Chi nel tempo si è occupato di dare i nomi alle stazioni delle metropolitane e delle stazioni dei treni presenti nel territorio del Comune di Milano, sicuramente non doveva essere poi così al corrente di dove queste sarebbero state realizzate effettivamente, scegliendo quasi sempre i nomi in riferimento alla via o piazza dove queste venivano realizzate e raramente in riferimento al contesto storico, quartiere o vecchio borgo che sia, tranne in pochissimi casi (come: Precotto, Gorla, Lampugnano, Lambrate…). Nomi che nel corso del tempo hanno condizionato non poco il nome da dare al quartiere o alla zona. Così ad esempio abbiamo la zona De Angeli o Bande Nere, così come Moscova o Gioia, ma anche Brenta e Corvetto, che han preso il nome da piazze e vie.
Infatti i nomi dati alle stazioni, in generale, sono riferiti quasi sempre alla denominazione della piazza o della via principale dove sono state costruite: Duomo (piazza del Duomo); Cordusio (piazza Cordusio); Cairoli (largo Cairoli); Pagano (via Pagano) e così via. Tanto che possiamo annoverare nomi di stazioni dedicate a scrittori, compositori, scienziati e artisti come: Wagner, Buonarroti, Segneri, De Amicis, Pasteur o Lotto. Così come località italiane e straniere, come: Rovereto, Lima, Zara, Istria, Udine, Coni Zugna, Moscova e addirittura la futura California.
Tutti nomi che volendo vedere bene sono “slegati” al territorio milanese storico.
Ci sono però anche stazioni che, per scelta, è stata preferita l’intitolazione coi nomi dei vecchi borghi, dei quartieri o più in generale dei distretti lì presenti. Così abbiamo: Gorla (All’altezza di viale Monza 158 circa dove si trovava l’antico comune autonomo di Gorla sino al 1923); Turro (Viale Monza 118 circa); Dergano (via Imbonati 85), Affori Centro (Via Pellegrino Rossi 77); Comasina e Rogoredo, tutti ex comuni autonomi o frazioni di essi. Ma anche luoghi come l’Isola, nome nato dall’inizio del Novecento e dato al quartiere dai cittadini della zona che col tempo ha sempre più preso piede.
In più alcuni nomi, mal collocati, hanno spostato i nomi di alcune località di parecchie centinaia di metri, tanto da cambiarne il luogo originario. Così ad esempio, abbiamo una stazione ferroviaria chiamata Certosa che fino agli anni Trenta si chiamava Musocco (che era il Comune autonomo lì sito sino al 1923) e che ora la gente si è dimenticato, chiamando orami solo Musocco il Cimitero Maggiore.
Stessa sorte è successa per la stazione di San Cristoforo che si trova in quello che era il territorio di Lorenteggio. Anche Porta Vittoria venne spostata di qualche centinaio di metri a Est, finendo nel territorio di Calvairate, ma mantenendo il nome di Porta Vittoria, di fatto il nome del distretto ha “cambiato zona”, così ora, dove si trova la storica porta la gente la chiama Cinque Giornate (dal nome della piazza). Non ultimo ad esempio è la scelta di nominare la nuova stazione Tibaldi, dal nome del viale dedicato a Pellegrino Tibaldi, illustre pittore e architetto che molto ha realizzato a Milano, anziché intitolarla alla zona in cui stata realizzata, ovvero quella del borgo di Morivione, nome ormai sconosciuto ai più.
Da molto tempo noi di Urbanfile cerchiamo di ricordare ai nostri lettori e non, i nomi storici delle varie località di Milano, spesso dimenticati, compresi magari a coloro che lavorano in Comune. Un tempo paesi dei quali spesso non vi è più traccia perché non menzionati da nessuna parte o in nessuna via. Nomi ricordati solo ormai dagli storici milanesi che, fra l’altro, son sempre meno.
Poiché è impossibile cambiare i nomi inappropriati, ma anche improbabile, vista la scarsa volontà del Comune, ad esempio, di intitolare una via alla Cagnola, alle Rottole o al Ronchetto sul naviglio, che se non più menzionati andranno persi per sempre, allora ecco l’idea, un po’ balzana a dire il vero, ma che potrebbe essere un passo avanti per la memoria storica di questa città, ovvero di abbinare il nome storico della zona ai nomi ormai consolidati di alcune stazioni della metropolitana e del passante ferroviario.
Cosa già avvenuta, ad esempio, per la stazione di Ca’ Granda che da subito a ricordare il vecchio borgo sparito lì presente, c’è scritto: Ca’ Granda Pratocentenaro.
Allora per esempio si potrebbe intitolare la stazione M1 BISCEGLIE affiancando la dicitura SELLA NUOVA, che appunto in pochi conoscono, ma che è il nome del borgo di cascine e antica frazione sito nell’ex comune di Baggio e ancora presente e purtroppo in rovina.
Ricordiamo anche che all’inizio, quando si dovettero nominare le stazioni ormai storiche, i nomi scelti inizialmente vennero poi modificati prima dell’apertura (come è successo recentemente con M4: California doveva essere Foppa e Repetti invece Quartiere Forlanini), così molte attuali stazioni avrebbero dovuto avere altre denominazioni:
• G1 > Uruguay (G per Gallaratese)
• Olona > Bonola
• G2 > San Leonardo
• Fiera > Amendola
• Villa > Villa San Giovanni
• Marelli > Sesto Marelli
• Villa Fornaci > Gessate
• Bettolino > Cologno Nord
• Cologno Monzese > Cologno Centro
• Metallino > Cologno Sud
• Chiesa Rossa > Abbiategrasso (poi ripristinata in qualche modo con l’aggiunta anche di Piazza)
• Martesana > Sondrio
• Manzoni > Montenapoleone
• Lamarmora > Crocetta
• Medaglie d’Oro > Porta Romana
• Romana FS > Lodi TIBB (con l’aggiunta di TIBB per non confonderla con la città di Lodi posta a una trentina di Km da Milano)
• Lodi > Brenta
• Fabio Massimo > Porto di Mare
• Forlanini FS > Stazione Forlanini
• Quartiere Forlanini > Repetti
• Parco Solari > Coni Zugna
• Foppa > California
• Washington-Bolivar > Bolivar
• Harar > San Siro Ippodromo
Intanto un gruppo di appassionati di storia milanese (per questo ringrazio: Roberto Schena, Giorgio Uberti, Riccardo Tammaro, per elencarne alcuni, che mi hanno coinvolto) si è consultato per stilare l’elenco di nomi da correggere e affiancare a quelli, ahinoi, già utilizzati e che andrebbero corretti. Ne è scaturito un piccolo dossier, magari divertente, da consegnare a media e Comune con l’invito a rimediare, se possibile e sperando si sia ancora in tempo soprattutto con le nuove stazioni delle nuove linee.
Qui facciamo un elenco di stazioni il cui nome ormai consolidato andrebbe affiancato con quello storico (magari anche sostituito). Sappiamo bene che molti nomi sono obsoleti e che nessuno conosce, ma forse servirebbe a mantenere la memoria storica del territorio, che fa la differenza con altre città.
Piazza Abbiategrasso Chiesa Rossa ma anche Fonteggio. Nome che già per distinguerla dalla cittadina a Ovest di Milano, appunto Abbiategrasso, ad un certo punto ATM ha dovuto aggiungere “piazza” e recentemente anche il nome di Chiesa Rossa (dal nome del quartiere popolare lungo via Boifava) dovrebbe chiamarsi anche Fonteggio (anche se forse è purtroppo, per i più esperti di storiamilanese), dal nome del borgo di cascine nei pressi di Santa Maria alla Fonte (la Chiesa Rossa).
Amendola Bolla. Prende il nome dalla piazza dedicata al politico Gianni Amendola ma che venne realizzata nel territorio della quattrocentesca cascina Bolla, dove vi soggiornò secondo leggenda, fra gli altri, anche Leonardo Da Vinci.
Bande Nere Molinazzo. Il nome è quello della piazza dedicata a Giovanni delle Bande Nere condottiero italiano del Rinascimento. Il secondo nome potrebbe essere quello di Molinazzo, il grande cascinale lì presente e del quale rimane solo l’antica chiesetta di San Donato.
Bisceglie Sella Nuova. Bisceglie è il nome della via che porta a sua volta il nome della cittadina pugliese. Sella Nuova era l’antico comune, poi frazione di Baggio, inglobato cent’anni or sono nel grande comune di Milano.
Bonola Trenno. Piazza Federico Bonola (Esploratore) ha dato il nome alla stazione della M1 e addirittura al famoso centro commerciale, ma la stazione venne aperta sul territorio di Trenno, che dista poche centinaia di metri.
Brenta Gamboloita. La via è dedicata al fiume vennero, mentre la stazione si trova nel vecchio territorio della Cascina Gambolòita.
Ca’ Granda Pratocentenaro. Questa stazione della M5 già porta il secondo nome a ricordo del paesino di Pratocentenaro ormai scomparso del tutto.
Cairoli Castello. Anche questa stazione porta già i due nomi. Il primo deriva dalla piazza dedicata a Benedetto Cairoli (1825 –1889) un politico, patriota e militare garibaldino (sfido molti a sapere chi fosse), e il secondo nome dal fatto che ci troviamo nella zona del Castello Sforzesco.
California Vepra. Altra stazione M4 che prima ancora di aprire i battenti ha cambiato nome, perché inizialmente Foppa era poco specifico. Così si è stato scelto via California, che porta il nome del noto stato americano. Peccato che siamo nell’area detta Vepra tanto che ancora vi è una piccola strada che ne porta il nome.
Cenisio Ghisolfa o Simonetta. Via Cenisio dedicata al valico delle Alpi e gli altri nomi alla villa Simonetta o all’antico Borgo poco più a nord della villa storca.
Conciliazione Porta Magenta. Piazza della Conciliazione è dedicata all’accordo concluso l’11 febbraio 1929 con la firma dei Patti Lateranensi, mentre Porta Magenta ricorderebbe uno dei due nomi di Porta Vercellina, presente nella vicina piazzale Baracca. Fermata che per motivi turistici porta già la dicitura: Cenacolo Vinciano.
Coni Zugna San Vittore. Viale Coni Zigna porta il nome di un monte del Trentino dove si svolse una battaglia durante la Prima Guerra Mondiale. Questo nome è stata la seconda scelta di ATM per chiamare la stazione che inizialmente doveva chiamarsi Solari (dal nome che ancora la gente da al parco Don Giussani). Ma ci troviamo a due passi dal Carcere di San Vittore e dalla Basilica. Come secondo nome potrebbe essere San Vittore.
De Angeli La Maddalena. Piazza de Angeli prende il nome da Ernesto de Angeli, uno dei proprietari della vicina industria de Angeli Frua, sorta nel territorio del borgo della Maddalena, del quale oggi sopravvive solo la colonna collocata nella piazza.
Domodossola FN Sempione. Domodossola è la famosa località piemontese, che qui ha dedicata una via e un piazzale, ma siamo nella zona del Sempione con il corso a due passi.
Famagosta Barona o meglio Cascina Monterobbio. Famagosta è il nome di una città di Cipro, mentre Cascina Monterobbio è un’antica cascina che dista dalla stazione poche centinaia di metri.
Frattini Lorenteggio. Piazza Pietro Frattini è dedicata al patriota ottocentesco. CI troviamo in quel di Lorenteggio, almeno una stazione del lungo territorio potrebbe portare questo nome.
Gerusalemme Bullona. Piazza Gerusalemme dedicata alla storica città d’Israele, mentre Bullona era il nome del territorio, derivato dall’antica cascina e presente nella vecchia stazione ora dismessa, delle ferrovie Nord.
Inganni La Creta. Angelo Inganni è stato un pittore che ha illustrato luoghi di Milano nell’Ottocento, e la via è a lui dedicata. La via che ci porta sino al Lorenteggio, attraversa il territorio della cascina La Creta (oggi nome preservato nella chiesa di San Giovanni Battista alla Creta.
Istria Montalbino o Villaggio dei Giornalisti. Il piazzale è dedicato alla regione geografica condivisa tra l’Italia, la Slovenia e la Croazia (noterete, forse, che la zona è piena di nomi di quelle zone geografiche, come Zara, Aree, Budua o Ragusa) mentre il territorio era quello di Montalbino da un lato e dall’altro vi è invece il Villaggio dei Giornalisti.
Lanza Brera. Anche questa da alcuni anni presenta entrambi i nomi.
Lodi TIBB Scalo Romana. Secondo noi questa stazione potrebbe cambiare il nome direttamente in Scalo Romana. Infatti già all’epoca dovettero (come per M2 Abbiategrasso) aggiungere il nome TIBB per distinguere piazzale Lodi dalla città a qualche chilometro da Milano. Per giunta la stazione si appresta ad essere collegata con la stazione FS di Porta Romana (che confusione).
Lotto San Siro alla Vepra. Lotto è il piazzale dedicato a Lorenzo Lotto, il grande pittore del Cinquecento, mentre il nome San Siro alla Vepra racchiude molte cose, come l’origine del “quartiere” di San Siro, visto che è una cappella trecentesca racchiusa in una deliziosa villa dalla fama inquietante che si trovava nei pressi del torrente Vepra antico nome dell’Olona.
Marche Villa Mirabello. Viale Marche è stato scelto per dare il nome alla stazione della M5, mentre Villa Mirabello è il nome della vicina e stupenda dimora di campagna del 1400.
Pagano Porta Vercellina. Francesco Mario Pagano a cui è dedicata la lunga via, è stato un giurista, filosofo, politico e drammaturgo italiano del 1700, mentre il territorio possiamo considerarlo quello di Porta Vercellina che poi si estende comprendendo l’area di Piazza Piemonte e via Washington.
Piola Città Studi. Piazzale Piola, dove si trova la stazione della M2 è dedicata a Gabrio Piola, un matematico, fisico e insegnante dell’Ottocento. Naturalemtne la stazione si trova nel cuore del distretto di Città Studi, perché non aggiungere questo nome alla stazione?
Primaticcio Arzaga. Quanti sanno che la stazione prende il nome dalla via dedicata a Francesco Primaticcio, detto il Bologna, un pittore e architetto del 1500? Mentre la via e il territorio era quello di una stupenda cascina/borgo chiamato Arzaga, abbattuta negli anni Sessanta della quale rimane il nome in una via sempre nella zona.
Repetti Cavriano. Quando venne dato questo nome alla stazione M4 al posto del precedente Quartiere Forlanini (cambiamento scelto per non confondere gli utenti con la vicina stazione Forlanini FS), molti si chiesero dove fosse la via. Via che non dista molto dalla stazione e che porta il nome di Alessandro Repetti, un editore e giornalista dell’Ottocento. Scelta bizzarra anche perché il territorio storico su cui si trova la stazione era quello di Monluè da un lato e quello di Cavriano (borgo di cascine nella frazione di Ortica), ribadito dalla via Cavriana nella quale si trova una delle uscite della metropolitana. Poteva chiamarsi Cavriano o Cavriana la stazione, a memoria del luogo, invece la scelta ignorante ha prevalso.
Romolo Moncucco. Viale Romolo è dedicato al famoso fondatore di Roma, e la scelta del nome della stazione (sia M2 che FS) che si trova sotto Largo Ascari, sembra più dettato dal caso (avranno detto: la chiamiamo Romolo o Ascari?) che dal luogo storico su cui è stata costruita. Infatti il territorio è della storica stazione Moncucco che per fortuna ancora esiste e in salute, ma dimenticata da chi scelse il nome.
Rovereto Greco (oppure Pasquee -qualcuno direbbe anche NoLo-). Rovereto è la nota città del Trentino (che nulla ha a che fare col territorio milanese) mentre il nome storico dell’area era Pasquee di Seveso (in milanese pascolo del Seveso), una frazione di Greco Milanese. Qualcuno ha azzardato di aggiungere Greco al nome, io proverei anche con Pasquee, anche se siamo nell’ormai noto quartiere di NoLo-Nord Loreto.
San Cristoforo FS Ronchetto. La stazione FS è stata chiamata, erroneamente San Cristoforo, allungando il distretto sino a qui, in piazza Tirana che era territorio del Lorenteggio e al bordo con quello del Rocchetto sul Naviglio.
Segesta Brusada. Piazzale Segesta è dedicato all’antica città siciliana, mentre il territorio apparteneva alla cascina detta La Brusada, la bruciata. Cascina ancora presente a pochi metri dalla stazione e in rovina da decenni.
Segneri Giambellino. Nuova stazione M4 dedicata alla via sovrastante a sua volta intitolata a Paolo Segneri, gesuita e scrittore del ‘600. Anche qui l’area dove sorge la stazione è quella del Quartiere Popolare del Giambellino, perché non è stato considerato questo come nome?
Sondrio Maggiolina. Viale Sondrio da il nome alla stazione che si trova all’angolo con via Melchiorre Gioia. Il territorio è quello della Maggiolina, da dove comincia sviluppandosi a nord del viale.
Susa Acquabella. Piazzale Susa sorse sul territorio delle cascine dell’Acquabella. Perché non chiamarla direttamente così la stazione invece di dedicarla al piazzale che poi prende il nome dalla valle piemontese?
Tolstoj San Protaso. Via Tolstoj è dedicata al noto scrittore russo, ma la stazione si trova nel territorio dell’antica cascina San Protaso il cui oratorio ancora resiste al centro di via Lorenteggio.
Tricolore Porta Monforte. Il nome, Tricolore, della stazione della M4 è stato preferito a quello storico di Porta Monforte. Anche qui sarebbe bello che la metro portasse anche il nome storico della zona.
Udine Rottole. Altra città a cui è dedicato il piazzale dove sorge la stazione M2. Anche qui il nome del territorio era quello delle Rottole, una frazione di Milano e dei Corpi Santi di Porta Orientale, ormai annullato da altri nomi e dimenticato.
Uruguay Gallaratese. Via Uruguay a dire il vero forma un arco ben lontano dalla stazione, che si trova sotto via Benedetto Croce. Chissà poi perché la scelta di questo nome, quello di un paese del Sudamerica? Il territorio storico era quello di Musocco con la frazione di Boldinasco e la Cascina Comina (il quartiere attraversato da via Uruguay si chiama Comina, ma forse la gente se l’è dimenticato). Ad ogni modo siamo alle porte del territorio del Gallaratese, e la stazione potrebbe aggiungere questo nome a compensare la mancanza di coerenza.
Wagner San Pietro in Sala. Piazza Wagner è dedicata al celebre compositore e musicista, ma lo storico borgo, ricordato nella graziosa chiesa, era quello di San Pietro in Sala, antico borgo oggi scomparso.
Zara Mojazza. Zara è la città croata sulla costa della Dalmazia, alla quale è dedicato il lungo viale, mentre dove si trova la stazione M3 era nei pressi della Mojazza, lo storico cimitero dell’Isola locato dove oggi si trova Piazzale Lagosta.
Nomi di stazioni che potrebbero, come alternativa, inserire il nome di via o piazza (come Piazza Abbiategrasso), per distinguere un nome nato dalla via da quella del quartiere o distretto antico: piazza De Angeli, Via Palestro, Piazza Lima, Via della Moscova, Viale Sondrio, ecc…
Naturalmente anche le stazioni ferroviarie andrebbero modificate (anche quelle di prossima realizzazione), come abbiamo già detto, come Certosa che andrebbe affiancata da Musocco. Tibaldi che andrebbe chiamata anche Morivione. Quella in programma che vogliono chiamare Padova, sarebbe il caso di chiamarla Casoretto (via Padova va da Loreto a Cascina Gobba). Così come la futura stazione di Zama (nome della via) che andrebbe chiamata Taliedo, nome storico del luogo. Poi Romolo che seguirebbe le orme della M2, San Cristoforo e Porta Romana che potrebbe diventare Scalo Romana.
Referenze immagini: Roberto Arsuffi
Metropolitana, Storia, Fermate metropolitana, Toponomastica, Storia locale
Turro – Naviglio Martesana
Invece i nomi delle fermate della metropolitana devono essere chiari. Nessuno sa dove sia Molinazzo mentre molti sanno dove sia Piazza Bsnde Nere.
Nel 90% dei casi, i nomi vanno bene così.
Questo senza contare che cambiare i nomi adesso sia una cazzata indicibile che confonderebbe gli utenti
Una fermata del metrò deve avere attinenza con le vie adiacenti di superficie per favorire un corretto orientamento.. Che senso ha chiamarla con il nome di una cascina che da 300 anni nessuno conosce più?
Sono d’accordo. È impossibile è poi di difficile comprensione.
Infatti tutti quelli che scendono a Turro o Gorla o Villa San Giovanni o Isola o Cimiano o Crescenzago o Lampugnano li vedi vagare ore e ore fino a tarda notte perché non riescono a orientarsi…
Foppa California avrei lasciato Foppa.
A Crescenzago va aggiunto Parco Lambro
A Domodossola fn, Corso Sempione !
I nomi delle fermate della linea 3 della metropolitana e credo anche di mille altre delle linee ATM furono scelti dall’illustre dott.avv. Francesco Ogliari storico dei trasporti e profondo conoscitore del territorio, sue innumerevoli pubblicazioni e creatore del museo dei trasporti a Ranco ora trasferito presso Volandia a Somma Lombardo
Su alcune fermate potrebbe essere un’idea come ad esempio la proposta per Tricolore, per il resto è difficile poter cambiare le fermate del metrò in base alle cascine presenti in tutta la città 500 anni fa o 100 anni fa. Ci sarebbe una confusione pazzesca.
Ad esempio, con il nome “Brenta-Gamboloita”, una persona scende dalla gialla e pensa di essere nella Via Gamboloita.
O anche dedicare una fermata al carcere di San Vittore, non ha molto senso.
L’idea secondo me non va oltre i milanesi appassionati della storia, ma già un normale cittadino conosce forse uno o due di questi luoghi storici… figuriamoci un turista o city user che arriva a Milano.
San Vittore la storica chiesa, mica il carcere……………
D’accordo su tutto meno che su S. Vittore, sia per quanto ti hanno segnalato che perché alla fine anche la casa circondariale ha una sua importanza per il territorio, perché no, MA SOPRATTUTTO cosa diavolo è un city user! Avventore basta e avanza, senza voler reinventare la salsa rubra
La stazione M5 San Siro Ippodromo ha poco a che fare con via Harar (al limite ce l’ha con via dei Rospigliosi). Mi sembra una denominazione corretta.
Molti nomi sono desueti e non possono essere più utilizzati, altri, come Molinazzo, Bullona, Creta, Moncucco, Greco, Rottole, Taliedo, Morivione, Montalbino, Mirabello, Città Studi, e le varie Porte, potrebbero essere benissimo adottati perché già presenti anche nelle mappe e quindi abbastanza noti (ma via Segneri è quartiere Lorenteggio e non Giambellino), peccato poi non aver utilizzato il nome “Quartiere Forlanini” per la fermata Repetti.
SIcuramente sono sbagliate e sarebbero da correggere le stazioni ferroviarie Certosa (Musocco), San Cristoforo (Lorenteggio) e Porta Vittoria (Calvairate).
Per alcune può starci, e apprezzo il lavoro di ricerca, ma il nome della stazione dev’essere prima di tutto semplice da identificare e ricordare (anche per non nativi milanesi), avere un’intera rete di stazioni con doppio o triplo nome non è l’ideale. Alcuni nomi sono fortemente identitari e ha senso preservarli, per altri credo che sia sufficiente il ricordo di chi li ha vissuti o le pubblicazioni dei ricercatori.
Se vogliamo strizzare l’occhio alla storia e alla tradizione, iniziamo a eliminare il termine “metro”non accentato.
A Milano si parlava di “metrò”, con l’accento, in alternativa al termine esteso “metropolitana”.
Poi non bisogna per forza rifarsi ai nomi storici, i toponimi vanno benissimo.
Vanno sanati i nomi delle fermate/stazioni ferroviarie e alcuni nomi del metrò: “Stazione Forlanini” è fuori dal normale modus operandi rispetto alle fermate coincidenti con altri scali ferroviari, che riportano “nome + FS oppure FN”.
Repetti è voluta, credo, in quanto è corrispondenza con il 27 e il futuro tram (13?) diretto a PalaItalia/Rogoredo FS/M3.
Concordo con quanto detto da molti di voi sopra. Quello che sarebbe allora bello fare è mettere delle targhe storiche in ogni stazione che descrivano il luogo in cui sorge la stazione, raccontando una breve storia della zona con tanto di qualche bella immagine se reperibile. Trovo più utile questo piuttosto che il doppio nome, così che per chi fosse curioso e volesse approfondire ne avrebbe la possibilità, senza però andare a confondere l’utente medio. I nomi doppi li lascerei solo alle aree di interesse turistico/pubblico (come le nuove denominazioni “cenacolo vinciano”, “biblioteca ambrosiana”, o le università “missori – università degli studi”, “piola – politecnico – università degli studi”, “s. ambrogio – università cattolica – museo della scienza”, ecc), a cui aggiungerei anche ad esempio a Palestro “museo di storia naturale”, ca granda “ospedale maggiore” ecc
Mi sembra una proposta sensata, che permette di salvare la memoria dei luoghi.
Ottima proposta, il secondo nome secondo me ha senso solo nella modalità che indichi tu, dove aggiunge qualcosa anche per chi è ancora meno familiare con la zona della fermata ma vuole recarsi in università o visitare un monumento importante e cose così (abolirei prima di subito le fermate con i nomi sponsorizzati della M5, che trovo pura distopia).
Non ha tanto senso un’azione del genere, andrebbe rinominata in base alle vie dove sorgono le stazioni e non a cose del 1800 dai.un po’ di ordine
se foste onesti dovreste scrivere:” da molto tempo noi di urban file veniamo pagati per spacciare l’ennesimo sacco di Milano come “riqualificazione urbanistica” , “edificio a basso impatto ambientale ecosostenibile” , ma sappiamo bene che neanche Ciancimino o Ligresti ubriaco avrebbero osato fare tanto, siy,lo ammettiamo, siamo le serve di questo sistema volto a trasformare Milano in Shangai e i milanesi in schiavetti cinesi proji ad ogni cosa
Guido, non ho più pubblicato commenti perché poi sono attaccato anche pesantemente (mi fa strano che i gestori o proprietari del sito blog non siano mai intervenuti sulla eccessiva cafoneria). Concordo col tuo commento, permettimi solo di dirti che io sono stato a Shanghai, New York e Dubai e ci sono selve di grattacieli e palazzoni ma, innanzitutto sono città e cittadini più ordinati di noi, l’architettura è spesso un sinonimo di novità mentre qui a Milano è copia e incolla oppure cubi o parallelepipedi vecchio tipo. Infine la c’è anche spazio verde, spesso artificiale, mentre qui restringono aree verdi o buttano giù dei boschi come il La Goccia o San Leonardo per farci stare ulteriori scatoloni di cemento. In compenso non vogliono auto in città e pari hanno ridotto e molto i trasporti pubblici. Grazie a Sala e la sua band
??????quanto è vero!
Ho letto con molta curiosità e mi si è ridestata una domanda da tempo sopita: com’è noto, sulla linea 1 c’è la fermata “Rovereto”, cui segue “Turro”; guardando lo stradario, si vede che la via Rovereto e la via Turro sono due traverse attigue di viale Monza, e curiosamente la fermata “Rovereto” è all’altezza di via Turro, mentre la fermata “Turro” è decisamente più avanti, all’altezza della via Della Torre. Qualcuno sa dirmi il perché di questa anomalia? Grazie!
Innanzitutto va chiarito un equivoco: nei borghi storici, le vie coi nomi del borgo non si trovano NEL quartiere omonimo, ma in strade che vanno VERSO quel quartiere, o comunque vicino. Ad esempio, via Crescenzago non si trova a Crescenzago, ma a Lambrate in direzione Crescenzago. È lo stesso criterio per cui, ad esempio, corso Como va verso Como, via Varesina verso Varese, o corso Lodi verso Lodi.
È un criterio che a noi oggi può sembrare un po’ bizzarro, ma che aveva un senso quando i quartieri erano ancora borghi abbastanza separati e il nome della via ti aiutava a capire dov’eri e verso dove stavi andando. Allo stesso modo, via Turro non è a Turro, ma in zona Loreto verso (più o meno) Turro. Inoltre, probabilmente, Rovereto è stata scelta perché è una via di passaggio meglio conosciuta, mentre via Turro è una piccola strada privata sconosciuta ai più.
L’altro motivo te lo spiega già l’articolo: perché le stazioni da Turro a Villa San Giovanni non prendono il nome da vie limitrofe, ma dal quartiere dove si trovano. Quindi la fermata Turro non si trova presso via Turro, ma piuttosto adiacente al quartiere Turro.
Spero di avere soddisfatto la tua curiosità!
Il nome delle stazioni non deve essere utilizzato per forzare la memoria storico di nomi che hanno perso il loro significato nei decenni. Devono facilitare l’orientamento usando nomi comunemente noti, al massimo avere nel nome anche particolari emergenze urbane nelle loro vicinanze.
Vuoi che la fermata S9 si chiami “Morivione”? Fai in modo che la zona divenga nota così, ma non a mezzo del none della fermata. Se diventa rinomato, allora cambi il nome alla fermata.
Lo scopo dei nomi delle fermate deve essere del tutto utilitaristico.
Mi sembrate tutti matti.
Che Uruguay e S.Leonardo dovessero essere G1 e G2 non lo sapevo.
Tra l’altro la denominazione Uruguay è fuorviante, la stazione si trova tra le vie Quarenghi e Benedetto Croce.
In via Uruguay non c’è alcun accesso della metro, il più vicino è a circa 300m di distanza.
Peggio mi sento con la fermata Portello della metro lilla che non c’entra nulla con la vecchia area Alfa Romeo Portello che era dove oggi sorge il Centro Commerciale.
Anche gli abbinamenti nomi di piazze con monumenti e nomi assegnati è bel perché di questa città.
I nomi doppi o tripli sono da evitare il più possibile, rendono solo più difficoltosa la lettura delle scritte identificative quando si è sul treno e alla fine, nel linguaggio comune, si finisce sempre per usare il primo nome (non ho mai sentito nessuno dire “scendo a Lanza Brera” o “a Cadorna Triennale”). Ai fini pratici, meglio un nome univoco e costante nel tempo, e pazienza se ogni tanto non è perfettamente corrispondente all’esatta collocazione della stazione.
Questo articolo di Urbanfile forse poteva e doveva fermarsi a ricordare i nomi delle vecchie zone o dei vecchi riferimenti storici.
Il nominare le fermate con tali nomi non sta né in cielo né in terra. E fuorviante e crea confusione. O rebelot, tanto per usare un termine milanese.