Milano | San Siro – M5: una volta si faceva “architettura” anche per piccole cose

Milano, San Siro.

Qualche giorno fa mi sono trovato alla stazione della metropolitana M5 di San Siro Stadio e non ho potuto fare a meno di chiedermi: com’è possibile che, nel 2015 (progettata qualche anno prima), si sia realizzato un “catafalco” del genere per una stazione così importante?

Com’è possibile che, per le stazioni della metropolitana di Milano, non ci si sia impegnati a creare qualcosa di esteticamente valido, qualcosa che lasci il segno per i posteri? Invece, ci troviamo davanti a meri manufatti di servizio.

Certo, meglio un’infrastruttura utile che qualcosa di bello ma inutilizzabile. Ma davvero non esistono vie di mezzo?

A Napoli, per esempio, lo sappiamo: la metropolitana passa ogni 10-15 minuti, ma le sue stazioni sono vere e proprie opere d’arte, tanto da attirare visitatori da tutto il mondo. E a Milano? Solo “catafalchi”.

Un esempio lampante sono le uscite appena inaugurate della M4: anche qui, a coprire gli accessi ci sono parallelepipedi decisamente brutti. Tanto brutti che la Sovrintendenza, fortunatamente, ne ha vietato l’installazione in molti punti del centro storico, come nelle stazioni di Sant’Ambrogio, De Amicis, Vetra, Santa Sofia e Sforza Policlinico.

Eppure, non è sempre stato così. Arrigo Arrighetti, grande architetto, nel 1964 progettò per la stazione M1 Amendola una struttura che non solo portava luce naturale all’interno della stazione, ma rappresentava anche un manifesto per la vicina Fiera. Un’opera utile, sì, ma anche bella. Franco Albini, altro maestro dell’architettura, aveva disegnato per la M1 una linea semplice ma inconfondibile.

Oggi, invece, per la M4 e la M5 ci si è limitati alla funzionalità, senza alcun guizzo creativo.

Prendiamo questa entrata a due passi dallo Stadio Meazza: è brutta, anonima, non comunica nulla. Sembra quasi una velostazione o un deposito per materiali edili.

Eppure, sarebbe bastato poco. Il design italiano è famoso nel mondo, un’eccellenza che ci appartiene. Perché non sfruttarlo anche qui?

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi
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6 commenti su “Milano | San Siro – M5: una volta si faceva “architettura” anche per piccole cose”

  1. Non saprei. Se guardo l’orrenda passerella di San Cristoforo, il villaggio olimpico o il nuovo museo diocesano, oggettivamente vien da dire che li abbiano progettati dei “praticanti” poco talentuosi. O forse siamo noi che non sappiamo ancora apprezzare architetture avanti nei tempi? Per esempio a me la celebrata stazione di Amendola non piace proprio per niente. La torre Eifel la chiamavano “il candelabro” e fu un’opera contestatissima alle origini. Oggi vatti ad immaginare Parigi senza. Dai che magari per una volta anziché insultarci, su questo sito riusciamo a parlare di architettura.

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  2. Visto che nominate la metropolitana di Napoli mostrando apprezzamento per la qualità dei progetti, mi consta che sia coinvolta MM spa (ovvero Metropolitana Milanese) che cola’ ha una sede. Segue i lavori, ma non so se anche i progetti. Nel caso potrebbe avvalersi degli stessi progettisti. Poiché non posso credere che nessuno dell’ufficio stampa di MM segua questo sito, chiedo spiegazioni a loro. Chi progetta la metropolitana di Napoli e chi quella di Milano?

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  3. C’è da dire che però in un paio di casi su M5 ci avevano provato (mi riferisco alle scale con una M e un 5 lilla a sostenere la copertura), non riuscendoci al massimo forse, ma sicuramente un minimo tentativo è…

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  4. Guarda mi hai letto nel pensiero, io vivo qui e trovo tutto ciò che c’è intorno allo stadio veramente brutto e proprio qualche giorno fa passandoci per andare al parco Aniasi con mia figlia mi sono chiesto… Ma non potevano fare una struttura che sembrasse un grosso pallone da calcio invece di sto “robo”?

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