Milano | Porta Romana – Un altro pezzo di storia se ne va… viale Umbria 37

In viale Umbria 37, angolo via Sigieri, in zona Cascina Cuccagna e non lontano da piazzale Lodi, a Porta Romana, si trova un complesso industriale sede, sino agli anni Sessanta, della storica casa discografica La Voce del Padrone. Qui vi lavorarono alcuni tra i più famosi cantanti della storia italiana, come Fred Buscaglione, Lucia Mannucci, Franco Cerri, Bruno Martino, ma anche Al Bano agli inizi della carriera e addirittura un giovanissimo Francesco Guccini.

L’edificio in questione venne costruito nei primi anni Venti del Novecento, quando il liberty era già superato anche se ancora utilizzato, ma già proiettato al déco. Forme semplici date a due palazzine distinte: una leggermente più alta ma sempre di un piano affiancata al civico 35 di viale Umbria, mentre l’altra, più “industriale” leggermente più bassa che svolta in via Sigieri per un centinaio di metri. Uniche decorazioni presenti, oltre ai ferri battuti dei balconi o delle inferiate al piano rialzato, le troviamo negli intonaci della palazzina più alta, coi classici disegni a “graffito”, segni che si ritrovano in piccole porzioni a separare le finestre della seconda palazzina, quasi fossero degli arazzi. Uniche decorazioni a rilievo in cemento decorato sono dei pomelli incastonati in cornici quadrate fermate da piccole volute. Nel cortile interno c’era anche una ciminiera che serviva proprio alla produzione dei vinili, ormai rimossa da tempo.

L’edificio occupato dalla grande casa discografica sino al 1967, per molti anni ha conosciuto un lungo periodo di abbandono, sino all’insediamento come sede principale, del marchio di moda Calvin Klein, che lo fece ristrutturare e restaurare internamente. La maison rimase in viale Umbria fino al 2019 quando decise di abbandonare l’edificio e metterlo in vendita. Sono seguiti anni di abbandono fino al nuovo acquisto da parte della società Porta Rossa di Cuneo, che ha sottoposto al Comune il progetto di “demolizione e ricostruzione con ampliamento“.

Così è notizia recente che vede anche questo piccolo gioiello storico di Milano soccombere alla nuova edilizia. Dopo la palazzina liberty di piazza Trento, la villa neogotica della Maggiolina, e tanti altri edifici testimoni di una Milano che non può fare a meno di rinnovarsi, ecco che presto le ruspe si appresteranno a cancellare anche questo centenario edificio.

Anche qui manca il vincolo paesaggistico e storico. Quindi la Sovrintendenza non può intervenire e la Commissione Paesaggio del Comune pare abbia dato il via libera visto che le carte son tutte in regola.

Dopo un primo momento in cui erano apparse immagini che mostravano un progetto per nulla rispettoso del passato e dalle forme assolutamente anonime é stata portata avanti ila proposta dello Studio PN diretto dall’Ing. Pancrazio Natali.

Questo progetto, che sarà quasi certamente quello prescelto vede grosso modo la stessa volumetria e l’utilizzo del lotto, “salvando” ed integrando le facciate del vecchio stabile con tanto di decorazioni. Un idea che sicuramente ci piace molto di più e che da modo di salvaguardare un pezzo di storia e i diritti di costruire del proprietario dell’immobile

A fronte delle aumentate volumetrie e dei maggiori oneri urbanistici, verranno utilizzati i 2 milioni circa degli stessi per un intervento su via Muratori (in parte ancora da progettare) nel tratto da viale Umbria a via Tiraboschi, con realizzazione di pista ciclabile, inserimento di aree verdi, diminuzione della sosta e trasformazione sicuramente del tratto fra Umbria e Friuli a senso unico. Con conseguenze sulla viabilità ritenute da alcuni interventi in Commissione municipale negative, dovendosi poi spostare il traffico su via Colletta, via stretta che farebbe fatica a sopportare altro traffico, soprattutto in prossimità dell’incrocio con viale Umbria.

Per conoscere meglio ed esprimerci al riguardo, attenderemo ancora sino alla pubblicazione del progetto definitivo.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Il Giorno, Studio PN

Fonte informazioni: QuattroMilano.it, Il Giorno

Porta Romana, Viale Umbria, La Voce del Padrone, Studio PN, via Sigieri, via Muratori, Cascina Cuccagna

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

47 commenti su “Milano | Porta Romana – Un altro pezzo di storia se ne va… viale Umbria 37”

  1. il progetto PN è di sicuro più “bello e rispettoso”, almeno per i miei gusti, ma c’è un tema che potrebbe aver inciso sul fatto che non sia ststo scelto: NON HA BALCONI!!!

    ormai li vogliono tutti e forse aver pensato a qualche balcone avrebbe migliorato l’appetibilita’ del progetto di PN

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  2. Apprezzabile il voler salvare la (bella) facciata, ma che oscenità di progetto. E’ inevitabile che perda contro un anonimo caseggiato, nato vecchio, ma non obrobrioso.

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    • Ma quindi, dobbiamo eliminare tutti i palazzi con una storia e sicuramente più belli esteticamente del nuovo progetto!?mi domando perché….. Milano ha una storia e un passato, perché cancellarlo?è tutto molto triste!!!!

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      • Questa è la più bella risposta .Condivido tutto ,io non sono di Milano ,oramai sono già provincia Monza Brianza.Milano ey bella anche per il suo passato e la sua storia . È uno spreco cancellare tutto questo per il moderno .Ci sono già altre cose non roviniamo anche questo

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  3. Troppo intelligente il secondo, quindi difficile venga scelto. Restiamo fiduciosi. Nel frattempo il municipio 5 dovrebbe attivarsi, e li contatterò. Che significa avere le carte in regola, se la regola è non scontentare la cittadinanza.
    A queste cose ci si oppone in massa, e vedrete che le regole cambieranno.

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  4. non scherziamo, il secondo progetto era uno stupro tanto quanto quello che va a demolire il tutto. era praticamente un sopralzo squallido elevato alla n.

    il vincitore fa ugualmente schifo, ma purtroppo i palazzinari sono assetati di soldi e qualche commissione viene unta a dovere per approvare tali interventi ignobili… ma il problema era demolire un’opera senza valore come san siro…

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  5. ABOMINIO! Progetto abominevole così come lo sono i palazzinari senza scrupoli che fanno scempio della storia della città cancellandola dalla memoria collettiva.
    Adesso basta! Bisogna fare qualcosa per fermare questi criminali.
    Dobbiamo essere noi cittadini a muoverci per impedire lo scempio dato che le istituzioni sono assenti o peggio complici dei criminali.

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  6. Insultatemi pure ma sinceramente non capisco questo sdegno.In fondo ci sono solo quelle “decorazioni” (bruttine) a dare valore a quell’ormai inutile edificio? E cosa altro ci si poteva fare? Se tanta gente si lamenta del prezzo della case a Milano bisogna costruirne.

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  7. io non ci vedo niente di male nel vedere una città italiana che si rinnova alla bellissima architettura contemporanea. continua così milano!!!

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  8. Mi rifiuto di scrivere un messaggio su questo spazio: non voglio disturbare, affaticandoli, coloro, sono tanti, che hanno come unico scopo nella loro vita il compito di criticare e distruggere le idee altrui per arrivare poi ad eliminare fisicamente, alimentando l’odio, chi la pensa diversamente da loro. Bando a tutte le guerre evviva la pace e la soledarieta’ su questa terrà. Buona giornata a chi legge Antonio De Matteo Milano

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  9. Sala? Pensa alle ciclabili, che a mio avviso, in certe zone servono a poco, anzi per niente. Poi lui pensa alle periferie (dixit), ma quando mai, basta fare un giro in queste per vedere la sporcizia, il degrado e quant’altro.

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    • Milano non ha più suolo nuovo edificabile. Bisogna qindi recuperare il vecchio per destinarlo a nuovi usi. L’edificio in questione è abbandonato da anni, di nessun valore artistico, addirittura era già nato vecchio nei primi anni del Novecento quando è stato costruito, ben venga quindi abbatterlo e lasciare posto al nuovo e liberare nuove forze ed energie moderne. Basta questo conservatorismo inutile e decadente del vecchio anche quando esso non ha alcun valore, come in questo caso, o vogliamo aspettare che diventi un rudere abbandonato?

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      • Sembra di sentire i “futuristi”, quelli che volevano demolire Venezia, simbolo, per loro di decadenza; dicevano che il problema degli italiani era l’ abitudine di mangiar pasta…volevano poi imporre i panini al contrario, vale a dire una fetta di pane in mezzo a due di farcitura, ma soprattutto celebravano la banana come “nuovo cibo” energetico, una novità assoluta ai primi del novecento, il nuovo cibo per la nuova umanità.

        Ecco, si sperava che una simile mentalità fosse estinta e invece…ora ce la ritroviamo in salsa globalista, stile “cancel culture”: sostituzione etnica dei Milanesi, fatto, sostituzione storica e culturale, in corso…vanno pazzi per queste cose.

        Se un domani qualcuno dovesse demolire un centro sociale stile leoncacchiallo, per fare un nuovo palazzone, la “commissione paesaggio” si attiverebbe sicuramente per
        impedire il tutto.
        SI’ PERCHE’ .. a poca distanza, via Friuli, esiste un orripilante edificio, che fa semplicemente schifo e che è adibito a” centro sociale”, con tanto di muri esterni imbrattati stile soviet anni settanta, MA QUELLO NON SI TOCCA; NO; DEMOLITE GLI EDIFICI LIBERTY, che sono la storia di Milano. VERGOGNATEVI.

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  10. Il render del primo progetto è orripilante. Almeno la seconda proposta ha cercato un compromesso, preservando il valore testimoniale della facciata liberty.

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    • Se dovessimo tutti ragionare così, allora non avremmo più neanche il castello sforzesco con annesso parco Sempione; esattamente come lei, i vari palazzinari dell’ epoca volevano distruggere tutto e fare casermoni, ritenendo il castello nient’ altro che un rudere vetusto e inutile.
      Lei dirà che il castello ha valore storico, sì ma allora potremmo radere al suolo anche i villaggi alpini, i rascard in val d’ Aosta, Rio Maggiore e le altre cinque terre, che valore storico hanno vecchie catapecchie? D’ altra parte, rimanendo in zona viale Umbria, con lo stesso modo di ragionare si voleva demolire la cascina Cuccagna, che ora invece è un fiore all’ occhiello di un quartiere che certo non brilla per bellezza urbanistica.

      L’ edificio che vogliono distruggere è una bellissima testimonianza di come i nostri antenati costruivano edifici, badando anche e soprattutto all’ aspetto estetico, tant’è che si parla di archeologia industriale, per come, fino agli anni venti del novecento, costruivano bene gli edifici adibiti ad uso non abitativo…difficile che il palazzo limitrofo di via Sigieri, mostruoso baraccone stile anni settanta del comune di Milano, possa un domani esssere motivo di contesa, dovesse essere demolito.

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  11. Che orrore.
    Mi stupisco che il municipio di zona e/o comitati di quartiere non si attivino.
    Non che la storica palazzina sia eccelsa, ma rappresenta cmq un patrimonio migliore del nuovo progetto.

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  12. Non capisco la sovraintendenza: centinaia di palazzi di Giò Ponti, indubbiamente eccellente architetto, ma ripetitivo, seppur innovativo, non si possono toccare perché li ha fatti tal architetto. Mica ne seleziona alcuni: tutti, per non sbagliare. Poi vedo queste scelte e il risultato, e mi viene proprio da star male…

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  13. Mi sembra assurdo che non si possa contattare chi di dovere e farlo ragionare a scegliere il secondo progetto,

    Chi ha la possibilità faccia..

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  14. …ma che disastro… condominio orribile.
    Molto meglio il progetto PN.
    …eliminare la commissione paesaggio (che non serve praticamente a nulla…lo continua a dimostrare…)

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  15. Con il pgt “piano governo territorio” purtroppo e possibile vendere e comprare / vendere volumetria costruibile mediante con atti notarili pubblici. Altra considerazione il comune da ogni costruzione realizzata guadagna gli oneri di urbanizzazione quindi ci sono delle apposite tabelle che in base ai metri cubi costruiti l’imprenditore edile deve versare i tributi al comune. Il comune c’è leggevo affermazioni dove il comune ho il sindaco ci sono nessuno può costruire senza permessi, e i permessi li rilascia l’ufficio tecnico del comune secondo quanto previsto dal pgt. Invece da ce da pensare come la facciata del palazzo diventerà una nuova lavagna per i writers.

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  16. Entrambi i progetti sono ORRIBILI e VOLGARI!!!

    Auguriamoci che la Commissione del Paesaggio ne prenda atto!!!

    Serve cultura anche per fare le speculazioni immobiliari!!! Una cultura che era parte della tradizione Milanese…

    Nulla di scandaloso nel demolire o integrare o trasformare un edificio che serviva per un uso non più necessario e quindi con scarsa funzionalità sebbene ben costruito e progettato all’epoca ma la città deve essere migliorata e non peggiorata! Milano è ricca di esempi di miglioramento urbano conseguenti a demolizioni a partire da Piazza Duomo, ma in quel caso c’era una visione ed una cultura che oggi manca in tanti ambiti della nostra vita. Servirebbero dei patentini con tanto di esami per poter diventare costruttori, le stesse generazioni di progettisti… (pensiamo alla tristezza dell’esame di stato… dovrebbe essere un dialogo su temi relativi alla cultura umana, alla storia, all’uso corretto dei materiali… e invece…). Renzo Piano ci ricorda sempre della responsabilità di costruire edifici che se mal progettati rimarranno per generazioni a peggiorare la vita della cittadinanza.

    Propongo una forma di Class Action nei confronti di queste orribili proposte. È possibile che Urbanfile possa aiutarci a costituire un gruppo di protesta?

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    • Ti consiglio di andare a vedere il bellissimo edificio all’ angolo tra via Muratori e Friuli, il centro sociale, “meraviglioso”, quello si che merita di restare in piedi, non gli edifici storici…
      A questo punto, che qualcuno compri la palazzina storica (sì a Milano ci sono quelli che fanno queste cose), per metterci dentro il centro sociale e poi si distrugga il rudere attualmente adibito allo scopo per costruire un nuovo condominio, non sarebbe meglio?

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  17. È un dispiacere, perché un altro pezzo di storia se ne va.
    Il progetto di PN avrebbe mantenuto almeno una parte dell’identità, un po’ come stanno facendo in via Comelico 39 e in via Vasari angolo Pier Lombardo.
    Certo non possiamo solo lamentarci però d’altra parte riutilizzare spazi dismessi evita consumo di suolo.

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    • Non cadere nella truffa mediatico-comunicativa; anche quest’ anno il consumo di suolo è su livelli record: nella varie province della Lombardia stanno mangiando tutto, come le cavallette, poi costruiscono ANCHE distruggendo i palazzi storici.
      In compenso hanno fatto il mitico “depav” attorno alla fontana del castello, pochi metri quadri, un’ operazione di marketing politico pseudo ambientalista che serve solo a impolverarsi d’ estate e a infangarsi d’ inverno.

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  18. Salah e i suoi accoliti sono soltanto dei miserabili che pensano solamente al tornaconto economico.
    Non hanno nessun rispetto per le costruzioni del passato.
    Se potessero farlo..distruggerebbero anche il Duomo di Milano….

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  19. Questi speculatori demolirebbero anche il Duomo di Milano e anche la basilica di Sant’Ambrogio pur di costruire e fare soldi.
    Basta solo guardare le ingombranti e orribili architetture di Mario Botta che hanno deturpato la Scala per capire l’andazzo che c’è adesso in città.
    Qui c’è il trionfo della bruttezza e della cancellazione storia della città.

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  20. Spero in una degna riqualificazione di via Muratori tra viale tiraboschi e viale Umbria (più verde, senso unico o area pedonale di fronte alla cascina) e la costruzione di parcheggi sotterranei.

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