Milano | San Siro – Nuovo Stadio: la trattativa si arena: il Comune pretende garanzie da Inter e Milan

Milano, San Siro.

La vendita dello stadio Meazza e delle aree adiacenti è ancora lontana dal traguardo. Il confronto tra il Comune di Milano e le società di Milan e Inter è in una fase di impasse. Alla base dello stallo ci sono le garanzie richieste da Palazzo Marino, considerate imprescindibili per procedere alla cessione dell’area. L’incontro più recente, dopo giorni di silenzio e consultazioni legali, si è concluso con un nuovo nulla di fatto.

Intanto mancano 28 giorni alla scadenza fissata dal sindaco Sala (31 luglio) per concludere la cessione dello stadio San Siro e delle aree circostanti a Milan e Inter. L’obiettivo è evitare che il vincolo dei 70 anni sul secondo anello del Meazza, che scatterà il 10 novembre, ostacoli la vendita.

Un incontro a Palazzo Marino tra Sala e i vertici dei due club ha evidenziato l’urgenza, ma non ha ancora risolto tutti i nodi, soprattutto quello del prezzo: si parte da una stima dell’Agenzia delle Entrate di 197 milioni di euro, ma si tratta su possibili riduzioni legate a bonifiche, demolizioni parziali e modifiche richieste al progetto.

Il clima è positivo e collaborativo, ma resta da definire anche la struttura societaria dell’acquisto — Sala vuole che Milan e Inter siano coinvolti direttamente — e una dichiarazione ufficiale che escluda altri progetti alternativi (come quelli di San Donato e Rozzano). Il presidente del Milan, Scaroni, ha parlato di “work in progress”, pur restando ottimista.

Il nodo cruciale riguarda la composizione delle società veicolo che i club stanno predisponendo per rendere l’operazione finanziabile. Il Comune insiste affinché non siano solo i fondi immobiliari proprietari dei due club a figurare nei veicoli, ma anche le stesse società calcistiche. L’obiettivo è chiaro: garantire che l’interesse pubblico, previsto dalla normativa sugli stadi, sia rispettato e che l’operazione rappresenti un reale vantaggio per i club, non solo per i fondi di investimento.

Le condizioni di Palazzo Marino

Il timore dell’amministrazione è che, in assenza di un coinvolgimento diretto di Milan e Inter, i fondi americani possano rilevare l’area e successivamente disinteressarsi alla costruzione del nuovo impianto. Inoltre, il Comune vuole conoscere i titolari effettivi dietro l’operazione, per garantire trasparenza e tracciabilità.

Un’altra questione centrale riguarda la possibile speculazione edilizia: Palazzo Marino chiede che venga inserita una clausola che vieti la cessione dei diritti edificatori fino all’approvazione definitiva del piano attuativo. Non solo: si sta lavorando anche a una clausola che limiti fortemente la rivendita delle quote societarie per un periodo definito. L’intento è di blindare l’operazione ed evitare che venga snaturata o trasformata in una pura manovra finanziaria.

Le contromosse dei club

Da parte delle società sportive emerge un cauto ottimismo. Milan e Inter confidano in una conclusione positiva della prima fase del negoziato entro pochi giorni. Tuttavia, anche i club sollevano dubbi: cosa accadrebbe se, una volta perfezionato l’acquisto, i permessi di costruzione non dovessero arrivare nei tempi previsti? Si tratta di un rischio concreto che preoccupa entrambi i fronti.

Nel frattempo, restano sul tavolo le alternative: Rozzano per l’Inter e San Donato per il Milan, che ha messo in pausa il proprio progetto fino a ottobre, mantenendo una via d’uscita nel caso in cui l’operazione con il Comune non dovesse concretizzarsi, anche a causa dei ricorsi dei comitati contrari al nuovo stadio.

Polemiche, ricorsi e scadenze

La vicenda continua a suscitare polemiche. I comitati cittadini hanno già annunciato ricorsi al TAR per fermare la cessione dell’area. Il 30 aprile si è chiusa la conferenza dei servizi, in parallelo alla scadenza dell’avviso pubblico che avrebbe dovuto raccogliere eventuali proposte alternative a quelle dei due club. Tuttavia, secondo alcuni imprenditori interessati, come Claudio Trotta di Barley Arts, i tempi troppo stretti e i requisiti del bando avrebbero impedito una reale partecipazione.

Anche in seno al Consiglio comunale non mancano le critiche. Il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi ha denunciato quella che definisce “un’operazione pensata per soddisfare le esigenze di bilancio di fondi immobiliari americani”. Il dibattito pubblico — da lui definito “farlocco” — avrebbe dimostrato l’opposizione dell’opinione pubblica, ignorata però dalle delibere comunali. Il referendum sul tema, secondo i critici, sarebbe stato di fatto impedito.

Il vincolo sul secondo anello e la questione culturale

Un altro fronte caldo è quello della possibile tutela vincolante sul secondo anello del Meazza. Secondo la Sovrintendenza, il vincolo scatterebbe il 10 novembre 2025. Tuttavia, alcuni firmatari di una petizione — tra cui l’architetto e cantautore Edoardo Bennato e il celebre progettista Massimiliano Fuksas — sostengono che i lavori si siano conclusi in data anteriore, basandosi su documentazione fotografica dell’epoca. Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha promesso ulteriori verifiche sulla data ufficiale di fine lavori.

Tra interessi pubblici e speculazioni immobiliari

Alla base delle critiche c’è anche la trasformazione urbanistica prevista per l’area. Il progetto Prelios-Hines per il futuro quartiere dell’adiacente ex area del Trotto, mostra nei rendering la sostituzione del Meazza con un centro commerciale sormontato dal verde. Per chi contesta questa operazione, lo spazio un tempo occupato dallo stadio viene così liberato per valorizzare le nuove residenze che verranno costruite, mentre il nuovo impianto sportivo verrebbe spostato davanti a quartieri abitati, come via Harar e via Tesio, a scapito dei residenti. L’hotel previsto, intanto, si affaccerebbe sulle nuove terme private De Montel.

Conclusione

Il 30 luglio, termine chiave per alcune decisioni, si avvicina rapidamente. Ma il destino di San Siro è ancora incerto, sospeso tra visioni contrastanti di interesse pubblico, vincoli storici, strategie finanziarie e proteste civiche. In molti, nel frattempo, non sembrano troppo preoccupati all’idea che lo stadio non venga venduto.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milan e Inter
  • San Siro, Stadio, Milan, Inter, Stadio Meazza, Riqualificazione, Populous, Nuovo Stadio, Piazza Axum, M5 San Siro Stadio, Metropolitana
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

6 commenti su “Milano | San Siro – Nuovo Stadio: la trattativa si arena: il Comune pretende garanzie da Inter e Milan”

  1. Siamo in Italia non in America, noi gli edifici storici li salviamo e recuperiamo.
    Dal teatro di Siracuta all’Arena di Verona a villaggio Crespi ad altri mille luoghi iconici noi li salviamo.
    Chi vuole demolire un luogo simbolico come San Siro é barbaro quanto quelli che usavano i marmi del colosseo per costruire luridii quartieri medievali.
    Cacciamo i barbari dal tempio del calcio

    Rispondi
  2. Non sono un elettore di Sala e non ho nemmeno condiviso il suo modo di gestire la questione fino a qualche tempo fa. Tuttavia, arrivati a questo punto, e con (finalmente) tutti i bubboni emersi anche grazie a Report, Sala e il Comune di Milano devono tutelarsi da un qualcosa che, se fatto male, potrebbe rincorrerli per il resto dei loro giorni. È chiaro che siamo di fronte a un caso di investimento altamente speculativo, con due fondi americani che sperano di lucrare (per poi scappare) sulle debolezze del sistema italiano, sia calcistico che legislativo. Se la giunta non vuole ritrovarsi al centro di nuove inchieste e accuse, deve necessariamente alzare il livello di allerta.

    Rispondi
  3. L’incapacità decisionale, la cecità strategica, la distrazione verso temi utopici e, insomma, il dilettantismo fanno di questa giunta un elemento dannoso per Milano.
    Mi chiedo come abbiano potuto certe menti votare uno come Sala.
    Ma non vi rendete conto di quanto sia incapace e dannoso? Ma come avete fatto a votare uno così?
    Andate interdetti

    Rispondi
  4. Come si fa a mettere in mano a Sala un progetto cosi’ delicato? Sindaco che passera’ alla storia per non essersi accorto dell’abusivismo dilagante a Milano e di non essersi accorto che il suo vicino di expo e’ riuscito a pagare 6000 alberi il doppio di quello che costano al vivaio sotto casa. Alberi probabilmente tutti rinsecchiti perche il sindaco non sa che devono essere bagnati.

    Rispondi
  5. San Siro è vetusto. Tutti gli stadi moderni hanno il primo anello scavato nel terreno per migliore accessibilità e insonorizzazione, S.Siro è tutto in altezza. Arrivare al terzo anello è una fatica improba (avevo abbonamento lì negli anni 2000!). Quando ci sono concerti si sente in tutto il quartiere. In generale è uno stadio scomodo con seggiolini scomodi perché posticci, messi per Italia ’90 (tranne il primo anello). Pochi bagni e poca ristorazione dentro lo stadio cosicché proliferano i camion-bar dove mangi birra e salamella di livello infimo a prezzi di ristoranti gourmet e nell’inchiesta sulle curve è venuto fuori chi davvero gestisce quei business. Per non parlare del problema del prato che fa schifo da quando hanno costruito il 3o anello e siamo dovuti ricorrere all’erba artificiale (sapete che il prato di S.Siro ora è per 30% artificiale?). Davvero non ha senso mantenere S.Siro….

    Rispondi

Lascia un commento