Milano | Guastalla – Il restauro di Palazzo Sormani e della Biblioteca Comunale Centrale


Milano Porta Vittoria. Da qualche mese sono in corso i lavori per la riqualificazione di ambienti interni alla Biblioteca Comunale Centrale Sormani, di Corso di Porta Vittoria 6. Nel frattempo è stata impacchettata anche la facciata moderna realizzata dal grande architetto Arrigo Arrighetti su via della Guastalla.

Storia del Palazzo e della Biblioteca.

Palazzo di stile barocchetto venne realizzato come lo vediamo oggi nel 1700, in varie fasi e costruito su precedenti e più antichi edifici; presenta due facciate ugualmente notevoli, una rivolta sul corso e realizzata da Francesco Croce, e una rivolta verso il giardino, questa però in stile neoclassico (una dei primi esempi in città), progettata da Benedetto Alfieri nel 1756. Questa seconda facciata è ritmata da lesene, ornata da decorazioni in stucco e culmina con un orologio. Nello stesso anno Biagio Bellotti affresca il soffitto del salone da ballo di Palazzo Sormani (distrutto dai bombardamenti del 1943).

Alcune sale presentano una decorazione a stucco, opera settecentesca di Agostino Gerli, mentre in una stanza si trovano alcuni dipinti con immagini del mito di Orfeo, attribuite inizialmente al Grechetto e oggi attribuito Carl Borromäus Andreas Ruthart (Danzica 1630 – L’Aquila 1703), specializzato nella pittura di animali. Il ciclo fu dipinto a Milano da Ruthart con la collaborazione di altri maestri comprimari, tra i quali il fiammingo Livio Mehus, su commissione di Alessandro Visconti, tra il 1654 e il 1659 per Palazzo Verri.

Alla fine dell’Ottocento, i Sormani trasferirono dal palazzo Verri di Via Montenapoleone, molte opere d’arte, tra cui i medaglioni sforzeschi marmorei (già sulla fronte della casa Marliani), e le tele del “Grechetto”, facenti parte della sala degli animali. Dopo vari passaggi nobili, il palazzo nel 1930 passa di proprietà al Comune che ne fa un museo cittadino. Gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943, venne ricostruito anche in versione moderna da Arrigo Arrighetti nei primi anni Cinquanta. Attualmente il Palazzo ospita la Biblioteca Comunale Centrale.

La Seconda Guerra Mondiale e la ricostruzione post bellica.

La Biblioteca Comunale Centrale – chiamata anche “Sormani” dal nome dello storico palazzo in cui ha sede – è uno dei più singolari esempi di integrazione tra il nuovo e l’antico nell’architettura del dopoguerra milanese. Viene inaugurata il 10 marzo 1956, al termine dei lavori di ricostruzione e restauro della prestigiosa dimora sei-settecentesca condotti dall’architetto Arrigo Arrighetti, dirigente dell’Ufficio Progetti Edilizi all’interno dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano e sicuramente uno dei grandi nomi dell’architettura meneghina. La necessità di trovare una nuova collocazione per la Biblioteca Comunale, la cui precedente sede al Castello Sforzesco era stata distrutta dagli incendi della guerra, trova una risposta favorevole nel restauro e nella riprogettazione funzionale del palazzo di Porta Vittoria.

Il nuovo intervento si articola attorno alla ricostruzione in forme moderne del corpo di fabbrica su via della Guastalla, totalmente distrutto dai bombardamenti del 1943, e allo sviluppo delle sue connessioni con l’edificio storico. Il volume – un corpo di forma trapezoidale che segue i due allineamenti principali di via della Guastalla e del cortile – contiene a piano terra la zona d’ingresso con gli schedari – oggi utilizzata per la lettura dei quotidiani – e al primo livello un grande magazzino per i libri.

All’ultimo piano, corrispondente alla quota del piano nobile del palazzo, è situata la grande sala di lettura, illuminata dall’alto da 96 lucernari di forma circolare. A sud, nella parte conclusiva del fabbricato su via della Guastalla, è collocata la torre libraria, un volume tecnico formato da quattro livelli di scaffalature con struttura in putrelle di ferro che in origine conteneva le pubblicazioni in folio e che oggi contiene i volumi più rari; vi si accede da un vano scale con monta-libri posto a cerniera tra il vecchio palazzo e il nuovo intervento, collegato al sistema principale di scale, ascensori e servizi tramite dislivelli e passaggi che raccordano le differenze di quota.

Nel prospetto su via della Guastalla è riassunta la dirompente modernità dell’intervento: una griglia regolare e ininterrotta formata da aperture quadrate – costruite sul modulo degli scaffali dei depositi interni – scandisce tutto il fronte interrompendosi solamente nella parte superiore, in corrispondenza della grande sala di lettura, dove la superficie cieca della facciata consente di foderare di libri l’intero lato verso strada.

In questo disegno geometrico si evidenziano soltanto i due marcapiani delle solette del piano rialzato e del magazzino dei libri, che contribuiscono ad accentuare l’orizzontalità del prospetto. In corrispondenza della torre libraria il sistema modulare di facciata si estende per tutta l’altezza dell’edificio, mentre sul lato verso il giardino le pareti esterne si inclinano per ottenere luce indiretta attraverso lunghe feritoie che divengono elementi di caratterizzazione del fronte. L’esibizione del reticolo razionalista di facciata in chiave espressiva nasce da esigenze funzionali: la profondità dei singoli moduli quadrati, se da una parte consente l’ingresso della luce diffusa, dall’altra impedisce ai raggi solari di entrare direttamente all’interno, alterando la conservazione dei volumi. La facciata è realizzata con un sistema di semi-prefabbricazione, montando fuori opera tutti gli elementi verticali e incastrando in una fase successiva gli elementi orizzontali, secondo uno schema di grande semplicità costruttiva.

Anche i serramenti in legno sono montati agevolmente in virtù della logica seriale di prefabbricazione studiata per il progetto. Oltre alla parte ricostruita ex-novo, il progetto ha coinvolto il restauro degli ambienti storici del palazzo: in essi hanno trovato posto al piano terreno le sale riviste, microfilm e audiovisivi, al piano nobile gli uffici della direzione, della segreteria e della catalogazione. Lo spazio per le conferenze è stato ricavato nella straordinaria cornice della sala del Grechetto, a cui si accede dallo scalone d’onore.

Il palazzo oggi è un po’, come spesso accade negli edifici pubblici, lasciato andare, sebbene sia un palazzo signorile, gli interni sembrano vivere nel disordine e nella sciatteria. Ogni volta che ci sono stato, l’ho sempre trovato invaso da cartelli e cartelloni, collocati a caso, pannelli che coprono specchi barocchi che andrebbero valorizzati, lampadari troppo moderni da ufficio dove ci vorrebbe un po’ più di rispetto, così come mobili moderni e di servizio collocati in saloni con stucchi d’epoca. Insomma, un po’ più d’ordine e rispetto che magari, dopo i lavori e l’apertura della nuova BEIC speriamo sia la volta del riscatto di questa meraviglia.

La BEIC-Biblioteca Europea di informazione e cultura dovrebbe aprire nel 2026 e si affiancherà alla Sormani, anche se per ora il piano che le unirà le funzioni è per ora ancora riservato.

La decisione del rinnovo rientra in un più ampio piano di riqualificazione della biblioteca centrale approvato dalla giunta Sala nel 2020 i cui lavori dovevano partire nel 2021 ma che alla fine sono stati rinviati più volte.

Questo il progetto, ancora in fase di bando di gara:

  • Una nuova sala polivalente con affaccio sul cortile interno, dove si potranno svolgere conferenze, workshop e incontri letterari. Questi eventi si svolgevano nella Sala del Grechetto, che verrà musealizzata dopo l’importante restauro delle 23 tele del Mito di Orfeo.
  • Un caffè letterario, la cui gestione sarà affidata tramite bando
  • Una grande vetrina a scaffale aperto, dalla quale i visitatori potranno scegliere liberamente cosa consultare o chiedere in prestito, tra più di 8 mila volumi e materiale multimediale (CD e DVD).
  • Una nuova sezione dedicata a musica e spettacolo
  • Un’aula laboratorio per corsi di alfabetizzazione informatica
  • Una nuova sezione dedicata ai bambini, formata dal lascito della famiglia Denti, storici proprietari della Libreria dei Ragazzi di via Tadino, aperta nel 1972. Gli eredi hanno donato la collezione di libri per l’infanzia di Roberto e Gianna Denti al Comune di Milano.

Inoltre, il progetto di riqualificazione – che costerà un milione e 125 mila euro – sposta negli spazi dell’attuale sala audiovisivi le attività finora svolte nella sala del Grechetto (convegni, presentazioni etc), a sua volta trasformata in un museo interamente dedicato al Mito di Orfeo lo straordinario atlante del mondo animale attribuito al fiammingo Livio Mehus e al polacco Pandolfo Reschi che con maestria hanno rappresentato su oltre venti tele 165 specie fra bestie fantastiche e reali. I dipinti saranno riallestite così come sono stati negli ultimi anni, quindi non nella forma filologica con cui sono stati esposti l’anno scorso nella mostra di Palazzo Reale. L’unica novità sarà l’avvicinamento dei quadri mancanti, fino a oggi appesi negli uffici, che verranno posizionati nella sala antistante dove arriva lo scalone d’onore.

Si chiude così una vicenda che aveva sollevato molte polemiche negli anni scorsi dividendo anche gli studiosi fra i fautori di un ritorno a casa dei dipinti, di fatto parte integrante della sala soprannominata del “Grechetto” proprio perché fino a qualche anno fa i quadri venivano attribuiti al Grechetto, e quelli che sostenevano la necessità di riunire tutti i dipinti restituendo al pubblico l’aspetto originale del ciclo così come era stato pensato quando fu realizzato per Palazzo Verri. Ora le tele si trovano negli spazi dell’ex Ansaldo dove il laboratorio di restauro della Venaria Reale ha iniziato le opere di pulitura finanziate dalla campagna di art bonus che l’anno scorso ha raccolto 133 mila euro. Un lavoro impegnativo, vista la dimensione monumentale del ciclo, alla fine della quale i dipinti torneranno “a casa”.

  • Referenze immagini: Milano Sparita; Roberto Arsuffi; Sosthen Hennekam; Lombardia Beni Culturali
  • Palazzo Sormani, Corso di Porta Vittoria, Via della Guastalla, Guastalla, Biblioteca Comunale Centrale, Restauro, Arrigo Arrighetti
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Guastalla – Il restauro di Palazzo Sormani e della Biblioteca Comunale Centrale”

  1. Una delle notizie più belle dell’anno!
    Ma quindi resta biblioteca affiancando la nuova beic?

    Secondo me protremmo attribuirne un valore più alto, sempre culturale come museo civico o un museo di arte contemporanea.

    Posizione centrale, giardino bellissimo e architettura classica e moderna insieme ne fanno un capolavoro. (Frequentata da pochissimi, alcuni non la conoscono neanche)

    Questi sono le perle della nostra città da riqualificare e ripresentare alla città sotto una nuova veste, secondo me.

    ??

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  2. Trovo generoso da parte Sua scrivere:
    “per ora il piano che unirà le funzioni è ancora riservato”,
    ho timore invece che il piano non ci sia proprio.
    Grazie come sempre delle preziose informazioni e bellissime foto

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  3. Ne approfitto per segnalarvi che all’inizio del corridoio del piano terra di Palazzo Sormani c’è un grande pannello di ceramica opera dello scultore Romano Rui (di cui proprio in questi giorni si sta restaurando un bassorilievo in piazza S.Babila) che rappresenta “Sant’Ambrogio e la cultura milanese”. Questo pannello ormai da molti anni non è visibile al pubblico perché coperto da uno scaffale di compensato. Varrebbe forse la pena di “riportarlo alla luce”.

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  4. Ottimo lavoro. Ottima cosa inoltre la valorizzazione dell’architetto Arrighetti, figura centrale nella realizzazione di opere destinate a creare centri pubblici, luoghi di incontro e aggregazione per gli abitanti della città come piscine scuole pensiline biblioteche e un intero quartiere, il Sant Ambrogio.

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  5. Perché mai “il piano che unirà le due funzioni” deve essere riservato? Perché non si apre un dibattito serio e pubblico sulle funzioni di due (posto che abbia un senso) biblioteche oggi a Milano?

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