati, ha lo scopo di accumulare calore dall’irraggiamento solare nella stagione invernale ed evitare, per inerzia termica, la dispersione del calore interno verso l’esterno. Per evitare, però, l’eccessivo surriscaldamento estivo, la forma dell’edificio è stata studiata così da consentire il flusso dell’aria da nord (dove è più pulita e fresca) verso sud, tramite il piano basso che, per geometria, tende ad incanalare l’aria dal basso verso l’alto per poi farla confluire nello spazio tra le doppie pelli, così da raffrescare le zone e consentire il rilascio dell’energia termica accumulata.

Si fa fatica a trovare, nella facciata nord, delle finestre squadrate: l’estro artistico dell’Architetto le ha volute quasi tutte di forma insolita e irregolare, nonostante garantiscano un’alta performance termica. Il comfort interno è assicurato da un impianto a pompa di calore ad altissima efficienza (con riscaldamento a pavimento), un sistema di ventilazione meccanica che permette un continuo e salutare circolo dell’aria, pannelli fotovoltaici per la produzione di acqua calda sanitaria; il tutto consente all’edificio di avere un consumo di soli 30 kW/mq all’anno, con una classe energetica molto elevata per gli standard italiani. Ad aggiungere un ulteriore tocco “green”, c’è il sistema di raccolta dell’acqua piovana, opportunamente stoccata e riciclata per l’irrigazione del verde e dei giardini condominiali.

L’edificio vanta anche una curiosità: è stata la casa fittizia della coppia di coniugi protagonisti del film di Fabrizio Costa Il mio vicino del piano di sopra, proprio ambientato in uno dei loft di Casa Hollywood.

Insomma, tutto conferma l’incredibile lavoro progettuale e costruttivo che si cela dietro questo capolavoro dell’architettura piemontese che, anche se ha “coperto” un edificio importante per la storia socio-culturale di Torino, lo ha comunque rimpiazzato con un manufatto degno di essere studiato e raccontato a firma dell’Architetto Pia che, in Torino, è conosciuto come uno dei più visionari ed artistici architetti contemporanei, il progettista che ha creato edifici indiscutibilmente unici, come 25 Verde (San Salvario, Torino), il J-Hotel (Vallette, Torino), la Facoltà di Biotecnologia dell’UniTo (San Salvario, Torino) e, appunto, Casa Hollywood.

Committente: De-Ga SpA (Torino)

Architetto: Luciano Pia (Torino)

Architetto (verde): Chiara Otella (Torino)

Impresa: DUE Costruzioni Generali srl (Torino) – Ex De-Ga SpA

Foto (storiche): www.museotorino.it

Disegni: Luciano Pia (Torino)

Foto: Francesco Gullace + Luciano Pia (Torino)

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Torino | Architettura – Casa Hollywood: la trasformazione del vecchio Cinema Hollywood”

    • Ma smettila tu di dire scemate e di imporre la tua opinione. Sono stato varie volte a torino e la trovo affascinante e con curriculum da fare invidia a Milano (la mia città), in proporzione ovviamente

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    • Amo Torino, grandiosa, attraversata da un bel fiume, lo sfondo dei alpi, il caffè di Nietzsche….. A trovare lavoro lì, lascerei Milano più che volentieri. Peccato che guidano così male…. Nella città della Fiat….

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