Milano | Porta Romana – Completato lo studentato aparto Milan Ripamonti

aparto Milan Ripamonti è uno studentato realizzato nell’edificio che ospitava l’Ex-Consorzio Agrario di via Ripamonti 35 nel distretto di Porta Vigentina/Romana, un sito ex industriale, facente parte del patrimonio collettivo e architettonico della città. L’edificio esistente era composto da una struttura per uffici a L di 4 piani posta ad angolo con via Ripamonti e viale Isonzo e un cortile con magazzini collegato al vicino scalo ferroviario di Porta Romana.

L’edificio è stato completamente ristrutturato e rialzato di due piani, creando inoltre un iconico cortile centrale su cui si affaccia un nuovo edificio a gradoni alto dai cinque ai nove piani.

Il nuovo campus internazionale presentato dalla società Prelios e Hines è dotato di oltre 700 posti letto. Il campus, che si estende su una superficie totale di circa 32.000 mq, è in una posizione strategica, a 10 minuti a piedi dall’Università Bocconi e a meno di 10 minuti di bicicletta dal centro città.

Lo studentato aparto Milan Ripamonti è un progetto di Park Associati assieme a F&M Ingegneria. Ed è anche la seconda struttura, insieme allo student housing di Giovenale, ad essere gestito da aparto, il brand creato da Hines per questo tipo di progetti.

Il vecchio edificio, realizzato sul finire degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta del Novecento, è stato, grossomodo preservato nell’iconica facciata, con modifica delle aperture delle finestre, prima classicamente ampie e con l’aggiunta dei due piani che hanno compromesso un po’ la piccola facciata smussa e in pietra (ceppo lombardo) posta all’angolo. Ora la piccola facciata è stata rialzata e l’aggiunta si vede parecchio per il cambio di colore dal ceppo vecchio a quello nuovo. Perso inoltre il piccolo cornicione di chiusura, rimosso completamente. Di particolare pregio e rilievo le tre formelle a bassorilievo ben restaurate, poste sotto le tre finestre d’angolo che riproducono classici elementi trattati nel vecchio consorsio, come un aratro, il frumento e l’allevamento di bovini.

L’edificio di nuova costruzione all’interno del complesso e visibile soprattutto dal cavalcavia ferroviario, si presenta con l’ormai classico prospetto di Park, elegante e moderno.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi; Park Associati

aparto milan, Villaggio Olimpico, Milano 2026, Olimpiadi Invernali 2026, Scalo Romana, Porta Romana

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

33 commenti su “Milano | Porta Romana – Completato lo studentato aparto Milan Ripamonti”

  1. Sovietico, austero non mi piace specialmente affacciato sul futuro studentanyo in costruzione anch’esso molto triste.

    Questo scalo romana non inizia bene.
    Le aspetta di tutti noi sono molto alte.

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  2. Ok il lato Ripamonti dello scalo porta romana è orribile!
    Due studentati soffocano il lato ovest per bruttezza e poca visione.

    Mi chiedo questa è la visione degli architetti per la Milano del futuro ?

    Forse era meglio l’erba secca ….

    Non ci aspettavamo architetture futuristiche ma questa fanno proprio pena.

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  3. Indubbiamente non uno dei migliori esiti del razionalismo italiano. Qualcosa in più si poteva fare per rianimarlo un attimo (magari anche solo dei colori un filino meno tristi…), specie in una città che in compenso abbatte senza pietà piacevoli palazzine liberty.

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  4. So vogliono stanze gratis o quasi. Le si vuole vicino all’università e anche al centro città.
    E’ un po’ pretenzioso chiedere che sia anche “bello” l’edificio. Condivido su quanto detto, decisamente NON spicca per bellezza, ma a caval donato…

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  5. Ma gli studenti che lo vivranno quanti centimetri quadrati a testa avranno di verde pertinenziale? Immagino un vasetto sulla scrivania con un pothos… Era proprio necessario edificare anche nel cortile ampliando le già generose volumetrie dell’ex consorzio agrario? La cosa che stupisce è l’assoluta mancanza del verde di pertinenza in progetti di questo tipo. Non valgono chiaramente le piante d’appartamento o i rampicanti messi su qualche muro cieco. Parlo di verde vero su suolo permeabile. Ogni progetto con cubature importanti dovrebbe prevederlo anche per evitare l’effetto cementificazione totale dei lotti. Non mi si venga poi a parlare del Parco dello Scalo Romana come se bastasse una collinetta artificiale e qualche decina di alberi a compensare tutto il tessuto edificato che sorgerà lì attorno. È la densificazione così spinta che mi lascia perplesso. Come si fa a parlare di invarianza idraulica,mitigazione delle isole di calore e corridoi ecologici di fronte alla realtà di progetti come questo? Ci sono alberi nel lotto dello studentato? Se si quanti e dove? Dalle vostre foto non si vede uno straccio di giardino…e poi leggiamo che ci sarà la foresta sospesa sulla ferrovia…🤣🤣🤣 Certo che il greenwashing ne fà di miracoli…con le parole sicuramente.

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  6. Avevo visto a suo tempo rendering con molto verde,
    Purtroppo gli speculatori perdono il pelo ma non il vizio di cancellare il verde per recuperare cubature.

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  7. Ma park associati dove l’hanno tirata fuori questa cubatura nuova ?

    Ci sono 3 edifici che prima non esistevano nella corte interna giusto ?

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  8. Park associati è lo studio che ha progettato la demolizione della VILLETTA IN VIA CREMA, per un nuovo edificio nuovo orrendo.

    Maledetti !

    Rispondi
      • La demolizione della palazzina liberty di via Crema è stato uno scempio.
        Per informazione, ieri ho inviato la PEC che riporto in calce.
        Cordiali saluti
        Paola Magliocchi

        ***

        Da: paola.magliocchi@ingpec.eu
        Inviato: martedì 16 gennaio 2024 15:40
        A: ‘sg@pec.cultura.gov.it’ ; ‘ministro.segreteria@cultura.gov.it’
        Oggetto: 2024-01-16-Demolizione edifici storici in via Crema 32 e via Altaguardia 11 (zona Porta Romana) Milano

        All’onorevole ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
        Via del Collegio Romano, 27 – 00186 Roma
        Centralino: (+39) 06-6723.1
        Email: ministro.segreteria@cultura.gov.it
        Segreteria generale:
        tel. 06-6723.2433 .2002
        PEO sg@cultura.gov.it, PEC sg@pec.cultura.gov.it
        Oggetto: Demolizione di edifici storici nel quartiere Zona 5, in via Crema 32 e via Altaguardia 11 (zona Porta Romana) Milano
        1) Porto a Sua conoscenza i seguenti fatti, verificatisi nel quartiere di Milano dove mia madre risiede dal 1968.
        1. Demolizione di palazzina liberty del 1926 in via Crema 32:
        in via Crema 32 (angolo con piazza Trento) in Milano, fino ad aprile dell’anno scorso si poteva ammirare, a fianco di altre graziose palazzine d’epoca, una bella palazzina liberty e precisamente, come indicato nei due articoli visibili alle pagine web:
        https://www.mitomorrow.it/cambiamilano/demolita-palazzina-di-via-crema/
        https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_aprile_24/milano-in-via-crema-abbattuta-palazzina-del-1926-non-era-protetta-da-alcun-vincolo-874281f0-e1e8-11ed-a60a-9823b7efe925.shtml ,
        una palazzina del 1926 firmata dall’architetto Lorenzo Salvini. Si allega foto di tale palazzina.
        Tale palazzina è stata purtroppo demolita l’anno scorso, in data domenica 23 aprile 2023 come indicato negli stessi articoli, nonostante gli abitanti del quartiere si fossero mobilitati per salvaguardarla.
        Come indicato negli stessi articoli, al suo posto dovrebbe nascere un nuovo edificio adibito sia ad abitazioni sia ad uffici.
        Negli stessi articoli si indica che, nonostante fosse un palazzo storico e ben conservato, esso non era protetto da nessun vincolo da parte della Soprintendenza e il vincolo non c’era perché non era stato chiesto dal vecchio proprietario.
        All’epoca della demolizione la villa aveva circa 97 anni (1926-2023) e quindi non aveva ancora compiuto i 100 anni necessari per ottenere il vincolo automatico.
        Si allegano foto della recinzione del cantiere in cui è avvenuta la demolizione suddetta, scattate il 14-01-2024. Il cartello di cantiere non è apposto su via Crema (il lato dove era visibile un tempo la palazzina demolita), bensì è stato collocato sul lato via Trebbia e realizzato su fogli di carta A4 posti accanto ai fogli relativi a un altro cartello di cantiere relativo a un intervento indicato come di manutenzione straordinaria, vedi foto allegate.
        2. Demolizione di antica fabbrica in via Altaguardia 11:
        in via Altaguardia 11 in Milano (angolo via S. Rocco) era presente un’antica palazzina bell’esempio di antica architettura industriale di pregio. Si trattava di ex fabbrica, successivamente adibita a salone esposizione e vendita al pubblico dell’argenteria Ganci. La sua struttura era quella tipica delle fabbriche di fine 800-primi del 900 e di particolare pregio. In particolare, la facciata dell’edificio era rivestita di bei mattoncini rossi, con grandi finestre protette da bellissime inferriate di metallo lavorato. L’edificio era inoltre provvisto di un bel giardino interno.
        Questo edificio è stato demolito a dicembre 2013 per costruire al suo posto un nuovo edificio di maggiore volumetria, di cinque piani, nonostante gli abitanti del quartiere si fossero mobilitati per salvaguardarlo.
        Il quartiere di Via Altaguardia – Via S. Rocco – Via Vannucci è uno dei quartieri della vecchia Milano, dotato di un fascino particolare, a cui purtroppo la demolizione di questo edificio ha inferto un duro colpo.
        Si allegano foto dell’edificio prima e durante la demolizione. Le foto durante la demolizione sono prese dalla pagina web:
        https://milanau.blogspot.com/2013/12/altaguardia-11-e-venne-il-giorno-della.html
        in cui è visibile anche un articolo che parla dell’edificio.
        In tale articolo si indica in particolare che gli abitanti della zona si rivolsero anche alla Sovrintendenza competente (nell’articolo indicata come “Belle Arti”) e che la stessa, pur riconoscendo la particolarità dell’edificio, rispose «è troppo tardi, dovevate contattarci prima che il Comune concedesse i permessi».
        L’edificio in oggetto aveva molto probabilmente più di 100 anni di età, ma questo è da accertare.
        Un altro articolo che tratta dell’edificio in oggetto è presente alla pagina web:
        https://milanau.blogspot.com/2012/10/salviamo-lex-argenteria-ganci.html
        2) In entrambi i casi sopramenzionati è stato perpetrato ad avviso mio, di mia madre e dei tanti abitanti della zona che vanamente hanno cercato di opporvisi uno scempio.
        Considerando che i suddetti due casi sono quelli che mia madre ed io abbiamo potuto personalmente constatare ma che è altamente probabile che molti altri scempi come questi siano stati perpetrati in Milano e in altre città e che altri scempi come questi potranno verificarsi in futuro, se non si interviene opportunamente per contrastarli, ritengo che sia necessario individuare i punti in cui la legge vigente volta alla tutela dei beni architettonici è carente e apportare quindi le necessarie modifiche di legge.
        Evidentemente, non ci si può affidare alla buona volontà del proprietario, per edifici che non abbiano ancora raggiunto l’età dei 100 anni, di richiedere il vincolo, non avendo in generale il proprietario un interesse a richiedere tale vincolo.
        Per tutelare gli edifici che non hanno ancora raggiunto l’età di 100 anni ma che sono comunque edifici storici di pregio e anche per tutelare edifici che hanno già raggiunto i 100 anni di età che potrebbero essere arbitrariamente valutati come non di pregio, è necessario a mio avviso che:
        1. la Sovrintendenza abbia il potere di porre il vincolo su un immobile riconosciuto storico di pregio anche in assenza di richiesta da parte del proprietario.
        2. Nella procedura per l’ottenimento del titolo abilitativo edilizio sia prevista, per edifici di età maggiore di, per esempio, 70 anni, l’approvazione espressa della Sovrintendenza (no silenzio assenso).
        3. Siano fissati dei criteri di valutazione del pregio dell’edificio al fine di evitare valutazioni soggettive arbitrarie.
        Per esempio, la presenza di inferriate di metallo lavorato con motivi decorativi e di una cortina di mattoncini di qualità e di colore che arricchisce la facciata dovrebbero essere elementi sufficienti di per sé per definire l’edificio di pregio.
        Nel caso dell’ex fabbrica di via Altaguardia 11 tali elementi non sono stati invece evidentemente tenuti in alcun conto da chi avrebbe dovuto e non l’ha fatto vigilare e tutelare tale edificio.
        4. Inoltre occorre cautelarsi contro il seguente caso, che potrebbe verificarsi. Il progetto presentato agli enti preposti per la sua approvazione viene presentato come un progetto di ristrutturazione in cui è previsto il mantenimento dell’involucro esterno (facciata). Ma durante i lavori di demolizione della parte interna dell’edificio si verifica il crollo anche della parte esterna e tale crollo viene imputato a incidente o alla scarsa resistenza dei materiali della facciata.
        In tal caso non solo non deve in nessun caso essere permessa la demolizione completa e la costruzione di un nuovo edificio, non avendo l’impresa adottato le necessarie cautele per preservare la facciata, ma deve anche prevedersi una multa significativa per la perdita del bene architettonico da parte della comunità. In tal caso, oltre alla multa, dovrebbe essere previsto l’obbligo di ricostruire l’edificio in modo che risulti, nelle parti esterne, identico all’edificio originario, oppure, dipendendo dal caso specifico, l’area dovrebbe essere vincolata a verde diventando quindi inedificabile.
        Confidando in un Suo intervento ai fini di quanto sopra porgo distinti saluti.
        Paola Magliocchi
        Per conto di mia madre Anna Maria Camorali residente in via Trebbia 5 – 20135 Milano
        Ing. Paola Magliocchi
        E-mail: paola_magliocchi@hotmail.com
        PEC: paola.magliocchi@ingpec.eu
        Cel.: +39- 380.755.3373
        Allegati:
        n. 1 file .zip contenenti in totale n. 5 cartelle e n. 11 files

        Rispondi
    • La demolizione della villetta liberty di via Crema è stato uno scempio.
      Per informazione, ieri ho inviato la PEC che riporto in calce.
      Cordiali saluti
      Paola Magliocchi

      ***

      Da: paola.magliocchi@ingpec.eu
      Inviato: martedì 16 gennaio 2024 15:40
      A: ‘sg@pec.cultura.gov.it’ ; ‘ministro.segreteria@cultura.gov.it’
      Oggetto: 2024-01-16-Demolizione edifici storici in via Crema 32 e via Altaguardia 11 (zona Porta Romana) Milano

      All’onorevole ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
      Via del Collegio Romano, 27 – 00186 Roma
      Centralino: (+39) 06-6723.1
      Email: ministro.segreteria@cultura.gov.it
      Segreteria generale:
      tel. 06-6723.2433 .2002
      PEO sg@cultura.gov.it, PEC sg@pec.cultura.gov.it
      Oggetto: Demolizione di edifici storici nel quartiere Zona 5, in via Crema 32 e via Altaguardia 11 (zona Porta Romana) Milano
      1) Porto a Sua conoscenza i seguenti fatti, verificatisi nel quartiere di Milano dove mia madre risiede dal 1968.
      1. Demolizione di palazzina liberty del 1926 in via Crema 32:
      in via Crema 32 (angolo con piazza Trento) in Milano, fino ad aprile dell’anno scorso si poteva ammirare, a fianco di altre graziose palazzine d’epoca, una bella palazzina liberty e precisamente, come indicato nei due articoli visibili alle pagine web:
      https://www.mitomorrow.it/cambiamilano/demolita-palazzina-di-via-crema/
      https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_aprile_24/milano-in-via-crema-abbattuta-palazzina-del-1926-non-era-protetta-da-alcun-vincolo-874281f0-e1e8-11ed-a60a-9823b7efe925.shtml ,
      una palazzina del 1926 firmata dall’architetto Lorenzo Salvini. Si allega foto di tale palazzina.
      Tale palazzina è stata purtroppo demolita l’anno scorso, in data domenica 23 aprile 2023 come indicato negli stessi articoli, nonostante gli abitanti del quartiere si fossero mobilitati per salvaguardarla.
      Come indicato negli stessi articoli, al suo posto dovrebbe nascere un nuovo edificio adibito sia ad abitazioni sia ad uffici.
      Negli stessi articoli si indica che, nonostante fosse un palazzo storico e ben conservato, esso non era protetto da nessun vincolo da parte della Soprintendenza e il vincolo non c’era perché non era stato chiesto dal vecchio proprietario.
      All’epoca della demolizione la villa aveva circa 97 anni (1926-2023) e quindi non aveva ancora compiuto i 100 anni necessari per ottenere il vincolo automatico.
      Si allegano foto della recinzione del cantiere in cui è avvenuta la demolizione suddetta, scattate il 14-01-2024. Il cartello di cantiere non è apposto su via Crema (il lato dove era visibile un tempo la palazzina demolita), bensì è stato collocato sul lato via Trebbia e realizzato su fogli di carta A4 posti accanto ai fogli relativi a un altro cartello di cantiere relativo a un intervento indicato come di manutenzione straordinaria, vedi foto allegate.
      2. Demolizione di antica fabbrica in via Altaguardia 11:
      in via Altaguardia 11 in Milano (angolo via S. Rocco) era presente un’antica palazzina bell’esempio di antica architettura industriale di pregio. Si trattava di ex fabbrica, successivamente adibita a salone esposizione e vendita al pubblico dell’argenteria Ganci. La sua struttura era quella tipica delle fabbriche di fine 800-primi del 900 e di particolare pregio. In particolare, la facciata dell’edificio era rivestita di bei mattoncini rossi, con grandi finestre protette da bellissime inferriate di metallo lavorato. L’edificio era inoltre provvisto di un bel giardino interno.
      Questo edificio è stato demolito a dicembre 2013 per costruire al suo posto un nuovo edificio di maggiore volumetria, di cinque piani, nonostante gli abitanti del quartiere si fossero mobilitati per salvaguardarlo.
      Il quartiere di Via Altaguardia – Via S. Rocco – Via Vannucci è uno dei quartieri della vecchia Milano, dotato di un fascino particolare, a cui purtroppo la demolizione di questo edificio ha inferto un duro colpo.
      Si allegano foto dell’edificio prima e durante la demolizione. Le foto durante la demolizione sono prese dalla pagina web:
      https://milanau.blogspot.com/2013/12/altaguardia-11-e-venne-il-giorno-della.html
      in cui è visibile anche un articolo che parla dell’edificio.
      In tale articolo si indica in particolare che gli abitanti della zona si rivolsero anche alla Sovrintendenza competente (nell’articolo indicata come “Belle Arti”) e che la stessa, pur riconoscendo la particolarità dell’edificio, rispose «è troppo tardi, dovevate contattarci prima che il Comune concedesse i permessi».
      L’edificio in oggetto aveva molto probabilmente più di 100 anni di età, ma questo è da accertare.
      Un altro articolo che tratta dell’edificio in oggetto è presente alla pagina web:
      https://milanau.blogspot.com/2012/10/salviamo-lex-argenteria-ganci.html
      2) In entrambi i casi sopramenzionati è stato perpetrato ad avviso mio, di mia madre e dei tanti abitanti della zona che vanamente hanno cercato di opporvisi uno scempio.
      Considerando che i suddetti due casi sono quelli che mia madre ed io abbiamo potuto personalmente constatare ma che è altamente probabile che molti altri scempi come questi siano stati perpetrati in Milano e in altre città e che altri scempi come questi potranno verificarsi in futuro, se non si interviene opportunamente per contrastarli, ritengo che sia necessario individuare i punti in cui la legge vigente volta alla tutela dei beni architettonici è carente e apportare quindi le necessarie modifiche di legge.
      Evidentemente, non ci si può affidare alla buona volontà del proprietario, per edifici che non abbiano ancora raggiunto l’età dei 100 anni, di richiedere il vincolo, non avendo in generale il proprietario un interesse a richiedere tale vincolo.
      Per tutelare gli edifici che non hanno ancora raggiunto l’età di 100 anni ma che sono comunque edifici storici di pregio e anche per tutelare edifici che hanno già raggiunto i 100 anni di età che potrebbero essere arbitrariamente valutati come non di pregio, è necessario a mio avviso che:
      1. la Sovrintendenza abbia il potere di porre il vincolo su un immobile riconosciuto storico di pregio anche in assenza di richiesta da parte del proprietario.
      2. Nella procedura per l’ottenimento del titolo abilitativo edilizio sia prevista, per edifici di età maggiore di, per esempio, 70 anni, l’approvazione espressa della Sovrintendenza (no silenzio assenso).
      3. Siano fissati dei criteri di valutazione del pregio dell’edificio al fine di evitare valutazioni soggettive arbitrarie.
      Per esempio, la presenza di inferriate di metallo lavorato con motivi decorativi e di una cortina di mattoncini di qualità e di colore che arricchisce la facciata dovrebbero essere elementi sufficienti di per sé per definire l’edificio di pregio.
      Nel caso dell’ex fabbrica di via Altaguardia 11 tali elementi non sono stati invece evidentemente tenuti in alcun conto da chi avrebbe dovuto e non l’ha fatto vigilare e tutelare tale edificio.
      4. Inoltre occorre cautelarsi contro il seguente caso, che potrebbe verificarsi. Il progetto presentato agli enti preposti per la sua approvazione viene presentato come un progetto di ristrutturazione in cui è previsto il mantenimento dell’involucro esterno (facciata). Ma durante i lavori di demolizione della parte interna dell’edificio si verifica il crollo anche della parte esterna e tale crollo viene imputato a incidente o alla scarsa resistenza dei materiali della facciata.
      In tal caso non solo non deve in nessun caso essere permessa la demolizione completa e la costruzione di un nuovo edificio, non avendo l’impresa adottato le necessarie cautele per preservare la facciata, ma deve anche prevedersi una multa significativa per la perdita del bene architettonico da parte della comunità. In tal caso, oltre alla multa, dovrebbe essere previsto l’obbligo di ricostruire l’edificio in modo che risulti, nelle parti esterne, identico all’edificio originario, oppure, dipendendo dal caso specifico, l’area dovrebbe essere vincolata a verde diventando quindi inedificabile.
      Confidando in un Suo intervento ai fini di quanto sopra porgo distinti saluti.
      Paola Magliocchi
      Per conto di mia madre Anna Maria Camorali residente in via Trebbia 5 – 20135 Milano
      Ing. Paola Magliocchi
      E-mail: paola_magliocchi@hotmail.com
      PEC: paola.magliocchi@ingpec.eu
      Cel.: +39- 380.755.3373
      Allegati:
      n. 1 file .zip contenenti in totale n. 5 cartelle e n. 11 files

      Rispondi
  9. Stronzi !!! Cioè abbattono le villette liberty per poi progettare questi scempi ????

    Scusate …
    Ma un Vaffanculo grande quanto una casa ve lo meritate tutto. Vergogna !!!

    Rispondi
    • Concordo assolutamente.
      Mi domando che ci sta a fare la Sovrintendenza dei beni culturali e architettonici, che dovrebbe vigilare sugli edifici storici.
      Paola

      Rispondi

  10. “Basta morti in strada”: centinaia al presidio dopo la prima vittima in bici del 2024. Appello a Sala: “Città a 30 all’ora subito”

    milano.repubblica.it

    Il grido delle associazioni che lottano per una mobilità sostenibile, riunite sotto il cartello “Città delle persone”, si è di nuovo alzato. Questa volta per ricordare la morte dell’ultimo ciclista investito, Ivano Calzighetti, travolto alle due di notte da un’automobile. Sul luogo dell’incidente, tra viale Umbria e via Pistrucci, alle 19 si sono ritrovate circa 300-400 persone. “Basta morti in strada”, lo slogan che ormai accompagna tutte le manifestazioni che da un anno si ripetono ciclicamente.

    Rispondi
  11. Anche qui stesso metodo, trasformazione di uno stabile / areaparastatale,cmq a destinazione per il pubblico, in una operazione immobiliare privata.
    Il vantaggio per il pubblico? Nessuno.
    Anzi aumento di cubatura e non vedo manco l ombra di un alberello.
    Invece di creare una area verde all’ interno di uno studentato hanno costruito pure nel cortile. Oltretutto in questo caso si è superato veramente il brutto possibile, manco nell’ Unione sovietica si costruiva così male.
    Ma gli affitti pagati dagli studenti a chi vanno? Il consorzio agrario di chi era? A quanto è stato venduto? Chi l ha venduto?
    Perlomeno fare qualcosa di bello!
    Però abbiamo preservato i bassorilievi, giusto per prenderci in giro?

    Rispondi

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