Milano | Castello – I palazzi Pirovano di piazza Castello

Milano Castello. Il Piano Regolatore approvato nel 1886 pose fine alla lunga e dibattuta questione sull’utilizzo delle aree libere intorno al Castello Sforzesco, che erano state oggetto di numerosi progetti fin dalla fine del XVIII secolo.

Uno dei progetti più ambiziosi fu quello presentato nel 1801 da Giovanni Antonio Antolini (Bologna, 1753-1841) per il Foro Bonaparte. L’idea prevedeva di collocare, intorno al nucleo superstite del Castello Sforzesco (all’epoca sede del governo repubblicano), un imponente colonnato dorico. Questo sarebbe stato il centro di una gigantesca piazza circolare delimitata da porticati, con edifici pubblici distribuiti tutt’intorno: sale per comizi, un museo, una sorta di Pantheon e persino terme.

Il progetto includeva anche un canale navigabile circolare, collegato alla Cerchia dei Navigli, attraversato da ponti, che avrebbe ulteriormente caratterizzato l’area. Questo nuovo centro politico e culturale era concepito per incarnare gli ideali repubblicani, in aperta contrapposizione ai regimi assolutisti che avevano patrocinato lo stile barocco e rococò.

Tuttavia, il radicalismo e i costi elevati del progetto portarono al suo rifiuto da parte della stessa amministrazione francese. Dopo l’Unità d’Italia, l’idea venne parzialmente ripresa con il Piano Beruto (1884, approvato nel 1889), che prevedeva una strada semicircolare costeggiata da eleganti edifici residenziali.

Sul lato prospiciente la nuova Piazza Castello, il piano regolatore includeva la costruzione di edifici disposti a emiciclo, suddivisi in sei isolati simmetrici. Il Regolamento Edilizio del 1888 prescriveva obblighi specifici per la fabbricazione di questi edifici: le facciate dovevano rispettare precisi criteri di qualità, stile e decorazione, con un’altezza uniforme di 22 metri. Per i quattro lotti centrali, inoltre, erano previsti vincoli di simmetria architettonica, con facciate identiche sia verso il Castello sia verso il nuovo accesso della piazza, l’odierna via Beltrami.

Le architetture per i palazzi centrali di Piazza Castello e quelli lungo via Luca Beltrami furono affidate a Giuseppe Pirovano, in collaborazione con Giovanni Giachi e Antonio Comini. Tra i protagonisti del rinnovamento urbanistico milanese tra il XIX e il XX secolo, Pirovano (Milano, 1846 – Frino, 1923), laureatosi al Politecnico di Milano nel 1870, si distinse per il suo stile eclettico ed elegante. Pirovano aveva già vinto il concorso comunale per il progetto di via Dante con un monumentale palazzo posto ad angolo con via Giulini.

Per i palazzi di piazza Castello, compresi tra via Quintino Sella e via Bettino Ricasoli, il Pirovano progettò monumentali edifici dallo stile classico-eclettico, caratterizzati da facciate riccamente decorate con lesene, colonne e cornicioni. Soprattutto molto evidenti sono le possenti colonne incastonate da un bugnato a cubi tipiche dell’epoca eclettica. Nei palazzi di Piazza Castello 2-4-6 e 1-3-5, queste decorazioni si ripetono con leggere variazioni, impreziosite da materiali diversi come pietra grigia, cemento sagomato e pietra rosa.

Gli edifici di via Beltrami, completati nel 1892, ospitarono subito due importanti luoghi di ritrovo milanesi: il Teatro Eden e il Teatro Olympia (poi Olimpia).

Il Teatro Eden

Il Teatro Eden, situato al piano terra del palazzo di sinistra (guardando il Castello), aprì nel 1892. La sala, con una capienza di 350 posti, era arredata con colonne in ghisa, tavolini e sedie a disposizione libera. Fu il primo vero caffè-concerto elegante di Milano, un luogo innovativo per l’epoca. Qui, nel 1923, fece il suo incerto debutto una giovane e sconosciuta Anna Menzio, poi nota come Wanda Osiris.

In seguito, l’Eden venne ribattezzato Taverna Rossa, per poi tornare al nome originale e ampliare la sua capienza a 800 posti. Nel 1932, seguendo la moda del tempo, fu trasformato in una sala cinematografica. Salvo interruzioni durante la Seconda Guerra Mondiale, il Cinema Eden rimase attivo fino al 1986, quando venne chiuso definitivamente.

Il Teatro Olympia

Il Teatro Olympia, invece, si trovava nei sotterranei del palazzo di destra (sempre guardando il Castello). Dopo aver ospitato nei primi anni attrazioni da fiera come fachiri e mangiafuoco, fu inaugurato ufficialmente nel 1899. La sala, inizialmente criticata per il gusto eccessivo delle decorazioni, venne successivamente rinnovata dallo stesso Pirovano, arrivando a contenere fino a 1.000 persone.

L’Olympia divenne presto una delle sale preferite dai milanesi: si poteva fumare, consumare bevande durante gli spettacoli e frequentarlo anche di pomeriggio grazie alla sua posizione sotterranea. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la sala fu adattata a un impianto teatrale tradizionale con file di poltrone, e ospitò tre prime di Pirandello oltre a rappresentazioni di grandi compagnie teatrali, come quelle di Calindri, Peppino De Filippo e attori del calibro di Vittorio De Sica, Gassman e Nino Manfredi.

Nel 1960, per contrastare il declino degli incassi, l’Olympia fu trasformato in una music-hall, ma l’operazione non ebbe successo: nel 1964 chiuse definitivamente per lasciare spazio a un grande magazzino Standa, oggi sostituito da un Decathlon.

Purtroppo molti interni degli edifici, come gli ingressi e le scale, negli anni passati sono stati completamente stravolti e ammodernati, risultando in alcuni casi molto anonimi.

  • Referenze immagini:
  • Fonte informazioni: L’edilizia moderna periodico mensile di architettura pratica e costruzione; Teatri di Milano 1971 di Emilio Manzella e Domenico Pozzi; Le Città nella Storia d’Italia” – Milano, Edizini la Terza 1982
  • Architettura, Castello, Largo Cairoli, Foro Bonaparte, Piano Beruto, Piazza Castello, via Luca Beltrami, Giuseppe Pirovano, Giovanni Giachi, Antonio Comini
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