Milano Rho. Durante gli scavi per la riqualificazione e trasformazione degli 8.500 metri quadrati di piazza Visconti a Rho, sono emersi dei reperti archeologici interessanti. L’obiettivo era di valorizzare gli edifici storici presenti, ossia il palazzo comunale e la prestigiosa villa un tempo proprietà dei visconti, insieme con il patrimonio arboreo, arredo urbano e fontana, includendo nella riqualificazione anche via porta ronca, antico decumano della città.
Il progetto è dell’architetto paesaggista francese Michel Desvigne, da attuare con fondi del PNRR. Ora il cantiere si è un attimo arenato per l’importante scoperta.






Gli archeologi stanno catalogando tutto il materiale rinvenuto per preparare una relazione dettagliata. Una volta completata la georeferenziazione e il monitoraggio con tecniche avanzate, si potrà coprire quale soluzione adottare per proteggere i reperti e il lavoro svolto, assicurando la continuazione delle opere in programma.
Gli scavi iniziati settimane fa per la riqualificazione di piazza Visconti hanno rivelato nuovi reperti archeologici, aggiungendosi alle palificazioni medievali e alle ossa bovine scoperte due mesi fa. Le ruspe hanno rivelato che la strada romana proseguiva formando un crocevia. Si è quindi ipotizzato che l’incrocio tra il cardo massimo e il decumano, un tempo ritenuto situato davanti alla chiesa di San Vittore in piazza omonima, si trovasse invece davanti all’ingresso principale di Villa Banfi, già Villa Visconti, e proseguisse verso via De Amicis. Questo potrebbe richiedere una revisione della storia della città e ulteriori studi.
L’impresa CEV – Studio di Archeologia, operante sotto la vigilanza della Sovrintendenza alle Belle Arti per conto del Comune di Rho, ha dispiegato una squadra di sei esperti che stanno ripulendo e catalogando ogni reperto. Tra questi, un ferro di cavallo e frammenti di cerchione di una ruota di carro, confermando l’idea di una zona attraversata da cavalli e carri, elemento riflesso anche nello stemma di Rho. Accanto all’abside della chiesa è stato scoperto un muro perimetrale con un pozzo, probabilmente delimitante la proprietà della villa costruita nel 1669.
Scavi precedenti, effettuati per garantire servizi utili alle abitazioni, hanno già danneggiato la strada in alcuni punti. La visibilità del percorso è scarsa per i non esperti, ma le tecniche di costruzione indicano che lo strato più basso appartiene all’epoca romana. Gli archeologi stanno documentando tutto il materiale emerso per redigere una relazione dettagliata. Una volta completata la georeferenziazione e il monitoraggio, sarà possibile coprire la strada per preservare i reperti e proseguire con i lavori previsti.




Si distinguono tre strati di costruzione sovrapposti: uno di epoca romana, uno tardo romano e uno medievale.
Il Comune di Rho sta organizzando eventi per approfondire la conoscenza dei reperti, dato l’interesse delle scuole locali.
L’amministrazione comunale assicura la massima attenzione alla conservazione dei reperti, procedendo solo secondo le indicazioni della Sovrintendenza.
Rho, uno dei centri abitati più antichi della Lombardia, vanta una storia che affonda le radici nell’epoca romana, testimoniata dai numerosi reperti emersi durante gli scavi condotti nel corso dei secoli, datati 1876, 1890 e 1917, che hanno evidenziato la rilevanza di Rho fin dai tempi dell’Impero.
La città, parte dell’antica organizzazione amministrativa della regio XI Transpadana, conserva ancora tracce della rete viaria romana. Le strade attuali seguono in gran parte il tracciato delle antiche vie romane, orientate principalmente in direzione Est-Ovest e Nord-Sud, secondo la centuriazione romana.
Tra i reperti più significativi figura la via Mediolanum-Verbannus, un’importante arteria che collegava Milano al Verbano, passando per Legnano e Gallarate, con Rho come punto di sosta strategico al decimo miglio. Per facilitare i commerci lungo questa via, i romani deviarono il corso del fiume Olona a Lucernate, creando un canale artificiale che seguiva il tracciato della via, permettendo un maggiore flusso di merci tramite trasporto fluviale.
La presenza cristiana a Rho è documentata sin dal IV e V secolo, come dimostrano i reperti rinvenuti in diverse aree della città. In particolare, in piazza San Vittore sono stati trovati i resti di un antico cimitero e di una cappella cristiana, mentre in via Belvedere sono emerse tombe cappuccine, alcune con incisioni dell’alfa e dell’omega, simboli cristiani.
Questi ritrovamenti confermano la radicata presenza del cristianesimo nel tessuto sociale e religioso di Rho fin dai primi secoli dell’era cristiana.

Va ricordato anche l’origine del nome di Rho. Risale all’anno 846 il più antico documento giunto fino a noi, in cui compare la dicitura “vico Raudo”. Vico: gruppo di case in aperta campagna; e Raudo: derivante, probabilmente, dalla forma latina Rhaudum, di incerto significato, forse con riferimento ad un rozzo castello ivi esistente. Dopo il XVI secolo, abbandonando la forma latina per quella volgare, si alternano le forme Rhodo, Rode, Ro, Rò, Rho; dal 1932 si scelse la forma con l’h divenuta ufficiale, anche per distinguerla dal nome di un altro comune italiano omonimo in provincia di Ferrara.

- Referenze immaigni: archeomedia.net, Facebook
- Rho, Piazza Visconti, Riqualificazione, Archeologia,
Hanno trovato il petrolio a Rho e non lo sanno.