Torino | Centro – Museo Egizio 2024: ecco il nuovo Progetto per il rinnovo del Museo

Il Museo Egizio di Torino è a tutti gli effetti uno dei musei più importanti in assoluto, non solo per la Città di Torino, ma per tutto il Piemonte e per l’Italia intera. In effetti, lo stesso è, per dimensioni e per l’entità della collezione, il secondo museo egizio al mondo, solo dopo quello del Cairo, in Egitto. Sembra che l’interesse di Torino verso le collezioni e i reperti storici dell’antico Egitto sia nato nel lontano 1630, quando la Mensa Isiaca (una tavoletta in bronzo di 75×130 cm di epoca romana che ritrae i geroglifici dell’antico Egitto) fu donata alla famiglia reale dei Savoia dando ufficialmente vita ad una collezione di reperti dell’Antico Egitto – o ad esso collegati – che diventerà nel tempo la n.2 al mondo.

Il Museo Egizio come è conosciuto e dove è collocato oggi, è il frutto di una storia pluricentenaria: sin dalla sua fondazione, avvenuta ufficialmente nel 1824, la collezione iniziale acquisita dal re Carlo Felice, per un totale di 5.628 pezzi, è stata ospitata nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze (Via Accademia delle Scienze 6), un edificio di quasi 61.000 mq costruito nel ‘600 dall’architetto-ingegnere Michelangelo Garove, con destinazione d’uso a sede del Collegio dei Nobili, poi convertito in sede dell’Accademia Reale delle Scienze.

L’edificio, negli anni, ha subito diverse trasformazioni, la più importante delle quali si è conclusa nel 2015, dopo tre anni di lavori, con progetto a firma dello studio di Architettura torinese Isolarchitetti che, insieme ad ICIS srl e alla direzione artistica di Dante Ferretti, hanno interamente ristrutturato i locali interni raddoppiando la superficie espositiva dedicata al Museo Egizio – portandola a 12.000 m2 – oltre che a rinnovare interamente il percorso del museo, le sale espositive e aggiungendo un ulteriore sala mostre e diverse aree per la didattica.

Al momento, il Museo è diviso nei cinque piani verticali dell’edificio, di cui uno interrato, presenta 15 sale espositive in cui sono esposti poco più di 4.000 oggetti e possiede anche 600 mq di aree destinate a mostre temporanee. La sua visita prevede un percorso che va in senso cronologico (dal 4000 a.C. al 700 d.C.), e svela al visitatore delle meraviglie del mondo dell’Egitto uniche: sarcofagi, mummie, papiri, cimeli appartenuti a faraoni e donne, gioielli, statue, oggetti di vita comune, spaziando in ritrovamenti scoperti in diverse parti dell’Egitto: Alessandria d’Egitto, Giza, Il Cairo, Assiut, Ashmunein, Saqqara. Proprio a Saqqara, ad esempio, si sta compiendo in questo periodo una missione archeologica, partita diversi anni fa, rallentata dal covid e ripresa lo scorso 19 febbraio che vede coinvolti, oltre al Museo di Torino, anche i musei di Leiden (Olanda), Londra, Bologna e il Politecnico di Milano.

I numeri della Galleria sono impressionanti: la collezione conta quasi 40.000 reperti storici, molti dei quali unici al mondo, e che hanno condotto a Torino un numero notevole di visitatori. In occasione dei Giochi Olimpici Invernali Torino 2006, ad esempio, quasi 560.000 persone hanno visitato il Museo, cifra che nel 2019 ha superato gli 853.000 visitatori e che nel 2022 ha toccato quasi i 900.000. La mole rilevante di visitatori, gli innumerevoli oggetti tutt’ora conservati nei magazzini (infatti solo il 10% dei reperti è esposto), i recenti scavi di Saqqara, dimostrano come la Galleria abbia continuo bisogno di cambiamenti ed aggiornamenti. Proprio per questo e per l’avvicinarsi del bicentenario della fondazione del Museo, nel 2022, la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino insieme alla Fondazione Compagnia di San Paolo ha indetto un Bando Pubblico di Progettazione per il rinnovo della corte interna e ridistribuzione degli spazi del piano terreno e interrato.

L’attuale Corte Interna

Al bando hanno partecipato ben 34 concorrenti e provenienti da diverse parti del mondo: Italia, Spagna, Giappone, Germania, Inghilterra, Norvegia, Francia, Danimarca, Svezia, mentre i selezionati per il rush finale ad Ottobre 2022 erano stati Kengo Kuma (Giappone), Pininfarina (Italia), Snøetta (Norvegia), CRA Carlo Ratti Associati (Italia), OMA (Olanda). Ed è proprio dello Studio di Architettura OMA – Office for Metropolitan Architecture e partners il progetto vincitore del concorso – aggiudicato nei mesi scorsi al raggruppamento di progettazione che, oltre da OMA con l’Arch. David Gianotten e Andrea Karavanas, conta anche Helena A.H. Van Look, Hendrik DeGraaf Reinier, l’Ing. Odine Manfroni, l’Arch. Guendalina Salimei, Andrea Tabocchini Architecture e Saverio Andreani, con i consulenti Carolina De Camillis, Andrea Longhi e Laura Romagnoli. Tutti nomi conosciuti nel panorama dell’architettura italiana ed estera che con uno sforzo congiunto hanno lavorato su un progetto che prevede il rinnovo e l’ampliamento della corte interna, di conservata architettura barocca e che i progettisti hanno anche pensato di renderla il punto di riferimento centrale rispetto a tutto il progetto.

L’idea di base è stata quella di creare sei nuove stanze urbane, aperte e fruibili anche oltre l’orario di visita del Museo, così da estendere l’accesso degli spazi museali anche ai cittadini senza biglietto. Le stanze saranno così collegate da un nuovo asse urbano, che va dall’ingresso principale in Via Accademia Albertina 6 a quello secondario in Via Eleonora Duse. L’asse urbano si diramerà in diverse direzioni che interesseranno tutte le aree coinvolte dal progetto: verranno create, infatti, una biglietteria, un info point, un guardaroba, un bookshop, caffetteria/bar, spazio conferenze e visite guidate, il tutto in una superficie complessiva di 925 mq.

Il fulcro del progetto italo-olandese – nonché la stanza urbana di maggiore grandezza – è la Piazza Egizia, un nuovo spazio centrale da cui si ha accesso a quasi tutte le attività del nuovo concept museale, distribuita su due livelli e concepita come una nuova piazza pubblica di libero accesso. Questa si trova sull’asse urbano e “tocca” il bar, il bookstore, la zona eventi, il Tempio di Ellesija (dono dell’Egitto all’Italia). Dalla Piazza si scenderà al piano ipogeo di superficie pari a quasi 1.400 mq, anch’esso rinnovato e collegato al piano terreno da una nuova scala monumentale, che condurrà a spazi interrati dedicati ad eventi, bar e ristorazione, sale multimediali e ad un nuovo Giardino Egizio, un’area verde interna divisa tra piano interrato e terreno.

La Piazza Egizia sarà inoltre caratterizzata da una trasparente e tecnologica copertura in vetro e acciaio, sorretta da soli otto pilastri che scaricheranno sugli esistenti pilastri del piano interrato e che si eleverà fino al marcapiano del piano primo – altezza massima consentita dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali. Lo scheletro in acciaio avrà anche la funzione, oltre che di reggere le partizioni vetrate, anche di fruire da raccolta delle acque meteoriche che verranno confluite a terra, tramite il reticolo orizzontale e i pilastri verticali, che fungeranno, rispettivamente, da grondaie e da pluviali.

Le travi orizzontali in acciaio saranno di forma triangolare, che aiuta sia a snellire le sezioni dal punto di vista strutturale (mantenendone la resistenza statica), sia a minimizzare l’impatto visivo dall’interno, essendo “appuntite” anziché rettangolari. La forma triangolare, inoltre, permetterà di nascondere i led di illuminazione che garantiranno la giusta luce apparendo, al contempo, quasi invisibili. La progettazione delle nuove strutture sarà molto delicata, perché le nuove soluzioni tecnologiche avranno l’obiettivo di integrarsi completamente nelle pareti originali e storiche dell’edificio e di minimizzare il più possibile i futuri interventi di manutenzione.

Al momento il Raggruppamento vincitore del concorso è nella fase di progettazione vera e propria, ed i prossimi mesi vedranno un duro ed intenso lavoro, dato che l’obiettivo è di realizzare quanto previsto dal Progetto entro il 2024, anno in cui ricorre il bicentenario della fondazione del Museo. Il budget messo a disposizione dai Committenti è di circa 16 milioni di euro, una cifra neanche esagerata se si pensa che si parla del Museo dei 2.400 visitatori al giorno (in media), del Museo che nel 2013 è stato inserito dalla rivista The Times nella classifica dei 50 musei migliori del mondo, nonché del primo museo pubblico italiano a partecipazione privata.

Committente: Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino + Fondazione Compagnia di San Paolo (Torino)

Progettisti: OMA – Office for Metropolitan Architecture (Rotterdam), H.A.H. Van Look, H. De Graaf Reinier, Ing. Manfroni, Arch. Salimei, Arch. Tabocchini, S.Andreani, C.De Camillis, A.Longhi, L.Romagnoli

Render e disegni di progetto:  OMA – Office for Metropolitan Architecture (Rotterdam)

Foto: Francesco Gullace

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Torino | Centro – Museo Egizio 2024: ecco il nuovo Progetto per il rinnovo del Museo”

  1. Ma perché hanno lasciato i mattoni a vista ? Boh a essere sincero sembra la stazione di Bologna , un accavallamento frammentario di stili senza coerenza . L’Egizio, il barocco , la cascina di campagna ,l’high tech , le palme ! Ma che roba è???!!! Solo in Italia siamo capaci di accettare cotale delirio!

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    • il mattone a vista è elemento identitario dell’edifcio, sarebbe stato un errore nasconderlo. A giudizio del tutto personale trovo inoltre che si integra bene con il nuovo progetto di espansione.

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    • Coprire i mattoni a vista delle facciate interne del Palazzo dell’Accademia delle Scienze di fine 1600?!
      Mi auguro che lei stia scherzando o delirando…

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