Milano, Porta Nuova.
Ci sono aggiornamenti riguardo al progetto P39 – il “Pirellino” di via Pirelli 39. L’intervento, a cui avevamo già dedicato diversi articoli, è rimasto bloccato per anni. Ora, il progetto sembrerebbe finalmente aver superato gli ostacoli grazie a una revisione che punta alla semplificazione per evitare ulteriori ritardi.
Il nuovo progetto: ristrutturazione e sostenibilità
Coima ha presentato al Comune di Milano un aggiornamento per il progetto di P39 , firmato dallo studio Diller Scofidio + Renfro. La soluzione attuale prevede la ristrutturazione della torre esistente e il risanamento conservativo dell’edificio a ponte, senza modificarne la destinazione d’uso direzionale. L’obiettivo è mantenere un’omogeneità architettonica tra le due strutture e ottenere rapidamente le autorizzazioni necessarie.
Dal punto di vista ambientale, il progetto si distingue per il 90% di riduzione delle emissioni in fase di costruzione e il raggiungimento della neutralità carbonica una volta operativo. Sarà alimentato da energia rinnovabile e otterrà le certificazioni LEED Platinum e WELL Gold, oltre a rientrare nei parametri della Tassonomia UE per la sostenibilità.

L’edificio venne costruito nel 1966 su progetto degli architetti Renato Bazzoni, Luigi Fratino, Vittorio Gandolfi e Aldo Putelli, come sede comunale degli Uffici Tecnici Comunali, abbreviato in Palazzo UTC, alto 90 metri e 25 piani, faceva parte dell’incompiuto “Centro Direzionale”.

Dall’acquisto all’attuale revisione del progetto
L’aggiudicazione del Pirellino da parte di Coima risale al marzo 2019, quando l’immobile venne acquistato all’asta per 194 milioni di euro. Al momento del rogito, nel novembre 2019, la normativa vigente consentiva una destinazione d’uso libera, lasciando aperta la possibilità di una conversione residenziale.
Tuttavia, pochi mesi dopo, con l’entrata in vigore del nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) nel febbraio 2020, il Comune ha imposto un vincolo di edilizia residenziale sociale (ERS) per tutti gli interventi di trasformazione residenziale superiori a 10.000 mq di superficie lorda. Questo cambiamento ha di fatto modificato le condizioni con cui l’immobile era stato acquistato, vincolandone lo sviluppo.
Coima ha quindi presentato ricorso al TAR nel giugno 2020, chiedendo il rispetto delle condizioni urbanistiche in vigore al momento dell’acquisto. Il contenzioso è proseguito fino al Consiglio di Stato, che il 18 dicembre 2023 ha ha riconosciuto le ragioni della Società, stabilendo che qualsiasi modifica urbanistica dell’immobile dovesse essere adeguatamente motivata e non potesse essere applicata retroattivamente. Il progetto presentato nel 2021.
Nonostante la sentenza, nel novembre 2023 il Comune ha avviato una variante al PGT che conferma l’obbligo di edilizia residenziale sociale in caso di conversione ad uso abitativo. Questo ha reso evidente il rischio di ulteriori ritardi nel rilascio delle autorizzazioni, portando Coima a semplificare il progetto per mantenere la destinazione direzionale e procedere più rapidamente con l’avvio dei lavori.







L’ultimo tassello di porta nuova
Il nuovo progetto rientra nella seconda fase di sviluppo del quartiere di Porta Nuova, il primo al mondo a ottenere la doppia certificazione LEED® e WELL® for Community per la sostenibilità ambientale e sociale. Negli ultimi anni, la zona ha registrato un forte aumento di aziende e professionisti: attualmente ospita oltre 35.000 lavoratori e una presenza crescente di big player nei settori bancario, tecnologico e finanziario. Entro tre anni, si stima che la popolazione professionale supererà le 50.000 persone, con un afflusso annuo di 15 milioni di visitatori.
Manfredi Catella, Founder e CEO di COIMA SGR, ha dichiarato: “La necessità di non ritardare ulteriormente i lavori ha imposto la semplificazione del progetto originario nella forma di un risanamento-ristrutturazione in chiave conservativa, mantenendo l’attuale edificio a ponte e integrandolo nel disegno architettonico dell’edificio a torre di Elizabeth Diller. Il mercato non può prescindere da regole certe, trasparenti e stabili per contribuire a un’evoluzione virtuosa e inclusiva delle nostre città nel rispetto della pianificazione pubblica”.
Grazie a questa revisione, il “Pirellino” entra finalmente nella fase esecutiva, contribuendo al completamento del più ampio progetto di Porta Nuova.
Nel comunicato stampa non si è accennato alla parte residenziale del progetto, che prevedeva una torre costruita a sinistra del complesso (lato Parco Biblioteca degli Alberi), la cosiddetta Torre Botanica progettata dal team formato da Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti, probabilmente rinviata a successiva data di esecuzione.




- Referenze immagini: Coima; Andrea Cherchi;
- Coima, Via Pirelli, Pirellino, Botanica, Riqualificazione, Porta Nuova, Via Melchiorre Gioia, Stefano Boeri Architetti, Diller Scofidio + Renfro (DS+R)
Peccato, sarebbe stata una torre iconica che avrebbe contribuito al miglioramento estetico della città, in continuità con quanto già fatto in zona. Spero che prima o poi, al posto dell’anagrafe, costruiscano una bella torre residenziale, così da rendere Milano ancora più iconica. Perché diciamolo, senza Porta Nuova, la città non avrebbe lo stesso fascino e lo dico io che sono povero e vivo nelle case popolari a 100 metri da li. Ci si lamenta tanto ma questi progetti lussuosi non fanno altro che migliorare una città fatta di edifici tristi e desolati come Milano (il mio compreso).
Quindi quale sarebbe la novità o sblocco? Il ponte… Nessuna news. Torre botanica, nessuna news. Pirellino modificato per le certificazioni. Non c’è neanche un possibile disegno, senza chiedere un rendering. Solo un articolo come tanti. Forse ho capito male io…
Quando un progetto non inizia bene non è mai un buon segnale e in questo caso finisce peggio ….
L’unico elemento di pregio era il ponte serra, che avrebbe trasportato Milano al 2035 !
Bellissimo e soprattutto usato dal PUBBLICO!
Fossi in Coima riempierei fli edifici di profughi per fare un dispiacere a quell’inetto di sindaco che abbiamo a Milano. Coima aveva un progetto rivoluzionario, grazie all’incapacita’ del comune e’ costretta ad un progetto di ripiego per evitare di perdere troppi soldi. Il tutto dopo che aveva strapagato il comune per quell’immobile. Un comune ignobile. Altro che salva milano, li dovrebbero mettere tutti al gabbio quelli del comune.
Cancro sinistroide, distruggono tutto
Francamente non ho capito cosa prevede il progetto attuale, temo la banalizzazione dell’intero intervento.
Complimenti ancora una volta all’amministrazione Comunale che, invece di occuparsi dei problemi della città, investe il proprio tempo in crociate ideologiche. COIMA rinuncia a qualche milione di euro di profitti (sai che roba…), Milano perde un progetto che – tra ponte serra e torre botanica – sarebbe risultato certamente iconico.
Il conflitto in atto con la Procura rende chiaro che applicare/interpretare le regole non dipende dall’ideologia del Comune, visto che poi ci sono ideologie molto più potenti che possono contestarle.
Ma a sto punto sarebbe meglio buttare giu tutto e ripartire con un nuovo progetto magari più armonioso con la zona. Si ok si vuole evitare di perdere ulteriore tempo ma cosi rimarrà un’edifio brutto compreso il ponte senza una vera riqualificazione con il rischio di ritrovarsi fra 10 anni a rimpiangere questa scelta. Di sicuro il comune in questa storia ha perso sotto utti i punti di vista.
Ho sempre pensata cha va buttata giù tutto per costruire qualcosa di completamente nuovo, allargando la via ed eliminando la pericolosa strettoia sotto l’edificio a ponte. E poi li sotto passa il naviglio della Martesana, che prima o poi dovrà essere riaperto. Per come sono stati costruiti la torre e il ponte, strada e naviglio non ci possono stare.
D’altra parte, la proprietà non può tenere fermo un investimento da 194 mln (fatto nel 2019).
Quindi meglio così: un investimento minimo, tenendo quelle che c’è, piuttosto che aggiungere altre costruzioni imponenti o l’insostenibile “ponte serra”. Poi si vedrà. Certo passeranno almeno altri 20 o 30 anni, sperando che nel frattempo sotto il ponte non ci scappi il morto.
Manca giusto che dopo aver speso qualche mese fa milioni di euro per consolidare la copertura della Martesana lungo la via Gioia, “prima o poi” venga demolita per scoperchiare un canale che contiene le acque “pulitissime” e profumate del Seveso… Ma ormai non mi stupisce più niente per come viene sperperato il denaro pubblico.
SALA e la sua giunta di sinistra sono il MALE di questa città.
Mi dispiace per Coima che aveva presentato un bel progetto innovativo.
Ricordate chi NON votare alle prossime elezioni!!