Milano Porta Vittoria.
Aggiornamento di marzo 2025 dal cantiere per la BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura – in fase di realizzazione nell’area di viale Molise e il parco Otto Marzo a Porta Vittoria, partito lo scorso novembre.


Dalle cesate di cantiere si comincia a vedere parte della struttura, oltre ad alcuni pilastri salire di quota. Dopo anni di travaglio (quasi una trentina visto che la prima volta che si è parlato dell’avveniristico polo culturale era il 1996), anche se è finito nuovamente sotto i riflettori della procura. Ad ogni modo, per ora, il cantiere per la BEIC pare spedito per la meta, come ha dichiarato il Sindaco Beppe Sala, per concludersi entro la prima metà del 2027.









Milano – Porta Vittoria, viale Molise, via Monte Ortigara e Via Cervignano > B.E.I.C. – Biblioteca Europea di Informazione (nella mappa Urbanfile codice: PTV9) (uffici residenziale) (nuova costruzione ristrutturazione)
- committente:
- progettisti: Angelo Raffaele Lunati (capogruppo con Onsitestudio), Manuela Fantini, Marcello Cerea, Giacomo Summa, Francesca Benedetto, Luca Gallizioli, Giancarlo Floridi, Davide Masserini, Antonio Danesi, dai consulenti Silvestre Mistretta, Giuseppe Zaffino, Fabrizio Pignoloni e dalla collaboratrice Florencia Collo


- Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Joshua84, OnSite Studio
- Porta Vittoria, Calvairate, B.E.I.C. – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, BEIC, viale Molise, via Monte Ortigara, Via Cervignano, Architettura, Biblioteca, Passante ferroviario, OnSite Studio
Nella significativa foto iniziale si vede bene, a destra della gru rossa, il grande platano. È stato sradicato e spostato dal fronte strada, dove viveva da decenni. Nonostante fosse stato anche segnalato sulla cartografia dello stato di fatto, il progetto dichiarato vincitore del concorso lo ha ignorato, a differenza del secondo classificato, di MDL, che ha impostato tutta la soluzione progettuale arretrandosi dal filo strada proprio per rispettarlo. L’azzardato espianto e spostamento avrà notizia di successo di sopravvivenza fra due tre anni, forse……
Piantare cinquanta platani nuovi non bilancia l’esistenza di Un Platano di cinquant’anni.
Basta
È 1 platano, 1. Per favore ritorniamo in noi, si sta parlando di 1 platano non della deforestazione della Foresta Amazzonica, per di più in progetto di piantarne molti altri. Per favore, veramente, ritorniamo a dare le giuste proporzioni e importanza alle cose. Se invece si vuole parlare di semplice conservatorismo di quello che c’era prima, allora diciamolo, ma non prendiamoci in giro parlando di ambiente qua do si parla di 1 albero, e ripeto 1. Questa isteria porta a cose del genere, che per 1 pianta si inquina più che averla tagliata e sostituita da subito con altre alberature, invece per soddisfare sto populismo ambientalista, si consumano energie per espiantare una pianta gigante che probabilmente morirà tra qualche anno e richiederà un’ulteriore spreco di risorse per toglierla, decepparla e rimettere un altro albero. Quando se si fosse sostituta del tutto da principio, si sarebbero risparmiati soldi, risorse e tempo, per di più per delle piante che hanno qualche decennio, manco fossero sequoie millenarie. Non c’è niente di peggio dei conservatori che si mascherano da ambientalisti e che alla fine portano solo a più danni e ulteriore spreco di risorse.
Un platano, splendido ed imponente che doveva rimanere lì dove é stato lasciato già durante i lavori precedenti, modificando i marciapiedi senza alcun problema. Io ci vivo qui ed era bello vederlo troneggiare. che Ha resistito fieramente dopo quel temporale tremendo che ha fatto crollare numerose piante sul viale Molise tranciandol i cavi della 90. Oppure al posto di quegli orrendi alberelli piantati sull’altro lato della strada che lasciano tra l altro una sostanza appiccicosa e che nn fanno neanche ombra! Totalmente inutili.
Non ho mai letto una tale concentrazione di errori di valutazione in tema ambientale, oltre che una gran dose di intolleranza verso le idee altrui, cosa sempre non utile. Guardi che il valore di una “cosa”, anche in ecologia, dipende dal contesto, sempre…così anche per le piante secolari, che non sono certo in gran quantità a Milano e sono molto più efficienti in termini di riduzione gas inquinanti ecc, rispetto a piccoli alberi che prontamente seccano dopo una stagione… Lei è di Milano? No, chiedo, perchè come finisce con gli alberelli nuovi lo sanno tutti.
Sempre in zona, ai tempi del sindaco Potemkin hanno costruito un ecomostro, dicesi anche studentato di via Einstein e anche lì hanno distrutto un piccolo bosco di magnifici platani.
Egregio,
lo dice lei stesso, è Un Platano di decenni, ……grande e magnifico…..non si può “sostituire” ( orrenda locuzione riguardo alle piante ), al massimo rimpiazzare con alberelli da vivaio di sei/ sette anni….Per i costi dell’ espianto si rivolga si progettisti dichiarati vincitori, si rivolga alla commissione giudicatrice che ha scelto di ignorarne la presenza, come detto….Altri Progettisti ne hanno tenuto conto.
La tutela del Paesaggio e delle Preesistenze è indice di civiltà.
Per quanto riguarda la Foresta Amazzonica, si troverà benissimo sotto la serra gigante che si sta costruendo.