Milano Castello. Il cantiere di restauro della Sala delle Asse al Castello Sforzesco si avvia all’ultima fase lavorativa, dove dai primi mesi del 2025 partirà il lavoro finale. La Giunta di Palazzo Marino ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’intervento, che dovrà recuperare e salvaguardare i dipinti murari attribuiti a Leonardo da Vinci. A fine 2025 la sala sarà aperta nuovamente alle visite.
“Magistro Leonardo promette finirla per tutto settembre“. Era il 21 aprile del 1498 quando il cancelliere ducale, Gualtiero da Bascapè informava Lodovico il Moro che Leonardo da Vinci era pronto a decorare la Sala delle Asse.
“Chi entrava doveva avere la sensazione di essere in un giardino e vedere un sottobosco come quinta e una linea dell’orizzonte del territorio. La seconda finalità era quella allegorica, perché l’albero di gelso esprimeva la figura di Ludovico il Moro che aveva scelto il gelso per emblema, simbolicamente positivo”. Così semplificò l’ex sovrintendente Claudio Salsi rilasciate al Fatto quotidiano.
Il progetto, redatto da Michela Palazzo per la Sovrintendenza in collaborazione con gli uffici dell’Area Edilizia Culturale e della Direzione Cultura, è stato definito dopo anni di ricerche e sondaggi sulle decorazioni quattrocentesche della Sala, aggredite dal tempo e compromesse da precedenti restauri. Compito dei restauratori sarà restituire all’opera la sua integrità e permetterne la conservazione e fruizione nel tempo.
L’intervento, del valore di un milione e 625mila euro, è finanziato in parte da risorse proprie dell’Amministrazione e in parte da Fondazione Cariplo. Per il cantiere si prevede una durata di oltre un anno, con avvio nel 2025 dopo la fase di progettazione esecutiva e l’aggiudica della gara.
La sala del Castello Sforzeco collocata al piano terra della torre angolare di Nord-Est, detta la Falconiera, ha avuto vita difficile sin dal principio. Dalle carte sforzesche risulta che Leonardo si accingeva a dipingere la Sala delle Asse nell’aprile del 1498, impegnandosi a finirla entro settembre. Il nome venne dato da Luca Beltrami che interpretando le lettere dell’epoca si citava di “liberare la sala delle asse”per iniziare i lavori a Leonardo. Non è noto se l’artista abbia portato personalmente a termine il lavoro o se la decorazione sia stata da lui interrotta e completata da altri. Dopo la disfatta di Lodovico il Moro (1499) Leonardo lasciò Milano e quindi presumibilmente anche i lavori nella Sala delle Asse, che, con la trasformazione successiva del castello in caserma subì molti rimaneggiamenti. Mentre la sala venne trasformata in stalla con le relative conseguenze, il dipinto venne coperto da vari strati di imbiancature.
Dimenticata per secoli sotto la calce bianca, venne riscoperta a fine Ottocento da Luca Beltrami, restaurata o per meglio dire compromessa dalle ricostruzioni nel corso del ’900. L’ultimo intervento è stato dal 1954 al 1956. Da allora non è stato più condotto alcun intervento, nonostante le problematiche esistenti. In particolare, i sali presenti nelle murature delle pareti e della volta avevano intaccato la leggibilità del disegno di Leonardo.
Così dal 2006 viene avviata la campagna di studio che si trasforma nel cantiere di restauro allestito nel 2011 e tuttora in corso e che noi di Urbanfile, nel 2014 abbiamo avuto l’onore di visitare e osservare da vicinissimo. Cantiere di restauro che ha impedito per anni, sino al 2015 almeno, la visita ai turisti. Infatti nel 2015, in occasione di Expo, viene riaperta, sospendendo il lavoro di ricerca e restauro del dipinto.
Nel frattempo in quegli anni è stata riportata alla luce la parte inferiore del dipinto monocromo, coperto da intonaci e boiserie, orse una parte mai completata e semplicemente accennata a carboncino preparatorio che mostra i tronchi degli alberi e un panorama in lontananza, proprio per dare l’idea di un grande pergolato all’aperto.
Nel 2016 viene avviato il cantiere pilota di analisi della volta e delle lunette. La Sala riapre poi da maggio 2019 a gennaio 2020 con l’installazione multimediale “Leonardo mai visto” per il cinquecentenario della morte del genio vinciano. In quell’occasione venne presa d’assalto da 350mila visitatori. Quindi nuovamente chiusa alle visite, il cantiere va avanti fino a luglio del 2020. Riapre per l’estate fino a settembre libera dalle strutture fisiche e multimediali e con un’illuminazione essenziale che permette di ammirare la Sala, il monocromo restaurato e i disegni leonardeschi emersi durante il restauro delle pareti. Dal settembre 2020 riparte il cantiere e nuovamente chiusa al pubblico.
Ed eccoci con l’avvio della fase finale, in vista della riapertura alle visite da fine 2025, pronta per i visitatori che arriveranno in città per i Giochi invernali del 2026.
“Un progetto atteso da tempo – commenta l’assessore alle Risorse finanziarie, economiche e patrimoniali, Emmanuel Conte – per un unicum nella storia dell’arte, che procederà in parallelo ad altri grandi cantieri della cultura come la Beic e il Museo del Novecento, nello spirito di una città capace di valorizzare i tesori del proprio passato mentre si apre al futuro creando nuovi luoghi di bellezza, cultura e arte”.
“Siamo felici che l’ultima fase di restauro di questa straordinaria testimonianza leonardesca al Castello Sforzesco sia arrivata alla sua fase conclusiva – afferma l’assessore Tommaso Sacchi -. La Sala delle Asse potrà dunque essere riaperta definitivamente, dopo anni di studi, saggi e indagini sui muri e sul soffitto, e ammirata da tutti i cittadini e le cittadine e i visitatori che arriveranno a Milano per le Olimpiadi 2026”.
- Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Comune di Milano
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