La Torre Littoria, uno dei simboli principali di Torino, si erge dal lato sud-ovest di Piazza Castello, in pieno Centro, tra Via G.B. Viotti, Via Monte di Pietà e Via Roma. È altresì un “monumento” molto dibattuto e controverso, per diversi motivi, ma riassumibili in due: è in netto contrasto col contesto architettonico in cui è inserito; è stato costruito in un periodo storico discusso, il Fascismo.
La Storia
Progettata nel 1933 dall’Architetto Armando Melis de Villa e dall’Ing. Giovanni Bernocco, lo scopo originario era di ospitare uffici, spazi lavorativi nonché la sede del Partito Nazionale Fascista (PNF). In realtà, divenne sin da subito sede di Reale Mutua Assicurazioni – che ne detiene tutt’ora la proprietà – e che finanziò quasi interamente la costruzione.
La Torre è stata completata ed inaugurata nel 1934, ed il cantiere è durato poco più di un anno dall’approvazione del progetto. I lavori, infatti, erano stati tra i più celeri dell’epoca, con attività anche in fase notturna. L’edificio doveva sorgere in ben altra posizione, esattamente in Piazza XVIII Dicembre, nell’area sui cui sorge tutt’ora il Grattacielo Rai, ma i lavori per la riqualificazione della Via Roma in corso in quel periodo, hanno suggerito l’attuale posizione come la migliore per una tale opera.
Negli anni ’30 e ’40, ha ospitato, tra le altre cose, il famoso Bar Impera, gestito dalla Famiglia Chazalettes di Asti, fondatrice anche dello storico Vermouth Chazalettes, e durante la guerra ospitava in sommità una delle sirene antiaeree di Torino. Nel 1943, in uno dei bombardamenti aerei che lei stessa doveva annunciare, la torre venne danneggiata – seppur non in modo grave.
L’edificio
La Torre Littoria, conosciuta anche come Dito di Mussolini o Dito del Duce, è uno dei migliori esempi di architettura razionalista italiana del ‘900, nonché simbolo dell’architettura fascista di Torino. Alta complessivamente 109 metri (87 m senza antenna), possiede 20 piani in totale: 19 piani fuori terra ed uno interrato, ed ha un appartamento su ogni piano, con sezione a base quadrata di circa 15×15 m.
Una delle sue peculiarità, che ne fece un edificio avveniristico di quegli anni, è la struttura portante, interamente realizzata in acciaio elettrosaldato: è stato il primo edificio in Italia con tale caratteristica. Inoltre, è stata la “base sperimentale” per l’utilizzo di diversi materiali innovativi e super tecnologici, per l’epoca: vetrocemento (utilizzato nei balconi), linoleum, clinker (di cui sono rivestite parti delle facciate), e diversi altri.
I colori delle facciate esterne (come i suoi materiali) sono principalmente due: il beije del travertino romano, ed il rosso del laterizio, materiali molto “sponsorizzati” dalla politica del periodo adottata col fine di utilizzare più possibile risorse “italiche”. Oltre alla torre, che ovviamente spicca su tutto, l’edificio nel suo complesso possiede anche un “podio” alto 9 piani, con un’impronta al suolo circa tre volte superiore a quella della torre, per un rettangolo con sezione 15×50 m.
L’edificio è principalmente dotato di finestre molto ampie, tipiche dell’architettura dell’epoca, e di una sola striscia verticale di balconi, curvi ad un’estremità, nello spigolo che affaccia su Piazza Castello. La superficie dell’intero complesso si aggira intorno ai 10 mila mq. L’edificio, inoltre, si collega ad uno pre-esistente, lato via Roma e Piazza Castello, di stile architettonico più eclettico.
Attualità
Nei tempi recenti, l’edificio è stato interessato da diverse iniziative. Nel 2003, l’architetto torinese Benedetto Camerana ristruttura il Piano 13 trasformandolo in propria abitazione privata. Nel 2011 viene indetto un concorso di progettazione per la realizzazione di un bar pubblico agli ultimi due piani ed un ristorante al piano 8 (con terrazzo). In seguito al diniego della Sovrintendenza dei Beni Culturali (che protegge l’edificio in quanto di alto interesse storico-culturale), il progetto viene abbandonato.
Nel 2017 l’attuale proprietà, Reale Immobili SpA, con l’idea di ristrutturare alcuni piani e trasformarli in residenze di lusso, indice un concorso che verrà vinto dallo Studio Camerana + Partners, che sulla base del suo progetto privato del 2003, ripropone un’organizzazione simile per i 16 piani alti della torre: zona cucina centrale e aperta sulla zona giorno, massima trasparenza, enfatizzazione della vista panoramica sulla città, due stanze per la notte separate.
Il risultato del progetto di Camerana è sensazionale: si creano degli spazi residenziali tra i migliori della città, alcuni anche dotati di terrazzi con vista su Torino e sulla Mole Antonelliana, completati nel 2020 ad opera dell’Impresa di Costruzioni Pozzebon srl e che Reale Immobili Spa inserisce nella propria “Collezione Prestige” di immobili di alto livello.
Curiosità
Tra le curiosità legate alla Torre Littoria, quelle principali sono i diversi record. Uno tra tutti è che il Dito del Duce è, attualmente, l’edificio residenziale più alto di Torino. Al contempo, è stato il primo edificio residenziale in Italia con struttura portante interamente in acciaio. Dal 1933 al 1940 è stato inoltre l’edificio più alto d’Italia, poi superato dalla Torre Piacentini a Genova (sempre di epoca fascista), ed il primo grattacielo d’Italia nel periodo del Fascismo. Inoltre, relativamente ai grattacieli di Torino, la Torre Littoria ricopre il 4° posto, dopo la Torre Intesa San Paolo (167 m), la Mole Antonelliana (168 m) e la Torre Regione Piemonte (205 m).
Un’altra curiosità è la location della sua costruzione. Come già detto, avrebbe dovuto sorgere in altra area, zona Porta Susa. La versione ufficiale vuole che gli addetti ai lavori pubblici di allora avessero optato per la Via Roma che in quel periodo era in totale ricostruzione – con forte modifica dell’assetto urbanistico di Torino. La versione meno ufficiale dice, invece, che fu Mussolini stesso a decidere di costruire una torre così alta esattamente di fronte al Palazzo Reale (a circa 300 m), quasi come un atto di sfida ai Reali torinesi, che furono poi esiliati nel 1948.
Curiosità e non, ufficialità o meno, la Torre Littoria rimane comunque uno dei simboli della Città, a cui molti torinesi sono affezionati. Dal punto di vista architettonico e di contestualizzazione urbanistica, invece, la sua presenza potrebbe essere messa in discussione, dato l’aspetto estetico e l’insolita altezza. In ogni caso, rimane un eccellente esempio di ingegneria e tecnologia, sicuramente voluto dal governo di allora per “spingersi oltre i limiti” della tecnologia dell’epoca. Anche le recenti iniziative, inoltre, hanno ridato un senso a questo edificio, essendo stato trasformato in residenze di alta gamma.
Proprietà: Reale Immobili SpA
Progettazione Architettonica (1933): Arch. Armando Melis de Villa
Progettazione Strutturale (1933): Ing. Giovanni Bernocco
Progettazione Architettonica (2017): Studio Camerana + Partners (Torino)
Impresa di Costruzione (1933): Impresa Ingg. Alessandro Ferraris e Armando Bellardo(Torino)
Impresa di Costruzione (2017): Costruzioni Pozzebon srl (Treviso)
Render & Disegni: Studio Camerana + Partners (Torino)
Foto area: Reale Immobili SpA + Francesco Gullace + Google
La Torre Velasca di Torino!
Torre Velasca e Torre Littoria, veri e propri tumori nel centro di Milano e Torino
Chiamatemi ignorante , ma per me sono il male.. certi orrori andrebbero abbattuti senza la minima esitazione
Un pugno alla piazza Castello, a palazzo Madama, al teatro Regio. Pugno per non dire schifezza e mi fermo per non essere volgare
Concordo in toto.
La ristrutturazione degli anni 2017-2020, oltre che gli interni, ha riguardato anche le parti comuni e la riqualificazione energetica dell’intero edificio, su progetto dell’arch. Ivano Pomero e dell’ing. Andrea Cagni.
Grazie. Dove si possono trovare info a riguardo, su internet?
Grazie. Dove si possono trovare info a questo proposito?
È stata costruita in un anno come il palazzo della regione Piemonte.
Proprio un bell’articolo pubblicitario, sapete molto poco di questa Architettura, in compenso righe e righe di informazioni su quanto sono belli e bravi questi nuovi sviluppatori immobiliari. Mancava solamente che vi dicessero di pubblicare anche il numero dell’agente immobiliare. E se non è così, e se l’avete fatto senza rendervene conto forse è ancora più grave che pensiate di fare un servizio a qualcuno con questo tipo di informazioni.
Una delle piazze più belle d’Italia rovinata da questo cesso fascista. Terrificante.
Un capolavoro? ??
Sembra assomigliare in parte alla torre Rasini di Milano. Sono dello stesso periodo anche se gli intenti costruttivi penso fossero diversi.
Io la trovo meravigliosa e con la sua mole elegante e slanciata contribuisce a donare monumentalità al bellissimo centro storico di Torino, quasi come fosse un campanile o una torre civica.
Torre di grande eleganza